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Jack Sal – Archive/Archivio
La scrittura con la luce a cui Sal ha dato vita, tra gli anni ‘70 e gli anni ’90, attraverso le sperimentazioni di diversi materiali e tecniche fotografiche con un costante approccio concettuale del segno grafico reiterato, rimanda alle pagine fitte di scrittura degli antichi manoscritti.
Comunicato stampa
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Dal 18 maggio al 16 giugno 2023 la Biblioteca Vallicelliana presenta, nel Salone Borromini, la mostra personale Jack Sal. ARCHIVE/ARCHIVIO a cura di Manuela De Leonardis, che si inserisce all’interno della rassegna Opera 00|20 a cura di Paola Paesano e si avvale del patrocinio degli Incontri Internazionali d’Arte.
Il percorso espositivo è incentrato su un nucleo di un centinaio di opere fotografiche dell’artista statunitense, in cui viene esplorato il concetto di archivio come entità strutturata in rapporto all’antica biblioteca, luogo di conservazione della memoria individuale e collettiva.
La scrittura con la luce a cui Sal ha dato vita, tra gli anni ‘70 e gli anni ’90, attraverso le sperimentazioni di diversi materiali e tecniche fotografiche con un costante approccio concettuale del segno grafico reiterato, rimanda infatti alle pagine fitte di scrittura degli antichi manoscritti. In particolare, la serie No Title del 1976 presenta referenze iconografiche ai testi sacri della cultura e della religione ebraica, a cui appartiene l’artista.
Del Talmud, di cui nel Salone Borromini si conserva il volume Talmud. Sanhedrin et Makkoth (testo in ebraico e latino illustrato da Ioanne Coch Bremensi), stampato nel 1629 ad Amsterdam (typis F. Heynsii), Sal è interessato più che ai contenuti religiosi alle sue caratteristiche di strumento di studio delle norme etiche, giuridiche e rituali e al suo essere fondante per la letteratura, la lingua e la storia del giudaismo: «Popolo del Libro» («Am HaSefer» in ebraico) è proprio l’appellativo usato nei secoli per designare gli Ebrei.
Al corpus di ARCHIVE/ARCHIVIO appartiene, in particolare, una serie di cliché-verre (termine francese che unisce la parola cliché = negativo e verre = vetro): un mondo autoreferenziale in cui l’artista utilizza luce e materia per trasformare la fotografia all’interno di se stessa, dimostrando il sottile, ma profondo legame, con il mondo fisico anche nella sua dimensione più astratta/non figurativa. Come scrive lo stesso Sal nel catalogo della mostra itinerante The Photographer’s Hand, curata nel 1979 da Susan Dodge Peters, la cui prima tappa è stata l’International Museum of Photography/George Eastman House di Rochester, New York: «Nella mia opera, spostandomi verso un modo più diretto di trattare la rappresentazione fotografica, ho cominciato a lavorare con un metodo non ottico. Utilizzando i miei disegni su carte traslucide, oggetti trovati e altri materiali, ho cominciato a creare matrici che ricorrono ancora al vocabolario visivo di immagini formate otticamente (fotocamera), ma mantengono una relazione più immediata con l’oggetto con cui sono state fatte.»
La mostra alla Biblioteca Vallicelliana segna anche il ritorno di Sal a Roma, città dove egli ha vissuto in diversi momenti della sua vita a partire dall’estate 1985: la Città Eterna fu l’ultima tappa del suo «Grand Tour» europeo, in occasione del quale le sue opere fotografiche sono entrate a far parte delle collezioni dello Stedelijk Museum di Amsterdam, della Bibliothèque Nationale di Parigi e della Calcografia Nazionale di Roma. Durante il 1986/87, poi, primo «visiting artist» all’American Academy, egli conobbe il critico d’arte Bruno Corà e la collezionista e mecenate Graziella Lonardi Buontempo che con gli Incontri Internazionali d’Arte ha patrocinato diversi suoi progetti artistici in Italia e all’estero, tra cui nel 1986 gli affreschi della settecentesca Cappella Gandini (Santa Maria della Maternità) a Montà, Padova e l’anno successivo l’installazione site-specific nel chiostro del Bramante a Santa Maria della Pace a Roma, primo intervento di un artista contemporaneo in quell’architettura rinascimentale e, successivamente, la videoinstallazione De/Portees alla Casa della Memoria e della Storia di Roma (2010), all’IIC-Istituto Italiano di Cultura di New York (2010) e all’IIC di Osaka e Kyoto Museum for World Peace (2011).
Dagli anni ’90, Jack Sal opera con il «mark making» nell’ambito della corrente minimalista concettuale, ma la carta fotografica auto sviluppante rimarrà sempre un elemento di riferimento del suo linguaggio artistico, come nelle performance realizzate tra il 1997 e il 2013 nello storico Caffè Quadri di Venezia in occasione delle giornate inaugurali delle varie Biennali d’Arte: Cafè/Caffé (1997), The Doge’s Ring/L’anello del Doge (1999), Bitter/Sweet (2003), Minor/Key (2005), East West - Jack Sal e Yooah Park (2009), O/Ring/O (2011) e Coffee/& (2013). In queste azioni l’uso dei tre elementi - carta fotografica auto sviluppante, caffé e figura del cameriere che interagisce con l’artista - rappresentano una declinazione di tempo/spazio/luogo, elementi basilari anche della fotografia.
Note biografiche:
Jack Sal (Waterbury, CT, USA 1954, vive e lavora a New York). I suoi primi lavori risalgono al 1972-73, quando è studente al Philadelphia College of Art di Ray K. Metzker; successivamente consegue il master all’Art Institute di Chicago studiando anche con Ken Josephson. Nel 1981 il Museo Internazionale della Fotografia/George Eastman House di Rochester ospita la sua prima mostra personale in ambito istituzionale. Fin dai primi anni ‘80 i suoi cliché-verre sono inclusi in mostre al MoMA-Museum of Modern Art di New York, Detroit Institute of the Arts, Light Gallery di New York, Smithsonian Institute di Washington, Photographers Gallery di Londra e ICP-International Center of Photograhy di New York. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche internazionali, tra cui MoMA, New York; Museo Ludwig, Köln; Museum moderner Kunst, Vienna; Detroit Institute of Arts; Yale University Art Gallery, New Haven; ICP, New York; Haags Gemeentemuseum, L’Aia; Museum für Kunst und Gewerbe, Amburgo; Museum of Contemporary Photography, Chicago; Museo Stedelijk, Amsterdam; Bibliothèque Nationale, Parigi; Israel Museum, Gerusalemme; Baltimore Museum of Art, Baltimora; Center for Creative Photography, Tucson; Kunsthalle Bielefeld; Istituto Nazionale per la Grafica, Roma.
Parallelamente all’attività artistica, dal 1975 al ’91 Sal ha insegnato fotografia presso l’ICP di New York; Rutgers, the State University of New Jersey a New Brunswick; Moore College of Art & Design di Philadelphia ed è stato curatore presso Magnum Photo Agency (1983) e la Light Gallery di New York (1984-1985). Nel 2006 ha realizzato White/Wash II, monumento permanente per le vittime del pogrom del 1946 a Kielce in Polonia.
Tra le pubblicazioni recenti: Half Empty/Half Full. Food Culture Ritual (giugno 2019), Chrom/A (Danilo Montanari Editore, dicembre 2019).
Tra le mostre personali recenti: 2023 - Waukegan Portrait Series, Roonee 247 fine arts gallery, Tokyo; 2019 - L’Archivio del segno. Đanino Božić e Jack Sal, Acta International, Roma (doppia personale); 2018 - Photography & Technology, Roonee 247 fine arts gallery, Tokyo; 2016 - Building/Block, Stal Gallery, Muscat, Oman; 2015 - Jack Sal. Il Quaderno di Nonna. Ricette Molisane, Biblioteca Rispoli, Roma; 2014 - Ring/Rings/Ring, MAC - Museo di Arte Contemporanea, Lissone, Milano; 2013 - Coffee/&, Café Quadri, Venezia (performance 53. Biennale di Venezia); 2012 - Jack Sal Gandini Chapel 1986/2012 Montà, Padova; Jack Sal, Masakazu Yasuda, Chisato Saito. Going out Roonee - welcome to photography, Esprit Nouveau Gallery, Okayama, Giappone - 2011; O/Ring/O, Stiftung für Medien Kunst und Philosophie, Berlino; in/line ARTCore Contemporary Gallery, Bari; O/Ring/O, Caffé Quadri, Venezia (performance 54. Biennale di Venezia); Action/Re/Action, Palazzo Morelli, Todi; De/Portees, IIC of Osaka and Kyoto Museum for World Peace, Ritsumeikan University, Giappone; Jack Sal. Fotogenic Nan Sen, Roonee 247 Photography Gallery, Tokyo; New Works, SoHo Art Gallery, Osaka, Giappone; 2010 - Steel/Particles, Edicola RaRa, Terlizzi, Italia; De/Portees, IIC New York; De/Portees, Casa della Memoria e della Storia, Roma; 2009 - Re/Vision, ZONE Contemporary Art, New York.
Tra le collettive recenti: 2023 - Present Perfect | Passato prossimo, Acta International, Roma; 2022 - Vedo Dove Devo, Fondazione Bassiri, Fabro; 2021 - 13th Prague Photo, Praga, Repubblica Ceca; KromArt expo fotografia 2021, Palazzo Velli, Roma; Lippstadt Kunstverein, Lippstadt, Germania; Extramoon, IX edizione Castelnuovo Fotografia, Italia; 2019 - 1000 Wirklichkeiten, Deutsche Fotografische Akademie Amburgo, Germania; 2018 - Art-72Rooms, Hotel YiNongMeiYu, Shanghai, Cina; 2016 - Steps of Memory, IV edizione Castelnuovo Fotografia; Matchless Gifts, Bhakti Center, New York; 2015 - Spiritual Bridges, Museo San Salvatore in Lauro, Roma; 2014 - 25 Jahre Kunstverein Lippstadt - Rückblick nach vorne, Kunstverein Lippstadt, Germania; Not Straight ~ Not So Straight, Gallery Onetwentyeight, New York; 2013 - IO Klimt, Palazzo dei Consoli, Gubbio; 2012 - Transnational Art 2012, Contemporary Art Center, Osaka, Giappone; 2011 - L’artista come rishi, Museo d’Arte Orientale G. Tucci, Roma; 2009 - Jordan Festival Amman, Giordania; Chiamata all’ARTE, Museo Villa Pignatelli, Napoli; An Austrian Walk/March, MIR/Museum im Rathuas, Gleisdorf, Austria; The Edge of Vision, Aperture Foundation, New York.
Info mostra
Jack Sal. ARCHIVE/ARCHIVIO
18 maggio-16 giugno 2023
Mostra a cura di Manuela De Leonardis
Opera 00|20 a cura di Paola Paesano
Biblioteca Vallicelliana, Salone Borromini
Piazza della Chiesa Nuova 18, 2° piano - Roma
www.vallicelliana.it
Orari: dal lunedì al venerdì su prenotazione - tel. 06 68802671
Mail: b-vall.promozione@cultura.gov.it
sabato e domenica chiuso
Ingresso gratuito
Organizzazione: Anna Villa
Coordinamento: Alessandra Scerrato
Patrocinio: Incontri Internazionali d’Arte
In collaborazione con: Associazione TRAleVOLTE
Ufficio Stampa Biblioteca Vallicelliana
Anna Villa
06.68802671 - b-vall.comunicazione@cultura.gov.it
Il percorso espositivo è incentrato su un nucleo di un centinaio di opere fotografiche dell’artista statunitense, in cui viene esplorato il concetto di archivio come entità strutturata in rapporto all’antica biblioteca, luogo di conservazione della memoria individuale e collettiva.
La scrittura con la luce a cui Sal ha dato vita, tra gli anni ‘70 e gli anni ’90, attraverso le sperimentazioni di diversi materiali e tecniche fotografiche con un costante approccio concettuale del segno grafico reiterato, rimanda infatti alle pagine fitte di scrittura degli antichi manoscritti. In particolare, la serie No Title del 1976 presenta referenze iconografiche ai testi sacri della cultura e della religione ebraica, a cui appartiene l’artista.
Del Talmud, di cui nel Salone Borromini si conserva il volume Talmud. Sanhedrin et Makkoth (testo in ebraico e latino illustrato da Ioanne Coch Bremensi), stampato nel 1629 ad Amsterdam (typis F. Heynsii), Sal è interessato più che ai contenuti religiosi alle sue caratteristiche di strumento di studio delle norme etiche, giuridiche e rituali e al suo essere fondante per la letteratura, la lingua e la storia del giudaismo: «Popolo del Libro» («Am HaSefer» in ebraico) è proprio l’appellativo usato nei secoli per designare gli Ebrei.
Al corpus di ARCHIVE/ARCHIVIO appartiene, in particolare, una serie di cliché-verre (termine francese che unisce la parola cliché = negativo e verre = vetro): un mondo autoreferenziale in cui l’artista utilizza luce e materia per trasformare la fotografia all’interno di se stessa, dimostrando il sottile, ma profondo legame, con il mondo fisico anche nella sua dimensione più astratta/non figurativa. Come scrive lo stesso Sal nel catalogo della mostra itinerante The Photographer’s Hand, curata nel 1979 da Susan Dodge Peters, la cui prima tappa è stata l’International Museum of Photography/George Eastman House di Rochester, New York: «Nella mia opera, spostandomi verso un modo più diretto di trattare la rappresentazione fotografica, ho cominciato a lavorare con un metodo non ottico. Utilizzando i miei disegni su carte traslucide, oggetti trovati e altri materiali, ho cominciato a creare matrici che ricorrono ancora al vocabolario visivo di immagini formate otticamente (fotocamera), ma mantengono una relazione più immediata con l’oggetto con cui sono state fatte.»
La mostra alla Biblioteca Vallicelliana segna anche il ritorno di Sal a Roma, città dove egli ha vissuto in diversi momenti della sua vita a partire dall’estate 1985: la Città Eterna fu l’ultima tappa del suo «Grand Tour» europeo, in occasione del quale le sue opere fotografiche sono entrate a far parte delle collezioni dello Stedelijk Museum di Amsterdam, della Bibliothèque Nationale di Parigi e della Calcografia Nazionale di Roma. Durante il 1986/87, poi, primo «visiting artist» all’American Academy, egli conobbe il critico d’arte Bruno Corà e la collezionista e mecenate Graziella Lonardi Buontempo che con gli Incontri Internazionali d’Arte ha patrocinato diversi suoi progetti artistici in Italia e all’estero, tra cui nel 1986 gli affreschi della settecentesca Cappella Gandini (Santa Maria della Maternità) a Montà, Padova e l’anno successivo l’installazione site-specific nel chiostro del Bramante a Santa Maria della Pace a Roma, primo intervento di un artista contemporaneo in quell’architettura rinascimentale e, successivamente, la videoinstallazione De/Portees alla Casa della Memoria e della Storia di Roma (2010), all’IIC-Istituto Italiano di Cultura di New York (2010) e all’IIC di Osaka e Kyoto Museum for World Peace (2011).
Dagli anni ’90, Jack Sal opera con il «mark making» nell’ambito della corrente minimalista concettuale, ma la carta fotografica auto sviluppante rimarrà sempre un elemento di riferimento del suo linguaggio artistico, come nelle performance realizzate tra il 1997 e il 2013 nello storico Caffè Quadri di Venezia in occasione delle giornate inaugurali delle varie Biennali d’Arte: Cafè/Caffé (1997), The Doge’s Ring/L’anello del Doge (1999), Bitter/Sweet (2003), Minor/Key (2005), East West - Jack Sal e Yooah Park (2009), O/Ring/O (2011) e Coffee/& (2013). In queste azioni l’uso dei tre elementi - carta fotografica auto sviluppante, caffé e figura del cameriere che interagisce con l’artista - rappresentano una declinazione di tempo/spazio/luogo, elementi basilari anche della fotografia.
Note biografiche:
Jack Sal (Waterbury, CT, USA 1954, vive e lavora a New York). I suoi primi lavori risalgono al 1972-73, quando è studente al Philadelphia College of Art di Ray K. Metzker; successivamente consegue il master all’Art Institute di Chicago studiando anche con Ken Josephson. Nel 1981 il Museo Internazionale della Fotografia/George Eastman House di Rochester ospita la sua prima mostra personale in ambito istituzionale. Fin dai primi anni ‘80 i suoi cliché-verre sono inclusi in mostre al MoMA-Museum of Modern Art di New York, Detroit Institute of the Arts, Light Gallery di New York, Smithsonian Institute di Washington, Photographers Gallery di Londra e ICP-International Center of Photograhy di New York. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche internazionali, tra cui MoMA, New York; Museo Ludwig, Köln; Museum moderner Kunst, Vienna; Detroit Institute of Arts; Yale University Art Gallery, New Haven; ICP, New York; Haags Gemeentemuseum, L’Aia; Museum für Kunst und Gewerbe, Amburgo; Museum of Contemporary Photography, Chicago; Museo Stedelijk, Amsterdam; Bibliothèque Nationale, Parigi; Israel Museum, Gerusalemme; Baltimore Museum of Art, Baltimora; Center for Creative Photography, Tucson; Kunsthalle Bielefeld; Istituto Nazionale per la Grafica, Roma.
Parallelamente all’attività artistica, dal 1975 al ’91 Sal ha insegnato fotografia presso l’ICP di New York; Rutgers, the State University of New Jersey a New Brunswick; Moore College of Art & Design di Philadelphia ed è stato curatore presso Magnum Photo Agency (1983) e la Light Gallery di New York (1984-1985). Nel 2006 ha realizzato White/Wash II, monumento permanente per le vittime del pogrom del 1946 a Kielce in Polonia.
Tra le pubblicazioni recenti: Half Empty/Half Full. Food Culture Ritual (giugno 2019), Chrom/A (Danilo Montanari Editore, dicembre 2019).
Tra le mostre personali recenti: 2023 - Waukegan Portrait Series, Roonee 247 fine arts gallery, Tokyo; 2019 - L’Archivio del segno. Đanino Božić e Jack Sal, Acta International, Roma (doppia personale); 2018 - Photography & Technology, Roonee 247 fine arts gallery, Tokyo; 2016 - Building/Block, Stal Gallery, Muscat, Oman; 2015 - Jack Sal. Il Quaderno di Nonna. Ricette Molisane, Biblioteca Rispoli, Roma; 2014 - Ring/Rings/Ring, MAC - Museo di Arte Contemporanea, Lissone, Milano; 2013 - Coffee/&, Café Quadri, Venezia (performance 53. Biennale di Venezia); 2012 - Jack Sal Gandini Chapel 1986/2012 Montà, Padova; Jack Sal, Masakazu Yasuda, Chisato Saito. Going out Roonee - welcome to photography, Esprit Nouveau Gallery, Okayama, Giappone - 2011; O/Ring/O, Stiftung für Medien Kunst und Philosophie, Berlino; in/line ARTCore Contemporary Gallery, Bari; O/Ring/O, Caffé Quadri, Venezia (performance 54. Biennale di Venezia); Action/Re/Action, Palazzo Morelli, Todi; De/Portees, IIC of Osaka and Kyoto Museum for World Peace, Ritsumeikan University, Giappone; Jack Sal. Fotogenic Nan Sen, Roonee 247 Photography Gallery, Tokyo; New Works, SoHo Art Gallery, Osaka, Giappone; 2010 - Steel/Particles, Edicola RaRa, Terlizzi, Italia; De/Portees, IIC New York; De/Portees, Casa della Memoria e della Storia, Roma; 2009 - Re/Vision, ZONE Contemporary Art, New York.
Tra le collettive recenti: 2023 - Present Perfect | Passato prossimo, Acta International, Roma; 2022 - Vedo Dove Devo, Fondazione Bassiri, Fabro; 2021 - 13th Prague Photo, Praga, Repubblica Ceca; KromArt expo fotografia 2021, Palazzo Velli, Roma; Lippstadt Kunstverein, Lippstadt, Germania; Extramoon, IX edizione Castelnuovo Fotografia, Italia; 2019 - 1000 Wirklichkeiten, Deutsche Fotografische Akademie Amburgo, Germania; 2018 - Art-72Rooms, Hotel YiNongMeiYu, Shanghai, Cina; 2016 - Steps of Memory, IV edizione Castelnuovo Fotografia; Matchless Gifts, Bhakti Center, New York; 2015 - Spiritual Bridges, Museo San Salvatore in Lauro, Roma; 2014 - 25 Jahre Kunstverein Lippstadt - Rückblick nach vorne, Kunstverein Lippstadt, Germania; Not Straight ~ Not So Straight, Gallery Onetwentyeight, New York; 2013 - IO Klimt, Palazzo dei Consoli, Gubbio; 2012 - Transnational Art 2012, Contemporary Art Center, Osaka, Giappone; 2011 - L’artista come rishi, Museo d’Arte Orientale G. Tucci, Roma; 2009 - Jordan Festival Amman, Giordania; Chiamata all’ARTE, Museo Villa Pignatelli, Napoli; An Austrian Walk/March, MIR/Museum im Rathuas, Gleisdorf, Austria; The Edge of Vision, Aperture Foundation, New York.
Info mostra
Jack Sal. ARCHIVE/ARCHIVIO
18 maggio-16 giugno 2023
Mostra a cura di Manuela De Leonardis
Opera 00|20 a cura di Paola Paesano
Biblioteca Vallicelliana, Salone Borromini
Piazza della Chiesa Nuova 18, 2° piano - Roma
www.vallicelliana.it
Orari: dal lunedì al venerdì su prenotazione - tel. 06 68802671
Mail: b-vall.promozione@cultura.gov.it
sabato e domenica chiuso
Ingresso gratuito
Organizzazione: Anna Villa
Coordinamento: Alessandra Scerrato
Patrocinio: Incontri Internazionali d’Arte
In collaborazione con: Associazione TRAleVOLTE
Ufficio Stampa Biblioteca Vallicelliana
Anna Villa
06.68802671 - b-vall.comunicazione@cultura.gov.it
18
maggio 2023
Jack Sal – Archive/Archivio
Dal 18 maggio al 16 giugno 2023
arte contemporanea
fotografia
fotografia
Location
BIBLIOTECA VALLICELLIANA
Roma, Piazza Della Chiesa Nuova, 18, (Roma)
Roma, Piazza Della Chiesa Nuova, 18, (Roma)
Orario di apertura
lunedì, martedì, venerdì 10-13
mercoledì-giovedì 15-18
Vernissage
18 Maggio 2023, ore 17
Ufficio stampa
TRAleVOLTE
Autore
Curatore
Autore testo critico
Patrocini