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Jacopo Rinaldi – Iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato
Prima mostra personale di Jacopo Rinaldi (Roma 1988), nella quale l’artista presenta un ciclo di opere inedite, pensate appositamente per lo spazio espositivo, e che partono dallo studio dell’artista attorno alla figura di Gaetano Bresci e il suo rapporto con la fotografia.
Comunicato stampa
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BRACE BRACE ospita la prima personale di Jacopo Rinaldi (Roma 1988).
iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato presenta un ciclo di opere inedite che partono dallo studio dell’artista attorno alla figura di Gaetano Bresci (l’anarchico che uccise re Umberto I).
Il lavoro di Jacopo Rinaldi nasce da un’analisi storica che, per alcuni aspetti metodologici, si avvicina alla freddezza degli studi forensi e costituisce la prima tappa di una ricerca più ampia.
L’artista si relaziona alla figura di Bresci con uno sguardo laterale e rigoroso, facendone affiorare un aspetto inedito, fulcro dell’intera ricerca: l’interesse dell’anarchico regicida per la fotografia.
iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato prende le mosse da un dialogo diretto con alcuni elementi pre-esistenti nello spazio, evidenziando la sua doppia natura di studio e spazio espositivo.
Le opere inedite pensate dall’artista nascono dalla lavorazione di alcune delle fotografie scattate da Gaetano Bresci, rielaborate digitalmente e installate sulle pareti dello spazio come “un reticolo di sottili filamenti di carta adesiva argentata, specchiante, che aderisce al muro come una pelle, scompone e ricompone la visione di figure ormai evanescenti”.
Sulle fotografie originali di Bresci sono ancora evidenti le sue impronte digitali, impresse per errore durante il processo di sviluppo. A partire da questo dettaglio accidentale Jacopo Rinaldi ha sviluppato una serie di incisioni su carta, nelle quali l’impronta digitale diviene l’oggetto principale dello studio ma, allo stesso tempo, un particolare intimo, che si presta ad una doppia lettura: “metaforicamente, come allusione alle tesi sulla natura indicale della fotografia; letteralmente, come traccia fisica del corpo dell’anarchico in quanto soggetto criminale”. La presenza sottile di una prima edizione di Gli Anarchici di Cesare Lombroso, incastonata all’interno di una parete dello spazio espositivo, funge da chiave di lettura per l’intera mostra, sottolineando ancora una volta l’interesse dell’artista per una riflessione a proposito del corpo criminale dell’anarchico, declinata nella figura di Gaetano Bresci.
Ad affiancare il progetto di mostra, è presentata una pubblicazione prodotta da BRACE BRACE, nella quale sono pubblicate, per la prima volta, le foto originali di Gaetano Bresci, insieme ai testi di di Ivan Carozzi, Marta Federici e ad un intervento dell’artista Alessandro di Pietro.
iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato presenta un ciclo di opere inedite che partono dallo studio dell’artista attorno alla figura di Gaetano Bresci (l’anarchico che uccise re Umberto I).
Il lavoro di Jacopo Rinaldi nasce da un’analisi storica che, per alcuni aspetti metodologici, si avvicina alla freddezza degli studi forensi e costituisce la prima tappa di una ricerca più ampia.
L’artista si relaziona alla figura di Bresci con uno sguardo laterale e rigoroso, facendone affiorare un aspetto inedito, fulcro dell’intera ricerca: l’interesse dell’anarchico regicida per la fotografia.
iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato prende le mosse da un dialogo diretto con alcuni elementi pre-esistenti nello spazio, evidenziando la sua doppia natura di studio e spazio espositivo.
Le opere inedite pensate dall’artista nascono dalla lavorazione di alcune delle fotografie scattate da Gaetano Bresci, rielaborate digitalmente e installate sulle pareti dello spazio come “un reticolo di sottili filamenti di carta adesiva argentata, specchiante, che aderisce al muro come una pelle, scompone e ricompone la visione di figure ormai evanescenti”.
Sulle fotografie originali di Bresci sono ancora evidenti le sue impronte digitali, impresse per errore durante il processo di sviluppo. A partire da questo dettaglio accidentale Jacopo Rinaldi ha sviluppato una serie di incisioni su carta, nelle quali l’impronta digitale diviene l’oggetto principale dello studio ma, allo stesso tempo, un particolare intimo, che si presta ad una doppia lettura: “metaforicamente, come allusione alle tesi sulla natura indicale della fotografia; letteralmente, come traccia fisica del corpo dell’anarchico in quanto soggetto criminale”. La presenza sottile di una prima edizione di Gli Anarchici di Cesare Lombroso, incastonata all’interno di una parete dello spazio espositivo, funge da chiave di lettura per l’intera mostra, sottolineando ancora una volta l’interesse dell’artista per una riflessione a proposito del corpo criminale dell’anarchico, declinata nella figura di Gaetano Bresci.
Ad affiancare il progetto di mostra, è presentata una pubblicazione prodotta da BRACE BRACE, nella quale sono pubblicate, per la prima volta, le foto originali di Gaetano Bresci, insieme ai testi di di Ivan Carozzi, Marta Federici e ad un intervento dell’artista Alessandro di Pietro.
10
settembre 2020
Jacopo Rinaldi – Iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato
Dal 10 al 25 settembre 2020
arte contemporanea
Location
BRACE BRACE
Milano, via Termopili , 36, (Milano)
Milano, via Termopili , 36, (Milano)
Orario di apertura
Su appuntamento al numero +39 3482957934
per mail a hey@bracebrace.space
Vernissage
10 Settembre 2020, h.19
Eventuali ingressi contingentati su prenotazione
Sito web
Autore
Autore testo critico
Progetto grafico
Sponsor