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Jay Batlle – The trouble with having an interior designer for a mother
la prima personale in Italia di Jay Batlle
Comunicato stampa
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La Galleria 1000eventi è lieta di annunciare la prima personale in Italia di Jay Batlle dal titolo 'The trouble with having an interior designer for a mother'
Jay Batlle(Syracuse, NY 1976) vive e lavora a New York e in Francia. Si è diplomato nel 1998 alla U.C.L.A a ha ricevuto una borsa di studio per lavorare a Amsterdam dal 1999 al 2001.
Ha recentemente esposto alla ESSO Gallery di New York(2003), ha anche esposto in una doppia personale con Paul Pagk presso la Thomas Erben Gallery(2003) sempre nel 2003 ha partecipato ha una doppia personale con Matthew Ronay alla gallerya Loop di Berlino. Ha esposto anche in molte collettive tra le quali citiamo: Confabulations curata da Peter Dudek al Hunter College (2003) a New York, Labor Day curata da David Hunt presso la Rare Gallery (2003), New York e New Attitudes in Sculpture, curata da Ken Freed alla Gallery @ Green Street, Boston.
Il filo conduttore che percorre la mostra, dal titolo The trouble with having an interior designer for a mother, è la persistente sensazione di 'perdita'.
La 'perdita' viene richiamata nelle opere da parole, immagini, numeri, grafici, discorsi. In alcune opere la perdita è materiale-economica, in altre è affetiva. Cosi conti non pagati, i solleciti a saldare il mutuo universitario si trasformano in montagne e tavole da surf; stracci fatti con vecchi vestiti prendono forma umana nella scultura Broke Dancer
Jay Batlle usa media diversi per 'disegnare' i ricordi della sua gioventù passata nella contea di Orange in California. A New York saper esprimere insoddisfazione per la propria vita è quasi un arte. La California invece ha inventato lo 'life style': Hollywood, interior designe,il surf , lo skate i drive-in e questo li soddisfa e il rassicura. L'artista cerca di far convivere nelle sue opere il diverso approccio alla vita che esiste tra la california e New York.
Nella serie di quadri The paintings Martin Kippenberger could't ever paint Batlle riprende dove Kippenberger si era fermato proprio come Kippenberger aveva iniziato dove Picasso aveva lasciato il ritratto di Jacqueline Picasso.
Kippenberger è morto ma queste opere devono a lui la loro esistenza.
La California di Batlle è nient'altro che un ricordo di qualcosa che non ha nessuna attinenza cone la realtà odierna, è l'immagine che molto probabilmente ha il resto degli USA della California: lo stato che nasconde le sue tragedie e aspetta di sprofondare nell'oceano pacifico. Viviamo in un epoca che ha bisogno di eventi tragici per catalizzare l'attenzione, le catastrofi ci fanno sentire vivi colletivamente, danno un senso all'esistenza, in un certo modo ci gratificano, a patto beninteso che capitino da qualche altra parte.
Jay Batlle(Syracuse, NY 1976) vive e lavora a New York e in Francia. Si è diplomato nel 1998 alla U.C.L.A a ha ricevuto una borsa di studio per lavorare a Amsterdam dal 1999 al 2001.
Ha recentemente esposto alla ESSO Gallery di New York(2003), ha anche esposto in una doppia personale con Paul Pagk presso la Thomas Erben Gallery(2003) sempre nel 2003 ha partecipato ha una doppia personale con Matthew Ronay alla gallerya Loop di Berlino. Ha esposto anche in molte collettive tra le quali citiamo: Confabulations curata da Peter Dudek al Hunter College (2003) a New York, Labor Day curata da David Hunt presso la Rare Gallery (2003), New York e New Attitudes in Sculpture, curata da Ken Freed alla Gallery @ Green Street, Boston.
Il filo conduttore che percorre la mostra, dal titolo The trouble with having an interior designer for a mother, è la persistente sensazione di 'perdita'.
La 'perdita' viene richiamata nelle opere da parole, immagini, numeri, grafici, discorsi. In alcune opere la perdita è materiale-economica, in altre è affetiva. Cosi conti non pagati, i solleciti a saldare il mutuo universitario si trasformano in montagne e tavole da surf; stracci fatti con vecchi vestiti prendono forma umana nella scultura Broke Dancer
Jay Batlle usa media diversi per 'disegnare' i ricordi della sua gioventù passata nella contea di Orange in California. A New York saper esprimere insoddisfazione per la propria vita è quasi un arte. La California invece ha inventato lo 'life style': Hollywood, interior designe,il surf , lo skate i drive-in e questo li soddisfa e il rassicura. L'artista cerca di far convivere nelle sue opere il diverso approccio alla vita che esiste tra la california e New York.
Nella serie di quadri The paintings Martin Kippenberger could't ever paint Batlle riprende dove Kippenberger si era fermato proprio come Kippenberger aveva iniziato dove Picasso aveva lasciato il ritratto di Jacqueline Picasso.
Kippenberger è morto ma queste opere devono a lui la loro esistenza.
La California di Batlle è nient'altro che un ricordo di qualcosa che non ha nessuna attinenza cone la realtà odierna, è l'immagine che molto probabilmente ha il resto degli USA della California: lo stato che nasconde le sue tragedie e aspetta di sprofondare nell'oceano pacifico. Viviamo in un epoca che ha bisogno di eventi tragici per catalizzare l'attenzione, le catastrofi ci fanno sentire vivi colletivamente, danno un senso all'esistenza, in un certo modo ci gratificano, a patto beninteso che capitino da qualche altra parte.
16
settembre 2003
Jay Batlle – The trouble with having an interior designer for a mother
Dal 16 settembre al 31 ottobre 2003
arte contemporanea
Location
GALLERIA 1000EVENTI
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 3, (Milano)
Milano, Via Luigi Porro Lambertenghi, 3, (Milano)
Vernissage
16 Settembre 2003, ore 18,30
Autore