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It’s time to say goodbye
Come scriveva Peter Plagens ,qualche anno fa “ la maggior parte dell’arte promulgata dalle gallerie e dai musei non ha più molto a che fare con l’estetica. L’arte contemporanea ha abbandonato la sua funzione di ala visiva della poesia per trasformarsi in una divisione debolmente “trasgressiva “
Comunicato stampa
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Martedì 13 dicembre 2011, dalle ore 18.30, presso la Galleria Changing Role, in Via Chiatamone 26, inaugura la mostra collettiva “It’s time to say goodbye”, a cura di Guido Cabib.
La mostra è il naturale completamento della analoga mostra, che è in corso negli spazi di Palazzo Zenobio ,Venezia
Come scriveva Peter Plagens ,qualche anno fa “ la maggior parte dell’arte promulgata dalle gallerie e dai musei non ha più molto a che fare con l’estetica. L’arte contemporanea ha abbandonato la sua funzione di ala visiva della poesia per trasformarsi in una divisione debolmente “trasgressiva “ dell’industria dell’entertaiment.”
L’avanguardia culturale ha ceduto il passo all’affermazione sempre più capillare e pervasiva di una cultura mainstream globale,infarcita di celebrity culture e gossip.
Contemporaneamente e per fortuna le “ subculture” ,in cui sono cresciute le ultime generazioni, resistono e continuano a produrre innovazione; cosa che l’industria culturale contemporanea non favorisce affatto, basandosi, quest’ultima, sulla reiterazione di modelli precostituiti e affermati.
La mostra intende presentare un gruppo di artisti ,di ultima generazione , sia nazionali che internazionali, che attraverso la riattivazione cosciente della “nostalgia”,ci pongono di fronte a riflessioni costanti su cosa quest’epoca, così importante e turbolenta , ci porterà.
Abbiamo bisogno di innovazione ,di sperimentazione, di avanguardia. Questi artisti,con le loro opere dimostrano come la nostalgia non deve necessariamente costituire un processo passivo:può essere infatti riattivata e trasformata in uno strumento propositivo e creativo.
Abbiamo anche bisogno di un grande passo avanti nel riconsiderare il sistema dell’arte contemporanea, riflettendo su quanto molto negoziale e poco divulgativo sia stato negli ultimi 30 anni.
“Arriva un momento in cui non si ha più voglia di scherzare. Capita quando si comprende che nel gioco abituale si usano carte truccate e modalità che conoscono solo una logica sleale. Accade quando, in un’autistica coazione a ripetere decisioni sempre uguali ed inattuali, si rivela l’insicurezza di chi è incapace di rimanere fermo pur restando sempre e comunque fermo. Paralizzati, in un’epoca che valuta la velocità e la mobilità come prioritarie abilità, continuiamo a scegliere di non scegliere, maturando una forma d’inerzia oramai congenita che ci proietta in un passato in cui erano altri tempi, esistevano le mezze stagioni e c’eravamo tanto amati. Se questo è un tempo di crisi, ciò accade proprio perché è in crisi l’idea stessa di tempo. Sarebbe invece molto più acuto ricordare non per fuggire ma per agire in un presente che, mostrandosi come ibrido, reticolare e simultaneo, richiede prontezza di riflessi ed intuito profondo. Vivere nel presente oggi significa andare incontro con fiducia al futuro, dicendo addio ad un sistema dell’arte sempre più impegnato ad escogitare la Next Big Thing invece di To Think about Next. Essere contemporanei oggi vuol dire rischiare l’utile per ritrovare il valore di una cultura che sia strumento di conoscenza sull’uomo e per l’uomo. M.di S.
E’ tempo di dire addio e noi lo vogliamo fare iniziando con il salutare.
Gli Artisti: Scultura Enzo Distinto, Kevin Francis Gray; Istallazioni Andrea Abbatangelo, Arianna Carossa,
Pierluigi Fracassi, Matteo Sanna; Foto Pierluigi Fracassi , Stephane Ait Ouarab, Julia Krahn,Michal Bugalski, Tommaso Fiscalettti, Mustafa Sabbagh,Svetlana Ostapovici; Collage Daniele Villa
Testi Critici
Massimo Sgroi, Michela Di Stefano
La mostra è il naturale completamento della analoga mostra, che è in corso negli spazi di Palazzo Zenobio ,Venezia
Come scriveva Peter Plagens ,qualche anno fa “ la maggior parte dell’arte promulgata dalle gallerie e dai musei non ha più molto a che fare con l’estetica. L’arte contemporanea ha abbandonato la sua funzione di ala visiva della poesia per trasformarsi in una divisione debolmente “trasgressiva “ dell’industria dell’entertaiment.”
L’avanguardia culturale ha ceduto il passo all’affermazione sempre più capillare e pervasiva di una cultura mainstream globale,infarcita di celebrity culture e gossip.
Contemporaneamente e per fortuna le “ subculture” ,in cui sono cresciute le ultime generazioni, resistono e continuano a produrre innovazione; cosa che l’industria culturale contemporanea non favorisce affatto, basandosi, quest’ultima, sulla reiterazione di modelli precostituiti e affermati.
La mostra intende presentare un gruppo di artisti ,di ultima generazione , sia nazionali che internazionali, che attraverso la riattivazione cosciente della “nostalgia”,ci pongono di fronte a riflessioni costanti su cosa quest’epoca, così importante e turbolenta , ci porterà.
Abbiamo bisogno di innovazione ,di sperimentazione, di avanguardia. Questi artisti,con le loro opere dimostrano come la nostalgia non deve necessariamente costituire un processo passivo:può essere infatti riattivata e trasformata in uno strumento propositivo e creativo.
Abbiamo anche bisogno di un grande passo avanti nel riconsiderare il sistema dell’arte contemporanea, riflettendo su quanto molto negoziale e poco divulgativo sia stato negli ultimi 30 anni.
“Arriva un momento in cui non si ha più voglia di scherzare. Capita quando si comprende che nel gioco abituale si usano carte truccate e modalità che conoscono solo una logica sleale. Accade quando, in un’autistica coazione a ripetere decisioni sempre uguali ed inattuali, si rivela l’insicurezza di chi è incapace di rimanere fermo pur restando sempre e comunque fermo. Paralizzati, in un’epoca che valuta la velocità e la mobilità come prioritarie abilità, continuiamo a scegliere di non scegliere, maturando una forma d’inerzia oramai congenita che ci proietta in un passato in cui erano altri tempi, esistevano le mezze stagioni e c’eravamo tanto amati. Se questo è un tempo di crisi, ciò accade proprio perché è in crisi l’idea stessa di tempo. Sarebbe invece molto più acuto ricordare non per fuggire ma per agire in un presente che, mostrandosi come ibrido, reticolare e simultaneo, richiede prontezza di riflessi ed intuito profondo. Vivere nel presente oggi significa andare incontro con fiducia al futuro, dicendo addio ad un sistema dell’arte sempre più impegnato ad escogitare la Next Big Thing invece di To Think about Next. Essere contemporanei oggi vuol dire rischiare l’utile per ritrovare il valore di una cultura che sia strumento di conoscenza sull’uomo e per l’uomo. M.di S.
E’ tempo di dire addio e noi lo vogliamo fare iniziando con il salutare.
Gli Artisti: Scultura Enzo Distinto, Kevin Francis Gray; Istallazioni Andrea Abbatangelo, Arianna Carossa,
Pierluigi Fracassi, Matteo Sanna; Foto Pierluigi Fracassi , Stephane Ait Ouarab, Julia Krahn,Michal Bugalski, Tommaso Fiscalettti, Mustafa Sabbagh,Svetlana Ostapovici; Collage Daniele Villa
Testi Critici
Massimo Sgroi, Michela Di Stefano
16
dicembre 2011
It’s time to say goodbye
Dal 16 dicembre 2011 al 27 gennaio 2012
arte contemporanea
Location
CHANGING ROLE – MOVE OVER GALLERY
Napoli, Via Chiatamone, 26, (Napoli)
Napoli, Via Chiatamone, 26, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 12-18.00
Vernissage
16 Dicembre 2011, h 18.30
Autore