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Jacob Hashimoto
Tutte le opere presenti sono a parete e consistono di elementi ripetuti, sospesi e uniti tra loro da fili
Comunicato stampa
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L'opera di Jacob Hashimoto a prima vista, ci attira per la sua ricchezza ma questo può anche presentare un problema: c'è il rischio di rimanere affascinati dalla moltitudine di variazioni e di dettagli da perdere di vista il concetto e l'insieme. Questo è il principale motivo per cui questa mostra si limita ad un solo aspetto del lavoro di Jacob Hashimoto.
Tutte le opere presenti sono a parete e consistono di elementi ripetuti, sospesi e uniti tra loro da fili. L'opera più grande, una moltitudine di ellissi con strisce di carta di colore verde incollate sopra, potrebbe essere considerata l'opera principale della mostra, e non solo per la sua grandezza. E' l'opera che rivela più chiaramente gli interessi e i concetti sviluppati nelle altre opere esposte. L'incontro e la compenetrazione tra cielo e terra sono qui mostrati nella loro grandezza e nella loro semplicità, ed è qui che comprendiamo più chiaramente come il lavoro di Hashimoto sia fatto di similitudini piuttosto che di metafore: non allude ma è.
Tutto questo è sviluppato e soggetto a variazioni infinite nelle altre opere in mostra. Nei lavori più piccoli, lo spazio fisico, quello degli elementi in rapporto alla parete, è ovviamente molto più concentrato ma anche complicato dal colore. La profondità è sempre tangibile anzi, ha spesso la profondità della mano stessa. Visivamente è costantemente contrastata ed arricchita da grappoli di elementi, minuti e coloratissimi, che inducono l'occhio a credere di vedere fitte masse collegando gli elementi a noi vicini a quelli addossati alla parete e respingendo gli altri dal fond verso noi. Superficie e profondità s'intrecciano con il risultato che le opere vibrano come i dipinti di Seurat.
Queste opere ci portano automaticamente a pensare alla natura, agli orizzonti, alle nuvole e fiori; ciò è tanto parte della loro essenza quanto la loro semplicità strutturale fa sì che la loro ricchezza non diventi mai leziosità.
JACOB HASHIMOTO è nato a Greeley, U.S.A. nel 1973. Vive e lavora a New York.
Tutte le opere presenti sono a parete e consistono di elementi ripetuti, sospesi e uniti tra loro da fili. L'opera più grande, una moltitudine di ellissi con strisce di carta di colore verde incollate sopra, potrebbe essere considerata l'opera principale della mostra, e non solo per la sua grandezza. E' l'opera che rivela più chiaramente gli interessi e i concetti sviluppati nelle altre opere esposte. L'incontro e la compenetrazione tra cielo e terra sono qui mostrati nella loro grandezza e nella loro semplicità, ed è qui che comprendiamo più chiaramente come il lavoro di Hashimoto sia fatto di similitudini piuttosto che di metafore: non allude ma è.
Tutto questo è sviluppato e soggetto a variazioni infinite nelle altre opere in mostra. Nei lavori più piccoli, lo spazio fisico, quello degli elementi in rapporto alla parete, è ovviamente molto più concentrato ma anche complicato dal colore. La profondità è sempre tangibile anzi, ha spesso la profondità della mano stessa. Visivamente è costantemente contrastata ed arricchita da grappoli di elementi, minuti e coloratissimi, che inducono l'occhio a credere di vedere fitte masse collegando gli elementi a noi vicini a quelli addossati alla parete e respingendo gli altri dal fond verso noi. Superficie e profondità s'intrecciano con il risultato che le opere vibrano come i dipinti di Seurat.
Queste opere ci portano automaticamente a pensare alla natura, agli orizzonti, alle nuvole e fiori; ciò è tanto parte della loro essenza quanto la loro semplicità strutturale fa sì che la loro ricchezza non diventi mai leziosità.
JACOB HASHIMOTO è nato a Greeley, U.S.A. nel 1973. Vive e lavora a New York.
23
settembre 2006
Jacob Hashimoto
Dal 23 settembre all'undici novembre 2006
arte contemporanea
Location
STUDIO LA CITTA’
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Verona, Lungadige Galtarossa, 21, (Verona)
Orario di apertura
dal martedi al sabato 9-13 e 15,30-19,30
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