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Jay Heikes – Ra
Federica Schiavo Gallery è lieta di presentare Ra, la terza mostra personale di Jay Heikes a Roma. In questa occasione l’artista presenterà inoltre il libro Trieste, un ampio catalogo che documenta le varie incarnazioni della mostra collettiva organizzata da Heikes tra il 2012 e 2014.
Comunicato stampa
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JAY HEIKES - RA
15 MAGGIO – 2 LUGLIO 2014
INAUGURAZIONE, GIOVEDI’ 15 MAGGIO, ORE 18.00 – 21.00
PRESENTAZIONE CON ANTEPRIMA DEL CATALOGO ‘TRIESTE’, 15 MAGGIO, ORE 18.00
FEDERICA SCHIAVO GALLERY
PIAZZA MONTEVECCHIO 16 ROME
Federica Schiavo Gallery è lieta di presentare Ra, la terza mostra personale di Jay Heikes a Roma. In occasione dell’inaugurazione della mostra l’artista presenterà inoltre il libro Trieste, un ampio catalogo che documenta le varie incarnazioni della mostra collettiva organizzata da Heikes tra il 2012 e il 2014. Trieste è stata esposta presso: Federica Schiavo Gallery a Roma, Marianne Boesky Gallery a New York e Grimm Gallery ad Amsterdam. Il lancio del libro si terrà alle ore 18.00 presso la galleria.
La mostra Ra nasce dalla fascinazione di Jay Heikes per la natura radioattiva degli oggetti, stimolata in particolare dalla conoscenza delle ricerche controcorrente di Marie e Pierre Curie sulla scoperta del Radio nel 1898 e dal mito legato alla divinità egizia del sole. Per l'artista, l’accidentale rimando di entrambe le storie alle due lettere R e A, simbolo del Radio e nome del dio Sole, si è connesso al bagliore radioattivo che questi racconti rappresentavano. Dalle cronache sui coniugi Curie, l’artista ha appreso infatti dell’esistenza di un laboratorio perennemente illuminato, durante la notte, da provette contenenti sostanze blu-verdognole. Questa suggestione ha spinto Heikes verso l'impiego di un pigmento fosforescente a base di alluminato di stronzio, elemento, quest’ultimo, trovato radioattivo in alcuni isotopi e dalla rara capacità di negare la struttura base che ci ha donato il sole: quella di percepire il giorno e la notte. Il sole ritorna inoltre, come ‘dio primordiale’, nella narrazione del mito egizio che inizialmente raffigurò il suo ciclo giornaliero attraverso la metafora di un vitello che diventava toro a mezzogiorno, rendeva fertile la madre terra nel pomeriggio e se ne moriva la sera per poi rinascere, ancora suo figlio, il giorno seguente.
Servendosi del nuovo pigmento, Heikes ha re-immaginato il suo studio come un vero e proprio laboratorio incandescente, non diverso da quello che avevano così coraggiosamente creato i Curie più di cento anni prima. L’artista ha rivestito diverse superfici della stanza con cartoni tinti col colorante fosforescente, circondandosi di un bagliore che imitava l'anima più profonda dei propri impulsi creativi. Ogni cartone è diventato una singolare ‘finestra’ di pura fantasia elementare. Il pigmento ha presto infettato anche l'architettura della stanza così come la maggior parte del lavoro presente in studio, facendo emergere molteplici tensioni. Dall’incontro di questa esperienza con l’ultimo ciclo di dipinti ispirati alle pitture rupestri – primo esempio di magia pittorica – sono nati quattro lavori: Ra, Treatment, Day for Night e Die Hippie Scum. Per l’artista, la superficie di queste opere è assimilabile a un tessuto epiteliale sensibile a cicatrizzazioni o a mutazioni degenerative, quali escrescenze e tumori, indotte dall’esposizione alle radiazioni. Sembrerebbe che i nuovi quadri dell’artista necessitino di una transitoria alterazione funzionale dell’organismo al fine di rivendicare un percorso di rinnovamento: tema su cui Heikes è tornato ossessivamente nel corso degli anni.
Questi processi di mutazione e transizione hanno stimolato inoltre una riflessione sul rapporto tra la pelle esterna di un dipinto e la sua interna struttura ossea, il telaio. Giocando sull’associazione di parole cui rimanda il termine inglese ‘stretcher’ (‘telaio’ ma anche ‘barella’), Heikes ha realizzato Self Portrait in Ultra Violet Light e Fragment from the Theory of Everything. In entrambe le sculture, la pittura è costretta a rigenerarsi attraverso un viaggio sciamanico che ha inizio dall’impurità del sé, da uno spazio interiore. La manifestazione di questa trasformazione del putrido continua nella scultura Desire, un calderone riempito da un ammasso di scorie metalliche prodotte dagli scarti del processo di fusione. Durante la lavorazione dei metalli, i fonditori scremano infatti lo strato superiore del liquido versato negli stampi, per rimuovere ogni elemento estraneo e mantenere una sorta di purezza del materiale; quella stessa che l’artista, da difensore dell’alchimia, si è trovato spesso a dover fronteggiare. Nella scultura Desire il tema della purezza è aggirato applicando un ribaltamento di senso che consente ad Heikes di nobilitare il materiale di scarto iniziale, rendendolo veicolo privilegiato per la creazione di questa sua ‘nube di incantesimo’.
Ra si espande ulteriormente con la nuova serie di disegni noti col nome Music for Minor Planets. Originariamente immaginati dall’artista durante le sue indagini sul linguaggio e sugli strumenti che determinano ogni nostra azione, queste composizioni appaiono come grandi spartiti per la scissione del Tempo. La fonte di ispirazione è, ancora una volta, una storia sulla radioattività secondo la quale, le fessure del tempo sono diventate la colonna sonora della nostra marcia progressiva. Heikes interroga la prospettiva lineare della storia intendendola come un collage in costante stato di rielaborazione. Ogni composizione mostra una natura psichedelico-decorativa e ricca di possibilità nata dal tracciato di gesti performativi dell’artista, compiuti in studio e registrati su carta come segni compiuti e pieni di graffiante entusiasmo.
In una sorta di dichiarazione finale, l'artista include infine Quintessence, la rappresentazione della 'natura perfetta' presentata sotto forma di un insieme di stelle astratte. Se siamo davvero fatti di polvere di stelle e nati per bruciare, si solleva la questione delle forme e delle emozioni che ognuno di noi crea lungo la propria strada e tutto ciò che resta da capire sono la consistenza e la forma di ciò che ci è stato tramandato: un S.O.S. sotto forma di rettangolo distorto in perenne mutazione per fornirci un indizio di ciò che significa essere ‘umano’.
Jay Heikes è nato a Princeton, NJ nel 1975. Si è laureato all’Università del Michigan ad Ann Arbor e ha conseguito il Master in Fine Arts all’Università di Yale nel 2005. Dopo la sua prima personale presso l’Artists Space di New York nel 2003, Heikes ha preso parte a numerose mostre collettive in istituzioni quali il New Museum of Contemporary Art di New York (2003) e la Renaissance Society presso l’Università di Chicago (2002 e 2005). Nel 2006, Heikes è stato incluso nella Whitney Biennial: Day for Night, curata by Chrissie Iles e Philippe Vergne. Da allora il lavoro di Heikes è stato soggetto di numerose mostre nazionali ed internazionali tra cui: The Institute of Contemporary Art, Philadelphia (2007); Marianne Boesky Gallery, New York (2007, 2010, 2012 and 2013); The Aspen Art Museum (2012); e Grim Gallery, Amsterdam (2014). Nel 2009, Heikes ha tenuto la sua prima personale presso Federica Schiavo Gallery, Eroding Rainbow, seguita da The Material Mine (2011), e Trieste (2012), un mostra collettiva organizzata dall’artista. Di recente Heikes è stato incluso nella collettiva Painter, Painter al Walker Art Center, Minneapolis (2013). Jay Heikes vive e lavora a Minneapolis.
15 MAGGIO – 2 LUGLIO 2014
INAUGURAZIONE, GIOVEDI’ 15 MAGGIO, ORE 18.00 – 21.00
PRESENTAZIONE CON ANTEPRIMA DEL CATALOGO ‘TRIESTE’, 15 MAGGIO, ORE 18.00
FEDERICA SCHIAVO GALLERY
PIAZZA MONTEVECCHIO 16 ROME
Federica Schiavo Gallery è lieta di presentare Ra, la terza mostra personale di Jay Heikes a Roma. In occasione dell’inaugurazione della mostra l’artista presenterà inoltre il libro Trieste, un ampio catalogo che documenta le varie incarnazioni della mostra collettiva organizzata da Heikes tra il 2012 e il 2014. Trieste è stata esposta presso: Federica Schiavo Gallery a Roma, Marianne Boesky Gallery a New York e Grimm Gallery ad Amsterdam. Il lancio del libro si terrà alle ore 18.00 presso la galleria.
La mostra Ra nasce dalla fascinazione di Jay Heikes per la natura radioattiva degli oggetti, stimolata in particolare dalla conoscenza delle ricerche controcorrente di Marie e Pierre Curie sulla scoperta del Radio nel 1898 e dal mito legato alla divinità egizia del sole. Per l'artista, l’accidentale rimando di entrambe le storie alle due lettere R e A, simbolo del Radio e nome del dio Sole, si è connesso al bagliore radioattivo che questi racconti rappresentavano. Dalle cronache sui coniugi Curie, l’artista ha appreso infatti dell’esistenza di un laboratorio perennemente illuminato, durante la notte, da provette contenenti sostanze blu-verdognole. Questa suggestione ha spinto Heikes verso l'impiego di un pigmento fosforescente a base di alluminato di stronzio, elemento, quest’ultimo, trovato radioattivo in alcuni isotopi e dalla rara capacità di negare la struttura base che ci ha donato il sole: quella di percepire il giorno e la notte. Il sole ritorna inoltre, come ‘dio primordiale’, nella narrazione del mito egizio che inizialmente raffigurò il suo ciclo giornaliero attraverso la metafora di un vitello che diventava toro a mezzogiorno, rendeva fertile la madre terra nel pomeriggio e se ne moriva la sera per poi rinascere, ancora suo figlio, il giorno seguente.
Servendosi del nuovo pigmento, Heikes ha re-immaginato il suo studio come un vero e proprio laboratorio incandescente, non diverso da quello che avevano così coraggiosamente creato i Curie più di cento anni prima. L’artista ha rivestito diverse superfici della stanza con cartoni tinti col colorante fosforescente, circondandosi di un bagliore che imitava l'anima più profonda dei propri impulsi creativi. Ogni cartone è diventato una singolare ‘finestra’ di pura fantasia elementare. Il pigmento ha presto infettato anche l'architettura della stanza così come la maggior parte del lavoro presente in studio, facendo emergere molteplici tensioni. Dall’incontro di questa esperienza con l’ultimo ciclo di dipinti ispirati alle pitture rupestri – primo esempio di magia pittorica – sono nati quattro lavori: Ra, Treatment, Day for Night e Die Hippie Scum. Per l’artista, la superficie di queste opere è assimilabile a un tessuto epiteliale sensibile a cicatrizzazioni o a mutazioni degenerative, quali escrescenze e tumori, indotte dall’esposizione alle radiazioni. Sembrerebbe che i nuovi quadri dell’artista necessitino di una transitoria alterazione funzionale dell’organismo al fine di rivendicare un percorso di rinnovamento: tema su cui Heikes è tornato ossessivamente nel corso degli anni.
Questi processi di mutazione e transizione hanno stimolato inoltre una riflessione sul rapporto tra la pelle esterna di un dipinto e la sua interna struttura ossea, il telaio. Giocando sull’associazione di parole cui rimanda il termine inglese ‘stretcher’ (‘telaio’ ma anche ‘barella’), Heikes ha realizzato Self Portrait in Ultra Violet Light e Fragment from the Theory of Everything. In entrambe le sculture, la pittura è costretta a rigenerarsi attraverso un viaggio sciamanico che ha inizio dall’impurità del sé, da uno spazio interiore. La manifestazione di questa trasformazione del putrido continua nella scultura Desire, un calderone riempito da un ammasso di scorie metalliche prodotte dagli scarti del processo di fusione. Durante la lavorazione dei metalli, i fonditori scremano infatti lo strato superiore del liquido versato negli stampi, per rimuovere ogni elemento estraneo e mantenere una sorta di purezza del materiale; quella stessa che l’artista, da difensore dell’alchimia, si è trovato spesso a dover fronteggiare. Nella scultura Desire il tema della purezza è aggirato applicando un ribaltamento di senso che consente ad Heikes di nobilitare il materiale di scarto iniziale, rendendolo veicolo privilegiato per la creazione di questa sua ‘nube di incantesimo’.
Ra si espande ulteriormente con la nuova serie di disegni noti col nome Music for Minor Planets. Originariamente immaginati dall’artista durante le sue indagini sul linguaggio e sugli strumenti che determinano ogni nostra azione, queste composizioni appaiono come grandi spartiti per la scissione del Tempo. La fonte di ispirazione è, ancora una volta, una storia sulla radioattività secondo la quale, le fessure del tempo sono diventate la colonna sonora della nostra marcia progressiva. Heikes interroga la prospettiva lineare della storia intendendola come un collage in costante stato di rielaborazione. Ogni composizione mostra una natura psichedelico-decorativa e ricca di possibilità nata dal tracciato di gesti performativi dell’artista, compiuti in studio e registrati su carta come segni compiuti e pieni di graffiante entusiasmo.
In una sorta di dichiarazione finale, l'artista include infine Quintessence, la rappresentazione della 'natura perfetta' presentata sotto forma di un insieme di stelle astratte. Se siamo davvero fatti di polvere di stelle e nati per bruciare, si solleva la questione delle forme e delle emozioni che ognuno di noi crea lungo la propria strada e tutto ciò che resta da capire sono la consistenza e la forma di ciò che ci è stato tramandato: un S.O.S. sotto forma di rettangolo distorto in perenne mutazione per fornirci un indizio di ciò che significa essere ‘umano’.
Jay Heikes è nato a Princeton, NJ nel 1975. Si è laureato all’Università del Michigan ad Ann Arbor e ha conseguito il Master in Fine Arts all’Università di Yale nel 2005. Dopo la sua prima personale presso l’Artists Space di New York nel 2003, Heikes ha preso parte a numerose mostre collettive in istituzioni quali il New Museum of Contemporary Art di New York (2003) e la Renaissance Society presso l’Università di Chicago (2002 e 2005). Nel 2006, Heikes è stato incluso nella Whitney Biennial: Day for Night, curata by Chrissie Iles e Philippe Vergne. Da allora il lavoro di Heikes è stato soggetto di numerose mostre nazionali ed internazionali tra cui: The Institute of Contemporary Art, Philadelphia (2007); Marianne Boesky Gallery, New York (2007, 2010, 2012 and 2013); The Aspen Art Museum (2012); e Grim Gallery, Amsterdam (2014). Nel 2009, Heikes ha tenuto la sua prima personale presso Federica Schiavo Gallery, Eroding Rainbow, seguita da The Material Mine (2011), e Trieste (2012), un mostra collettiva organizzata dall’artista. Di recente Heikes è stato incluso nella collettiva Painter, Painter al Walker Art Center, Minneapolis (2013). Jay Heikes vive e lavora a Minneapolis.
15
maggio 2014
Jay Heikes – Ra
Dal 15 maggio al 02 luglio 2014
arte contemporanea
Location
FEDERICA SCHIAVO GALLERY
Roma, Piazza Di Montevecchio, 16, (Roma)
Roma, Piazza Di Montevecchio, 16, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 12.00 - 19.00
lunedì solo su appuntamento
Vernissage
15 Maggio 2014, ore 18.00
Autore