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Janis Avotins
Janis Avotins inscena il dramma dell’isolamento nell’era della comunicazione digitale. I suoi quadri, disegni e sculture, caratterizzati da patine ottocentesche, atmosfere oniriche, addirittura kafkiane, sono abitati da personaggi solitari, immobili e sospesi nello spazio come automi
Comunicato stampa
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La Galleria Enrico Astuni è lieta di presentare la mostra personale dell’artista lettone Janis Avotins, curata da Alessandra Pace e accompagnata da una piccola pubblicazione monografica.
Janis Avotins inscena il dramma dell’isolamento nell’era della comunicazione digitale. I suoi quadri, disegni e sculture, caratterizzati da patine ottocentesche, atmosfere oniriche, addirittura kafkiane, sono abitati da personaggi solitari, immobili e sospesi nello spazio come automi. Assorti in loro stessi, sconnessi dall’ambiente circostante e dagli altri, sono testimoni di relazioni fallite e di discrepanze fra spazio mentale e spazio fisico. Incongruenza e paradosso sono insiti nel lavoro di Janis Avotins: i titoli, per esempio, sono parte integrante dell’opera seppure in disaccordo con le immagini alle quali conferiscono un carattere temporaneo. Piccole opere di formato ovale ricordano cammei ingialliti pur ritraendo personaggi contemporanei (Dj, transessuali). Il fatto stesso di fare un ritratto dona un’aura romantica alla persona rappresentata che mal si accorda con le caratteristiche della vita contemporanea. Ma queste sconnessioni temporali sono deliberatamente prodotte per rinforzare l’opinione dell’artista che nulla veramente muti – tranne le apparenze. L’horror vacui rappresentato dalla telefonia mobile, da internet e dall’intrattenimento mediatico prestando forma ad un vuoto di contenuti ci riporta a quei quesiti esistenziali che sempre hanno caratterizzato l’umanità. L’individuo resta solo, disgregato e insoddisfatto e nella figura dell’artista Janis Avotins assume un’ottica fuori moda che lo distanzia dalla banalità della vita quotidiana.
Janis Avotins nasce in Lettonia nel 1981, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti, e vive a Riga. Fra le mostre personali ricordiamo: Ludwig Forum, Aquisgrana (pubblicazione in corso) + Stadtgalerie, Schwaz, A + Johnen 6 Schoettle, Colonia (2008); Suzie Q, Projektraum Rudiger Schoettle, Bob van Orsouw/Birgid Uccia, Zurigo (2007); Super Normal, Ibid Projects, Londra (2006). E fra le collettive: Back to black, black in current paintings, Kestner Gesellschaft, Hannover (2008); Prague Biennale 3, Karlin Hall, Praga + Size Matters, XXL, Hudson Valley Center for Contemporary Art, Peekskill, USA (2007); Pittura infinita, pittura contemporanea e Realismo globale, Villa Manin + Centro d’Arte Contemporanea, Codroipo (2006); Prague Biennale 2, Praga (2005). Collezioni private (selezione): Berger Collection, Los Angeles; Hort Collection, New York; Rubell, Miami; Sammlung Plum, Aquisgrana; Sammlung Olbricht, Essen.
Janis Avotins inscena il dramma dell’isolamento nell’era della comunicazione digitale. I suoi quadri, disegni e sculture, caratterizzati da patine ottocentesche, atmosfere oniriche, addirittura kafkiane, sono abitati da personaggi solitari, immobili e sospesi nello spazio come automi. Assorti in loro stessi, sconnessi dall’ambiente circostante e dagli altri, sono testimoni di relazioni fallite e di discrepanze fra spazio mentale e spazio fisico. Incongruenza e paradosso sono insiti nel lavoro di Janis Avotins: i titoli, per esempio, sono parte integrante dell’opera seppure in disaccordo con le immagini alle quali conferiscono un carattere temporaneo. Piccole opere di formato ovale ricordano cammei ingialliti pur ritraendo personaggi contemporanei (Dj, transessuali). Il fatto stesso di fare un ritratto dona un’aura romantica alla persona rappresentata che mal si accorda con le caratteristiche della vita contemporanea. Ma queste sconnessioni temporali sono deliberatamente prodotte per rinforzare l’opinione dell’artista che nulla veramente muti – tranne le apparenze. L’horror vacui rappresentato dalla telefonia mobile, da internet e dall’intrattenimento mediatico prestando forma ad un vuoto di contenuti ci riporta a quei quesiti esistenziali che sempre hanno caratterizzato l’umanità. L’individuo resta solo, disgregato e insoddisfatto e nella figura dell’artista Janis Avotins assume un’ottica fuori moda che lo distanzia dalla banalità della vita quotidiana.
Janis Avotins nasce in Lettonia nel 1981, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti, e vive a Riga. Fra le mostre personali ricordiamo: Ludwig Forum, Aquisgrana (pubblicazione in corso) + Stadtgalerie, Schwaz, A + Johnen 6 Schoettle, Colonia (2008); Suzie Q, Projektraum Rudiger Schoettle, Bob van Orsouw/Birgid Uccia, Zurigo (2007); Super Normal, Ibid Projects, Londra (2006). E fra le collettive: Back to black, black in current paintings, Kestner Gesellschaft, Hannover (2008); Prague Biennale 3, Karlin Hall, Praga + Size Matters, XXL, Hudson Valley Center for Contemporary Art, Peekskill, USA (2007); Pittura infinita, pittura contemporanea e Realismo globale, Villa Manin + Centro d’Arte Contemporanea, Codroipo (2006); Prague Biennale 2, Praga (2005). Collezioni private (selezione): Berger Collection, Los Angeles; Hort Collection, New York; Rubell, Miami; Sammlung Plum, Aquisgrana; Sammlung Olbricht, Essen.
02
agosto 2008
Janis Avotins
Dal 02 al 30 agosto 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENRICO ASTUNI
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Orario di apertura
10.30-13.00 / 18.00-20.30 / 21.30-24.00
lunedì chiuso
Vernissage
2 Agosto 2008, ore 19
Autore
Curatore