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Japan Fantasy
Cinque artisti, tutti giapponesi: tre di loro (Konoike, Tomotaka e Odani) residenti proprio in Giappone, due (Takahashi e Yashuiko) in Italia.
Comunicato stampa
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L’obiettivo della collettiva JAPAN FANTASY è gettare un ponte ideale tra due modi di credere nella solidità di tradizioni riconosciute, coniugate all’approccio contemporaneo. Cinque artisti, tutti giapponesi: tre di loro (Konoike, Tomotaka e Odani) residenti proprio in Giappone, due (Takahashi e Yashuiko) in Italia.
Del repertorio favolistico, onirico e violento di Tomoko Konoike vengono presentati alcuni disegni e stampe propedeutici a videoinstallazioni, in cui la proverbiale attenzione giapponese ai dettagli appare netta e molto funzionale all’immediata, disturbante espressività dei lavori. L’odissea fantastica di una bambina diventa qui l’occasione per una riflessione visiva sulla scoperta della crudeltà e della paura.
Il lavoro di Tomotaka Yasui , giovanissimo insegnante di scultura all’Università di Tokyo con alle spalle già numerose esibizioni, è una sognante ricostituzione del reale: le sue raffinatissime scarpe mosaicate in urushi, madreperla e polvere di ottone, purtroppo inutili ma esteticamente magistrali, sono alti esempi del tentativo di cristallizzare una maniera estetica. In questo senso Tomotaka si era già distinto con lavori emblematici: i suoi simulacri umanoidi della serie Humans made by Humans, idoli perfetti e algidi della natura contemporanea dell’essere umano, così affascinante seppur spesso criptica e introversa.
I cuori di vetro rosso di Murano di Tsuchida Yashuiko volano per aria pieni di niente, vengono rinchiusi in uno scatolone o sono pesantemente spostati come un fardello in una carriola. La delizia formale della materia prima e il gusto allegorico di questo artista che, neanche a dirlo, risiede a Venezia, si coniuga felicemente con la leggerezza delle sue installazioni, che assomigliano a speranzosi accumuli di sentimento.
Nel progressivo lavoro di svuotamento e ‘ricucitura’ del marmo di Kenji Takahashi, la pietra di Carrara diventa emblema vero e proprio della nostra impalcatura emozionale, capace di sopportare colpi tremendi e ogni volta nuovi assemblaggi, non per forza peggiori della struttura che li precedeva. Compatti volumi di materia vengono scavati con perizia fino ad essere altro che perimetro, e successivamente ricuciti con colorati legami fantastici.
Infine, la prestigiosa testimonianza di Odani Motohiko, una Biennale di Venezia nel 2003 e uno spirito molto vicino a quello che fu del futurismo italiano, con la continua ricerca di dinamismo, velocità e trasformazione applicati ad immagini iperrealiste nella loro sconcertante definizione. In mostra due foto perfette e inquietanti.
JAPAN FANTASY si presenta dunque come una collettiva che spaziando tra i media più eterogenei indaga la febbrile evoluzione del panorama artistico giapponese contemporaneo, con l’analisi di diverse realtà d’eccellenza. Come satelliti in un mondo globalizzato, dove sempre più la scoperta di uno è la scoperta di tutti, gli artisti orbitano alla consapevole ricerca di territori e stili che uniscano il dogma della tradizione alle ansie (spersonalizzazione, perdita di un’identità acquisita a fatica, …) proprie solo dei tempi a venire.
Riccardo Bonini
Del repertorio favolistico, onirico e violento di Tomoko Konoike vengono presentati alcuni disegni e stampe propedeutici a videoinstallazioni, in cui la proverbiale attenzione giapponese ai dettagli appare netta e molto funzionale all’immediata, disturbante espressività dei lavori. L’odissea fantastica di una bambina diventa qui l’occasione per una riflessione visiva sulla scoperta della crudeltà e della paura.
Il lavoro di Tomotaka Yasui , giovanissimo insegnante di scultura all’Università di Tokyo con alle spalle già numerose esibizioni, è una sognante ricostituzione del reale: le sue raffinatissime scarpe mosaicate in urushi, madreperla e polvere di ottone, purtroppo inutili ma esteticamente magistrali, sono alti esempi del tentativo di cristallizzare una maniera estetica. In questo senso Tomotaka si era già distinto con lavori emblematici: i suoi simulacri umanoidi della serie Humans made by Humans, idoli perfetti e algidi della natura contemporanea dell’essere umano, così affascinante seppur spesso criptica e introversa.
I cuori di vetro rosso di Murano di Tsuchida Yashuiko volano per aria pieni di niente, vengono rinchiusi in uno scatolone o sono pesantemente spostati come un fardello in una carriola. La delizia formale della materia prima e il gusto allegorico di questo artista che, neanche a dirlo, risiede a Venezia, si coniuga felicemente con la leggerezza delle sue installazioni, che assomigliano a speranzosi accumuli di sentimento.
Nel progressivo lavoro di svuotamento e ‘ricucitura’ del marmo di Kenji Takahashi, la pietra di Carrara diventa emblema vero e proprio della nostra impalcatura emozionale, capace di sopportare colpi tremendi e ogni volta nuovi assemblaggi, non per forza peggiori della struttura che li precedeva. Compatti volumi di materia vengono scavati con perizia fino ad essere altro che perimetro, e successivamente ricuciti con colorati legami fantastici.
Infine, la prestigiosa testimonianza di Odani Motohiko, una Biennale di Venezia nel 2003 e uno spirito molto vicino a quello che fu del futurismo italiano, con la continua ricerca di dinamismo, velocità e trasformazione applicati ad immagini iperrealiste nella loro sconcertante definizione. In mostra due foto perfette e inquietanti.
JAPAN FANTASY si presenta dunque come una collettiva che spaziando tra i media più eterogenei indaga la febbrile evoluzione del panorama artistico giapponese contemporaneo, con l’analisi di diverse realtà d’eccellenza. Come satelliti in un mondo globalizzato, dove sempre più la scoperta di uno è la scoperta di tutti, gli artisti orbitano alla consapevole ricerca di territori e stili che uniscano il dogma della tradizione alle ansie (spersonalizzazione, perdita di un’identità acquisita a fatica, …) proprie solo dei tempi a venire.
Riccardo Bonini
28
novembre 2009
Japan Fantasy
Dal 28 novembre 2009 al 10 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
DELLA PINA ARTE CONTEPORANEA
Pietrasanta, Piazza Duomo, 11, (Lucca)
Pietrasanta, Piazza Duomo, 11, (Lucca)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica ore 16,30 – 20,00
Vernissage
28 Novembre 2009, dalle ore 18,00 alle 22,00
Autore