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Itinerario astratto
Aldo Famà, Bruno Ponte, Olivia Siauss e Claudio Sivini mostrano la capacità di dipingere i pensieri e di fissare sulla tela impressioni ed emozioni in un coacervo gestuale e cromatico di differente spessore e lirismo.
Comunicato stampa
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“Un filo conduttore astratto di sottile valenza lirica” scrive Accerboni “coniuga il linguaggio compositivo e pittorico di quattro protagonisti dell'arte contemporanea triestina. Aldo Famà, Bruno Ponte, Olivia Siauss e Claudio Sivini mostrano la capacità di dipingere i pensieri e di fissare sulla tela impressioni ed emozioni in un coacervo gestuale e cromatico di differente spessore e lirismo, che nel corso del tempo si è involato verso le sfere più elevate in una sorta di "crescendo rossiniano" di intensità e di maturazione creativa. Le sensibili differenze percettive e stilistiche declinate dai quattro artisti si riallacciano e trovano tuttavia una sorta di sostanziale omogeneità che fa riferimento ad un campo comune di ricerca: quello che nel corso del Novecento ha orientato le avanguardie nel passaggio dalla rappresentazione naturalistica verso la sintesi cromatica e la riduzione compositiva dei volumi, protese ad esperire il mondo dei concetti, delle idee, dei pensieri e dei sogni astratti e percettibili mediante la ragione o l'emozione.
Superate le soglie del 2000, ognuno di questi pittori affida al gesto cromatico, all'affinità compositiva che li lega e alla comune, condivisa capacità di sintesi, l'interpretazione della realtà sognata, in cui sottili vibrazioni si susseguono armoniosamente come in una sorta di sinfonia composta a quattro voci”.
Aldo Famà costruisce con maestria geometrie fantastiche, razionali e calibrate, in cui il segno ed il colore, distinti ed al tempo stesso coesi, creano una sorta di intreccio convincente e quasi solenne: una griglia elegante per imbrigliare e sottolineare i sogni. Sono geometrie svettanti e all’apparenza lievi, sostenute da grande chiarezza e pulizia formale e precedute da un attento e laborioso processo di costruzione della materia pittorica. Quest’ultimo viene realizzato attraverso schizzi, disegni e piccoli bozzetti ad olio, che preludono all’opera definitiva di grandi dimensioni, dal cui contrappunto, fra campiture lisce e materiche, scaturisce, ineffabile, la luce.
Il neoromantico sentire di Bruno Ponte si esplicita attraverso la stesura armonica di messaggi cromatici vivaci e vitali ma delicati, come viole o piccole gemme. Con grande eleganza l’artista li assembla sulla tela, avvalendosi di una gentilezza gestuale, che a volte ricorda il tocco di De Pisis, e di un’inclinazione lirica intensa, ma assolutamente libera da schemi e risolta con originale levità. La coinvolgente, eppur sommessa e calibrata emotività che ne trascende, ci conduce a cogliere nell’universo del 2000 il filo seducente di un racconto modernamente fiabesco ed incantato, declinato con tecnica istintivamente ineccepibile.
Olivia Siauss, o del sogno cromatico, proteso verso un universo infinito di sensazioni, in cui il colore si fa – impercettibilmente ed inusitatamente – materia compositiva ricca di forza e di luce naturale, che promana dal contrasto di toni accesi, coraggiosi, vibranti, caldi e pastosi. Così l’artista declina con coerenza ed intensità i propri paesaggi astratti ed a loro modo fantastici e ci apre il suo mondo, di agile lettura e di felice costruzione, in cui una mano sicura guida l’istinto compositivo, la sensibilità tonale ed il significato dello spazio. Quasi che quest’ultimo si preannunciasse infinito, oltre la tela.
Preziose rifrazioni di luce per raccontare le emozioni e i pensieri fantastici, che scaturiscono da geometrie trasparenti e riflettono vibrazioni cromatiche, le quali mutano a seconda del punto di vista in cui si trova il fruitore. Specchi, cristalli, vetri, elementi lignei, pellicole sintetiche dai vitali cromatismi s’intrecciano nel fantastico ed ordinato universo di Claudio Sivini, il cui filo conduttore, di sottile valenza ludica, si confronta anche nel rapporto tra superfici opache e lucide, lisce e materiche. In tal modo l’artista traspone originalmente nel contemporaneo, raffinandola, la ricerca optical, idealmente riunita a reminiscenze tratte dalla poetica dell’objet trouvé.
Superate le soglie del 2000, ognuno di questi pittori affida al gesto cromatico, all'affinità compositiva che li lega e alla comune, condivisa capacità di sintesi, l'interpretazione della realtà sognata, in cui sottili vibrazioni si susseguono armoniosamente come in una sorta di sinfonia composta a quattro voci”.
Aldo Famà costruisce con maestria geometrie fantastiche, razionali e calibrate, in cui il segno ed il colore, distinti ed al tempo stesso coesi, creano una sorta di intreccio convincente e quasi solenne: una griglia elegante per imbrigliare e sottolineare i sogni. Sono geometrie svettanti e all’apparenza lievi, sostenute da grande chiarezza e pulizia formale e precedute da un attento e laborioso processo di costruzione della materia pittorica. Quest’ultimo viene realizzato attraverso schizzi, disegni e piccoli bozzetti ad olio, che preludono all’opera definitiva di grandi dimensioni, dal cui contrappunto, fra campiture lisce e materiche, scaturisce, ineffabile, la luce.
Il neoromantico sentire di Bruno Ponte si esplicita attraverso la stesura armonica di messaggi cromatici vivaci e vitali ma delicati, come viole o piccole gemme. Con grande eleganza l’artista li assembla sulla tela, avvalendosi di una gentilezza gestuale, che a volte ricorda il tocco di De Pisis, e di un’inclinazione lirica intensa, ma assolutamente libera da schemi e risolta con originale levità. La coinvolgente, eppur sommessa e calibrata emotività che ne trascende, ci conduce a cogliere nell’universo del 2000 il filo seducente di un racconto modernamente fiabesco ed incantato, declinato con tecnica istintivamente ineccepibile.
Olivia Siauss, o del sogno cromatico, proteso verso un universo infinito di sensazioni, in cui il colore si fa – impercettibilmente ed inusitatamente – materia compositiva ricca di forza e di luce naturale, che promana dal contrasto di toni accesi, coraggiosi, vibranti, caldi e pastosi. Così l’artista declina con coerenza ed intensità i propri paesaggi astratti ed a loro modo fantastici e ci apre il suo mondo, di agile lettura e di felice costruzione, in cui una mano sicura guida l’istinto compositivo, la sensibilità tonale ed il significato dello spazio. Quasi che quest’ultimo si preannunciasse infinito, oltre la tela.
Preziose rifrazioni di luce per raccontare le emozioni e i pensieri fantastici, che scaturiscono da geometrie trasparenti e riflettono vibrazioni cromatiche, le quali mutano a seconda del punto di vista in cui si trova il fruitore. Specchi, cristalli, vetri, elementi lignei, pellicole sintetiche dai vitali cromatismi s’intrecciano nel fantastico ed ordinato universo di Claudio Sivini, il cui filo conduttore, di sottile valenza ludica, si confronta anche nel rapporto tra superfici opache e lucide, lisce e materiche. In tal modo l’artista traspone originalmente nel contemporaneo, raffinandola, la ricerca optical, idealmente riunita a reminiscenze tratte dalla poetica dell’objet trouvé.
06
marzo 2004
Itinerario astratto
Dal 06 al 23 marzo 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA CARTESIUS
Trieste, Via Giosuè Carducci, 10, (Trieste)
Trieste, Via Giosuè Carducci, 10, (Trieste)
Orario di apertura
feriali 10.30-12.30 · 16.30-19.30 - lunedì chiuso
Vernissage
6 Marzo 2004, ore 18