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Itinerari Nomadi
Una collettiva di pittura che vuole essere anche un viaggio nel mondo della visione, un percorso teso a cogliere le suggestioni della vita attraverso “Itinerari Nomadi” che corrono paralleli e poi si intrecciano fino a coagularsi sulla pelle della pittura.
Comunicato stampa
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La Galleria 8,75 Artecontemporanea di Reggio Emilia è lieta di presentare le ultime ricerche degli artisti “di casa”, i sei amici e soci dell’omonima associazione che, da sempre, animano lo spazio espositivo, creando interessanti momenti di dialogo, confronto e riflessione. Una collettiva di pittura che vuole essere anche un viaggio nel mondo della visione, un percorso teso a cogliere le infinite suggestioni della vita attraverso gli Itinerari nomadi di Ursula Barilli, Giorgio Bonilauri, Attilio Braglia, Gino Di Frenna, Giovanna Magnani e Sergio Rabitti, che corrono paralleli e poi si intrecciano, fino a coagularsi sulla pelle della pittura.
Ricerche diverse per taglio, stile e linguaggio, ma che si addensano attorno a due grandi ampi nuclei tematici: quelli del paesaggio e del corpo. Come si legge nella nota critica di Chiara Serri, « Il paesaggio di Gino Di Frenna è fortemente geometrico e stilizzato, come in una ripresa aerea, rigorosa e allo stesso tempo fantastica di un territorio in cui si colgono i colori cari dell’Etna e la sostanza tattile di una pittura che, se da un lato è tersa e compatta, dall’altro lascia campo a superfici liquide e paste grumose. Vedute deserte che si contrappongono al mondo densamente “popolato” di Attilio Braglia, un paesaggio sottomarino in cui, all’interno di partiture definite, si cullano pesci, alghe e meduse, guizzi cromatici e luminosi dalla consistenza aerea e particolare che si sollevano con garbo da un fondo neutro di verdi e di grigi. Dedicata, invece, all’ambiente domestico è l’ultima ricerca di Sergio Rabitti che, con il suo immancabile humour, crea solenni nature morte, disposte su drappi di seta o tavolini dorati. Su questo palcoscenico, però, non stanno fiori, frutti o brocche antiche, ma gli oggetti più umili e scabrosi della vita quotidiana, elevati al rango di pezzi d’arte e amabilmente disposti sulla tazza del bagno. Nuova è anche la produzione di Giorgio Bonilauri che, dopo averci abituato per anni ad una pittura ispirata dalla fotografia e dalle riviste di moda, mantiene l’approfondimento cromatico, ma sceglie di dedicarsi ad un soggetto diverso, in questo caso, filari di viti che, riducendo al minimo il disegno, lasciano campo al colore. Un colore che è fondamentale anche per Giovanna Magnani e Ursula Barilli che, da anni, si dedicano al tema del corpo, interpretandolo secondo quelle che potrebbero definirsi come due letture contrapposte ma che, in un certo senso, si completano. Da un lato il corpo fantastico, il corpo dei sogni, il corpo lieve come una nube primaverile, che si compone e si scompone nei riflessi di un olio tiratissimo, dall’altro il corpo di carne, accennato e poi scarnificato dalla violenza della scelta cromatica e di un gesto che, come una sciabolata improvvisa, ne interrompe i contorni ».
Ricerche diverse per taglio, stile e linguaggio, ma che si addensano attorno a due grandi ampi nuclei tematici: quelli del paesaggio e del corpo. Come si legge nella nota critica di Chiara Serri, « Il paesaggio di Gino Di Frenna è fortemente geometrico e stilizzato, come in una ripresa aerea, rigorosa e allo stesso tempo fantastica di un territorio in cui si colgono i colori cari dell’Etna e la sostanza tattile di una pittura che, se da un lato è tersa e compatta, dall’altro lascia campo a superfici liquide e paste grumose. Vedute deserte che si contrappongono al mondo densamente “popolato” di Attilio Braglia, un paesaggio sottomarino in cui, all’interno di partiture definite, si cullano pesci, alghe e meduse, guizzi cromatici e luminosi dalla consistenza aerea e particolare che si sollevano con garbo da un fondo neutro di verdi e di grigi. Dedicata, invece, all’ambiente domestico è l’ultima ricerca di Sergio Rabitti che, con il suo immancabile humour, crea solenni nature morte, disposte su drappi di seta o tavolini dorati. Su questo palcoscenico, però, non stanno fiori, frutti o brocche antiche, ma gli oggetti più umili e scabrosi della vita quotidiana, elevati al rango di pezzi d’arte e amabilmente disposti sulla tazza del bagno. Nuova è anche la produzione di Giorgio Bonilauri che, dopo averci abituato per anni ad una pittura ispirata dalla fotografia e dalle riviste di moda, mantiene l’approfondimento cromatico, ma sceglie di dedicarsi ad un soggetto diverso, in questo caso, filari di viti che, riducendo al minimo il disegno, lasciano campo al colore. Un colore che è fondamentale anche per Giovanna Magnani e Ursula Barilli che, da anni, si dedicano al tema del corpo, interpretandolo secondo quelle che potrebbero definirsi come due letture contrapposte ma che, in un certo senso, si completano. Da un lato il corpo fantastico, il corpo dei sogni, il corpo lieve come una nube primaverile, che si compone e si scompone nei riflessi di un olio tiratissimo, dall’altro il corpo di carne, accennato e poi scarnificato dalla violenza della scelta cromatica e di un gesto che, come una sciabolata improvvisa, ne interrompe i contorni ».
31
maggio 2008
Itinerari Nomadi
Dal 31 maggio al 28 giugno 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA 8,75 ARTECONTEMPORANEA
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 4, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 4, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, venerdì, sabato ore 16,30-19,30
Vernissage
31 Maggio 2008, ore 17
Autore
Curatore