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Jacopo Mandich – Cosmogonie
La Galleria Varsi presenta Cosmogonie, mostra personale di Jacopo Mandich, aprendo lo spazio a un’invasione dalle tonalità imponenti e fantastiche, un percorso espositivo determinato da dimensioni compiute e dimensioni in corso d’opera.
Comunicato stampa
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Cosmogonie. Jacopo Mandich
Curata da Marta Gargiulo
La Galleria Varsi presenta Cosmogonie, mostra personale di Jacopo Mandich, aprendo lo spazio a un’invasione dalle tonalità imponenti e fantastiche, un percorso espositivo determinato da dimensioni compiute e dimensioni in corso d’opera.
La contaminazione di materiali e le diverse modalità di lavorazione impiegate, nella realizzazione di ogni singola scultura, sono tra gli aspetti principali che nascono dalla necessità primigenia dell’artista di trasformare la materia. Questo processo mette in essere un mutamento, un complesso percorso di alterazioni e metamorfosi, che parte dalla mente e attraverso la tecnica viene trascritto sulla materia.
Le sculture che connotano la ricerca stilistica di Jacopo Mandich, sono il risultato di uno studio che acquisisce profondità in un costante rimando alla rottura della geometria e della legge fisica, uno squilibrio che si sintetizza in una controversa armonia. Le opere provocano nell'osservatore suggestioni antagoniste, evocate dai materiali impiegati: il legno come allusione alla sfera dell’emotività, della carnalità, della corporalità; la pietra come evocazione della terra; il ferro come rappresentazione tanto della razionalità quanto della follia, ambedue effetto di una lunga e ragionata costruzione, che la lavorazione del ferro di per sé impone, emblema l’esercizio della mente che lega tra loro emozione e materia.
Cosmogonie introduce una nuova ricerca dell’artista, incentrata sul ferro come materia da plasmare per riuscire a realizzare una metropoli, costituita da molteplici scenari, divisa tra operosità e degrado. Gli abitanti, i Sopravviventi, sopraggiungono da altre realtà, ognuno con un suo ruolo e un singolare carattere sociale. Individui dalle pronunciate doti meccaniche, sono da un lato alle prese con una vera e propria riqualificazione urbana, dall’altro, negli angoli nascosti e nei luoghi in penombra, nutrono il loro lato oscuro, alimentando disagio e desolazione. Questo lavoro realizzato interamente in ferro darà al fruitore la possibilità di entrare nel vivo di sorprendenti immaginari, attraverso un percorso interattivo, che definisce le azioni all’interno di una quotidianità influenzata dalla personalità dei differenti individui che la popolano.
Marta Gargiulo
Biografia
Jacopo Mandich nasce a Roma il 30 Marzo 1979. Nel 2005 si laurea in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, presentando una tesi su arte, riciclaggio e magia. Nello stesso anno vince il concorso Edgardo Manucci e nel 2006 espone al museo Manucci con una personale che deciderà di portare anche Milano negli spazi del Rotary Club. La ricerca stilistica, in continua evoluzione, è incentrata su una scelta di materiali, che verte principalmente sul ferro, legno e pietra. La sperimentazione di Jacopo Mandich è una continua sfida, basata sul desiderio di plasmare materiali difficili in direzione di un contenuto emotivo e sensoriale. Espone in mostre personali e collettive a Parigi, Londra e in diverse città italiane, a Roma è presente in spazi istituzionali come l’Auditorium Parco della Musica e Il Museo dei Fori Imperiali ( a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Nel 2012 realizza due installazioni permanenti per il lungomare di Ostia con le opere “L’isola dell’Io” e “Radice di Onda”. La sua produzione, ad oggi, è determinata da un moto gentile quanto grottesco, che caratterizza anche l'ultimissima esperienza percettiva intorno alla metropoli, definita da una profonda e continuativa interazione con il pubblico
Curata da Marta Gargiulo
La Galleria Varsi presenta Cosmogonie, mostra personale di Jacopo Mandich, aprendo lo spazio a un’invasione dalle tonalità imponenti e fantastiche, un percorso espositivo determinato da dimensioni compiute e dimensioni in corso d’opera.
La contaminazione di materiali e le diverse modalità di lavorazione impiegate, nella realizzazione di ogni singola scultura, sono tra gli aspetti principali che nascono dalla necessità primigenia dell’artista di trasformare la materia. Questo processo mette in essere un mutamento, un complesso percorso di alterazioni e metamorfosi, che parte dalla mente e attraverso la tecnica viene trascritto sulla materia.
Le sculture che connotano la ricerca stilistica di Jacopo Mandich, sono il risultato di uno studio che acquisisce profondità in un costante rimando alla rottura della geometria e della legge fisica, uno squilibrio che si sintetizza in una controversa armonia. Le opere provocano nell'osservatore suggestioni antagoniste, evocate dai materiali impiegati: il legno come allusione alla sfera dell’emotività, della carnalità, della corporalità; la pietra come evocazione della terra; il ferro come rappresentazione tanto della razionalità quanto della follia, ambedue effetto di una lunga e ragionata costruzione, che la lavorazione del ferro di per sé impone, emblema l’esercizio della mente che lega tra loro emozione e materia.
Cosmogonie introduce una nuova ricerca dell’artista, incentrata sul ferro come materia da plasmare per riuscire a realizzare una metropoli, costituita da molteplici scenari, divisa tra operosità e degrado. Gli abitanti, i Sopravviventi, sopraggiungono da altre realtà, ognuno con un suo ruolo e un singolare carattere sociale. Individui dalle pronunciate doti meccaniche, sono da un lato alle prese con una vera e propria riqualificazione urbana, dall’altro, negli angoli nascosti e nei luoghi in penombra, nutrono il loro lato oscuro, alimentando disagio e desolazione. Questo lavoro realizzato interamente in ferro darà al fruitore la possibilità di entrare nel vivo di sorprendenti immaginari, attraverso un percorso interattivo, che definisce le azioni all’interno di una quotidianità influenzata dalla personalità dei differenti individui che la popolano.
Marta Gargiulo
Biografia
Jacopo Mandich nasce a Roma il 30 Marzo 1979. Nel 2005 si laurea in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, presentando una tesi su arte, riciclaggio e magia. Nello stesso anno vince il concorso Edgardo Manucci e nel 2006 espone al museo Manucci con una personale che deciderà di portare anche Milano negli spazi del Rotary Club. La ricerca stilistica, in continua evoluzione, è incentrata su una scelta di materiali, che verte principalmente sul ferro, legno e pietra. La sperimentazione di Jacopo Mandich è una continua sfida, basata sul desiderio di plasmare materiali difficili in direzione di un contenuto emotivo e sensoriale. Espone in mostre personali e collettive a Parigi, Londra e in diverse città italiane, a Roma è presente in spazi istituzionali come l’Auditorium Parco della Musica e Il Museo dei Fori Imperiali ( a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Nel 2012 realizza due installazioni permanenti per il lungomare di Ostia con le opere “L’isola dell’Io” e “Radice di Onda”. La sua produzione, ad oggi, è determinata da un moto gentile quanto grottesco, che caratterizza anche l'ultimissima esperienza percettiva intorno alla metropoli, definita da una profonda e continuativa interazione con il pubblico
22
febbraio 2014
Jacopo Mandich – Cosmogonie
Dal 22 febbraio al 20 marzo 2014
arte contemporanea
presentazione
serata - evento
presentazione
serata - evento
Location
GALLERIA VARSI
Roma, Via Di Grotta Pinta, 38, (Roma)
Roma, Via Di Grotta Pinta, 38, (Roma)
Orario di apertura
Da martedì a sabato ore 12-20
Domenica ore 15-20.30
Lunedì chiuso.
Vernissage
22 Febbraio 2014, dalle 18.00 alle 22.30.
Autore
Curatore