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Ivan Civic – Want it, get it, fake it
Il progetto, appositamente concepito per la galleria, si fonda sulla rappresentazione e l’interpretazione del frustrante processo di ricerca di affermazione del singolo all’interno del contesto sociale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Union è lieta di annunciare la mostra personale di IVAN CIVIC (Sarajevo 1979. Vive e lavora a Berlino) artista-performer diplomatosi presso l'Accademia di Belle Arti di Braunschweig (Germania) nella classe di Marina Abramović e già da qualche anno presente sulla scena artistica internazionale grazie a partecipazioni ad eventi presentati presso alcuni tra i più importanti spazi espositivi nel mondo (tra cui il P.S.1 di New York; il Museo di arte contemporanea di Dublino; il Marta di Herford; la Galleria Civica di Trento; il Museo Van Gogh di Amsterdam).
Il progetto, appositamente concepito per la galleria, si fonda sulla rappresentazione e l’interpretazione del frustrante processo di ricerca di affermazione del singolo all'interno del contesto sociale. Tale tematica assume nel lavoro dell’artista una particolare connotazione, investendo da vicino il mondo dell’arte. Il lavoro nel suo insieme, infatti, si sviluppa come una parodia della figura dell’artista e della sua scalata al sistema artistico contemporaneo. Il progetto, sebbene giocato su toni sarcastici, rivela costantemente un retrogusto di lucida obiettività, uno sguardo disincantato sulla società e sull’imperante tendenza alla mediocrità, di cui inspiegabilmente il sistema dell’arte sembra, a volte, farsi complice. Articolandosi tra la performance eseguita durante l'inaugurazione e l'esposizione di lavori fotografici e video a questa connessi, il progetto si presenta come una sorta di dissacratoria confessione di un artista sul suo naturale "dance-floor" (la galleria) e come scettico processo alle sue stesse illusioni. La performance
La performance si sviluppa sotto forma di video-game senza fine e la cui veste grafica pop e il sound-track firmato “Dead or Alive” tradiscono un voluto rimando ad ambientazioni ed atmosfere trash/fake anni ’80. Nel game, il cui scopo è divenire l’“Artist Super_Hero the world needs”, Civic ricopre contemporaneamente ruoli di diversa natura e responsabilità (è avatar-giocatore e allo stesso tempo ruler), interagendo con se stesso a diversi livelli: sfidandosi, redarguendosi, contraddicendosi, in una ripetuta e spossante auto-verifica delle proprie attitudini e potenzialità, sia psichiche che comportamentali. L'azione loopata, che vede l'artista farsi interprete di diversi tipi di strategia finalizzati all’"upgrading" sociale, si articola quindi secondo una convulsa e disordinata sequenza di “personaggi” ispirati a stereotipi apparentemente contrastanti per indole e temperamento: il body-builder, l’entertainer, l’uomo politicamente corretto, quello in cerca di redenzione. Fantasiosa ed esasperata contraffazione dei requisiti e delle sfaccettature che un artista contemporaneo sembra oggi dover riuscire a riassumere per accedere a buon diritto al sistema dorato ed ufficiale dell’arte, quindi: sensibilità estetica, presenza carismatica, capacità di intervenire in pubblico, pietas e, non ultima, abilità nel fingere di possedere tutto ciò.
Doti da conquistare e da tirare fuori durante il tortuoso viatico che potrebbe condurre alla notorietà e che, non di rado, sottopone l’artista ad una instabilità emotiva, dovuta al continuo alternarsi di momenti di gloria e periodi di empasse, di riconoscimento economico e improvvisa retrocessione. L'intento del lavoro di Civic è quello di mettere in luce l’entità dello scollamento tra la sfera dorata della riflessione e della creatività e il terreno sterrato e insidioso che costituisce la strada verso la fama ma, allo stesso tempo, quello di sollecitare il riconoscimento di una parte di responsabilità anche a certe strategie del mercato dell’arte, nello sviluppo esponenziale di quel disegno sociale mirato alla produzione e al favoreggiamento di fenomeni - e di super eroi - di spessore e rilevanza, spesso, obiettivamente mediocri.
“Desideralo! Ottienilo! E se proprio non ci riesci, fingi!”. L’importante è chiudere il cerchio.
…Forse è proprio di un Super Eroe che il mondo ha bisogno.
WANT IT, GET IT, FAKE IT, è un’evoluzione del progetto “Breeding Brass Pearls” presentato presso la galleria Estro di Padova nel giugno 2006. La prima versione del progetto è stata presentata in anteprima a settembre 2006 presso l’ex centrale Fies di Dro durante il Premio Internazionale di Performance della Galleria Civica di Trento.
Ivan Civic
Nato nel 1979 a Sarajevo. Vive e lavora a Berlino.
Il lavoro di Ivan Civic (performance, video, installazione, fotografia e disegno) si concentra sull'analisi della società e delle sue strutture, mettendo a fuoco i limiti delle unioni convenzionali (il nucleo familiare e, in generale, le relazioni culturali ed intellettuali). Attraverso l'utilizzo di icone, simboli e feticci desunti indistintamente dal proprio ambito di relazioni personali (la famiglia, il privato) e dalla scena pubblica (moda, pubblicità), l'artista mira a svelare la debolezza e l’artificiosità di certi meccanismi e di determinate dinamiche, incarnando nel suo lavoro le contraddizioni e i conflitti interni e comuni ad ambiti relazionali diversi. Con l’assunzione di atteggiamenti acuti, autocritici e, a tratti, umoristici, con la costruzione di immagini accattivanti ed oggetti sofisticati (utilizzati in forma creativa piuttosto che normativa), Civic intende far luce sul fatto che ognuno, a suo modo, assume all'interno del proprio universo relazionale un ruolo ambivalente, divenendone, alternativamente, vittima e carnefice. Il fine è quello di sollecitare nello spettatore un'immediata condivisione dell'esperienza artistica e della tensione emotiva che viene espressa in azioni di grande impatto visivo e, contemporaneamente, quello di coinvolgere quanto più possibile lo spazio espositivo trasformandolo in area ad alto tasso energetico.
Formazione
Hochschule für Bildende Künste, Braunschweig, 1999 - 2005
Film & performance, Prof. Mara Mattuschka
Performance, Prof. Marina Abramovic
Film & video, Prof. Birgit Hein
Selezione di mostre collettive, performance sessions e progetti
Galleria Illy, spazi espositivi Moroso, Milano, 2006
Premio internazionale della performance, Trento, 2006
Galleria Illy, New York, NY, U.S.A., 2005.
72 hours festival Transpedeguine, Paris, France, 2005. Curata da Vincent Simon
Glücksgott Berlin-Sarajevo, Berlin, Germany, 2005. Curata da Constanze Fishbeck & Ivan Civic
Budva festival, Montenegro, 2005.
Futura, Prague, The Czech republic, 2005. Curata da Emanuela Nobile Mino
Performance event at the Paul Klee Museum, Bern, Switzerland, 2005. Curata da Barbara Mauck
La galleria dell’ amore, IPG love inn, Galleria civica di Trento, Trento, Italy, 2005.
The shelf, Van Gogh Museum, Amsterdam, The Netherlands, 2005. Curata da Marina Abramovic
Glücksgott2 Berlin - Sarajevo, Goetheinstitut Sarajevo, 2004.
Raumkonzepte, Marta Herford, Herford, 2004. Curata da Veronique Souben
Love it, or leave it, Cetinje Biennial V, Montenegro, 2004. Curata da René Block & Natasa Ilic
Faxe Kondi, Futura, Prague, 2004. Curata da Emanuela Nobile Mino
Performance loop, PS1, New York, 2004. Curata da Jimena Blázquez
Volume!, Rome, 2004. Curata da Emanuela Nobile Mino
Kaskadenkondensator, Basel, Switzerland, 2004
International performance festival Odense, Denmark, 2003. Curata da Else Jespersen
In den Schluchten des Balkan, Kassel, Germany, 2003. Curata da René Block
Performance at the Kunsthalle, Kassel, Germany, 2003. Curata da René Block
50th Venice Biennale, Vivere Venezia 2, Venice, Italy, 2003. Curata da Angela Vettese
As soon as possible, PAC, Milano, Italy, 2003
Body power, power play, Würtembergische Kunstverein, Stuttgart, Germany, 2002
13th Impakt filmfestival, voormalige Rechtbank, Utrecht, Netherlands, 2002
Pret-â-Perform, Viafarini, Milano, Italy, 2002
Transart 02, Fortezza, Fortezza, Italy, 2002
Cleaning the house, Centro Gallego de Arte Contemporanea, Santiago de Compostela, 2002
A little bit of history repeated, Kunst Werke, Berlin, Germany, 2001. Curata da Jens Hoffman
24h di azioni e performance - Festa dell’Arte, Acquario Romano, Roma, 2001. Curata da Emanuela Nobile Mino
Marking the territory, Irish Museum of modern art, Dublin, 2001. Curata da Marina Abramovic
12th Impakt filmfestival, Central Museum, Utrecht, 2001
Borse di studio e premi
DAAD, german grant for the best international student of the year at the Arts Academy Braunschweig, 2003
Premio Internazionale di Performance della Galleria Civica, Trento – primo classificato nelle selezioni locali, 2006
Futura Prague Artist’s Residence, 2006
Bibliografia
Julie Brenner, “Over 30, under 30”, Artnews, USA, November editinon 2006
Emanuela Nobile Mino, “Le nuove frontiere della performance” in Ipercorpo- spaesamenti nella creazione contemporanea,
a cura di Paolo Ruffini, Editoria e Spettacolo, Roma 2006
Miroslav Minic, "Ivan Civic - an artist that doesn't separate life from performance. Opening the intimate sphere",
Republika, Montenegro, 17.8.2005
Emanuela Nobile Mino, "Ivan Civic", Faxe Kondi catalogue, Futura, Prague, 2005. p. 7, 9, 10, 11, 12, 13, 14
Emanuela Nobile Mino, "Ivan Civic", Work art in progress, Periodico trimetrale della Galleria Civica di Arte
Contemporanea di Trento,Italy, Trento, 2005. p. cover, 28, 29
Emanuela Nobile Mino, "Some kind of family odyssey", Love it, or leave it, Cetinje Biennial V catalogue,
Tiskara Zelina & Hrvatska, Croatia, 2004. p. 44, 113, 120
Marina Abramovic, "Student body", edizioni Charta, Italy, 2003, p. 11, 19-21, 37,119-120, 170- 177, 464-465, 468,
475-476, 481, 483, 485-486, 491, 499, 525
In den Schluchten des Balkan, catalogue, Kunsthalle Fridericianum Kassel, 2003 p. 52, 135, insert
4th international performance festival odense catalogue, Else Jespersen, Clausen Offset, 2003 p. 1, 3, 10, 11, 27, 28
Antje Hartmann, "Fünf Stunden kraxeln im Familien-Film", Braunschweiger Zeitung, Germany, 23 october 2003, p. 30
Kristina v. Klot, "Aufbruch nach Europa", Mobil, Germany, 09/03, p. 75
arti performative, "una nuova guardia?", Flash Art, Italia, no. 232, febbraio - marzo 2002, p. 56
Melissa de Raaf, "Stardom", Impakt guide bulletin, Utrecht, no. 13, November 2002, p.11
Frank Werner, "Summercollection", HBK Film, Salon Verlag Köln, Berlin, November 2000, p. 156
Il progetto, appositamente concepito per la galleria, si fonda sulla rappresentazione e l’interpretazione del frustrante processo di ricerca di affermazione del singolo all'interno del contesto sociale. Tale tematica assume nel lavoro dell’artista una particolare connotazione, investendo da vicino il mondo dell’arte. Il lavoro nel suo insieme, infatti, si sviluppa come una parodia della figura dell’artista e della sua scalata al sistema artistico contemporaneo. Il progetto, sebbene giocato su toni sarcastici, rivela costantemente un retrogusto di lucida obiettività, uno sguardo disincantato sulla società e sull’imperante tendenza alla mediocrità, di cui inspiegabilmente il sistema dell’arte sembra, a volte, farsi complice. Articolandosi tra la performance eseguita durante l'inaugurazione e l'esposizione di lavori fotografici e video a questa connessi, il progetto si presenta come una sorta di dissacratoria confessione di un artista sul suo naturale "dance-floor" (la galleria) e come scettico processo alle sue stesse illusioni. La performance
La performance si sviluppa sotto forma di video-game senza fine e la cui veste grafica pop e il sound-track firmato “Dead or Alive” tradiscono un voluto rimando ad ambientazioni ed atmosfere trash/fake anni ’80. Nel game, il cui scopo è divenire l’“Artist Super_Hero the world needs”, Civic ricopre contemporaneamente ruoli di diversa natura e responsabilità (è avatar-giocatore e allo stesso tempo ruler), interagendo con se stesso a diversi livelli: sfidandosi, redarguendosi, contraddicendosi, in una ripetuta e spossante auto-verifica delle proprie attitudini e potenzialità, sia psichiche che comportamentali. L'azione loopata, che vede l'artista farsi interprete di diversi tipi di strategia finalizzati all’"upgrading" sociale, si articola quindi secondo una convulsa e disordinata sequenza di “personaggi” ispirati a stereotipi apparentemente contrastanti per indole e temperamento: il body-builder, l’entertainer, l’uomo politicamente corretto, quello in cerca di redenzione. Fantasiosa ed esasperata contraffazione dei requisiti e delle sfaccettature che un artista contemporaneo sembra oggi dover riuscire a riassumere per accedere a buon diritto al sistema dorato ed ufficiale dell’arte, quindi: sensibilità estetica, presenza carismatica, capacità di intervenire in pubblico, pietas e, non ultima, abilità nel fingere di possedere tutto ciò.
Doti da conquistare e da tirare fuori durante il tortuoso viatico che potrebbe condurre alla notorietà e che, non di rado, sottopone l’artista ad una instabilità emotiva, dovuta al continuo alternarsi di momenti di gloria e periodi di empasse, di riconoscimento economico e improvvisa retrocessione. L'intento del lavoro di Civic è quello di mettere in luce l’entità dello scollamento tra la sfera dorata della riflessione e della creatività e il terreno sterrato e insidioso che costituisce la strada verso la fama ma, allo stesso tempo, quello di sollecitare il riconoscimento di una parte di responsabilità anche a certe strategie del mercato dell’arte, nello sviluppo esponenziale di quel disegno sociale mirato alla produzione e al favoreggiamento di fenomeni - e di super eroi - di spessore e rilevanza, spesso, obiettivamente mediocri.
“Desideralo! Ottienilo! E se proprio non ci riesci, fingi!”. L’importante è chiudere il cerchio.
…Forse è proprio di un Super Eroe che il mondo ha bisogno.
WANT IT, GET IT, FAKE IT, è un’evoluzione del progetto “Breeding Brass Pearls” presentato presso la galleria Estro di Padova nel giugno 2006. La prima versione del progetto è stata presentata in anteprima a settembre 2006 presso l’ex centrale Fies di Dro durante il Premio Internazionale di Performance della Galleria Civica di Trento.
Ivan Civic
Nato nel 1979 a Sarajevo. Vive e lavora a Berlino.
Il lavoro di Ivan Civic (performance, video, installazione, fotografia e disegno) si concentra sull'analisi della società e delle sue strutture, mettendo a fuoco i limiti delle unioni convenzionali (il nucleo familiare e, in generale, le relazioni culturali ed intellettuali). Attraverso l'utilizzo di icone, simboli e feticci desunti indistintamente dal proprio ambito di relazioni personali (la famiglia, il privato) e dalla scena pubblica (moda, pubblicità), l'artista mira a svelare la debolezza e l’artificiosità di certi meccanismi e di determinate dinamiche, incarnando nel suo lavoro le contraddizioni e i conflitti interni e comuni ad ambiti relazionali diversi. Con l’assunzione di atteggiamenti acuti, autocritici e, a tratti, umoristici, con la costruzione di immagini accattivanti ed oggetti sofisticati (utilizzati in forma creativa piuttosto che normativa), Civic intende far luce sul fatto che ognuno, a suo modo, assume all'interno del proprio universo relazionale un ruolo ambivalente, divenendone, alternativamente, vittima e carnefice. Il fine è quello di sollecitare nello spettatore un'immediata condivisione dell'esperienza artistica e della tensione emotiva che viene espressa in azioni di grande impatto visivo e, contemporaneamente, quello di coinvolgere quanto più possibile lo spazio espositivo trasformandolo in area ad alto tasso energetico.
Formazione
Hochschule für Bildende Künste, Braunschweig, 1999 - 2005
Film & performance, Prof. Mara Mattuschka
Performance, Prof. Marina Abramovic
Film & video, Prof. Birgit Hein
Selezione di mostre collettive, performance sessions e progetti
Galleria Illy, spazi espositivi Moroso, Milano, 2006
Premio internazionale della performance, Trento, 2006
Galleria Illy, New York, NY, U.S.A., 2005.
72 hours festival Transpedeguine, Paris, France, 2005. Curata da Vincent Simon
Glücksgott Berlin-Sarajevo, Berlin, Germany, 2005. Curata da Constanze Fishbeck & Ivan Civic
Budva festival, Montenegro, 2005.
Futura, Prague, The Czech republic, 2005. Curata da Emanuela Nobile Mino
Performance event at the Paul Klee Museum, Bern, Switzerland, 2005. Curata da Barbara Mauck
La galleria dell’ amore, IPG love inn, Galleria civica di Trento, Trento, Italy, 2005.
The shelf, Van Gogh Museum, Amsterdam, The Netherlands, 2005. Curata da Marina Abramovic
Glücksgott2 Berlin - Sarajevo, Goetheinstitut Sarajevo, 2004.
Raumkonzepte, Marta Herford, Herford, 2004. Curata da Veronique Souben
Love it, or leave it, Cetinje Biennial V, Montenegro, 2004. Curata da René Block & Natasa Ilic
Faxe Kondi, Futura, Prague, 2004. Curata da Emanuela Nobile Mino
Performance loop, PS1, New York, 2004. Curata da Jimena Blázquez
Volume!, Rome, 2004. Curata da Emanuela Nobile Mino
Kaskadenkondensator, Basel, Switzerland, 2004
International performance festival Odense, Denmark, 2003. Curata da Else Jespersen
In den Schluchten des Balkan, Kassel, Germany, 2003. Curata da René Block
Performance at the Kunsthalle, Kassel, Germany, 2003. Curata da René Block
50th Venice Biennale, Vivere Venezia 2, Venice, Italy, 2003. Curata da Angela Vettese
As soon as possible, PAC, Milano, Italy, 2003
Body power, power play, Würtembergische Kunstverein, Stuttgart, Germany, 2002
13th Impakt filmfestival, voormalige Rechtbank, Utrecht, Netherlands, 2002
Pret-â-Perform, Viafarini, Milano, Italy, 2002
Transart 02, Fortezza, Fortezza, Italy, 2002
Cleaning the house, Centro Gallego de Arte Contemporanea, Santiago de Compostela, 2002
A little bit of history repeated, Kunst Werke, Berlin, Germany, 2001. Curata da Jens Hoffman
24h di azioni e performance - Festa dell’Arte, Acquario Romano, Roma, 2001. Curata da Emanuela Nobile Mino
Marking the territory, Irish Museum of modern art, Dublin, 2001. Curata da Marina Abramovic
12th Impakt filmfestival, Central Museum, Utrecht, 2001
Borse di studio e premi
DAAD, german grant for the best international student of the year at the Arts Academy Braunschweig, 2003
Premio Internazionale di Performance della Galleria Civica, Trento – primo classificato nelle selezioni locali, 2006
Futura Prague Artist’s Residence, 2006
Bibliografia
Julie Brenner, “Over 30, under 30”, Artnews, USA, November editinon 2006
Emanuela Nobile Mino, “Le nuove frontiere della performance” in Ipercorpo- spaesamenti nella creazione contemporanea,
a cura di Paolo Ruffini, Editoria e Spettacolo, Roma 2006
Miroslav Minic, "Ivan Civic - an artist that doesn't separate life from performance. Opening the intimate sphere",
Republika, Montenegro, 17.8.2005
Emanuela Nobile Mino, "Ivan Civic", Faxe Kondi catalogue, Futura, Prague, 2005. p. 7, 9, 10, 11, 12, 13, 14
Emanuela Nobile Mino, "Ivan Civic", Work art in progress, Periodico trimetrale della Galleria Civica di Arte
Contemporanea di Trento,Italy, Trento, 2005. p. cover, 28, 29
Emanuela Nobile Mino, "Some kind of family odyssey", Love it, or leave it, Cetinje Biennial V catalogue,
Tiskara Zelina & Hrvatska, Croatia, 2004. p. 44, 113, 120
Marina Abramovic, "Student body", edizioni Charta, Italy, 2003, p. 11, 19-21, 37,119-120, 170- 177, 464-465, 468,
475-476, 481, 483, 485-486, 491, 499, 525
In den Schluchten des Balkan, catalogue, Kunsthalle Fridericianum Kassel, 2003 p. 52, 135, insert
4th international performance festival odense catalogue, Else Jespersen, Clausen Offset, 2003 p. 1, 3, 10, 11, 27, 28
Antje Hartmann, "Fünf Stunden kraxeln im Familien-Film", Braunschweiger Zeitung, Germany, 23 october 2003, p. 30
Kristina v. Klot, "Aufbruch nach Europa", Mobil, Germany, 09/03, p. 75
arti performative, "una nuova guardia?", Flash Art, Italia, no. 232, febbraio - marzo 2002, p. 56
Melissa de Raaf, "Stardom", Impakt guide bulletin, Utrecht, no. 13, November 2002, p.11
Frank Werner, "Summercollection", HBK Film, Salon Verlag Köln, Berlin, November 2000, p. 156
12
dicembre 2006
Ivan Civic – Want it, get it, fake it
Dal 12 dicembre 2006 al 20 gennaio 2007
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
L’UNION ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Reggio Emilia, 32a, (Roma)
Roma, Via Reggio Emilia, 32a, (Roma)
Orario di apertura
mart-sab 11:00-13:00 e 16:00-19:30
Vernissage
12 Dicembre 2006, ore 19
Autore
Curatore