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Jan Dibbets – 50 Years of Colorstudies
50 Years of Colourstudies, prima personale di Jan Dibbets alla Loom Gallery, presenta i più recenti risultati (dal 2010 al 2022) della serie Colorstudies, iniziata dall’artista belga alla fine del 1975 una serie che nasce da un’unica fotografia scattata nel 1976.
Comunicato stampa
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50 Years of Colourstudies, prima personale di Jan Dibbets alla Loom Gallery, presenta i più recenti risultati (dal 2010 al 2022) della serie Colorstudies, iniziata dall’artista belga alla fine del 1975. Tutte le ultime produzioni appartenenti a questa serie nascono da un’unica fotografia scattata nel 1976, anch’essa in mostra.
Negli anni Settanta Dibbets stampava le immagini nelle maggiori dimensioni consentite dalla tec- nologia di allora, oggi – cinquant’anni dopo – le tecniche digitali permettono la produzione di ingrandimenti estremi che hanno reso possibile questo nuovo corpus di studi sul colore, così mon- umentali da sembrare “astratti”.
Sviluppando un approccio pittorico alla fotografia, Dibbets ha sfidato il presupposto che la fotogra- fia fornisca mere riproduzioni oggettive della realtà, sottolineando piuttosto la contraddizione tra ciò che conosciamo e ciò che percepiamo, tra “astrazione” e “figurazione” – realtà solo apparente- mente conflittuali.
Esplorando le possibilità della fotografia come oggetto d’arte, Jan Dibbets ha insistito su un unico negativo analogico come fonte dei Colourstudies, per comprendere quali possibilità può offrire la reinterpretazione digitale.
Jan Dibbets (1941, Weert, Paesi Bassi) vive e lavora ad Amsterdam.
Fra i primi artisti a utilizzare la pellicola a colori nella seconda metà degli anni Sessanta, la pratica filosofica di Dibbets si colloca all’intersezione tra arte concettuale, Minimalismo, Land Art e fo- tografia. Ha impiegato diverse tecniche fotografiche – collage, tempi di esposizione frammentati, prospettive multiple e modulazione del colore – per creare orizzonti innaturali che sovvertono le tradizioni pittoriche paesaggistiche dell’Olanda del XVII secolo, spesso ispirato da elementi ar- chitettonici come pavimenti, soffitti e finestre.
Dibbets ha partecipato a numerose mostre personali in tutto il mondo – per esempio, la celebre When Attitudes Become Form a cura di Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna nel 1969 – e ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali in seguito alla sua presentazione al padiglione olandese della Biennale di Venezia del 1972.
La sua opera appartiene alle collezioni museali del Museum of Modern Art, New York; del Met- ropolitan Museum of Art, New York; del Guggenheim Museum, New York; del Centre Pompidou, Parigi; della Tate, Londra; del Castello di Rivoli, Torino; del Louisiana Museum of Modern Art; dello Stedelijk Museum, Amsterdam – per citarne alcune. Insieme a Joseph Beuys, Gerhard Richter, Bernd e Hilla Becher.
Tra il 1984 e il 2004, Dibbets ha insegnato alla prestigiosa Kunstakademie Düsseldorf, influenzando una intera generazione di fotografi e artisti.
Negli anni Settanta Dibbets stampava le immagini nelle maggiori dimensioni consentite dalla tec- nologia di allora, oggi – cinquant’anni dopo – le tecniche digitali permettono la produzione di ingrandimenti estremi che hanno reso possibile questo nuovo corpus di studi sul colore, così mon- umentali da sembrare “astratti”.
Sviluppando un approccio pittorico alla fotografia, Dibbets ha sfidato il presupposto che la fotogra- fia fornisca mere riproduzioni oggettive della realtà, sottolineando piuttosto la contraddizione tra ciò che conosciamo e ciò che percepiamo, tra “astrazione” e “figurazione” – realtà solo apparente- mente conflittuali.
Esplorando le possibilità della fotografia come oggetto d’arte, Jan Dibbets ha insistito su un unico negativo analogico come fonte dei Colourstudies, per comprendere quali possibilità può offrire la reinterpretazione digitale.
Jan Dibbets (1941, Weert, Paesi Bassi) vive e lavora ad Amsterdam.
Fra i primi artisti a utilizzare la pellicola a colori nella seconda metà degli anni Sessanta, la pratica filosofica di Dibbets si colloca all’intersezione tra arte concettuale, Minimalismo, Land Art e fo- tografia. Ha impiegato diverse tecniche fotografiche – collage, tempi di esposizione frammentati, prospettive multiple e modulazione del colore – per creare orizzonti innaturali che sovvertono le tradizioni pittoriche paesaggistiche dell’Olanda del XVII secolo, spesso ispirato da elementi ar- chitettonici come pavimenti, soffitti e finestre.
Dibbets ha partecipato a numerose mostre personali in tutto il mondo – per esempio, la celebre When Attitudes Become Form a cura di Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna nel 1969 – e ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali in seguito alla sua presentazione al padiglione olandese della Biennale di Venezia del 1972.
La sua opera appartiene alle collezioni museali del Museum of Modern Art, New York; del Met- ropolitan Museum of Art, New York; del Guggenheim Museum, New York; del Centre Pompidou, Parigi; della Tate, Londra; del Castello di Rivoli, Torino; del Louisiana Museum of Modern Art; dello Stedelijk Museum, Amsterdam – per citarne alcune. Insieme a Joseph Beuys, Gerhard Richter, Bernd e Hilla Becher.
Tra il 1984 e il 2004, Dibbets ha insegnato alla prestigiosa Kunstakademie Düsseldorf, influenzando una intera generazione di fotografi e artisti.
11
maggio 2023
Jan Dibbets – 50 Years of Colorstudies
Dall'undici maggio al 22 giugno 2023
arte contemporanea
fotografia
personale
fotografia
personale
Location
Loom Gallery
Milano, Piazza Luigi di Savoia, 24, (MI)
Milano, Piazza Luigi di Savoia, 24, (MI)
Orario di apertura
Martedì 14.00-19.00
Sabato 14.00-19.00
Vernissage
11 Maggio 2023, 19.00-21.00
Sito web
Autore
Curatore