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Jan Jedlicka
Esposti disegni, fotografie, opere grafiche e pittoriche, video e film appartenenti a diversi cicli ideativi dell’artista, spesso aventi relazione con il paesaggio naturale e culturale italiano
Comunicato stampa
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Mostra personale di Jan Jedlička, artista ceco residente a Zurigo (Svizzera), curata da Bruno Corà é realizzata in collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma e Milano, con il contributo della Fondazione Pro Helvetia, della Fondazione A. Richterich (Laufen), della Fondazione Bloch (Rüschlikon), della Fondazione Burgauer Kunsthaus (Zurigo), della Swiss Re (Zurigo), di AcamGAS S.p.A. (La Spezia) e con il patrocinio della città di Grosseto e dell’Ambasciata della Repubblica Ceca a Roma. Esposti disegni, fotografie, opere grafiche e pittoriche, video e film appartenenti a diversi cicli ideativi dell’artista, spesso aventi relazione con il paesaggio naturale e culturale italiano.
Può accadere che un artista rivolga con assiduità particolare il proprio interesse a un luogo, a un paesaggio o a oggetti e forme che lo hanno particolarmente stimolato.
Nel caso di Jan Jedlička ciò si è verificato al cospetto di una complessa psicogeografia facente perno su luoghi, cose e persone osservate in quella parte della Toscana meridionale attorno a Grosseto, che a partire dal 1979 e fino a oggi ha costituito la dinamo di molte sue opere.
Dal denso repertorio di lavori di Jedlička, nel quale si alternano opere di pittura, di fotografia, di incisione, di disegno, è ugualmente possibile prendere atto di come la sua diversificata azione si sia sviluppata traendo da quelle zone perfino i materiali e gli elementi necessari alla propria arte. La quale, non è esagerato affermare, è fatta di luce e di ombre, che nel territorio grossetano sono assai mutevoli e che ben si evidenziano nella sua fotografia, di terre e di acque concretamente impiegate nella sua pittura e negli acquerelli; ma anche di vastissimi spazi che hanno influenzato le modalità di raffigurazione del suo disegno e di ogni altra tecnica impiegata nel corso degli anni, nell’attenta penetrazione di un tale territorio in cui natura e storia si sono così inconfondibilmente compenetrate e caratterizzate da divenire ciò che tutti conoscono come la Maremma.
Sopraggiunto attraverso un viaggio, alla fine degli anni Settanta, in un ampio settore di essa, in località prossime a Grosseto e compiuta una prima ricognizione in quella terra un tempo invasa da lagune marine, da stagni e impaludamenti, Jedlička ne resta attratto e vi si insedia trascorrendovi alcuni periodi dell’anno, abitando in un casale isolato tra i campi, che ripristina e che diviene la base logistica di gran parte del suo lavoro.
In quel paesaggio che dal torrente Sova si estende attorno al corso dell’Ombrone, della Bruna e oltre, da Macchiascandola a Castiglione della Pescaia, da Marina di Grosseto ad Alberese, Jedlička studia e ricava ogni immagine e ogni materiale necessario a realizzarla, compiendo un’opera al cui valore obiettivamente artistico si coniuga una valenza scientifico antropologica di inedita qualità. Si tratta di opere pittoriche a base di pigmenti ricavati dalla geologia dei luoghi, di opere calcografiche ottenute con la tecnica della mezzatinta, di disegni ‘cartografici’, di acquerelli e disegni a pigmenti tracciati sul posto e, infine, di immagini fotografiche, film e video, molte delle quali raccolte in cartelle dalla tiratura limitata e in libri.
Di questo vasto repertorio di opere che copre circa venticinque anni di lavoro, la mostra al CAMeC della Spezia rende conto in modo esauriente, presentando per la prima volta in Italia una rassegna composta da oltre centotrenta opere.
Appare dunque significativa questa circostanza di verifica e riflessione sull’opera di Jedlička in Italia, a una distanza davvero relativa dai luoghi dove essa è stata concepita e realizzata. Oltretutto, questa mostra consente di analizzare direttamente, con esempi emblematici la ricchezza di indirizzi e la qualità singolare dell’azione artistica di Jedlicka che si rivela davvero rilevante.
Catalogo bilingue edito da Arbor vitae (Praga), distribuito in Italia da Gli Ori (Prato), con i contributi critici di Bruno Corà, Jan Jedlička, Friedemann Malsch, Dieter Schwarz, Alan Sillitoe.
Può accadere che un artista rivolga con assiduità particolare il proprio interesse a un luogo, a un paesaggio o a oggetti e forme che lo hanno particolarmente stimolato.
Nel caso di Jan Jedlička ciò si è verificato al cospetto di una complessa psicogeografia facente perno su luoghi, cose e persone osservate in quella parte della Toscana meridionale attorno a Grosseto, che a partire dal 1979 e fino a oggi ha costituito la dinamo di molte sue opere.
Dal denso repertorio di lavori di Jedlička, nel quale si alternano opere di pittura, di fotografia, di incisione, di disegno, è ugualmente possibile prendere atto di come la sua diversificata azione si sia sviluppata traendo da quelle zone perfino i materiali e gli elementi necessari alla propria arte. La quale, non è esagerato affermare, è fatta di luce e di ombre, che nel territorio grossetano sono assai mutevoli e che ben si evidenziano nella sua fotografia, di terre e di acque concretamente impiegate nella sua pittura e negli acquerelli; ma anche di vastissimi spazi che hanno influenzato le modalità di raffigurazione del suo disegno e di ogni altra tecnica impiegata nel corso degli anni, nell’attenta penetrazione di un tale territorio in cui natura e storia si sono così inconfondibilmente compenetrate e caratterizzate da divenire ciò che tutti conoscono come la Maremma.
Sopraggiunto attraverso un viaggio, alla fine degli anni Settanta, in un ampio settore di essa, in località prossime a Grosseto e compiuta una prima ricognizione in quella terra un tempo invasa da lagune marine, da stagni e impaludamenti, Jedlička ne resta attratto e vi si insedia trascorrendovi alcuni periodi dell’anno, abitando in un casale isolato tra i campi, che ripristina e che diviene la base logistica di gran parte del suo lavoro.
In quel paesaggio che dal torrente Sova si estende attorno al corso dell’Ombrone, della Bruna e oltre, da Macchiascandola a Castiglione della Pescaia, da Marina di Grosseto ad Alberese, Jedlička studia e ricava ogni immagine e ogni materiale necessario a realizzarla, compiendo un’opera al cui valore obiettivamente artistico si coniuga una valenza scientifico antropologica di inedita qualità. Si tratta di opere pittoriche a base di pigmenti ricavati dalla geologia dei luoghi, di opere calcografiche ottenute con la tecnica della mezzatinta, di disegni ‘cartografici’, di acquerelli e disegni a pigmenti tracciati sul posto e, infine, di immagini fotografiche, film e video, molte delle quali raccolte in cartelle dalla tiratura limitata e in libri.
Di questo vasto repertorio di opere che copre circa venticinque anni di lavoro, la mostra al CAMeC della Spezia rende conto in modo esauriente, presentando per la prima volta in Italia una rassegna composta da oltre centotrenta opere.
Appare dunque significativa questa circostanza di verifica e riflessione sull’opera di Jedlička in Italia, a una distanza davvero relativa dai luoghi dove essa è stata concepita e realizzata. Oltretutto, questa mostra consente di analizzare direttamente, con esempi emblematici la ricchezza di indirizzi e la qualità singolare dell’azione artistica di Jedlicka che si rivela davvero rilevante.
Catalogo bilingue edito da Arbor vitae (Praga), distribuito in Italia da Gli Ori (Prato), con i contributi critici di Bruno Corà, Jan Jedlička, Friedemann Malsch, Dieter Schwarz, Alan Sillitoe.
23
giugno 2007
Jan Jedlicka
Dal 23 giugno al 16 settembre 2007
arte contemporanea
Location
CAMEC – CENTRO ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
La Spezia, Piazza Cesare Battisti, 1, (La Spezia)
La Spezia, Piazza Cesare Battisti, 1, (La Spezia)
Biglietti
€ 6,00 intero, € 4,00 ridotto, € 3,00 ridotto speciale
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 / 15-19, domenica 11-19, chiuso lunedì
Vernissage
23 Giugno 2007, ore 17
Editore
GLI ORI
Ufficio stampa
CSC SIGMA
Autore
Curatore