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Ivan Komárek – Rinascita
La sostenibilità è il messaggio che Ivan Komárek ha deciso di porre alla base del suo ultimo progetto; dalle opere esposte traspare chiaramente la volontà dell’artista di farsi portavoce di un messaggio che tutti abbiamo il dovere, e il piacere, di ascoltare.
Comunicato stampa
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La Galleria Papini inaugura con l’artista ceco Ivan Komárek la mostra intitolata “Rinascita”, evento organizzato in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica Ceca a Milano coadiuvato dall’avv. Raffaella Paolinelli, italiana di origini ceche.
Ivan Komárek, è tra i più validi rappresentanti dell’arte contemporanea del suo Paese. Diplomato al Liceo Artistico e laureato all’Accademia di Belle Arti di Praga, dove vive, esprime la sua poetica artistica anche attraverso l’utilizzo di materiali in disuso che non solo avranno una nuova vita, ma diventeranno delle opere d’arte. Le sue opere sono presenti presso la Galleria Nazionale di Praga e presso molte altre istituzioni ceche e straniere. Ha esposto in diversi paesi europei, negli USA e al Museo d’Arte Moderna del Cairo.
Dal testo critico di Michele Servadio:
«L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, indicando il contenuto del futuro»; con queste parole, scritte fra le righe del suo celebre saggio pubblicato nel 1968 ed intitolato Punto, linea, superficie, Vasilij Kandinskij poneva l’accento sulla natura quasi divinatoria dell’arte, capace di travalicare il tempo per scorgere, indistinto, il futuro dell’uomo.
Fu proprio la comprensione di un futuro carico di inquietudini a spingere molti artisti, già a partire dagli anni ottanta del secolo scorso, ad interessarsi a temi quali l’ambiente, l’ecologia e la sostenibilità, inducendoli a sperimentare nuove forme d’arte che si ponevano un ambizioso fine, ovvero quello di sensibilizzare le persone sull’importanza della salvaguardia della natura e del nostro pianeta. Nacquero in quel periodo le prime attestazioni della Trash arte della Recycled Art, sperimentazioni nelle quali l’artista manipolava rifiuti e materiali di scarto, come plastiche, alluminio e legni, trasformandoli in vere e proprie opere d’arte, capaci di trasmettere un messaggio che non poteva più essere ignorato. Quella materia di risulta, ormai abbandonata dall’uomo e destinata alla distruzione, cambiava forma e contenuto grazie all’intermediazione dell’artista, il quale riusciva a conferirle una nuova immagine ed un nuovo ruolo all’interno della società. Fra i numerosi artisti che si interessarono a queste nuove forme d’arte e che proseguono tutt’ora in questo nobile progetto c’è Ivan Komárek. Cresciuto fra gliimpenetrabili edifici gotici della città vecchia di Praga, formatosi presso la locale Accademia di Belle Arti e allievo di Jan Bauch, uno dei più noti ed influenti artisti cechi contemporanei, egli si distinse nel panorama artistico internazionale già a partire dagli anni ottanta grazie alla sua poetica efficace e provocatoria. Dopo aver percorso un lungo processo creativo, partito dalla sua formazione figurativa e classica e transitato per il cubismo, la grafica e l’illustrazione, Komárek ha deciso di seguire la via tracciata dai primi artisti della Trash Art. Le sue opere, esposte non solo presso la Galleria Nazionale di Praga ma anche in numerose collezioni di tutto il mondo, dalla Germania all’Austria fino agli Stati Uniti e l’Egitto, raccontano di un artista prolifico ed eclettico, memore della tradizione ma capace di osare e di superare il limite, conscio che l’arte ha spesso bisogno della provocazione per far comprendere anche ai più scettici il suo messaggio di speranza. La sostenibilità è il messaggio che Ivan Komárek ha deciso di porre alla base del suo ultimo progetto; dalle opere esposte traspare chiaramente la volontà dell’artista di farsi portavoce di un messaggio che tutti abbiamo il dovere, e il piacere, di ascoltare. Per comunicare, l’autore utilizza lo strumento che più gli compete: l’arte. Grazie alla padronanza delle tecniche del collage e dell’assemblaggio, Komárek manipola come un oscuro demiurgo rifiuti e materiali di scarto nei quali “inciampa” un po' per caso, da lui stesso definiti la «coscienza nera dell’uomo», infondendo in loro forma, etica, ruolo sociale e contenuto. Nelle sue mani questi oggetti destinati ad essere abbandonati o, ancor peggio, ad inquinare ed infettare l’ambiente, muoiono per rinascere a nuova vita, acquisendo un nuovo valore senza tuttavia sprecare le preziose risorse della natura. Da quei semi creativi piantati là dove la società non vedeva altro che rifiuti da buttare, ecco allora nascere alberi, arbusti e fiori colorati che, con le loro tonalità vivaci e sgargianti, si fanno testimoni della giocosità creativa dell’artista ma anche della profondità del messaggio di cui si fanno portatori.
Allora proviamo ad ascoltarlo il messaggio che egli cerca di comunicarci con le sue opere; cerchiamo, almeno per un momento, di fermarci a riflettere sulla necessità di abbandonare le vesti dell’homoconsumens, schiavo del Take-Make-Dispose (Prendi-Produci-Getta), per rinascere liberi sulla via del Reuse-Reduce-Recycle (Riusa-Riduci-Ricicla).
Ivan Komárek, è tra i più validi rappresentanti dell’arte contemporanea del suo Paese. Diplomato al Liceo Artistico e laureato all’Accademia di Belle Arti di Praga, dove vive, esprime la sua poetica artistica anche attraverso l’utilizzo di materiali in disuso che non solo avranno una nuova vita, ma diventeranno delle opere d’arte. Le sue opere sono presenti presso la Galleria Nazionale di Praga e presso molte altre istituzioni ceche e straniere. Ha esposto in diversi paesi europei, negli USA e al Museo d’Arte Moderna del Cairo.
Dal testo critico di Michele Servadio:
«L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, indicando il contenuto del futuro»; con queste parole, scritte fra le righe del suo celebre saggio pubblicato nel 1968 ed intitolato Punto, linea, superficie, Vasilij Kandinskij poneva l’accento sulla natura quasi divinatoria dell’arte, capace di travalicare il tempo per scorgere, indistinto, il futuro dell’uomo.
Fu proprio la comprensione di un futuro carico di inquietudini a spingere molti artisti, già a partire dagli anni ottanta del secolo scorso, ad interessarsi a temi quali l’ambiente, l’ecologia e la sostenibilità, inducendoli a sperimentare nuove forme d’arte che si ponevano un ambizioso fine, ovvero quello di sensibilizzare le persone sull’importanza della salvaguardia della natura e del nostro pianeta. Nacquero in quel periodo le prime attestazioni della Trash arte della Recycled Art, sperimentazioni nelle quali l’artista manipolava rifiuti e materiali di scarto, come plastiche, alluminio e legni, trasformandoli in vere e proprie opere d’arte, capaci di trasmettere un messaggio che non poteva più essere ignorato. Quella materia di risulta, ormai abbandonata dall’uomo e destinata alla distruzione, cambiava forma e contenuto grazie all’intermediazione dell’artista, il quale riusciva a conferirle una nuova immagine ed un nuovo ruolo all’interno della società. Fra i numerosi artisti che si interessarono a queste nuove forme d’arte e che proseguono tutt’ora in questo nobile progetto c’è Ivan Komárek. Cresciuto fra gliimpenetrabili edifici gotici della città vecchia di Praga, formatosi presso la locale Accademia di Belle Arti e allievo di Jan Bauch, uno dei più noti ed influenti artisti cechi contemporanei, egli si distinse nel panorama artistico internazionale già a partire dagli anni ottanta grazie alla sua poetica efficace e provocatoria. Dopo aver percorso un lungo processo creativo, partito dalla sua formazione figurativa e classica e transitato per il cubismo, la grafica e l’illustrazione, Komárek ha deciso di seguire la via tracciata dai primi artisti della Trash Art. Le sue opere, esposte non solo presso la Galleria Nazionale di Praga ma anche in numerose collezioni di tutto il mondo, dalla Germania all’Austria fino agli Stati Uniti e l’Egitto, raccontano di un artista prolifico ed eclettico, memore della tradizione ma capace di osare e di superare il limite, conscio che l’arte ha spesso bisogno della provocazione per far comprendere anche ai più scettici il suo messaggio di speranza. La sostenibilità è il messaggio che Ivan Komárek ha deciso di porre alla base del suo ultimo progetto; dalle opere esposte traspare chiaramente la volontà dell’artista di farsi portavoce di un messaggio che tutti abbiamo il dovere, e il piacere, di ascoltare. Per comunicare, l’autore utilizza lo strumento che più gli compete: l’arte. Grazie alla padronanza delle tecniche del collage e dell’assemblaggio, Komárek manipola come un oscuro demiurgo rifiuti e materiali di scarto nei quali “inciampa” un po' per caso, da lui stesso definiti la «coscienza nera dell’uomo», infondendo in loro forma, etica, ruolo sociale e contenuto. Nelle sue mani questi oggetti destinati ad essere abbandonati o, ancor peggio, ad inquinare ed infettare l’ambiente, muoiono per rinascere a nuova vita, acquisendo un nuovo valore senza tuttavia sprecare le preziose risorse della natura. Da quei semi creativi piantati là dove la società non vedeva altro che rifiuti da buttare, ecco allora nascere alberi, arbusti e fiori colorati che, con le loro tonalità vivaci e sgargianti, si fanno testimoni della giocosità creativa dell’artista ma anche della profondità del messaggio di cui si fanno portatori.
Allora proviamo ad ascoltarlo il messaggio che egli cerca di comunicarci con le sue opere; cerchiamo, almeno per un momento, di fermarci a riflettere sulla necessità di abbandonare le vesti dell’homoconsumens, schiavo del Take-Make-Dispose (Prendi-Produci-Getta), per rinascere liberi sulla via del Reuse-Reduce-Recycle (Riusa-Riduci-Ricicla).
04
marzo 2023
Ivan Komárek – Rinascita
Dal 04 al 19 marzo 2023
arte contemporanea
Location
Associazione Culturale Galleria Papini
Ancona, Via Lazzaro Bernabei, 39, (AN)
Ancona, Via Lazzaro Bernabei, 39, (AN)
Orario di apertura
da giovedì a domenica ore 17,30 - 19,30
Vernissage
4 Marzo 2023, 18.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Patrocini