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Ivan Zanoni – Sulle Tracce di Jean de La Fontaine
Ivan Zanoni, in collaborazione con il padre Luciano, si presenta al pubblico milanese con una mostra di sculture, realizzate in ferro battuto, che si ispirano alle più note favole di Jean de La Fontaine. Cinque installazioni e undici sculture di cui tre monumentali.
Comunicato stampa
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Ivan Zanoni, in collaborazione con il padre Luciano, si presenta al pubblico milanese con una mostra di sculture, realizzate in ferro battuto, che si ispirano alle più note favole di Jean de La Fontaine.
L’esposizione si terrà nella sede della Salamon&C. punto di riferimento dell’arte figurativa che da tempo promuove artisti, anche di fama internazionale, ma rigorosamente italiani. Artisti che oggi hanno riconquistato l’attenzione del mercato globale dell’arte figurativa.
La mostra delle opere di Ivan Zanoni alla Salamon&C. suggella l’evoluzione e la autonomia linguistica raggiunta dall’artista nei confronti del padre, da cui ha imparato i rudimenti di questa antichissima, difficile e rara tecnica artistica.
Il padre Luciano, presente in galleria con tre opere di soggetto vegetale, è colui che senza tanti clamori è entrato nelle grazie di Melinda e Bill Gates realizzando per la loro fondazione un Ulivo di oltre quattro metri forgiato, appunto, in ferro battuto. Una fama che ha attirato l’attenzione di personaggi internazionali dello spessore di Jean Clair che frequenta abitualmente lo studio-laboratorio dei due artisti trentini.
Per l’esposizione milanese Ivan Zanoni ha selezionato una rosa di favole, fra quelle di La Fontaine, che gli sono servite da spunto per dare vita a sculture anche impegnative nelle dimensioni. E’ il caso della grande testa di elefante, realizzata a misura naturale, che l’artista rappresenta con un minuscolo topolino accoccolato sulla sua proboscide; nella favola che è stata da riferimento a Zanoni il topolino schernisce l’elefante resosi servile all’uomo tanto da portare sulla schiena un enorme baldacchino. Preso dalla sua vanità, il topolino non s’accorge del gatto che di lì a pochi istanti lo inghiottirà.
Altro tema che ha ispirato Ivan Zanoni è “la tartaruga e la lepre", dove il talento vince sulla forza, o volendo leggerla da un’altra angolatura, l’intelligenza sulla superbia. Un’occasione, questa, che ha permesso allo scultore di mostrare un’abilità che lo contraddistingue, la capacità di dare movimento alle sue opere, qualità rara fra coloro che forgiano il ferro, troppo spesso costretti alla staticità imposta dalle caratteristiche naturali del materiale.
Nel percorso della mostra troveremo anche i protagonisti della favola della Volpe e l’uva, nella cui rappresentazione vi sarà un Tralcio di vite forgiato dalle abili mani del padre Luciano.
La mostra segna anche il superamento di una sfida, Ivan Zanoni ha infatti deciso di dare forma e volume a una testa di felino per rappresentare la favola del “Leone e il Topolino”. Sin dai primi sforzi tesi dalla realizzazione del percorso della mostra Ivan ha studiato possibili soluzioni per dare vaporosità alla criniera del leone. Ha disegnato numerosi bozzetti a matita, poi trasformati in modelli di creta fino all’esecuzione di alcuni ulteriori modelli in ferro che lo hanno portato alla realizzazione di un grande trofeo di leone, pertinente alla natura dell’animale e con quel giusto equilibrio interpretativo necessario a chi opera nell’arte attuale.
La mancanza di discernimento della tartaruga, attore principale della favola “la Testuggine e le Anatre”, ha consentito all’artista di sviluppare i suoi soggetti prediletti: tartarughe e anatre. Anatre che Zanoni ha proposto in altre occasioni in volo, in fase di tuffo, a riposo, tutte eseguite con una tecnica innovativa, messa a punto negli ultimi anni: sono sculture vuote all’interno e aeree, come non ci si immagina si possa ottenere con delle lastre di ferro.
Il percorso della mostra, aldilà delle singole opere e della loro intrinseca ricerca estetica, è studiato per condurre l’osservatore in una serie di narrazioni: lineari, colte, introspettive e attuali; aderendo alla continua esigenza di avvicinare le arti al pensiero.
Le sculture occupano spazio, si sa. Per questo da tempo gli scultori hanno iniziato a concepire opere da parete, pur mantenendone la plasticità. Zanoni è stato fra color che si sono posti il problema e lo hanno risolto; della mostra in questione il Trofeo dell’elefante è stato concepito proprio per essere appeso, come un trofeo, colto e semplice nello stesso tempo. Come le caratteristiche umane di Ivan Zanoni, abituato a frequentare le sedi più prestigiose cui l’arte contemporanea, soprattutto francese, lo chiama, ma mantenendo quelle radici contadine che hanno imposto la data della nostra inaugurazione così da poter aiutare la famiglia nella raccolta delle mele del loro appezzamento trentino, rito irrinunciabile.
L’esposizione si terrà nella sede della Salamon&C. punto di riferimento dell’arte figurativa che da tempo promuove artisti, anche di fama internazionale, ma rigorosamente italiani. Artisti che oggi hanno riconquistato l’attenzione del mercato globale dell’arte figurativa.
La mostra delle opere di Ivan Zanoni alla Salamon&C. suggella l’evoluzione e la autonomia linguistica raggiunta dall’artista nei confronti del padre, da cui ha imparato i rudimenti di questa antichissima, difficile e rara tecnica artistica.
Il padre Luciano, presente in galleria con tre opere di soggetto vegetale, è colui che senza tanti clamori è entrato nelle grazie di Melinda e Bill Gates realizzando per la loro fondazione un Ulivo di oltre quattro metri forgiato, appunto, in ferro battuto. Una fama che ha attirato l’attenzione di personaggi internazionali dello spessore di Jean Clair che frequenta abitualmente lo studio-laboratorio dei due artisti trentini.
Per l’esposizione milanese Ivan Zanoni ha selezionato una rosa di favole, fra quelle di La Fontaine, che gli sono servite da spunto per dare vita a sculture anche impegnative nelle dimensioni. E’ il caso della grande testa di elefante, realizzata a misura naturale, che l’artista rappresenta con un minuscolo topolino accoccolato sulla sua proboscide; nella favola che è stata da riferimento a Zanoni il topolino schernisce l’elefante resosi servile all’uomo tanto da portare sulla schiena un enorme baldacchino. Preso dalla sua vanità, il topolino non s’accorge del gatto che di lì a pochi istanti lo inghiottirà.
Altro tema che ha ispirato Ivan Zanoni è “la tartaruga e la lepre", dove il talento vince sulla forza, o volendo leggerla da un’altra angolatura, l’intelligenza sulla superbia. Un’occasione, questa, che ha permesso allo scultore di mostrare un’abilità che lo contraddistingue, la capacità di dare movimento alle sue opere, qualità rara fra coloro che forgiano il ferro, troppo spesso costretti alla staticità imposta dalle caratteristiche naturali del materiale.
Nel percorso della mostra troveremo anche i protagonisti della favola della Volpe e l’uva, nella cui rappresentazione vi sarà un Tralcio di vite forgiato dalle abili mani del padre Luciano.
La mostra segna anche il superamento di una sfida, Ivan Zanoni ha infatti deciso di dare forma e volume a una testa di felino per rappresentare la favola del “Leone e il Topolino”. Sin dai primi sforzi tesi dalla realizzazione del percorso della mostra Ivan ha studiato possibili soluzioni per dare vaporosità alla criniera del leone. Ha disegnato numerosi bozzetti a matita, poi trasformati in modelli di creta fino all’esecuzione di alcuni ulteriori modelli in ferro che lo hanno portato alla realizzazione di un grande trofeo di leone, pertinente alla natura dell’animale e con quel giusto equilibrio interpretativo necessario a chi opera nell’arte attuale.
La mancanza di discernimento della tartaruga, attore principale della favola “la Testuggine e le Anatre”, ha consentito all’artista di sviluppare i suoi soggetti prediletti: tartarughe e anatre. Anatre che Zanoni ha proposto in altre occasioni in volo, in fase di tuffo, a riposo, tutte eseguite con una tecnica innovativa, messa a punto negli ultimi anni: sono sculture vuote all’interno e aeree, come non ci si immagina si possa ottenere con delle lastre di ferro.
Il percorso della mostra, aldilà delle singole opere e della loro intrinseca ricerca estetica, è studiato per condurre l’osservatore in una serie di narrazioni: lineari, colte, introspettive e attuali; aderendo alla continua esigenza di avvicinare le arti al pensiero.
Le sculture occupano spazio, si sa. Per questo da tempo gli scultori hanno iniziato a concepire opere da parete, pur mantenendone la plasticità. Zanoni è stato fra color che si sono posti il problema e lo hanno risolto; della mostra in questione il Trofeo dell’elefante è stato concepito proprio per essere appeso, come un trofeo, colto e semplice nello stesso tempo. Come le caratteristiche umane di Ivan Zanoni, abituato a frequentare le sedi più prestigiose cui l’arte contemporanea, soprattutto francese, lo chiama, ma mantenendo quelle radici contadine che hanno imposto la data della nostra inaugurazione così da poter aiutare la famiglia nella raccolta delle mele del loro appezzamento trentino, rito irrinunciabile.
17
settembre 2015
Ivan Zanoni – Sulle Tracce di Jean de La Fontaine
Dal 17 settembre al primo ottobre 2015
arte contemporanea
giovane arte
arti decorative e industriali
giovane arte
arti decorative e industriali
Location
SALAMON FINE ART – PALAZZO CICOGNA
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-19 Altrimenti su appuntamento
Vernissage
17 Settembre 2015, ore 18,30
Autore
Curatore