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Ivano Tagetto & Enrico Tinto – Due
Due perché sono due gli artisti, Ivano Tagetto e Enrico Tinto, due amici che incrociano i loro passi artistici e umani, due le visioni
Comunicato stampa
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Sabato 11 marzo 2006 dalle ore 20:00 si inaugura presso l’Opera caffè di Roma la mostra Due di Ivano Tagetto ed Enrico Tinto a cura di Micol Di Veroli e Isabella Dilavello.
Due perché sono due gli artisti, Ivano Tagetto e Enrico Tinto, due amici che incrociano i loro passi artistici e umani, due le visioni. Visioni di luoghi vissuti e immaginati, visioni di spazi riempiti e lasciati vuoti. Due le città, una d’origine, Verona, e una che accoglie, Roma, e due i fiumi che le attraversano creando anse a indicare una direzione, a disegnare percorsi, a dividere il traffico e a rallentarlo e, sui fiumi, ponti a unire i due lati quasi come punti di sutura su lembi di pelle.
Nel corso della mostra verranno presentate opere che possono essere considerate ponti, passaggi sull’acqua, a collegare idealmente le due città. E allora ecco che con tecniche, colori e percorsi simili ma sostanzialmente diversi, sono giunti a confrontarsi con quelle loro visioni, quei loro spazi, quel ideale di congiunzione che possa dare forza alla loro voce.
Da un lato troviamo i tratti leggeri, pur quando hanno lo spessore del ferro, di Tagetto che sembra quasi voler cercare i vuoti, sottolineare quello che non c’è, l’assenza. Dall’altro lato ci troviamo di fronte alla materia prepotente e presente di Tinto dove gli oggetti sporgono dalla tela fino a farla diventare scultura.
Si potrebbe quindi dire che se l’opera di Tinto è un urlo a scuotere dal torpore, quella di Tagetto è il sussurro continuo che non fa dormire. Ed ecco perché “Due”, perché di entrambe le visioni riunite in un unico sguardo si ha bisogno. Perché, come scrive Erri De Luca, “due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato”.
Due perché sono due gli artisti, Ivano Tagetto e Enrico Tinto, due amici che incrociano i loro passi artistici e umani, due le visioni. Visioni di luoghi vissuti e immaginati, visioni di spazi riempiti e lasciati vuoti. Due le città, una d’origine, Verona, e una che accoglie, Roma, e due i fiumi che le attraversano creando anse a indicare una direzione, a disegnare percorsi, a dividere il traffico e a rallentarlo e, sui fiumi, ponti a unire i due lati quasi come punti di sutura su lembi di pelle.
Nel corso della mostra verranno presentate opere che possono essere considerate ponti, passaggi sull’acqua, a collegare idealmente le due città. E allora ecco che con tecniche, colori e percorsi simili ma sostanzialmente diversi, sono giunti a confrontarsi con quelle loro visioni, quei loro spazi, quel ideale di congiunzione che possa dare forza alla loro voce.
Da un lato troviamo i tratti leggeri, pur quando hanno lo spessore del ferro, di Tagetto che sembra quasi voler cercare i vuoti, sottolineare quello che non c’è, l’assenza. Dall’altro lato ci troviamo di fronte alla materia prepotente e presente di Tinto dove gli oggetti sporgono dalla tela fino a farla diventare scultura.
Si potrebbe quindi dire che se l’opera di Tinto è un urlo a scuotere dal torpore, quella di Tagetto è il sussurro continuo che non fa dormire. Ed ecco perché “Due”, perché di entrambe le visioni riunite in un unico sguardo si ha bisogno. Perché, come scrive Erri De Luca, “due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato”.
11
marzo 2006
Ivano Tagetto & Enrico Tinto – Due
Dall'undici marzo all'undici aprile 2006
arte contemporanea
Location
OPERA CAFFE’
Roma, Via Della Scala, 43, (Roma)
Roma, Via Della Scala, 43, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica 18–02
Vernissage
11 Marzo 2006, ore 20
Autore
Curatore