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Janez Matelic – Saluti da Capodistria
Mostra inaugurale della stagione espositiva 2011 – 2012; nell’occasione l’artista realizza un pannello che resta esposto sulla vetrina laterale della sede per tutta l’annata.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
JANEZ MATELIČ
Nato nel 1950 a Kamnik, diplomato nel 1972 nella classe del professor Giuseppe Santomaso all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1976 ha ultimato la specializzazione nelle arti grafiche all’Accademia di Belle Arti di Lubiana nella classe del professor Zvest Apollonio. Opera nei campi della pittura, della gráfica, del design e della scenografia. Si é aggiornato in Olanda, Russia, Francia, Italia e Ungheria. Dal 1979 ha lo status di libero artista. La sua prima mostra personale risale al 1969 e finora sono state una settantina. Ha partecipato a piü di cento esposizioni collettive in patria e all’estero. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali. Risiede e lavora a Capodistria.
Testo di Enzo di Grazia Sfilano lentamente
- oramai da millenni –
le colline dell’Istria
davanti ai naviganti.
Sono sempre gli stessi
i rocciosi declivi:
ricoperti di verde
o bruciati dal gelo;
maculati di bianco
quando appare un paese,
piccolino, nascosto
col campanile a punta.
Ma tutta la dolcezza
del paesaggio marino
la stanno divorando
una nuova ricchezza
fatta di case al mare,
di alberghi irrispettosi,
di barche fragorose
se domina il diporto,
di bagnanti smaniosi
del rumore più assurdo,
di gente mordi e fuggi
in cerca di vacanza.
Soltanto cartoline
restano, dal naufragio
di un mondo di dolcezza,
di una terra vissuta
in gaia povertà,
del naturale intatto.
E solo la pittura
può conservare intatto
il ricordo d’infanzia,
la gioia delle persone,
il rapporto diretto,
qualcosa da salvare. E ci prova, il pittore,
a conservare il mito
a renderlo concreto
perché possa restare
almeno dentro gli occhi
un messaggio d’amore.
Si fa colore il monte
i paesi, le case,
gli alberi e le barche;
diventano colore
persino le emozioni
dei ricordi più cari.
La vista si trasforma
nel sogno delle cose,
nelle macchie di luce
che scoppiano improvvise;
o nelle allegorie
di quello che s’è perso.
Dall’azzurro del mare
emerge un pesce strano,
tipico ma sparito;
sopra il verde del monte
s’accampa una struttura
che solo ieri è apparsa.
Un faro, un grattacielo
una nuova marina
quello che fa mercato
- sviluppo (non progresso) -
diventano centrali
alla nuova visione
E solo la poesia
può cercare di fare
- almeno sulla tela -
il tentativo (assurdo?)
di dare il “benvenuto”
nella nuova realtà.
Nato nel 1950 a Kamnik, diplomato nel 1972 nella classe del professor Giuseppe Santomaso all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1976 ha ultimato la specializzazione nelle arti grafiche all’Accademia di Belle Arti di Lubiana nella classe del professor Zvest Apollonio. Opera nei campi della pittura, della gráfica, del design e della scenografia. Si é aggiornato in Olanda, Russia, Francia, Italia e Ungheria. Dal 1979 ha lo status di libero artista. La sua prima mostra personale risale al 1969 e finora sono state una settantina. Ha partecipato a piü di cento esposizioni collettive in patria e all’estero. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali. Risiede e lavora a Capodistria.
Testo di Enzo di Grazia Sfilano lentamente
- oramai da millenni –
le colline dell’Istria
davanti ai naviganti.
Sono sempre gli stessi
i rocciosi declivi:
ricoperti di verde
o bruciati dal gelo;
maculati di bianco
quando appare un paese,
piccolino, nascosto
col campanile a punta.
Ma tutta la dolcezza
del paesaggio marino
la stanno divorando
una nuova ricchezza
fatta di case al mare,
di alberghi irrispettosi,
di barche fragorose
se domina il diporto,
di bagnanti smaniosi
del rumore più assurdo,
di gente mordi e fuggi
in cerca di vacanza.
Soltanto cartoline
restano, dal naufragio
di un mondo di dolcezza,
di una terra vissuta
in gaia povertà,
del naturale intatto.
E solo la pittura
può conservare intatto
il ricordo d’infanzia,
la gioia delle persone,
il rapporto diretto,
qualcosa da salvare. E ci prova, il pittore,
a conservare il mito
a renderlo concreto
perché possa restare
almeno dentro gli occhi
un messaggio d’amore.
Si fa colore il monte
i paesi, le case,
gli alberi e le barche;
diventano colore
persino le emozioni
dei ricordi più cari.
La vista si trasforma
nel sogno delle cose,
nelle macchie di luce
che scoppiano improvvise;
o nelle allegorie
di quello che s’è perso.
Dall’azzurro del mare
emerge un pesce strano,
tipico ma sparito;
sopra il verde del monte
s’accampa una struttura
che solo ieri è apparsa.
Un faro, un grattacielo
una nuova marina
quello che fa mercato
- sviluppo (non progresso) -
diventano centrali
alla nuova visione
E solo la poesia
può cercare di fare
- almeno sulla tela -
il tentativo (assurdo?)
di dare il “benvenuto”
nella nuova realtà.
08
ottobre 2011
Janez Matelic – Saluti da Capodistria
Dall'otto ottobre al 03 novembre 2011
arte contemporanea
Location
LA ROGGIA
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16 - 19,30
Vernissage
8 Ottobre 2011, ore 11,30
Autore