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Jackson Pollock – Senza confini, solo bordi
Dipinti su carta
Comunicato stampa
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Dal 4 giugno al 18 settembre la Collezione Peggy Guggenheim offrirà al pubblico italiano e internazionale la possibilità di conoscere un aspetto poco noto della produzione artistica di Pollock: i suoi lavori su carta. SENZA CONFINI, SOLO BORDI: JACKSON POLLOCK, DIPINTI SU CARTA a cura di Susan Davidson, Curator del Guggenheim Museum di New York, propone, infatti, una retrospettiva di 55 opere del pittore americano che documenta le fasi più importanti dell'evoluzione del suo disegno, dalle iniziali influenze figurative europee alle composizioni astratte del periodo più tardo. La mostra è stata in precedenza ospitata dal Deutsche Guggenheim Berlin, dal 29 gennaio al 10 aprile 2005. La nuova presentazione a Venezia è sponsorizzata da Lehman Brothers e Neuberger Berman, una contrallata di Lehman Brothers. Un ulteriore supporto è offerto da The Pollock-Krasner Foundation, New York.
Fu Peggy Guggenheim, all'inizio negli anni Quaranta, a scoprire Pollock e a sostenerne i primi passi della fulgida carriera. Peggy Guggenheim, infatti, appoggiò il pittore americano dedicandogli quattro mostre personali presso la sua storica galleria di New York, Art of This Century - la cui storia è stata oggetto di una recente mostra al museo veneziano (Peggy e Kiesler. La collezionista e il visionario, ottobre 2003-gennaio 2005). A testimonianza dello straordinario legame che unì Peggy e Pollock rimangono alla Collezione permanente di Palazzo Venier dei Leoni ben undici delle sue opere, cui è dedicata una intera sala del museo.
Durante la sua brillante ma breve carriera, Pollock realizzò circa 700 lavori su carta usando diversi mezzi espressivi tradizionali - matita, inchiostro, acquerello, guazzo, collage - fino alle colate di smalto negli anni che precedettero la sua tragica scomparsa, l'11 agosto del 1956. All'epoca della sua prima personale alla galleria Art of This Century, nel novembre del 1943, l'artista presentò dipinti e disegni. La scelta fu forse, in parte, dettata da considerazioni di ordine pratico: le dimensioni ridotte delle opere avrebbero potuto attrarre vendite immediate. Tuttavia, la motivazione principale fu la convinzione di Pollock che i dipinti su tela e le opere su carta meritassero la medesima attenzione in quanto espressioni dei suoi propositi artistici. Da quella prima mostra, almeno in metà delle sue personali, il pittore incluse approssimativamente un egual numero di dipinti e opere su carta.
L'evoluzione stilistica dei disegni di Pollock riflette quella dei dipinti tanto da poter identificare quattro diversi raggruppamenti. Il primo, dal 1935 al 1941 circa, è contraddistinto dalla rappresentazione della figura umana e di esseri immaginari. Di questo periodo fanno parte tre album, ritrovati dopo la sua morte, e un gruppo di disegni spesso sono messi in relazione al trattamento psicoanalitico cui si sottopose Pollock per contraspare l'alcolismo. Il secondo gruppo stilistico, un corpus di opere mature datate dal 1942 circa al 1947, che corrisponde in maniera approssimativa agli anni del soldalizio con Peggy Guggenheim, si distingue per una sorta di iconografia del tutto peculiare che l'artista sviluppò in parte in risposta alle influenze surrealiste. Utilizzando soggetti mitologici, segni calligrafici e una tavolozza personale e vibrante, Pollock realizzò dipinti e opere su carta carichi di una forte componente emozionale che, pur mantenendo un distintivo carattere figurativo, mettono in luce qualità astratte.
Da questa confluenza di astrazione e rappresentazione emerge il terzo gruppo stilistico che racchiude i lavori di "rottura" considerati comunemente come pura astrazione e realizzati tra il tardo il 1947 e il 1952, periodo intenso e esplosivo. Qui Pollock non solo si disfò della dipendenza da soggetti e figurazioni della tradizione ma si liberò anche dell'uso tradizionale del disegno e dei suoi strumenti, abbandonando cioè il contatto diretto con la superficie. Pollock iniziò a lavorare a distanza, sopra il piano del dipinto, usando la tecnica dello sgocciolamento, del versare e dello spruzzare il colore, metodi che non furono necessariamente di sua invenzione ma che il pittore seppe spingere verso nuove vette espressive.
Il quarto e ultimo gruppo di opere rappresenta un ulteriore perfezionamento delle tecniche a colata di Pollock. I disegni sono ancora legati per stile alle tele del medesimo periodo, ma mentre i primi disegni sono chiaramente collegati alle tele più grandi, questi sono sperimentazioni a sé stanti, che sfruttano le qualità dell'operare con materiali fluidi su carta porosa. Come le tele completate tra il 1950 e il 1952, questi disegni mostrano un fondo più aperto e leggero cosparso di composizioni liriche di forme calligrafiche. Durante gli ultimi quattro anni di vita i disegni si fanno sempre più rari, come pure i dipinti.
La mostra Senza confini, solo bordi: Jackson Pollock, Dipinti su carta di gode di prestiti da prestigiosi musei e collezioni private come il Metropolitan Museum of Art, New York, il Museum of Modern Art, New York, il Whitney Museum of American Art, New York, la Menil Collection, Houston, la National Gallery of Art, Washington, DC, il Museum of Contemporary Art, Los Angeles, il Solomon R. Guggenheim Museum, New York, la Scottish National Gallery of Modern Art, Edinburgh, El Museo de arte Thyssen-Bornemisza, Madrid. L'esposizione è accompagnata dall'edizione italiana del catalogo, pubblicato nella versione tedesca e inglese in occasione della prima tappa europea della mostra. I saggi della curatrice, Susan Davidson, e di David Anfam e Margaret Holbern Ellis fanno del catalogo un valido contributo alla comprensione dei dipinti su carta di Jackson Pollock.
Fu Peggy Guggenheim, all'inizio negli anni Quaranta, a scoprire Pollock e a sostenerne i primi passi della fulgida carriera. Peggy Guggenheim, infatti, appoggiò il pittore americano dedicandogli quattro mostre personali presso la sua storica galleria di New York, Art of This Century - la cui storia è stata oggetto di una recente mostra al museo veneziano (Peggy e Kiesler. La collezionista e il visionario, ottobre 2003-gennaio 2005). A testimonianza dello straordinario legame che unì Peggy e Pollock rimangono alla Collezione permanente di Palazzo Venier dei Leoni ben undici delle sue opere, cui è dedicata una intera sala del museo.
Durante la sua brillante ma breve carriera, Pollock realizzò circa 700 lavori su carta usando diversi mezzi espressivi tradizionali - matita, inchiostro, acquerello, guazzo, collage - fino alle colate di smalto negli anni che precedettero la sua tragica scomparsa, l'11 agosto del 1956. All'epoca della sua prima personale alla galleria Art of This Century, nel novembre del 1943, l'artista presentò dipinti e disegni. La scelta fu forse, in parte, dettata da considerazioni di ordine pratico: le dimensioni ridotte delle opere avrebbero potuto attrarre vendite immediate. Tuttavia, la motivazione principale fu la convinzione di Pollock che i dipinti su tela e le opere su carta meritassero la medesima attenzione in quanto espressioni dei suoi propositi artistici. Da quella prima mostra, almeno in metà delle sue personali, il pittore incluse approssimativamente un egual numero di dipinti e opere su carta.
L'evoluzione stilistica dei disegni di Pollock riflette quella dei dipinti tanto da poter identificare quattro diversi raggruppamenti. Il primo, dal 1935 al 1941 circa, è contraddistinto dalla rappresentazione della figura umana e di esseri immaginari. Di questo periodo fanno parte tre album, ritrovati dopo la sua morte, e un gruppo di disegni spesso sono messi in relazione al trattamento psicoanalitico cui si sottopose Pollock per contraspare l'alcolismo. Il secondo gruppo stilistico, un corpus di opere mature datate dal 1942 circa al 1947, che corrisponde in maniera approssimativa agli anni del soldalizio con Peggy Guggenheim, si distingue per una sorta di iconografia del tutto peculiare che l'artista sviluppò in parte in risposta alle influenze surrealiste. Utilizzando soggetti mitologici, segni calligrafici e una tavolozza personale e vibrante, Pollock realizzò dipinti e opere su carta carichi di una forte componente emozionale che, pur mantenendo un distintivo carattere figurativo, mettono in luce qualità astratte.
Da questa confluenza di astrazione e rappresentazione emerge il terzo gruppo stilistico che racchiude i lavori di "rottura" considerati comunemente come pura astrazione e realizzati tra il tardo il 1947 e il 1952, periodo intenso e esplosivo. Qui Pollock non solo si disfò della dipendenza da soggetti e figurazioni della tradizione ma si liberò anche dell'uso tradizionale del disegno e dei suoi strumenti, abbandonando cioè il contatto diretto con la superficie. Pollock iniziò a lavorare a distanza, sopra il piano del dipinto, usando la tecnica dello sgocciolamento, del versare e dello spruzzare il colore, metodi che non furono necessariamente di sua invenzione ma che il pittore seppe spingere verso nuove vette espressive.
Il quarto e ultimo gruppo di opere rappresenta un ulteriore perfezionamento delle tecniche a colata di Pollock. I disegni sono ancora legati per stile alle tele del medesimo periodo, ma mentre i primi disegni sono chiaramente collegati alle tele più grandi, questi sono sperimentazioni a sé stanti, che sfruttano le qualità dell'operare con materiali fluidi su carta porosa. Come le tele completate tra il 1950 e il 1952, questi disegni mostrano un fondo più aperto e leggero cosparso di composizioni liriche di forme calligrafiche. Durante gli ultimi quattro anni di vita i disegni si fanno sempre più rari, come pure i dipinti.
La mostra Senza confini, solo bordi: Jackson Pollock, Dipinti su carta di gode di prestiti da prestigiosi musei e collezioni private come il Metropolitan Museum of Art, New York, il Museum of Modern Art, New York, il Whitney Museum of American Art, New York, la Menil Collection, Houston, la National Gallery of Art, Washington, DC, il Museum of Contemporary Art, Los Angeles, il Solomon R. Guggenheim Museum, New York, la Scottish National Gallery of Modern Art, Edinburgh, El Museo de arte Thyssen-Bornemisza, Madrid. L'esposizione è accompagnata dall'edizione italiana del catalogo, pubblicato nella versione tedesca e inglese in occasione della prima tappa europea della mostra. I saggi della curatrice, Susan Davidson, e di David Anfam e Margaret Holbern Ellis fanno del catalogo un valido contributo alla comprensione dei dipinti su carta di Jackson Pollock.
03
giugno 2005
Jackson Pollock – Senza confini, solo bordi
Dal 03 giugno al 18 settembre 2005
arte contemporanea
Location
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
Venezia, Dorsoduro, 701, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 701, (Venezia)
Biglietti
intero € 10; senior oltre i 65 anni € 8; studenti € 5 ; gratuito 0-12 anni
Orario di apertura
10-18. Chiuso il martedì
Autore
Curatore