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Jack Pierson – Free yourself
Per la prima personale in galleria, Jack Pierson presenterà una serie di nuovi “word pieces”.
Comunicato stampa
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Thomas Brambilla presenta la prima persona mostra personale di Jack Pierson “FREE YOURSELF”. La mostra include una serie di nuovi word pieces ed inaugurerà sabato 26 settembre alle ore 18:30.
Potrà sembrare strano che a New York, al centro della contemporaneità più estrema, possa vivere un artista classico che realizza opere che dialogano in armonia con la cultura greco/romana, e sarà ancora più strano sottolineare come queste opere siano realizzate sia con materiali che con tecniche attualissime.
L’arte greca classica viveva di pathos, di eroi dai corpi nudi, virili e seducenti, di divinità corrucciate e di guerrieri malinconici, esattamente come nelle fotografie che Jack Pierson dedica, sin dai suoi esordi, a corpi di uomini nel fiore della giovinezza, felicemente dionisiaci di fronte allo sguardo dell’artista.
La cultura classica romana imponeva il suo dominio attraverso l’imposizione delle sue parole scolpite su tutti i palazzi, su tutti i muri, del suo vastissimo impero, esattamente come le sculture fatte di lettere e parole che Jack Pierson, inevitabilmente figlio dell’impero americano che si propaga non solo con le sue merce, ma anche, e soprattutto, con i suoi slogan. Eppure questa confidenza dell’artista, nato a Plymouth nel 1960, con la cultura classica non dipende da un’attenzione accademica, non è citazione ma vitalismo biografico: il desiderio di vedere corpi nudi belli come statue e il saper vedere il rovescio della medaglia del sogno imperiale americano.
Le famose scritte, iniziate nei primi anni novanta, sono realizzate con lettere di insegne dismesse, recuperate dalle discariche che punteggiano tutto il territorio americano: macerie di senso e di discorsi, di pubblicità e di propaganda che, dalla mano dell’artista, vengono riplasmate in evocazioni di libertà.
In mostra, Pierson espone alcune delle sue iconiche “word pieces”: una dà il titolo alla mostra, “FREE YOURSELF” e riflette sul fatto che il desiderio di liberarsi sia l’inizio di ogni libertà, un’altra opera, “IN CALIFORNA”, sottolinea in luogo ideale e utopico dov’è questa libertà ed in fine, ed infine “A FORLORN GODDESS” ci ricorda che nella potenza dell’impero e nel luccichio del glamour e delle celebrities, c’è sempre implicito il senso della tragedia.
La dimensione estetica classica sta nel saper coniugare la sconfitta con la bellezza, la speranza con la tragedia, e di farlo con naturalezza, senza sovrastrutture intellettuali, ma con la semplicità di un gesto e di uno sguardo.
Jack Pierson (1960, Plymouth, Massachusettes) ha studiato al Massachusetts College of Art di Boston ed appartiene alla cosiddetta “Boston School” di cui Nan Goldin fu una figura centrale. Le sue immagini fotografiche sono spesso state comparate alle scene dei film di “road movies”, in cui l’attenzione era particolarmente incentrata sul paesaggio americano. Pierson ha esposto in diverse istituzioni e musei, fra cui: Museum of Contemporary Art, Miami, Centre d’Art Santa Monica, Barcelona, Irish Museum of Modern Art, Dublin. I suoi lavori sono nelle collezioni di diverse istituzioni: CapcM Bordeaux, Whitney Museum of American Art, Metropolitan Museum e Guggenheim.
Potrà sembrare strano che a New York, al centro della contemporaneità più estrema, possa vivere un artista classico che realizza opere che dialogano in armonia con la cultura greco/romana, e sarà ancora più strano sottolineare come queste opere siano realizzate sia con materiali che con tecniche attualissime.
L’arte greca classica viveva di pathos, di eroi dai corpi nudi, virili e seducenti, di divinità corrucciate e di guerrieri malinconici, esattamente come nelle fotografie che Jack Pierson dedica, sin dai suoi esordi, a corpi di uomini nel fiore della giovinezza, felicemente dionisiaci di fronte allo sguardo dell’artista.
La cultura classica romana imponeva il suo dominio attraverso l’imposizione delle sue parole scolpite su tutti i palazzi, su tutti i muri, del suo vastissimo impero, esattamente come le sculture fatte di lettere e parole che Jack Pierson, inevitabilmente figlio dell’impero americano che si propaga non solo con le sue merce, ma anche, e soprattutto, con i suoi slogan. Eppure questa confidenza dell’artista, nato a Plymouth nel 1960, con la cultura classica non dipende da un’attenzione accademica, non è citazione ma vitalismo biografico: il desiderio di vedere corpi nudi belli come statue e il saper vedere il rovescio della medaglia del sogno imperiale americano.
Le famose scritte, iniziate nei primi anni novanta, sono realizzate con lettere di insegne dismesse, recuperate dalle discariche che punteggiano tutto il territorio americano: macerie di senso e di discorsi, di pubblicità e di propaganda che, dalla mano dell’artista, vengono riplasmate in evocazioni di libertà.
In mostra, Pierson espone alcune delle sue iconiche “word pieces”: una dà il titolo alla mostra, “FREE YOURSELF” e riflette sul fatto che il desiderio di liberarsi sia l’inizio di ogni libertà, un’altra opera, “IN CALIFORNA”, sottolinea in luogo ideale e utopico dov’è questa libertà ed in fine, ed infine “A FORLORN GODDESS” ci ricorda che nella potenza dell’impero e nel luccichio del glamour e delle celebrities, c’è sempre implicito il senso della tragedia.
La dimensione estetica classica sta nel saper coniugare la sconfitta con la bellezza, la speranza con la tragedia, e di farlo con naturalezza, senza sovrastrutture intellettuali, ma con la semplicità di un gesto e di uno sguardo.
Jack Pierson (1960, Plymouth, Massachusettes) ha studiato al Massachusetts College of Art di Boston ed appartiene alla cosiddetta “Boston School” di cui Nan Goldin fu una figura centrale. Le sue immagini fotografiche sono spesso state comparate alle scene dei film di “road movies”, in cui l’attenzione era particolarmente incentrata sul paesaggio americano. Pierson ha esposto in diverse istituzioni e musei, fra cui: Museum of Contemporary Art, Miami, Centre d’Art Santa Monica, Barcelona, Irish Museum of Modern Art, Dublin. I suoi lavori sono nelle collezioni di diverse istituzioni: CapcM Bordeaux, Whitney Museum of American Art, Metropolitan Museum e Guggenheim.
26
settembre 2020
Jack Pierson – Free yourself
Dal 26 settembre all'undici novembre 2020
arte contemporanea
Location
THOMAS BRAMBILLA CONTEMPORARY ART
Bergamo, Via Del Casalino, 25, (Bergamo)
Bergamo, Via Del Casalino, 25, (Bergamo)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 14-19
Sito web
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