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Jasenovac 1945 / Srebrenica 1995
un viaggio nella memoria, per non dimenticare due drammi poco conosciuti del Novecento europeo, di cui quest’anno ricorrono gli anniversari.
Comunicato stampa
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La mostra fotografica Jasenovac 1945 / Srebrenica 1995, che sarà inaugurata venerdì 27 febbraio 2015 alle ore 18 al Centro culturale Altinate San Gaetano in via Altinate 71, è un viaggio nella memoria, per non dimenticare due drammi poco conosciuti del Novecento europeo, di cui quest'anno ricorrono gli anniversari.
Organizzata dall'Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Padova, l'esposizione rimarrà aperta al pubblico dal 28 febbraio al 29 marzo (da martedì a domenica dalle 10 alle 19, ingresso libero).
Attraverso le foto di Bruno Maran, una ventina con soggetto il Fiore
di Bogdanović, simbolo del campo di concentramento croato di Jasenovac e altrettante del mausoleo di Potoçari - Srebrenica, la mostra commemora due tragedie costate la vita a migliaia di persone. Viene inoltre proiettato un video, realizzato sempre da Maran.
Jasenovac fu il terzo campo di concentramento per dimensioni, dopo Auschwitz e Buchenwald, di tutta la seconda guerra mondiale. La controversia tra storiografia croata e serba e il disinteresse delle altre storiografie europee non ha permesso di fare chiarezza sul numero delle vittime, alcune stime parlano di circa 90mila morti, altre arrivano a quantificare in 400-500mila i civili uccisi tra serbi, rom, ebrei e antifascisti. Una pagina nera della storia del XX secolo, oggetto di strumentalizzazioni politiche sia durante, sia dopo i confitti degli anni novanta nei Balcani. Il memoriale di Jesenovac progettato dall'architetto belgradese Bogdan Bogdanovic tra il 1959 e il 1968 è uno struggente "fiore-memoria", che vuole essere allo stesso tempo simbolo visionario di speranza. Nel 2007 il complesso si è aggiudicato il diciottesimo "Premio internazionale Carlo Scarpa per il giardino".
Srebrenica, cittadina nell’est della Bosnia-Erzegovina, nel 1993
dichiarata "zona protetta" dalle Nazioni Unite, l’11 luglio 1995 cadde nelle mani dei miliziani serbo bosniaci capeggiati dal generale Ratko Mladić e fu teatro del più vasto massacro di civili sul territorio europeo dopo la Seconda guerra mondiale. Provvisorio rifugio per migliaia di bosniaci mussulmani, Srebrenica è diventata la tomba di una parte di essi. Nel cimitero-memoriale di Potoçari, sulla strada che congiunge Bratunac a Srebrenica, un grosso masso accoglie il visitatore con inciso 8.372…, i tre puntini di sospensione indicano che la cifra delle vittime è ancora provvisoria. A ricordo del massacro sono state scolpite migliaia di lapidi con i nomi degli scomparsi. Altre centinaia di corpi aspettano ancora il riconoscimento a Tuzla, in celle frigorifere.
Bruno Maran sarà presente nella sede espositiva giovedì 12 e 26 marzo dalle ore 17 alle 19.Nato a Padova, dove vive e lavora, Maran ha iniziato con esperienze nel campo della pubblicità e dell’automobilismo sportivo. Attualmente si occupa di fotografia sociale e di reportage: India, Sri Lanka (Tsunami 2004); Bosnia, Macedonia, Croazia, Serbia, Kosovo. Dal 2001 è fotoreporter dell’agenzia Stampa Alternativa. Nel 2004 ha fondato con altri fotografi il Gruppo Controluce. Dal 2007 collabora con Radio Cooperativa. Autore di saggi storici, nel 2012 ha pubblicato Una lunga scia color cenere (La città del Sole – Napoli); in uscita il libro "C’era una volta un paese che si chiamava Jugoslavia".
Organizzata dall'Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Padova, l'esposizione rimarrà aperta al pubblico dal 28 febbraio al 29 marzo (da martedì a domenica dalle 10 alle 19, ingresso libero).
Attraverso le foto di Bruno Maran, una ventina con soggetto il Fiore
di Bogdanović, simbolo del campo di concentramento croato di Jasenovac e altrettante del mausoleo di Potoçari - Srebrenica, la mostra commemora due tragedie costate la vita a migliaia di persone. Viene inoltre proiettato un video, realizzato sempre da Maran.
Jasenovac fu il terzo campo di concentramento per dimensioni, dopo Auschwitz e Buchenwald, di tutta la seconda guerra mondiale. La controversia tra storiografia croata e serba e il disinteresse delle altre storiografie europee non ha permesso di fare chiarezza sul numero delle vittime, alcune stime parlano di circa 90mila morti, altre arrivano a quantificare in 400-500mila i civili uccisi tra serbi, rom, ebrei e antifascisti. Una pagina nera della storia del XX secolo, oggetto di strumentalizzazioni politiche sia durante, sia dopo i confitti degli anni novanta nei Balcani. Il memoriale di Jesenovac progettato dall'architetto belgradese Bogdan Bogdanovic tra il 1959 e il 1968 è uno struggente "fiore-memoria", che vuole essere allo stesso tempo simbolo visionario di speranza. Nel 2007 il complesso si è aggiudicato il diciottesimo "Premio internazionale Carlo Scarpa per il giardino".
Srebrenica, cittadina nell’est della Bosnia-Erzegovina, nel 1993
dichiarata "zona protetta" dalle Nazioni Unite, l’11 luglio 1995 cadde nelle mani dei miliziani serbo bosniaci capeggiati dal generale Ratko Mladić e fu teatro del più vasto massacro di civili sul territorio europeo dopo la Seconda guerra mondiale. Provvisorio rifugio per migliaia di bosniaci mussulmani, Srebrenica è diventata la tomba di una parte di essi. Nel cimitero-memoriale di Potoçari, sulla strada che congiunge Bratunac a Srebrenica, un grosso masso accoglie il visitatore con inciso 8.372…, i tre puntini di sospensione indicano che la cifra delle vittime è ancora provvisoria. A ricordo del massacro sono state scolpite migliaia di lapidi con i nomi degli scomparsi. Altre centinaia di corpi aspettano ancora il riconoscimento a Tuzla, in celle frigorifere.
Bruno Maran sarà presente nella sede espositiva giovedì 12 e 26 marzo dalle ore 17 alle 19.Nato a Padova, dove vive e lavora, Maran ha iniziato con esperienze nel campo della pubblicità e dell’automobilismo sportivo. Attualmente si occupa di fotografia sociale e di reportage: India, Sri Lanka (Tsunami 2004); Bosnia, Macedonia, Croazia, Serbia, Kosovo. Dal 2001 è fotoreporter dell’agenzia Stampa Alternativa. Nel 2004 ha fondato con altri fotografi il Gruppo Controluce. Dal 2007 collabora con Radio Cooperativa. Autore di saggi storici, nel 2012 ha pubblicato Una lunga scia color cenere (La città del Sole – Napoli); in uscita il libro "C’era una volta un paese che si chiamava Jugoslavia".
27
febbraio 2015
Jasenovac 1945 / Srebrenica 1995
Dal 27 febbraio al 29 marzo 2015
fotografia
Location
CENTRO CULTURALE ALTINATE – SAN GAETANO
Padova, Via Altinate, 71, (Padova)
Padova, Via Altinate, 71, (Padova)
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle 10 alle 19
Vernissage
27 Febbraio 2015, h 18
Autore