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Jan Muche
Muche, allievo di Karl Horst Hödicke, con il suo lavoro eredita magistralmente il percorso di ricerca della pittura tedesca e in particolare di quella berlinese, attestandosi come uno dei suoi maggiori rappresentanti.
Comunicato stampa
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INTERNO18 presenta la mostra personale di Jan Muche.
Dal 4 maggio all’11 giugno saranno esposte circa 20 opere, di medio e grande formato, appartenenti alla produzione più recente dell’autore.
Allievo di Karl Horst Hödicke, con il suo lavoro eredita magistralmente il percorso di ricerca della pittura tedesca e in particolare di quella berlinese, attestandosi come uno dei suoi maggiori rappresentanti.
Attinge all’estetica dei film noir, al costruttivismo e al Bauhaus per realizzare spazi immaginari caratterizzati da scorci prospettici audaci e al limite della distorsione. Tutto è degno di rappresentazione e non esiste contrapposizione fra astrazione e figurazione.
Le opere in mostra, concepite con un atteggiamento pittorico che Klaus Theweleit definisce garage-style, sono “scatole temporali compresse”, un repertorio di motivi che tralasciano il naturalismo e la narrazione per approdare ad uno spirito costruttivista, dove pittura e realtà appaiono raffigurazioni senza contenuto.
Le planimetrie industriali, gli apparati tecnologici e le strutture in acciaio si sviluppano attraverso la fusione e la giustapposizione di sfumature, campiture e moduli cromatici. Le composizioni sono espressione di una tendenza grafica e geometrica unita all’uso diretto del colore.
Muche, esploratore d’immagini ed osservatore attento dei “rifiuti visivi” prodotti dalla contemporaneità e dai suoi media, porta la personale ricerca creativa ad un risultato estetico “altro” rispetto alla tradizione in cui, di fatto, opera: quella riconducibile ai Maestri Hödicke e Baselitz.
Jan Muche è nato a Herford (Germania) nel 1975. Vive e lavora a Berlino.
Dal 4 maggio all’11 giugno saranno esposte circa 20 opere, di medio e grande formato, appartenenti alla produzione più recente dell’autore.
Allievo di Karl Horst Hödicke, con il suo lavoro eredita magistralmente il percorso di ricerca della pittura tedesca e in particolare di quella berlinese, attestandosi come uno dei suoi maggiori rappresentanti.
Attinge all’estetica dei film noir, al costruttivismo e al Bauhaus per realizzare spazi immaginari caratterizzati da scorci prospettici audaci e al limite della distorsione. Tutto è degno di rappresentazione e non esiste contrapposizione fra astrazione e figurazione.
Le opere in mostra, concepite con un atteggiamento pittorico che Klaus Theweleit definisce garage-style, sono “scatole temporali compresse”, un repertorio di motivi che tralasciano il naturalismo e la narrazione per approdare ad uno spirito costruttivista, dove pittura e realtà appaiono raffigurazioni senza contenuto.
Le planimetrie industriali, gli apparati tecnologici e le strutture in acciaio si sviluppano attraverso la fusione e la giustapposizione di sfumature, campiture e moduli cromatici. Le composizioni sono espressione di una tendenza grafica e geometrica unita all’uso diretto del colore.
Muche, esploratore d’immagini ed osservatore attento dei “rifiuti visivi” prodotti dalla contemporaneità e dai suoi media, porta la personale ricerca creativa ad un risultato estetico “altro” rispetto alla tradizione in cui, di fatto, opera: quella riconducibile ai Maestri Hödicke e Baselitz.
Jan Muche è nato a Herford (Germania) nel 1975. Vive e lavora a Berlino.