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Jabornegg & Pálffy
Gliarchitetti Christian Jabornegg e András Pálffy, che dal 1988 conducono uno studio di architettura, sono diventati famosi per alcuni edifici inseriti in contesto storico e che risultano quasi invisibili agli occhi del passante. I due architetti, infatti, non concentrano la propria attenzione sull’elemento architettonico in sé o sul design, ma s’interrogano piuttosto sull’ambiente nel quale intervenire, facendo così parte di quella giovane generazione di architetti che si propongono di costruire un rapporto di rispetto con il luogo nel quale operano
Comunicato stampa
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Gliarchitetti Christian Jabornegg e András Pálffy, che dal 1988 conducono unostudio di architettura, sono diventati famosi per alcuni edifici inseriti incontesto storico e che risultano quasi invisibili agli occhi del passante. Idue architetti, infatti, non concentrano la propria attenzionesull’elemento architettonico in sé o sul design, ma s’interroganopiuttosto sull’ambiente nel quale intervenire, facendo così parte diquella giovane generazione di architetti che si propongono di costruire unrapporto di rispetto con il luogo nel quale operano.
«Costuire significa pensare– costruire sul preesistente equivale a una libertà radicale». PerChristian Jabornegg e András Pálffy vecchio e nuovo si condizionano a vicendain un rapporto di rispetto che esclude il timore riverenziale nei confronti ditutto ciò che già esiste.
Del portfoliodei due architetti fanno parte alcuni dei più importanti monumentiarchitettonici austriaci, tra questi il Museo Ebraico di Vienna, un’operache ha destato scalpore in tutto il mondo e che è stato eretto nove anni fa nelcuore del centro storico viennese.
L’unicosegno visibile dell’opera è, infatti, un parallelepipedo di cementobianco formato da calchi di libri, il Memoriale all’Olocaustodell’artista Rachel Whiteread. Il vero museo resta invece sotto lasuperficie stradale, invisibile allo sguardo. Di qualche anno precedente èinvece il progetto per la galleria della Generali Foundation, oggi uno deglispazi espositivi più importanti di Vienna. La trasposizione chiara di concettichiari in un contesto storico complesso rappresenta uno dei punti di forza deidue architetti.
La mostradi Napoli comprende una trentina di modelli, progetti realizzati e progettiideati per concorsi.
«Costuire significa pensare– costruire sul preesistente equivale a una libertà radicale». PerChristian Jabornegg e András Pálffy vecchio e nuovo si condizionano a vicendain un rapporto di rispetto che esclude il timore riverenziale nei confronti ditutto ciò che già esiste.
Del portfoliodei due architetti fanno parte alcuni dei più importanti monumentiarchitettonici austriaci, tra questi il Museo Ebraico di Vienna, un’operache ha destato scalpore in tutto il mondo e che è stato eretto nove anni fa nelcuore del centro storico viennese.
L’unicosegno visibile dell’opera è, infatti, un parallelepipedo di cementobianco formato da calchi di libri, il Memoriale all’Olocaustodell’artista Rachel Whiteread. Il vero museo resta invece sotto lasuperficie stradale, invisibile allo sguardo. Di qualche anno precedente èinvece il progetto per la galleria della Generali Foundation, oggi uno deglispazi espositivi più importanti di Vienna. La trasposizione chiara di concettichiari in un contesto storico complesso rappresenta uno dei punti di forza deidue architetti.
La mostradi Napoli comprende una trentina di modelli, progetti realizzati e progettiideati per concorsi.
13
maggio 2011
Jabornegg & Pálffy
Dal 13 maggio al 13 giugno 2011
architettura
Location
CHIESA DI SANTA MARIA DELL’INCORONATA
Napoli, Via Medina, 19, (Napoli)
Napoli, Via Medina, 19, (Napoli)
Orario di apertura
10.00 – 18.00
Vernissage
13 Maggio 2011, ore 18.00
Autore