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Jacopo Finazzi – Drummers
Mostra personale
Comunicato stampa
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Jacopo Finazzi è nato il 28 novembre del 1981 a Trescore Balneario -Bg-
Ha frequentato l'Accademia di Brera dove si è laureato nel marzo 2007 discutendo una tesi su Mimmo Paladino.
Nel 2009 ha conseguito l'abilitazione per l'insegnamento alla classe A021 (discipline pittoriche) presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
Vive e lavora tra Milano e Chiuduno -Bg-.
“Il batterista; egli mi ha ispirato a suonare come nessun altro che abbia mai incontrato"
Chet Baker
Batteristi e pittori, cosa hanno in comune? Sembrerebbe non possano esistere due professioni più lontane e distanti. Pochi colgono, invece, la grande affinità tra le due discipline: in entrambi i casi, la mano dell'artista è mediata da strumenti di legno, bacchette o pennelli che siano, che si scontrano con una superficie tesa e flessibile, armonica, che accoglie il tocco del maestro e ne concretizza l'azione, sia essa visiva o sonora, persistente sulla retina la prima, incisa nella memoria musicale la seconda. Jacopo Finazzi utilizza sia le bacchette, sia i pennelli. Pittore di formazione e batterista per passione, vive il punto d'incontro delle due espressioni, immortalando nei suoi quadri l'azione musicale di percussionisti che hanno segnato la storia recente dello strumento, ritraendo i musicisti che hanno segnato e ispirato la sua esperienza performativa.
C'è Ringo Starr, ritenuto a furor di popolo il peggiore batterista della storia del rock, ma che da solo ha tenuto alta la sezione ritmica dei Beatles; John Bonham rivoluzionario alchimista del drumming nei diavoli angelicati dei Led Zeppelin, riconosciuto come miglior batterista degli anni Settanta; e Dave Grohl, capace di ben due rivoluzioni, prima dietro il drum kit di una band seminale come i Nirvana, poi in prima linea con i Foo Fighters, lasciando le bacchette a Taylor Hawkins; c'è Paul Cook, che probabilmente non sa neanche che esista il pentagramma, anarchico picchiatore di strumenti all'epoca del punk più puro e feroce con i suoi Sex Pistols; Trè Cool, suo erede contemporaneo nel revival americano, che ha reso i Green Day simbolo di una nuova epoca, confusa e allucinata; e Travis Barker, eccessivo e tatuato simbolo di un punk che ormai è diventato innocuo e popolare; c'è Keith Moon, l'intellettuale distruttore, portavoce di una nuova generazione che sperava solo di morire prima di invecchiare; Stewart Copeland, padre del math rock, scientifico sperimentatore del ritmo, eclettico esploratore del tempo; e Stefano Re e Costantino Bertoli, che non hanno lasciato il proprio nome nella storia del rock, ma in quella dell'artista: maestri di vita, guru della musica, gli unici raffigurati dietro il proprio strumento, a sottolineare la dicotomia tra le icone universalmente riconosciute, e il valore emozionale dell'azione dei propri insegnanti.
Una pittura emozionale, che porta sulla superficie della tela la forza emotiva della musica suonata, che si rende sinestetica solo per il valore iconico dei soggetti rappresentati, impossibili da non riconoscere, e inevitabilmente evocatori di celeberrimi capolavori melodici, resi ancora più forti dalle mani di Jacopo Finazzi, pittrici di musica, suonatrici di arte.
Guia Cortassa
Milano 16.10.2009
Ha frequentato l'Accademia di Brera dove si è laureato nel marzo 2007 discutendo una tesi su Mimmo Paladino.
Nel 2009 ha conseguito l'abilitazione per l'insegnamento alla classe A021 (discipline pittoriche) presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
Vive e lavora tra Milano e Chiuduno -Bg-.
“Il batterista; egli mi ha ispirato a suonare come nessun altro che abbia mai incontrato"
Chet Baker
Batteristi e pittori, cosa hanno in comune? Sembrerebbe non possano esistere due professioni più lontane e distanti. Pochi colgono, invece, la grande affinità tra le due discipline: in entrambi i casi, la mano dell'artista è mediata da strumenti di legno, bacchette o pennelli che siano, che si scontrano con una superficie tesa e flessibile, armonica, che accoglie il tocco del maestro e ne concretizza l'azione, sia essa visiva o sonora, persistente sulla retina la prima, incisa nella memoria musicale la seconda. Jacopo Finazzi utilizza sia le bacchette, sia i pennelli. Pittore di formazione e batterista per passione, vive il punto d'incontro delle due espressioni, immortalando nei suoi quadri l'azione musicale di percussionisti che hanno segnato la storia recente dello strumento, ritraendo i musicisti che hanno segnato e ispirato la sua esperienza performativa.
C'è Ringo Starr, ritenuto a furor di popolo il peggiore batterista della storia del rock, ma che da solo ha tenuto alta la sezione ritmica dei Beatles; John Bonham rivoluzionario alchimista del drumming nei diavoli angelicati dei Led Zeppelin, riconosciuto come miglior batterista degli anni Settanta; e Dave Grohl, capace di ben due rivoluzioni, prima dietro il drum kit di una band seminale come i Nirvana, poi in prima linea con i Foo Fighters, lasciando le bacchette a Taylor Hawkins; c'è Paul Cook, che probabilmente non sa neanche che esista il pentagramma, anarchico picchiatore di strumenti all'epoca del punk più puro e feroce con i suoi Sex Pistols; Trè Cool, suo erede contemporaneo nel revival americano, che ha reso i Green Day simbolo di una nuova epoca, confusa e allucinata; e Travis Barker, eccessivo e tatuato simbolo di un punk che ormai è diventato innocuo e popolare; c'è Keith Moon, l'intellettuale distruttore, portavoce di una nuova generazione che sperava solo di morire prima di invecchiare; Stewart Copeland, padre del math rock, scientifico sperimentatore del ritmo, eclettico esploratore del tempo; e Stefano Re e Costantino Bertoli, che non hanno lasciato il proprio nome nella storia del rock, ma in quella dell'artista: maestri di vita, guru della musica, gli unici raffigurati dietro il proprio strumento, a sottolineare la dicotomia tra le icone universalmente riconosciute, e il valore emozionale dell'azione dei propri insegnanti.
Una pittura emozionale, che porta sulla superficie della tela la forza emotiva della musica suonata, che si rende sinestetica solo per il valore iconico dei soggetti rappresentati, impossibili da non riconoscere, e inevitabilmente evocatori di celeberrimi capolavori melodici, resi ancora più forti dalle mani di Jacopo Finazzi, pittrici di musica, suonatrici di arte.
Guia Cortassa
Milano 16.10.2009
06
novembre 2009
Jacopo Finazzi – Drummers
Dal 06 novembre al 03 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA CENTRO CULTURA
Nembro, Piazza Italia, (Bergamo)
Nembro, Piazza Italia, (Bergamo)
Vernissage
6 Novembre 2009, ore 20.30
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