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Javier Peñafiel / Lavinia Marinotti – Diagnóstico Plural
Javier Peñafiel ha invitato Lavinia Marinotti a realizzare un intervento grafico a partire dai suoi disegni per collocarli in una grande carta biografica, una bio mappatura dove poterli inscrivere e contestualizzare nello spazio vitale della Sala d’aspetto
Comunicato stampa
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L’incontro con Javier Peñafiel è alla libreria Central di Barcellona, nella piccola terrazza della caffetteria, a cui si accede attraversando scaffali suddivisi per sezioni tematiche; per lui è un secondo studio – ufficio, la selezione dei libri è molto buona, specialmente per le arti visive, la filosofia e la letteratura; un po’ meno per il teatro. Javier Peñafiel apre un quaderno con alcuni bozzetti a cui sta lavorando e nella velocità del tratto si riconosce immediatamente l’espressione artistica che caratterizza la sua ricerca, una narrazione visiva continua, come uno storyboard di un film: un linguaggio di segni calligrafici inconfondibili, parole che diventano segni, personaggi immaginari dalle forme essenziali. È sorprendente la sua spontaneità espressiva nel dare visibilità a una varietà di pensieri e a una complessità di riflessioni che si inseriscono nel dibattito attuale; il suo lavoro è immerso nei momenti della vita privata e sociale dell’uomo filtrato da una profonda cultura e dalla conoscenza di diverse discipline artistiche.
Diagnóstico plural, presentata nella Sala d’aspetto, si compone di una serie di annunci per le bacheche, con le apposite linguette da strappare, di solito provviste dei contatti per rispondere alle segnalazioni che si trovano nei luoghi pubblici, per strada, nelle università. Javier Peñafiel rielabora una delle più semplici e tradizionali modalità di comunicazione: nessun social network, nessuna tecnologia digitale, solo carta e penna per entrare in contatto con una comunità, e rivolgersi a persone fino a quel momento anonime e sconosciute. Un modo che crea e presuppone delle possibilità senza alcuna certezza perché non si può sapere se qualcuno risponderà all’annuncio, né quantificare le persone che lo leggeranno, e anche verificando il numero di bigliettini strappati rimane il dubbio se chi l’ha preso, lo utilizzerà. La bacheca degli annunci innesca un’attesa e allo stesso tempo uno scambio molto intimo, una relazione che implica l’invasione reciproca degli spazi: il foglietto preparato da una persona viene strappato e preso da un’altra che lo fa proprio con un gesto concreto rispetto a un qualsiasi messaggio sul web. Emerge il parallelo con la stessa intimità forzata e ravvicinata che si respira nell’atmosfera della sala d’aspetto del medico: il contatto con l’altro con cui involontariamente si entra in relazione e si condivide un momento e uno spazio. I pazienti, vittime dell’attesa e oggetti della diagnosi medica, sono paragonati dall’artista, con delicata ironia e con poesia, alle sorti delle sue opere, ai foglietti sui quali il suo disegno si dilunga meticolosamente, per poi essere lasciati in balia del fruitore, che si appropria di un piccolo pezzo, scegliendo l’annuncio a lui più confacente. Frasi dal sapore proverbiale, come modi di dire, a tratti surreali, che recitano: “Vestirsi di tutto”, “Annodare topi”, “Terra reversibile”.
Javier Peñafiel ha invitato Lavinia Marinotti a realizzare un intervento grafico a partire dai suoi disegni per collocarli in una grande carta biografica, una bio mappatura dove poterli inscrivere e contestualizzare nello spazio vitale della Sala d’aspetto.
Diagnóstico plural, presentata nella Sala d’aspetto, si compone di una serie di annunci per le bacheche, con le apposite linguette da strappare, di solito provviste dei contatti per rispondere alle segnalazioni che si trovano nei luoghi pubblici, per strada, nelle università. Javier Peñafiel rielabora una delle più semplici e tradizionali modalità di comunicazione: nessun social network, nessuna tecnologia digitale, solo carta e penna per entrare in contatto con una comunità, e rivolgersi a persone fino a quel momento anonime e sconosciute. Un modo che crea e presuppone delle possibilità senza alcuna certezza perché non si può sapere se qualcuno risponderà all’annuncio, né quantificare le persone che lo leggeranno, e anche verificando il numero di bigliettini strappati rimane il dubbio se chi l’ha preso, lo utilizzerà. La bacheca degli annunci innesca un’attesa e allo stesso tempo uno scambio molto intimo, una relazione che implica l’invasione reciproca degli spazi: il foglietto preparato da una persona viene strappato e preso da un’altra che lo fa proprio con un gesto concreto rispetto a un qualsiasi messaggio sul web. Emerge il parallelo con la stessa intimità forzata e ravvicinata che si respira nell’atmosfera della sala d’aspetto del medico: il contatto con l’altro con cui involontariamente si entra in relazione e si condivide un momento e uno spazio. I pazienti, vittime dell’attesa e oggetti della diagnosi medica, sono paragonati dall’artista, con delicata ironia e con poesia, alle sorti delle sue opere, ai foglietti sui quali il suo disegno si dilunga meticolosamente, per poi essere lasciati in balia del fruitore, che si appropria di un piccolo pezzo, scegliendo l’annuncio a lui più confacente. Frasi dal sapore proverbiale, come modi di dire, a tratti surreali, che recitano: “Vestirsi di tutto”, “Annodare topi”, “Terra reversibile”.
Javier Peñafiel ha invitato Lavinia Marinotti a realizzare un intervento grafico a partire dai suoi disegni per collocarli in una grande carta biografica, una bio mappatura dove poterli inscrivere e contestualizzare nello spazio vitale della Sala d’aspetto.
14
dicembre 2014
Javier Peñafiel / Lavinia Marinotti – Diagnóstico Plural
Dal 14 dicembre 2014 al 14 gennaio 2015
arte contemporanea
Location
SALA D’ASPETTO
Milano, Via Vincenzo Bellini, 1, (Milano)
Milano, Via Vincenzo Bellini, 1, (Milano)
Vernissage
14 Dicembre 2014, ore 18
Autore
Curatore