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James Nachtwey – Fotografo di guerra
Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo di Fondazione Manodori, CCPL e Bipop-Carire di Reggio Emilia, essa documenta in oltre 160 immagini il percorso di uno dei più appassionanti maestri della fotografia moderna.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Palazzo Magnani e Reggio Emilia confermano il proprio legame con la fotografia internazionale. Dopo le mostre dedicate ad André Kertész, Eugene Smith, Luigi Ghirri, Memoria dei campi, Franco Fontana, Li Zhensheng, Edward Curtis, è la volta di JAMES NACHTWEY, uno dei più grandi e coraggiosi fotoreporter del nostro tempo, la cui mostra, dal titolo Fotografo di guerra, è prevista dal 17 ottobre 2004 al 16 gennaio 2005.
Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo di Fondazione Manodori, CCPL e Bipop-Carire di Reggio Emilia, essa documenta in oltre 160 immagini il percorso di uno dei più appassionanti maestri della fotografia moderna. Nato a Syracuse (New York) nel 1948 e cresciuto nel Massachussetts, James Nacthwey è profondamente segnato, nella sua scelta di diventare fotografo, dalle immagini della guerra nel Vietnam e del movimento per i Diritti Civili. Autodidatta, comincia a lavorare nel 1976 come fotografo per i quotidiani nel New Mexico; dal 1980 è a New York dove inizia la sua carriera di fotografo freelance per le riviste. Il suo primo compito all'estero è, nel 1981, in Irlanda, durante lo sciopero della fame di alcuni militanti dell'IRA (Irish Republican Army). Da allora Nachtwey ha dedicato la sua vita e la sua attività a documentare guerre, conflitti sociali, con immagini che sfidano la nostra indifferenza e passività, sia per la loro intrinseca bellezza, che per la loro manifesta attenzione alle persone. "Io voglio registrare la storia attraverso il destino di individui. Io non voglio mostrare la guerra in generale, né la storia con la 's' maiuscola, ma piuttosto la tragedia di un singolo uomo, di una famiglia", sottolinea Nachtwey. Altrettanto evidente è la tensione morale con cui Nachtwey s'immerge dentro la guerra, la fame, l'annientamento degli esseri umani: "Vorrei che il mio lavoro potesse appartenere alla storia visiva del nostro tempo per radicarsi nelle nostre memoria e coscienza collettive. Sono stato un testimone e queste fotografie sono la mia testimonianza. Ho dato conto della condizione delle donne e degli uomini che hanno perduto tutto, le loro case, le loro famiglie, le loro braccia e le loro gambe, la loro ragione. E al di là e nonostante tutte queste sofferenze ciascun sopravvissuto possiede ancora l'irriducibile dignità che è propria di ogni essere umano."
Memorabili sono i suoi reportage da El Salvador, Nicaragua, Guatemala, Libano, Gaza, Israele, Indonesia, Thailandia, India, Sri Lanka, Afghanistan, Filippine, Sud Corea, Somalia, Sudan, Ruanda, Sud Africa, Russia, Bosnia, Cecenia, Kossovo, Romania, Brasile, Stati Uniti, Iraq. Nachtwey lavora per Time Magazine dal 1984; è membro dell'Agenzia Magnum dal 1986 al 2001 ed è tra i fondatori dell'Agenzia VII.
Tra i tanti riconoscimenti, ricordiamo che è stato vincitore della Robert Capa Golden Medal per cinque volte - non a caso, Nachtwey è stato ripetutamente paragonato al leggendario fotografo di guerra -, del Magazine Photographer of the Year per sei volte e dell'Eugene Smith Memorial Grant in Humanistic Photography.
L'esposizione in Palazzo Magnani, suddivisa in 14 sezioni, ripercorre interamente l'itinerario di Nachtwey nel cuore delle tenebre dell’umanità negli ultimi vent'anni. La mostra presenta anche i suoi tre più recenti lavori: le foto scattate a New York l'11 settembre 2001, le immagini della guerra in Iraq - Nachtwey è stato gravemente ferito da una granata a Baghdad nel dicembre 2003 - e quelle del genocidio delle popolazioni nere nel Darfour, Sudan Occidentale, una vera e propria pulizia etnica che l'ONU ha definito "la più grande catastrofe umanitaria del mondo". Inoltre, sarà proiettato il documentario di Christian Frei James Nachtwey, fotografo di guerra, candidato all'Oscar 2002.
L'esposizione di James Nachtwey a Palazzo Magnani s'inaugura sabato 16 ottobre alle ore 18, alla presenza del fotografo.
Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo di Fondazione Manodori, CCPL e Bipop-Carire di Reggio Emilia, essa documenta in oltre 160 immagini il percorso di uno dei più appassionanti maestri della fotografia moderna. Nato a Syracuse (New York) nel 1948 e cresciuto nel Massachussetts, James Nacthwey è profondamente segnato, nella sua scelta di diventare fotografo, dalle immagini della guerra nel Vietnam e del movimento per i Diritti Civili. Autodidatta, comincia a lavorare nel 1976 come fotografo per i quotidiani nel New Mexico; dal 1980 è a New York dove inizia la sua carriera di fotografo freelance per le riviste. Il suo primo compito all'estero è, nel 1981, in Irlanda, durante lo sciopero della fame di alcuni militanti dell'IRA (Irish Republican Army). Da allora Nachtwey ha dedicato la sua vita e la sua attività a documentare guerre, conflitti sociali, con immagini che sfidano la nostra indifferenza e passività, sia per la loro intrinseca bellezza, che per la loro manifesta attenzione alle persone. "Io voglio registrare la storia attraverso il destino di individui. Io non voglio mostrare la guerra in generale, né la storia con la 's' maiuscola, ma piuttosto la tragedia di un singolo uomo, di una famiglia", sottolinea Nachtwey. Altrettanto evidente è la tensione morale con cui Nachtwey s'immerge dentro la guerra, la fame, l'annientamento degli esseri umani: "Vorrei che il mio lavoro potesse appartenere alla storia visiva del nostro tempo per radicarsi nelle nostre memoria e coscienza collettive. Sono stato un testimone e queste fotografie sono la mia testimonianza. Ho dato conto della condizione delle donne e degli uomini che hanno perduto tutto, le loro case, le loro famiglie, le loro braccia e le loro gambe, la loro ragione. E al di là e nonostante tutte queste sofferenze ciascun sopravvissuto possiede ancora l'irriducibile dignità che è propria di ogni essere umano."
Memorabili sono i suoi reportage da El Salvador, Nicaragua, Guatemala, Libano, Gaza, Israele, Indonesia, Thailandia, India, Sri Lanka, Afghanistan, Filippine, Sud Corea, Somalia, Sudan, Ruanda, Sud Africa, Russia, Bosnia, Cecenia, Kossovo, Romania, Brasile, Stati Uniti, Iraq. Nachtwey lavora per Time Magazine dal 1984; è membro dell'Agenzia Magnum dal 1986 al 2001 ed è tra i fondatori dell'Agenzia VII.
Tra i tanti riconoscimenti, ricordiamo che è stato vincitore della Robert Capa Golden Medal per cinque volte - non a caso, Nachtwey è stato ripetutamente paragonato al leggendario fotografo di guerra -, del Magazine Photographer of the Year per sei volte e dell'Eugene Smith Memorial Grant in Humanistic Photography.
L'esposizione in Palazzo Magnani, suddivisa in 14 sezioni, ripercorre interamente l'itinerario di Nachtwey nel cuore delle tenebre dell’umanità negli ultimi vent'anni. La mostra presenta anche i suoi tre più recenti lavori: le foto scattate a New York l'11 settembre 2001, le immagini della guerra in Iraq - Nachtwey è stato gravemente ferito da una granata a Baghdad nel dicembre 2003 - e quelle del genocidio delle popolazioni nere nel Darfour, Sudan Occidentale, una vera e propria pulizia etnica che l'ONU ha definito "la più grande catastrofe umanitaria del mondo". Inoltre, sarà proiettato il documentario di Christian Frei James Nachtwey, fotografo di guerra, candidato all'Oscar 2002.
L'esposizione di James Nachtwey a Palazzo Magnani s'inaugura sabato 16 ottobre alle ore 18, alla presenza del fotografo.
16
ottobre 2004
James Nachtwey – Fotografo di guerra
Dal 16 ottobre 2004 al 23 gennaio 2005
fotografia
Location
PALAZZO MAGNANI
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
9.30 - 13.00 / 15.00 - 19.00; chiuso il lunedì. Natale e Capodanno: 15.00 - 19.00
Vernissage
16 Ottobre 2004, ore 18
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