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Jacopo Bonfadio: storico e letterato nella Genova del Cinquecento
Mostra documentaria con libri antichi a stampa, manoscritti e documenti della Biblioteca Berio e dell’Archivio di Stato di Genova.
Comunicato stampa
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Jacopo Bonfadio: storico e letterato nella Genova del Cinquecento
Percorso espositivo e apparato descrittivo a cura di Stella Seitun
Nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Assessorato allo Sviluppo dell’Innovazione e dei Saperi del Comune di Genova per il cinquecentenario della nascita di Jacopo Bonfadio (Gazzane ca. 1508 – Genova 1550), la Biblioteca Civica Berio in collaborazione con l’Archivio di Stato di Genova presenta al pubblico una mostra documentaria dedicata a questo insigne letterato della Repubblica.
I documenti ed i libri esposti, provenienti dalla Biblioteca Civica Berio – Sezione di Conservazione e dall’Archivio di Stato di Genova, offrono un duplice spunto di riflessione: da una parte l’uomo, il suo peregrinare tra le corti italiane e le sue vicende umane, dall’altra lo scrittore, il pensatore rinascimentale e lo storiografo della Repubblica di Genova.
Nato all’inizio del Cinquecento a Gazzane, fra Salò e le rive del fiume Clisi, in provincia di Brescia, Jacopo Bonfadio – che Benedetto Croce definì “uno dei più belli scrittori di lettere… che avesse il Cinquecento” – trascorre una vita travagliata e povera. Dopo aver studiato a Padova e aver preso gli ordini minori nella Diocesi di Verona, si trasferisce a Roma, poi a Napoli e di nuovo a Padova, dedicandosi all’insegnamento ed allo studio assiduo delle Lettere sotto la protezione di insigni cardinali. Trascorre molti mesi “quasi errando” per il Regno di Napoli, dove frequenta il circolo riunitosi attorno al teologo e riformatore Juan de Valdés, esule in Italia a seguito delle accuse dell’inquisizione spagnola. Deluso e amareggiato dalla vita di segretario e cortigiano, nel novembre 1544 si trasferisce a Genova, dove trascorre anni sereni come pubblico lettore e annalista della Repubblica. Accusato verosimilmente di sodomia, è arrestato, processato, condannato a morte e decapitato. Il suo cadavere viene bruciato il 19 luglio 1550. Gli atti del processo non saranno mai più ritrovati. Di Bonfadio ci restano poche ma eleganti opere letterarie: poesie, lettere, la traduzione italiana di un’orazione di Cicerone, la Lode della Furfanteria e alcune epigrafi. Qual’è la verità sul caso Bonfadio? Eretico o omosessuale? La Repubblica di Genova prevedeva la medesima pena per i rei di eresia e di sodomia. O qualche potente famiglia genovese, risentita per i giudizi dello storico, ha attuato per via giudiziaria una vendetta privata? Il caso sembra irrisolto.
Percorso espositivo e apparato descrittivo a cura di Stella Seitun
Nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Assessorato allo Sviluppo dell’Innovazione e dei Saperi del Comune di Genova per il cinquecentenario della nascita di Jacopo Bonfadio (Gazzane ca. 1508 – Genova 1550), la Biblioteca Civica Berio in collaborazione con l’Archivio di Stato di Genova presenta al pubblico una mostra documentaria dedicata a questo insigne letterato della Repubblica.
I documenti ed i libri esposti, provenienti dalla Biblioteca Civica Berio – Sezione di Conservazione e dall’Archivio di Stato di Genova, offrono un duplice spunto di riflessione: da una parte l’uomo, il suo peregrinare tra le corti italiane e le sue vicende umane, dall’altra lo scrittore, il pensatore rinascimentale e lo storiografo della Repubblica di Genova.
Nato all’inizio del Cinquecento a Gazzane, fra Salò e le rive del fiume Clisi, in provincia di Brescia, Jacopo Bonfadio – che Benedetto Croce definì “uno dei più belli scrittori di lettere… che avesse il Cinquecento” – trascorre una vita travagliata e povera. Dopo aver studiato a Padova e aver preso gli ordini minori nella Diocesi di Verona, si trasferisce a Roma, poi a Napoli e di nuovo a Padova, dedicandosi all’insegnamento ed allo studio assiduo delle Lettere sotto la protezione di insigni cardinali. Trascorre molti mesi “quasi errando” per il Regno di Napoli, dove frequenta il circolo riunitosi attorno al teologo e riformatore Juan de Valdés, esule in Italia a seguito delle accuse dell’inquisizione spagnola. Deluso e amareggiato dalla vita di segretario e cortigiano, nel novembre 1544 si trasferisce a Genova, dove trascorre anni sereni come pubblico lettore e annalista della Repubblica. Accusato verosimilmente di sodomia, è arrestato, processato, condannato a morte e decapitato. Il suo cadavere viene bruciato il 19 luglio 1550. Gli atti del processo non saranno mai più ritrovati. Di Bonfadio ci restano poche ma eleganti opere letterarie: poesie, lettere, la traduzione italiana di un’orazione di Cicerone, la Lode della Furfanteria e alcune epigrafi. Qual’è la verità sul caso Bonfadio? Eretico o omosessuale? La Repubblica di Genova prevedeva la medesima pena per i rei di eresia e di sodomia. O qualche potente famiglia genovese, risentita per i giudizi dello storico, ha attuato per via giudiziaria una vendetta privata? Il caso sembra irrisolto.
10
giugno 2009
Jacopo Bonfadio: storico e letterato nella Genova del Cinquecento
Dal 10 al 27 giugno 2009
Location
BIBLIOTECA CIVICA BERIO
Genova, Via Seminario, 1, (Genova)
Genova, Via Seminario, 1, (Genova)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 14.30 alle 18 Visite guidate a cura di Stella Seitun: 19 e 26 giugno ore 16.00
Curatore