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Ivo Soldini
personale
Comunicato stampa
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Ivo Soldini
Biografia
Ivo Soldini, nato a Lugano nel 1951, vive e opera a Ligornetto. Dopo il Liceo Cantonale, frequenta un anno all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano (1972-1973) e avvia la propria attività artistica. Prima di dedicarvisi professionalmente, studia tre anni all’Università Statale di Milano (facoltà di scienze politiche, lettere e storia dell’arte) e compie viaggi in Europa settentrionale. In principio sperimenta il disegno e la pittura di ambito espressionista-simbolista, iconograficamente incentrata su un aggressivo bestiario. Dal 1976 si dedica alla scultura di piccolo e medio formato (statue e rilievi, soprattutto in bronzo ma anche in alluminio e gesso), accompagnata negli ultimi anni da realizzazioni monumentali per spazi pubblici. In parallelo continua a svolgere una fertile produzione grafica (disegni a matita, carboncino, china, acqueforti, puntesecche) e pittorica (tempere, acquerelli, oli). Negli anni settanta partecipa al Movimento 22. dal 1973 espone in molte gallerie, in sedi espositive pubbliche e private in Svizzera e in Italia. Tiene una mostra personale di particolare rilievo nel 1981 al palazzo Civico di Bellinzona. Le sue opere si trovano in numerosi edifici pubblici e privati. Il lavoro di Soldini si inscrive in quel filone della tradizione scultorea che pone al centro dell’attenzione la raffigurazione umana, in particolare l’indagine psicologica della moderna esistenza dell’uomo. Nel primo decennio della sua attività plastica, Soldini sperimenta diverse modalità figurative, alternando alla via naturalistica (torsi tondeggianti e composizioni classiche) stilemi più informali ed espressionisti (arcaicità ieratica, trattazione violenta delle superfici). Tra i possibili riferimenti iniziali si possono citare Marino Marini, Giacomo Manzù, Remo Rossi e soprattutto Alberto Giacometti. Verso al metà degli anni ottanta si palesa con migliore efficacia la scelta fondamentale dell’artista: la figura umana resa nel suo consistere interiore attraverso l’incisività del segno. Tra i soggetti privilegiati spicca il corpo rigido e allungato: un volume stagliato obliquamente nello spazio esistenziale che ne minaccia l’equilibrio e ne scalfisce la plasticità (come nelle varie versioni dell’Inclinato). Negli anni novanta il potenziale emotivo risulta imploso in enigmatici blocchi corporei, evocatori dei volumi massicci di Fritz Wotruba. Tali involucri materici traspirano però le tensioni interiori attraverso l’espressività viva delle superfici, logorate da un sofferto “levare”. Le inclinazioni, le torsioni e le espansioni dei volumi monolitici si contrappongono alla solidità verticale, significando, da un lato, l’instabilità che erode l’avventura esistenziale e, dall’altra, una spinta etica di resistenza. Tra i motivi principali dei lavori più recenti vanno segnalate le teste e l’assembramento seriale di figure in una folla (soprattutto nei bassorilievi). La produzione pittorica e grafica è intimamente legata al lavoro plastico. I rapidi tratti d’inchiostro, i segni nervosi dei disegni neri o la gestualità esibita delle tempere variopinte di ascendenza neoespressionista attingono a una medesima volontà di formalizzare la figura a partire da un caos originario. Comuni sono pure i soggetti centrali – la figura colta isolatamente o nell’incontro plurale – declinati in senso laico o sacrale.
Biografia
Ivo Soldini, nato a Lugano nel 1951, vive e opera a Ligornetto. Dopo il Liceo Cantonale, frequenta un anno all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano (1972-1973) e avvia la propria attività artistica. Prima di dedicarvisi professionalmente, studia tre anni all’Università Statale di Milano (facoltà di scienze politiche, lettere e storia dell’arte) e compie viaggi in Europa settentrionale. In principio sperimenta il disegno e la pittura di ambito espressionista-simbolista, iconograficamente incentrata su un aggressivo bestiario. Dal 1976 si dedica alla scultura di piccolo e medio formato (statue e rilievi, soprattutto in bronzo ma anche in alluminio e gesso), accompagnata negli ultimi anni da realizzazioni monumentali per spazi pubblici. In parallelo continua a svolgere una fertile produzione grafica (disegni a matita, carboncino, china, acqueforti, puntesecche) e pittorica (tempere, acquerelli, oli). Negli anni settanta partecipa al Movimento 22. dal 1973 espone in molte gallerie, in sedi espositive pubbliche e private in Svizzera e in Italia. Tiene una mostra personale di particolare rilievo nel 1981 al palazzo Civico di Bellinzona. Le sue opere si trovano in numerosi edifici pubblici e privati. Il lavoro di Soldini si inscrive in quel filone della tradizione scultorea che pone al centro dell’attenzione la raffigurazione umana, in particolare l’indagine psicologica della moderna esistenza dell’uomo. Nel primo decennio della sua attività plastica, Soldini sperimenta diverse modalità figurative, alternando alla via naturalistica (torsi tondeggianti e composizioni classiche) stilemi più informali ed espressionisti (arcaicità ieratica, trattazione violenta delle superfici). Tra i possibili riferimenti iniziali si possono citare Marino Marini, Giacomo Manzù, Remo Rossi e soprattutto Alberto Giacometti. Verso al metà degli anni ottanta si palesa con migliore efficacia la scelta fondamentale dell’artista: la figura umana resa nel suo consistere interiore attraverso l’incisività del segno. Tra i soggetti privilegiati spicca il corpo rigido e allungato: un volume stagliato obliquamente nello spazio esistenziale che ne minaccia l’equilibrio e ne scalfisce la plasticità (come nelle varie versioni dell’Inclinato). Negli anni novanta il potenziale emotivo risulta imploso in enigmatici blocchi corporei, evocatori dei volumi massicci di Fritz Wotruba. Tali involucri materici traspirano però le tensioni interiori attraverso l’espressività viva delle superfici, logorate da un sofferto “levare”. Le inclinazioni, le torsioni e le espansioni dei volumi monolitici si contrappongono alla solidità verticale, significando, da un lato, l’instabilità che erode l’avventura esistenziale e, dall’altra, una spinta etica di resistenza. Tra i motivi principali dei lavori più recenti vanno segnalate le teste e l’assembramento seriale di figure in una folla (soprattutto nei bassorilievi). La produzione pittorica e grafica è intimamente legata al lavoro plastico. I rapidi tratti d’inchiostro, i segni nervosi dei disegni neri o la gestualità esibita delle tempere variopinte di ascendenza neoespressionista attingono a una medesima volontà di formalizzare la figura a partire da un caos originario. Comuni sono pure i soggetti centrali – la figura colta isolatamente o nell’incontro plurale – declinati in senso laico o sacrale.
29
marzo 2007
Ivo Soldini
Dal 29 marzo al 09 settembre 2007
arte contemporanea
Location
VILLA SAROLI
Lugano, Viale Stefano Franscini, 9, (Lugano)
Lugano, Viale Stefano Franscini, 9, (Lugano)
Vernissage
29 Marzo 2007, ore 11 su invito
Autore