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Jacopo Berlendis – Oltre le radici
Berlendis ci offre una visione unica e straordinaria dell’arte come forza trasformativa. Le sue opere sono più di semplici rappresentazioni visive; sono narrazioni complesse che intrecciano elementi materici e concettuali, invitando gli spettatori a esplorane il significato nascosto.
Comunicato stampa
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Jacopo Berlendis, artista e architetto, si laurea in Scienze dell'Architettura presso il Politecnico di Milano nel 2015. Dopo la laurea intraprende un viaggio solitario in Nuova Zelanda, attraversandola da nord a sud, concentrandosi sulla fotografia e all’esplorazione di paesaggi naturali, ghost town e periferie urbane in disuso. Viaggio che riflette la sua essenza di ricerca che ha continuato a portare avanti negli anni successivi.
In seguito inizia un periodo di sperimentazione nei Balcani, principalmente in Albania, dove ha avuto modo di confrontarsi con il mondo dell’arte contemporanea in tutte le sue forme. Dal 2017 è co-fondatore dello studio MAU Architecture, studio di architettura che lavora dal campo del Landscape a quello dell’Interior Design, sia in ambito locale che internazionale.
Nel 2020, inizia a sperimentare con l'arte informale e materica, portando a opere che mescolano diversi elementi e tecniche. Quando il suo ex insegnante di musica gli commissiona un'opera dedicata al padre scomparso, è l’occasione per mettere in pratica le sue sperimentazioni su un soggetto concreto, nasce così "Campo arato al tramonto “ realizzato con stucco, acrilico, terra, tabacco e gommalacca. Inizia quindi a svilupparsi la sua identità pittorica e la sua attuale ricerca.
Il mio incontro con Jacopo avviene verso la fine del 2023. Jacopo si presenta fin da subito come un’artista il cui lavoro transcende confini, spaziando tra arte, design e architettura. La sua dedizione a rigenerare e sublimare la materia emerge vividamente attraverso la sua opera, dove ogni creazione è una riflessione dell'incessante dialogo tra il suo spirito creativo e la natura stessa.
Attraverso la sua arte, ci invita a riflettere sulla connessione intrinseca tra materia e luce. Le sue opere diventano testimoni di un dialogo eterno, una narrazione che si svolge tra le crepe della terra e il raggio di luce che permea l'oscurità. In ogni pennellata e crepa, Berlendis ci offre una visione unica e straordinaria dell'arte come forza trasformativa. Le sue opere sono più di semplici rappresentazioni visive; sono narrazioni complesse che intrecciano elementi materici e concettuali, invitando gli spettatori a esplorare il significato nascosto dietro ogni pennellata.
In " Wandering to nowhere " Berlendis crea un dittico che cattura il senso di smarrimento e la bellezza sottolineata dalla transizione tra il reale e l'astratto. La figura solitaria che vaga attraverso un paesaggio desolato suggerisce un viaggio senza punti di riferimento, enfatizzato dalla linea dell'orizzonte che divide terra e cielo. La luce surreale al tramonto amplifica l'atmosfera, aggiungendo un tocco di mistero ed incertezza al quadro.
In " Where the children played " l'artista attinge alle memorie dell'infanzia, trasformando un luogo familiare in un'opera ricca di significato. Le Colonne d’Ercole diventano metafora di avventure passate, mentre i cocci diventano tesori, simboleggianti della trasformazione del comune in straordinario attraverso la prospettiva infantile.
" Città di terra " è una riflessione sulla relazione tra l'architettura e l'ambiente circostante. Berlendis trasmette la fusione organica di pietra e terra, creando città uniche che emergono dalle stesse sostanze da cui sono costruite. Le immagini monumentali lungo le scogliere evocano una sensazione fiabesca, dove ombre segrete rivelano una storia millenaria di una civiltà fantastica.
" Terre d’altri mondi " è un'ode alla rigenerazione attraverso la natura. La raccolta di radici e rampicanti diventa un dialogo intenso con la terra, trasformando le crepe del terreno in un habitat che accoglie nuove radici. La creazione di vita a partire da elementi naturali inerti diventa una forma di sublimazione, sottraendo l'elemento al destino ineluttabile della disintegrazione.
Con " Red line " l'artista sfida la dualità tra luce e oscurità. La tela, attraversata da una linea ardente, rappresenta una frattura nel buio, sottolineando la tridimensionalità della luce emergente. La creazione di Berlendis diventa una meditazione sulla presenza e assenza di materia, con ogni frattura che diventa una sorgente di luminosità.
" Miraggio nel deserto " si configura come un viaggio attraverso il ciclo delle città di terra, con una particolare ispirazione nella città di terra rossa di Ouarzazate, Marocco. La metamorfosi volumetrica di questo affascinante agglomerato di abitazioni e fortificazioni, adagiato sulla montagna, sembra emergere dalla materia stessa. In una visione onirica, forme arcaiche si fondono e si definiscono, mentre contesto, terreno, montagna, cielo e caldo si fondono senza limiti, creando un'opera che trascende la realtà fisica.
In " Eco dall’orizzonte " Berlendis cattura l'essenza di un tramonto eterno. La superficie materica lavorata con vera terra conferisce una profondità tangibile, quasi percepibile al tatto. Le tonalità calde e vibranti si fondono, raccontando il calore residuo del giorno che si dissolve nell'orizzonte. L'opera diventa un'immersione in un paesaggio astratto, dove l'eco di un tramonto continua a risuonare sulla tela.
Con l’opera " Oltre la superficie " Berlendis esplora il tema dell'architettura e della metamorfosi. L’artista cattura la trasformazione delle città di terra e del tempio di Petra, rivelando la fusione senza limiti tra l'uomo, la terra e la sua storia.
In sintesi, Jacopo Berlendis crea opere d'arte che vanno oltre la superficie visiva, offrendo un viaggio emozionante attraverso la connessione tra materia, memoria e significato. Ogni opera si presenta come una finestra aperta su mondi interiori, incanalando la maestria dell'artista nel tradurre emozioni e concetti complessi in forme visive coinvolgenti.
“ Oltre le Radici “ è il titolo della mostra personale di Jacopo Berlendis presso l’ex Chiesa di Digrignano di Sarnico. La storia di questo antico manufatto ha dell’incredibile: creato quasi mille anni fa, nel corso dei secoli ridimensionato e acquistato da privati, ha pian piano abbandonato la sua antica funzione, trasformandosi in una sede produttiva e successivamente inglobato all’interno di un complesso industriale che ne ha completamente negato la presenza architettonica.
Le pareti interne erano state completamente tamponate, impedendo la visione dei manufatti scultorei raffiguranti santi e figure religiose. Straordinariamente l’incuria che l’ha contraddistinta nel corso dei secoli, è stata la cosa che ha preservato intatti la maggior parte degli elementi architettonici e scultorei della chiesa.
Jacopo ha dovuto andare oltre le proprie radici per trovare se stesso.
Questo non vuol dire che non possa tornarci, ogni volta che lo desidera.
Le opere esposte, immerse nella suggestiva atmosfera dell'ex chiesa, fungono da ponte tra le radici antiche dell'edificio e la visione contemporanea dell'artista, creando così un dialogo eloquente e suggestivo.
In seguito inizia un periodo di sperimentazione nei Balcani, principalmente in Albania, dove ha avuto modo di confrontarsi con il mondo dell’arte contemporanea in tutte le sue forme. Dal 2017 è co-fondatore dello studio MAU Architecture, studio di architettura che lavora dal campo del Landscape a quello dell’Interior Design, sia in ambito locale che internazionale.
Nel 2020, inizia a sperimentare con l'arte informale e materica, portando a opere che mescolano diversi elementi e tecniche. Quando il suo ex insegnante di musica gli commissiona un'opera dedicata al padre scomparso, è l’occasione per mettere in pratica le sue sperimentazioni su un soggetto concreto, nasce così "Campo arato al tramonto “ realizzato con stucco, acrilico, terra, tabacco e gommalacca. Inizia quindi a svilupparsi la sua identità pittorica e la sua attuale ricerca.
Il mio incontro con Jacopo avviene verso la fine del 2023. Jacopo si presenta fin da subito come un’artista il cui lavoro transcende confini, spaziando tra arte, design e architettura. La sua dedizione a rigenerare e sublimare la materia emerge vividamente attraverso la sua opera, dove ogni creazione è una riflessione dell'incessante dialogo tra il suo spirito creativo e la natura stessa.
Attraverso la sua arte, ci invita a riflettere sulla connessione intrinseca tra materia e luce. Le sue opere diventano testimoni di un dialogo eterno, una narrazione che si svolge tra le crepe della terra e il raggio di luce che permea l'oscurità. In ogni pennellata e crepa, Berlendis ci offre una visione unica e straordinaria dell'arte come forza trasformativa. Le sue opere sono più di semplici rappresentazioni visive; sono narrazioni complesse che intrecciano elementi materici e concettuali, invitando gli spettatori a esplorare il significato nascosto dietro ogni pennellata.
In " Wandering to nowhere " Berlendis crea un dittico che cattura il senso di smarrimento e la bellezza sottolineata dalla transizione tra il reale e l'astratto. La figura solitaria che vaga attraverso un paesaggio desolato suggerisce un viaggio senza punti di riferimento, enfatizzato dalla linea dell'orizzonte che divide terra e cielo. La luce surreale al tramonto amplifica l'atmosfera, aggiungendo un tocco di mistero ed incertezza al quadro.
In " Where the children played " l'artista attinge alle memorie dell'infanzia, trasformando un luogo familiare in un'opera ricca di significato. Le Colonne d’Ercole diventano metafora di avventure passate, mentre i cocci diventano tesori, simboleggianti della trasformazione del comune in straordinario attraverso la prospettiva infantile.
" Città di terra " è una riflessione sulla relazione tra l'architettura e l'ambiente circostante. Berlendis trasmette la fusione organica di pietra e terra, creando città uniche che emergono dalle stesse sostanze da cui sono costruite. Le immagini monumentali lungo le scogliere evocano una sensazione fiabesca, dove ombre segrete rivelano una storia millenaria di una civiltà fantastica.
" Terre d’altri mondi " è un'ode alla rigenerazione attraverso la natura. La raccolta di radici e rampicanti diventa un dialogo intenso con la terra, trasformando le crepe del terreno in un habitat che accoglie nuove radici. La creazione di vita a partire da elementi naturali inerti diventa una forma di sublimazione, sottraendo l'elemento al destino ineluttabile della disintegrazione.
Con " Red line " l'artista sfida la dualità tra luce e oscurità. La tela, attraversata da una linea ardente, rappresenta una frattura nel buio, sottolineando la tridimensionalità della luce emergente. La creazione di Berlendis diventa una meditazione sulla presenza e assenza di materia, con ogni frattura che diventa una sorgente di luminosità.
" Miraggio nel deserto " si configura come un viaggio attraverso il ciclo delle città di terra, con una particolare ispirazione nella città di terra rossa di Ouarzazate, Marocco. La metamorfosi volumetrica di questo affascinante agglomerato di abitazioni e fortificazioni, adagiato sulla montagna, sembra emergere dalla materia stessa. In una visione onirica, forme arcaiche si fondono e si definiscono, mentre contesto, terreno, montagna, cielo e caldo si fondono senza limiti, creando un'opera che trascende la realtà fisica.
In " Eco dall’orizzonte " Berlendis cattura l'essenza di un tramonto eterno. La superficie materica lavorata con vera terra conferisce una profondità tangibile, quasi percepibile al tatto. Le tonalità calde e vibranti si fondono, raccontando il calore residuo del giorno che si dissolve nell'orizzonte. L'opera diventa un'immersione in un paesaggio astratto, dove l'eco di un tramonto continua a risuonare sulla tela.
Con l’opera " Oltre la superficie " Berlendis esplora il tema dell'architettura e della metamorfosi. L’artista cattura la trasformazione delle città di terra e del tempio di Petra, rivelando la fusione senza limiti tra l'uomo, la terra e la sua storia.
In sintesi, Jacopo Berlendis crea opere d'arte che vanno oltre la superficie visiva, offrendo un viaggio emozionante attraverso la connessione tra materia, memoria e significato. Ogni opera si presenta come una finestra aperta su mondi interiori, incanalando la maestria dell'artista nel tradurre emozioni e concetti complessi in forme visive coinvolgenti.
“ Oltre le Radici “ è il titolo della mostra personale di Jacopo Berlendis presso l’ex Chiesa di Digrignano di Sarnico. La storia di questo antico manufatto ha dell’incredibile: creato quasi mille anni fa, nel corso dei secoli ridimensionato e acquistato da privati, ha pian piano abbandonato la sua antica funzione, trasformandosi in una sede produttiva e successivamente inglobato all’interno di un complesso industriale che ne ha completamente negato la presenza architettonica.
Le pareti interne erano state completamente tamponate, impedendo la visione dei manufatti scultorei raffiguranti santi e figure religiose. Straordinariamente l’incuria che l’ha contraddistinta nel corso dei secoli, è stata la cosa che ha preservato intatti la maggior parte degli elementi architettonici e scultorei della chiesa.
Jacopo ha dovuto andare oltre le proprie radici per trovare se stesso.
Questo non vuol dire che non possa tornarci, ogni volta che lo desidera.
Le opere esposte, immerse nella suggestiva atmosfera dell'ex chiesa, fungono da ponte tra le radici antiche dell'edificio e la visione contemporanea dell'artista, creando così un dialogo eloquente e suggestivo.
04
maggio 2024
Jacopo Berlendis – Oltre le radici
Dal 04 al 17 maggio 2024
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DELLA MADONNA DI NIGRIGNANO
Sarnico, Via Vittorio Veneto, 42, (Bergamo)
Sarnico, Via Vittorio Veneto, 42, (Bergamo)
Orario di apertura
Su appuntamento
Vernissage
4 Maggio 2024, Ore 18
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