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James Kalinda – Tetsuo
Kalinda ci obbliga ad un’autoanalisi implacabile, come appare implacabile il suo agire travolgente, anche in senso fisico. Dal foglio di carta alla tela, superando il limite della cornice per invadere lo spazio circostante, i muri, la tridimensionalità del corpo, rendendo evidente una poetica incontenibile ed inesorabile nell’esibire un’alienazione e un disagio profondi, che si manifestano nelle crescite incontenibili delle protuberanze dei personaggi raffigurati, di montagne che altro non sono che grandiose zoomate su queste stesse deformità e su queste paure inconsce
Comunicato stampa
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E’ tagliente, punge, trafigge, ci inchioda con immagini dure e perturbanti, spesso quasi inconfessabili. Perturbante. Qui mi fermo. E non posso aggiungere altro se non ricordare il saggio che Freud scrisse nel 1919 (Das Unheimliche) e che meglio di qualunque altro testo può illustrare il lavoro e la poetica di Kalinda.
Freud pone una domanda: “(…) che cos’è questo nucleo comune che consente di distinguere, nell’ambito dell’angoscioso, un che di perturbante?”. E l’analisi conseguente si dipana spaziando dalla linguistica all’estetica andando oltre il semplice concetto di perturbante=inconsueto, o semplicemente spaventoso. Freud cita Shelling, che spiega come “Si dice unheimlich (trad. disagevole, che suscita trepidante orrore, intenso nel senso contrario di heimlich, che appartiene alla casa, familiare, domestico) tutto ciò che dovrebbe restar segreto, nascosto, e che è invece affiorato”. Ed è straordinaria ed eccezionalmente calzante per illustrare il lavoro di James Kalinda l’analisi che Freud suggerisce del racconto di E. T. A. Hoffman “Il Mago Sabbiolino”, nel quale tale Coppelius, il perturbante Mago Sabbiolino, strappa gli occhi ai bambini. Le angosce infantili emergono impietose e il perturbante si presenta come quell’elemento rimosso, ma al tempo stesso da sempre familiare.
Kalinda ci obbliga ad un’autoanalisi implacabile, come appare implacabile il suo agire travolgente, anche in senso fisico. Dal foglio di carta alla tela, superando il limite della cornice per invadere lo spazio circostante, i muri, la tridimensionalità del corpo, rendendo evidente una poetica incontenibile ed inesorabile nell’esibire un’alienazione e un disagio profondi, che si manifestano nelle crescite incontenibili delle protuberanze dei personaggi raffigurati, di montagne che altro non sono che grandiose zoomate su queste stesse deformità e su queste paure inconsce.
Freud pone una domanda: “(…) che cos’è questo nucleo comune che consente di distinguere, nell’ambito dell’angoscioso, un che di perturbante?”. E l’analisi conseguente si dipana spaziando dalla linguistica all’estetica andando oltre il semplice concetto di perturbante=inconsueto, o semplicemente spaventoso. Freud cita Shelling, che spiega come “Si dice unheimlich (trad. disagevole, che suscita trepidante orrore, intenso nel senso contrario di heimlich, che appartiene alla casa, familiare, domestico) tutto ciò che dovrebbe restar segreto, nascosto, e che è invece affiorato”. Ed è straordinaria ed eccezionalmente calzante per illustrare il lavoro di James Kalinda l’analisi che Freud suggerisce del racconto di E. T. A. Hoffman “Il Mago Sabbiolino”, nel quale tale Coppelius, il perturbante Mago Sabbiolino, strappa gli occhi ai bambini. Le angosce infantili emergono impietose e il perturbante si presenta come quell’elemento rimosso, ma al tempo stesso da sempre familiare.
Kalinda ci obbliga ad un’autoanalisi implacabile, come appare implacabile il suo agire travolgente, anche in senso fisico. Dal foglio di carta alla tela, superando il limite della cornice per invadere lo spazio circostante, i muri, la tridimensionalità del corpo, rendendo evidente una poetica incontenibile ed inesorabile nell’esibire un’alienazione e un disagio profondi, che si manifestano nelle crescite incontenibili delle protuberanze dei personaggi raffigurati, di montagne che altro non sono che grandiose zoomate su queste stesse deformità e su queste paure inconsce.
13
febbraio 2016
James Kalinda – Tetsuo
Dal 13 febbraio al 13 marzo 2016
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
1.1_ZENONE CONTEMPORANEA
Reggio Nell'emilia, Via San Zenone, 11, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via San Zenone, 11, (Reggio Nell'emilia)
Vernissage
13 Febbraio 2016, ore 18
Autore