Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
James Beckett – Bagnoli (and Italsider as extract-arrangement)
Per la T293, l’artista sudafricano James Beckett ha ideato una mostra che prende in considerazione specificatamente il patrimonio industriale della città partenopea.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Per la T293, l’artista sudafricano James Beckett ha ideato una mostra che prende in considerazione specificatamente il patrimonio industriale della città partenopea.
Con un approccio multidisciplinare, l'artista mette in campo contemporaneamente le qualità di tecnico, storico e archivista. Al tempo stesso egli è una sorta di racconta storie, che mette in condivisione ciò che ha approfondito ed analizzato, presentando allo spettatore una serie di livelli di riflessione. In questa sua proposta, l’approfondimento di circostanze semplici o complesse diviene un presupposto fondamentale. Una storia non viene solo raccontata, ma, approfondita, viene ricostruito anche il suo passato.
Nell’ambito di una sua indagine ancora in corso su una serie di vicende industriali, il quartiere napoletano di Bagnoli diventa oggetto d’interesse, ed il corpo di opere che ne deriva risulta essere ispirato al contesto legato al bacino occidentale della città.
All’inizio del XIX secolo, prima dello sviluppo della regione, ci fu una lunga controversia sulla natura e sulla direzione da prendere per un possibile progresso. C’erano persone che sostenevano uno sfruttamento della naturale bellezza della baia in quanto luogo turistico, e altri che proponevano attività legate all’agricoltura o al commercio. Alla fine, fu Francesco Saverio Nitti a stabilire un piano che mirava ad attrarre l’interesse e i finanziamenti dal nord, accompagnati da investimenti della classe media al fine di garantire una costante industrializzazione del bacino. Ciò è divenuto poi manifesto nella realizzazione della struttura architettonica e degli impianti per la produzione e per la lavorazione dell’acciaio dell’azienda ILVA; di qui la nascita di una fiorente industria che ha dato lavoro a migliaia di operai locali e pendolari. L'azienda, in seguito denominata Italsider, è stata, in quanto creatrice di lavoro, il sostentamento di una comunità e un importante pilastro per il passaggio dell’area da borgo rurale in potenza economica.
Beckett prende Bagnoli come un insieme di eventi e di parti, una sorta di kit districato da ri-organizzare e mettere insieme in modo da tirare fuori un nuovo significato. Ogni pezzo d’informazione è tenuto nella sua integrità e distinto per essere meglio compatibile, ogni oggetto è prezioso per porre l'accento su ciò che può apparire marginale. Attraverso un’installazione di dipinti, sculture, ricami e vari oggetti ritrovati, viene ricostituito una sorta di sistema a metà tra un centro per la comunicazione dell’Ilva / Italsider, ed una mostra di artigianato di presunti dipendenti. Con tale approccio, la mostra vuole essere una lente, sia per esaminare, che per dare una nuova luce ad un argomento, e al tempo stesso per mettere in pratica un linguaggio visivo semplicemente come un atto in sé.
Questa semplicità trasmette ai lavori concentrazione e purezza. Più di una rigenerazione storica del soggetto, Beckett, offre una prospettiva personale, un approccio umano. In maniera astratta, osserviamo ciò che sta dietro la fiorente superficie dell’industrializzazione, attraverso lo sguardo dei suoi protagonisti ufficiali e non. La disposizione delle parti sembra pulita, ordinata, inoffensiva, - proprio nella maniera in cui sarebbe stata presentata dai capi dell’azienda. L'artista ci consente l'accesso alle storie che stanno dietro quelle facciate; storie che, una volta messe insieme diventano, o forse sono sempre state, la vera storia dell’industrializzazione. Egli ci induce a contemplare le tecnologie e i loro impianti e ad esaminare l’ordinario in stretta prossimità, al fine di fornire una prospettiva differente ai sistemi moderni e all'ordine del nostro tempo.
Beckett si occupa di una vasta gamma di argomenti, intervenendo su uno livello superficiale mediante l’utilizzo di vari mezzi. Diversi settori specifici della rivoluzione industriale, quali la fondazione della società chimica BASF, la nascita e la fine di Dalmine, produttore italiano di tubi di acciaio, sono stati affrontati da lui con entusiasmo per essere interpretati e rappresentati. Oltre ad essere un membro del collettivo olandese di musicisti; N-collettiva, Beckett, ha registrato il suo tartan personale, il cui pattern si basa su esperimenti digestivi: 'Beckett-Beaumont' (# 7039).
Tra le sue mostre recenti:‘Limburgerhof (the agricultural extract-arrangements)’ Wilfried Lentz, Rotterdam; ‘Dalmine (and other industry extract-arrangements)’ Luettgenmeijer, Berlin; Young Artists' Biennal, Fundatia Culturala Meta, Bucharest; ‘For the First and the Second Time’, CAC Vilnius; 'Living Registration', T293 Naples; 'Living Registration’, Buerofriedrich Berlin; ‘Between Thought and Sound’, The Kitchen New York; ‘Museum of Noise', Koelnischer Kunstverein, Cologne;
La sua produzione degli ultimi dieci anni è raccolta in una pubblicazione edita da Kehrer Verlag, Heidelberg, ISBN 978-3-86828-031-9
Si ringraziano la Bagnolifutura s.p.a. e il Circolo Ilva Bagnoli
Con un approccio multidisciplinare, l'artista mette in campo contemporaneamente le qualità di tecnico, storico e archivista. Al tempo stesso egli è una sorta di racconta storie, che mette in condivisione ciò che ha approfondito ed analizzato, presentando allo spettatore una serie di livelli di riflessione. In questa sua proposta, l’approfondimento di circostanze semplici o complesse diviene un presupposto fondamentale. Una storia non viene solo raccontata, ma, approfondita, viene ricostruito anche il suo passato.
Nell’ambito di una sua indagine ancora in corso su una serie di vicende industriali, il quartiere napoletano di Bagnoli diventa oggetto d’interesse, ed il corpo di opere che ne deriva risulta essere ispirato al contesto legato al bacino occidentale della città.
All’inizio del XIX secolo, prima dello sviluppo della regione, ci fu una lunga controversia sulla natura e sulla direzione da prendere per un possibile progresso. C’erano persone che sostenevano uno sfruttamento della naturale bellezza della baia in quanto luogo turistico, e altri che proponevano attività legate all’agricoltura o al commercio. Alla fine, fu Francesco Saverio Nitti a stabilire un piano che mirava ad attrarre l’interesse e i finanziamenti dal nord, accompagnati da investimenti della classe media al fine di garantire una costante industrializzazione del bacino. Ciò è divenuto poi manifesto nella realizzazione della struttura architettonica e degli impianti per la produzione e per la lavorazione dell’acciaio dell’azienda ILVA; di qui la nascita di una fiorente industria che ha dato lavoro a migliaia di operai locali e pendolari. L'azienda, in seguito denominata Italsider, è stata, in quanto creatrice di lavoro, il sostentamento di una comunità e un importante pilastro per il passaggio dell’area da borgo rurale in potenza economica.
Beckett prende Bagnoli come un insieme di eventi e di parti, una sorta di kit districato da ri-organizzare e mettere insieme in modo da tirare fuori un nuovo significato. Ogni pezzo d’informazione è tenuto nella sua integrità e distinto per essere meglio compatibile, ogni oggetto è prezioso per porre l'accento su ciò che può apparire marginale. Attraverso un’installazione di dipinti, sculture, ricami e vari oggetti ritrovati, viene ricostituito una sorta di sistema a metà tra un centro per la comunicazione dell’Ilva / Italsider, ed una mostra di artigianato di presunti dipendenti. Con tale approccio, la mostra vuole essere una lente, sia per esaminare, che per dare una nuova luce ad un argomento, e al tempo stesso per mettere in pratica un linguaggio visivo semplicemente come un atto in sé.
Questa semplicità trasmette ai lavori concentrazione e purezza. Più di una rigenerazione storica del soggetto, Beckett, offre una prospettiva personale, un approccio umano. In maniera astratta, osserviamo ciò che sta dietro la fiorente superficie dell’industrializzazione, attraverso lo sguardo dei suoi protagonisti ufficiali e non. La disposizione delle parti sembra pulita, ordinata, inoffensiva, - proprio nella maniera in cui sarebbe stata presentata dai capi dell’azienda. L'artista ci consente l'accesso alle storie che stanno dietro quelle facciate; storie che, una volta messe insieme diventano, o forse sono sempre state, la vera storia dell’industrializzazione. Egli ci induce a contemplare le tecnologie e i loro impianti e ad esaminare l’ordinario in stretta prossimità, al fine di fornire una prospettiva differente ai sistemi moderni e all'ordine del nostro tempo.
Beckett si occupa di una vasta gamma di argomenti, intervenendo su uno livello superficiale mediante l’utilizzo di vari mezzi. Diversi settori specifici della rivoluzione industriale, quali la fondazione della società chimica BASF, la nascita e la fine di Dalmine, produttore italiano di tubi di acciaio, sono stati affrontati da lui con entusiasmo per essere interpretati e rappresentati. Oltre ad essere un membro del collettivo olandese di musicisti; N-collettiva, Beckett, ha registrato il suo tartan personale, il cui pattern si basa su esperimenti digestivi: 'Beckett-Beaumont' (# 7039).
Tra le sue mostre recenti:‘Limburgerhof (the agricultural extract-arrangements)’ Wilfried Lentz, Rotterdam; ‘Dalmine (and other industry extract-arrangements)’ Luettgenmeijer, Berlin; Young Artists' Biennal, Fundatia Culturala Meta, Bucharest; ‘For the First and the Second Time’, CAC Vilnius; 'Living Registration', T293 Naples; 'Living Registration’, Buerofriedrich Berlin; ‘Between Thought and Sound’, The Kitchen New York; ‘Museum of Noise', Koelnischer Kunstverein, Cologne;
La sua produzione degli ultimi dieci anni è raccolta in una pubblicazione edita da Kehrer Verlag, Heidelberg, ISBN 978-3-86828-031-9
Si ringraziano la Bagnolifutura s.p.a. e il Circolo Ilva Bagnoli
09
aprile 2009
James Beckett – Bagnoli (and Italsider as extract-arrangement)
Dal 09 aprile al 16 maggio 2009
arte contemporanea
Location
T293 [Sede definitivamente chiusa]
Napoli, Via Dei Tribunali, 293, (Napoli)
Napoli, Via Dei Tribunali, 293, (Napoli)
Orario di apertura
martedì - sabato ore 12.00 - 19.00
Vernissage
9 Aprile 2009, ore 19.00
Autore