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Jacopo Mandich – Resilienze Avverse
Lo scultore cerca di creare un ponte tra l’opera d arte ed il fruitore, un interazione per esplicare una nuova conoscenza e coscienza verso noi stessi e quindi verso gli altri ed il circostante. Lavorare sul corpo per quietare la mente entrando in contatto con l’inconscio per arrivare allo spirito.
Comunicato stampa
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RESILIENZE AVVERSE
“La resilienza, non è una condizione ma un processo. La si costruisce lottando”
George Vaillant
Partendo da questa frase Di Vaillant possiamo esplicare la lotta che intercorre nelle opere dello sculture Jacopo Mandich . Tale conflitto si esplica nella sua scultura nell'utilizzo di due materiali ben distinti, il ferro ed il legno , nel punto del loro incontro si snoda il concetto di resilienza . Il concetto di resilienza assume diverse connotazioni in relazione al contesto in cui viene utilizzato; riferito alla materia ( corpo), essa viene descritta come la capacità di resistenza alla rottura per sollecitazione dinamica, la possibilità di assorbire energia di deformazione in maniera elastica nonché l' attitudine a riprendere la forma originaria dopo una deformazione. In biologia ( mente ) essa è la caratteristica di un elemento vivente di autoripararsi dopo un danno,in psicologia (spirito) essa diventa la qualità di reagire di fronte a traumi e difficoltà. L indagine dello sculture Jacopo Mandich, parte da questo presupposto e concetto, ponendolo in relazione al divenire, alla mutevolezza della società liquida; gli individui all'interno della società sono immersi in uno stato di cambiamento frenetico e costante, da cui emerge il concetto di avversa, come supposizione critica ad un cambiamento che non si fa mai reale uno stato di elasticità perenne in cui gli elementi perdono la propria connotazione ma non trascendono mai la propria condizione; la resilienza rende quindi incapaci di portare un effettivo cambiamento e di accettare il medesimo. La
ricerca si snoda attraverso diversi linguaggi per affrontare diversi aspetti che fanno parte dell'uomo,(corpo -mente- spirito), nel tentativo di interrompere la resilienza dell osservatore nell' assorbire un concetto e nel vivere un esperienza emozionale. Sul frontone del tempio di Delfi, uno dei templi più sacri dell’antica Grecia era scritto: “Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei”.
Questa frase sintetizza, nella migliore tradizione ermetica, la più alta conoscenza; in sostanza asserisce che per comprendere l’esistenza nella sua globalità dobbiamo prima di tutto conoscere noi stessi. L’uomo racchiude in se tutti gli elementi visibili e invisibili dell’universo, è composto dagli stessi elementi materiali ed è animato dalle stesse energie sottili. Secondo le scuole esoteriche e la tradizione spirituale che i mistici di ogni religione ci hanno lasciato in eredità, gli esseri viventi posseggono diversi corpi ognuno dei quali ha caratteristiche e frequenze vibratorie proprie. L'uomo quindi si pone come un alchimista o un chimico, trovare quella reazione che avviene sugli elementi solo se miscelati e sollecitati in un determinato modo ed in determinate condizioni.
L'artista stesso dichiara :”Il mio lavoro parla del tempo attraverso il tempo , un insieme di istanti evocano una temporalità oggi in estinzione, sostituita da un ritmo frenetico alienante, e non è per banale opposizione alla modernità alla contemporaneità che nel suo insieme offre moltissime possibilità evolutive all' uomo, ma per non dimenticare di star partecipando ad un gioco le cui regole sono relative ed inventate nella loro radice più profonda”.
Diversi Milenni prima , Eraclito veicolò lo stesso concetto esoterico esprimendolo in questo assunto”Comune è il principio e la fine di un cerchio”. Punti di vista diventano mobili mutevoli immersi nel divenire, nel caos della reificazione del mondo le parole diventano come chiodi su un muro per appendere concetti.
Il lavoro dello scultore cerca l osservatore, cerca una fruizione diretta, che coinvolga trascendendo la materia stimolando uno sguardo aptico. La percezione aptica deriva dalla combinazione tra la percezione tattile data dagli oggetti sulla superficie della pelle (viene letta la conformazione e la rugosità degli oggetti). Essa espone anche il concetto di sensibilità dell'individuo verso il mondo adiacente al suo corpo.
Durante questo processo l'uomo si pone molte domande relative ai pensieri che riesce a produrre. Molto spesso le risposte sono dettate dal proprio istinto in base alla crescita intellettiva ed alla conoscenza delle cose del suo tempo, altre invece sono dettate dalla propria razionalità.
L artista tralascia le regole imposte dai linguaggi preconfezionati traducendo un punto di vista personale che abbraccia la visione universale, cerca di togliere abilmente il velo dagli occhi donando le chiavi per la comprensione di istanze che vanno oltre la realtà apparente ed il mentale.
La Visione Transpersonale ci parla quindi di un modo di stare nel mondo e fare le cose che va oltre le apparenze e che, in quanto tale, appartiene al viaggio eroico di chiunque si riconosce nell'umile tentativo di liberarsi dalla propria storia personale e abbeverarsi alla sorgente dell'essere (che alcuni chiamano Dio, altri Sé, altri Cuore).
I primi strati di queste materie sottili, definite come "etere"costituiscono una specie di matrice energetica che mantiene la forma e la vita al corpo fisico stesso. Lo scultore Jacopo Mandich sviluppa in una sua istallazione dal titolo “Hug”,che sarà di apertura alla mostra ,la concezione dell'albero ,un albero simbolico che tolto dal proprio ambiente naturale e contestualizzato in un ambiente che non gli appartiene per natura (spazio come galleria) ,ma che gli appartiene come rapporto con l'uomo e simbologia dell'uomo stesso che ha perso le proprie radici quindi il suo passato e non le ha integrate per comprendere il suo sviluppo futuro, che ha perso i suoi stessi rami che gli permettevano di arrivare sino al cielo; Rimane in questo tronco solitario decontestualizzato,l' impronta del corpo di essere umano, quasi a puntualizzare il suo passaggio nella natura ed il suo sentire all'interno di essa. Lo scultore cerca di creare un ponte tra l'opera d arte ed il fruitore un interazione per esplicare una nuova conoscenza e coscienza verso noi stessi e quindi verso gli altri
ed il circostante. Lavorare sul corpo per quietare la mente entrando in contatto con l'inconscio per arrivare allo spirito.Nelle opere l'utilizzo stesso di due materiali Legno e Ferro espone il concetto di dualità; forza e duttibilità , oltre che il concetto di lotta. Tale dualità si esplica in questi due archetipi (Animus e Anima) dandoci una visione di quanto la psiche possa essere duale. Ogni archetipo, contiene un aspetto della vita e il suo opposto, lasciando intendere che entrambi hanno un loro valore. Ogni essere umano esprime un’energia dominante, ma contiene, in secondo piano, anche quella opposta. Ecco perchè la psiche, quindi andrebbe vista come una combinazione di principi maschili e femminili.
“...Resiliente l orizzonte, avversa la prospettiva..” Jacopo Mandich
“La resilienza, non è una condizione ma un processo. La si costruisce lottando”
George Vaillant
Partendo da questa frase Di Vaillant possiamo esplicare la lotta che intercorre nelle opere dello sculture Jacopo Mandich . Tale conflitto si esplica nella sua scultura nell'utilizzo di due materiali ben distinti, il ferro ed il legno , nel punto del loro incontro si snoda il concetto di resilienza . Il concetto di resilienza assume diverse connotazioni in relazione al contesto in cui viene utilizzato; riferito alla materia ( corpo), essa viene descritta come la capacità di resistenza alla rottura per sollecitazione dinamica, la possibilità di assorbire energia di deformazione in maniera elastica nonché l' attitudine a riprendere la forma originaria dopo una deformazione. In biologia ( mente ) essa è la caratteristica di un elemento vivente di autoripararsi dopo un danno,in psicologia (spirito) essa diventa la qualità di reagire di fronte a traumi e difficoltà. L indagine dello sculture Jacopo Mandich, parte da questo presupposto e concetto, ponendolo in relazione al divenire, alla mutevolezza della società liquida; gli individui all'interno della società sono immersi in uno stato di cambiamento frenetico e costante, da cui emerge il concetto di avversa, come supposizione critica ad un cambiamento che non si fa mai reale uno stato di elasticità perenne in cui gli elementi perdono la propria connotazione ma non trascendono mai la propria condizione; la resilienza rende quindi incapaci di portare un effettivo cambiamento e di accettare il medesimo. La
ricerca si snoda attraverso diversi linguaggi per affrontare diversi aspetti che fanno parte dell'uomo,(corpo -mente- spirito), nel tentativo di interrompere la resilienza dell osservatore nell' assorbire un concetto e nel vivere un esperienza emozionale. Sul frontone del tempio di Delfi, uno dei templi più sacri dell’antica Grecia era scritto: “Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei”.
Questa frase sintetizza, nella migliore tradizione ermetica, la più alta conoscenza; in sostanza asserisce che per comprendere l’esistenza nella sua globalità dobbiamo prima di tutto conoscere noi stessi. L’uomo racchiude in se tutti gli elementi visibili e invisibili dell’universo, è composto dagli stessi elementi materiali ed è animato dalle stesse energie sottili. Secondo le scuole esoteriche e la tradizione spirituale che i mistici di ogni religione ci hanno lasciato in eredità, gli esseri viventi posseggono diversi corpi ognuno dei quali ha caratteristiche e frequenze vibratorie proprie. L'uomo quindi si pone come un alchimista o un chimico, trovare quella reazione che avviene sugli elementi solo se miscelati e sollecitati in un determinato modo ed in determinate condizioni.
L'artista stesso dichiara :”Il mio lavoro parla del tempo attraverso il tempo , un insieme di istanti evocano una temporalità oggi in estinzione, sostituita da un ritmo frenetico alienante, e non è per banale opposizione alla modernità alla contemporaneità che nel suo insieme offre moltissime possibilità evolutive all' uomo, ma per non dimenticare di star partecipando ad un gioco le cui regole sono relative ed inventate nella loro radice più profonda”.
Diversi Milenni prima , Eraclito veicolò lo stesso concetto esoterico esprimendolo in questo assunto”Comune è il principio e la fine di un cerchio”. Punti di vista diventano mobili mutevoli immersi nel divenire, nel caos della reificazione del mondo le parole diventano come chiodi su un muro per appendere concetti.
Il lavoro dello scultore cerca l osservatore, cerca una fruizione diretta, che coinvolga trascendendo la materia stimolando uno sguardo aptico. La percezione aptica deriva dalla combinazione tra la percezione tattile data dagli oggetti sulla superficie della pelle (viene letta la conformazione e la rugosità degli oggetti). Essa espone anche il concetto di sensibilità dell'individuo verso il mondo adiacente al suo corpo.
Durante questo processo l'uomo si pone molte domande relative ai pensieri che riesce a produrre. Molto spesso le risposte sono dettate dal proprio istinto in base alla crescita intellettiva ed alla conoscenza delle cose del suo tempo, altre invece sono dettate dalla propria razionalità.
L artista tralascia le regole imposte dai linguaggi preconfezionati traducendo un punto di vista personale che abbraccia la visione universale, cerca di togliere abilmente il velo dagli occhi donando le chiavi per la comprensione di istanze che vanno oltre la realtà apparente ed il mentale.
La Visione Transpersonale ci parla quindi di un modo di stare nel mondo e fare le cose che va oltre le apparenze e che, in quanto tale, appartiene al viaggio eroico di chiunque si riconosce nell'umile tentativo di liberarsi dalla propria storia personale e abbeverarsi alla sorgente dell'essere (che alcuni chiamano Dio, altri Sé, altri Cuore).
I primi strati di queste materie sottili, definite come "etere"costituiscono una specie di matrice energetica che mantiene la forma e la vita al corpo fisico stesso. Lo scultore Jacopo Mandich sviluppa in una sua istallazione dal titolo “Hug”,che sarà di apertura alla mostra ,la concezione dell'albero ,un albero simbolico che tolto dal proprio ambiente naturale e contestualizzato in un ambiente che non gli appartiene per natura (spazio come galleria) ,ma che gli appartiene come rapporto con l'uomo e simbologia dell'uomo stesso che ha perso le proprie radici quindi il suo passato e non le ha integrate per comprendere il suo sviluppo futuro, che ha perso i suoi stessi rami che gli permettevano di arrivare sino al cielo; Rimane in questo tronco solitario decontestualizzato,l' impronta del corpo di essere umano, quasi a puntualizzare il suo passaggio nella natura ed il suo sentire all'interno di essa. Lo scultore cerca di creare un ponte tra l'opera d arte ed il fruitore un interazione per esplicare una nuova conoscenza e coscienza verso noi stessi e quindi verso gli altri
ed il circostante. Lavorare sul corpo per quietare la mente entrando in contatto con l'inconscio per arrivare allo spirito.Nelle opere l'utilizzo stesso di due materiali Legno e Ferro espone il concetto di dualità; forza e duttibilità , oltre che il concetto di lotta. Tale dualità si esplica in questi due archetipi (Animus e Anima) dandoci una visione di quanto la psiche possa essere duale. Ogni archetipo, contiene un aspetto della vita e il suo opposto, lasciando intendere che entrambi hanno un loro valore. Ogni essere umano esprime un’energia dominante, ma contiene, in secondo piano, anche quella opposta. Ecco perchè la psiche, quindi andrebbe vista come una combinazione di principi maschili e femminili.
“...Resiliente l orizzonte, avversa la prospettiva..” Jacopo Mandich
15
dicembre 2018
Jacopo Mandich – Resilienze Avverse
Dal 15 dicembre 2018 al 05 gennaio 2019
arte contemporanea
Location
ONART GALLERY
Firenze, Via Della Pergola, 61/R, (Firenze)
Firenze, Via Della Pergola, 61/R, (Firenze)
Orario di apertura
da Martedì a Domenica ore 15-19
Vernissage
15 Dicembre 2018, ore 18.00
Autore
Curatore