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Jeppe Hein – Fontane
Zero… ha il piacere di presentare Fontane, la prima mostra personale di Jeppe Hein in Italia. Attraverso un’analisi delle forme di questo universale elemento decorativo, il lavoro di Hein mette in crisi i punti di riferimento dello spettatore con installazioni e sculture che deliberatamente, ma spesso in modo ludico, creano dubbi e spiazzamento
Comunicato stampa
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Zero… ha il piacere di presentare Fontane, la prima mostra personale di Jeppe Hein in Italia. Attraverso un’analisi delle forme di questo universale elemento decorativo, il lavoro di Hein mette in crisi i punti di riferimento dello spettatore con installazioni e sculture che deliberatamente, ma spesso in modo ludico, creano dubbi e spiazzamento.
Tre lavori sono collocati nello spazio principale: Infinite Honeyflow, Mirror Ball House e Scivolo di Fuoco. Nel primo, una costruzione di acciao inossidabile filigranato offre l’esperienza estetica di un costante flusso d’acqua. Mirror Ball House è costituito da una struttura verticale di quattro pareti a specchi riflettenti. Al suo interno, una sfera di plastica bianca è spinta in aria dal getto d’acqua che fuoriesce da una fontana: la sfera sembra danzarvi sopra e si riflette nelle pareti interne della struttura in un’infinita e molteplice visione. Scivolo di Fuoco, infine, combina la riduzione formale di una struttura minimale con le qualità spettacolari di un processo inaspettato, giocando con l’ambiguità e la combinazione di due elementi apparentemente contradditori quali l’acqua e il fuoco. Nel corridoio si trova Untitled (Stack with Water), un omaggio ad un lavoro di Donald Judd del 1968/69, in cui l’artista induce lo spettatore a riconsiderare i concetti di noia, monotonia e ripetizione. Sulla terrazza, infine, Arco di Fuoco, dove, in una piccola vasca all’interno di un tavolo metallico, due getti d’acqua si confrontano creando un arco; nel punto di incontro si sprigiona una fiamma.
L’intero progetto, nel suo insieme, si presenta come uno studio sull’estetica modernista che, discostandosi dalle sue tendenze all’esclusività e all’elitarismo, si declina in una dimensione più ludica ed informale. Attraverso una nuova codificazione di elementi strutturali, astrazione e reinterpretazione di lavori iconici, l’artista invita ad un dialogo che considera l’interattività dell’interpretazione, dell’esperienza e delle associazioni. La sua abilità nell’integrare i visitatori e gli spettatori come componenti integrali della sua prassi artistica definisce l’unicità del suo lavoro in un’ottica che prescinde dai generi.
Gyonata Bonvicini
Nato a Copenhagen (1974), Jeppe Hein vive tra Berlino e Copenhagen. Ha partecipato a mostre in istituzioni europee ed americane. Nel 2005 è stato invitato alla prima edizione della Triennale di Torino; suoi lavori sono stati esposti al Centre Pompidou di Parigi ed alla Biennale di Venezia (2003). Prossime mostre al Barbican Centre e alla Tate Modern di Londra e allo Sculpture Center di New York.
Tre lavori sono collocati nello spazio principale: Infinite Honeyflow, Mirror Ball House e Scivolo di Fuoco. Nel primo, una costruzione di acciao inossidabile filigranato offre l’esperienza estetica di un costante flusso d’acqua. Mirror Ball House è costituito da una struttura verticale di quattro pareti a specchi riflettenti. Al suo interno, una sfera di plastica bianca è spinta in aria dal getto d’acqua che fuoriesce da una fontana: la sfera sembra danzarvi sopra e si riflette nelle pareti interne della struttura in un’infinita e molteplice visione. Scivolo di Fuoco, infine, combina la riduzione formale di una struttura minimale con le qualità spettacolari di un processo inaspettato, giocando con l’ambiguità e la combinazione di due elementi apparentemente contradditori quali l’acqua e il fuoco. Nel corridoio si trova Untitled (Stack with Water), un omaggio ad un lavoro di Donald Judd del 1968/69, in cui l’artista induce lo spettatore a riconsiderare i concetti di noia, monotonia e ripetizione. Sulla terrazza, infine, Arco di Fuoco, dove, in una piccola vasca all’interno di un tavolo metallico, due getti d’acqua si confrontano creando un arco; nel punto di incontro si sprigiona una fiamma.
L’intero progetto, nel suo insieme, si presenta come uno studio sull’estetica modernista che, discostandosi dalle sue tendenze all’esclusività e all’elitarismo, si declina in una dimensione più ludica ed informale. Attraverso una nuova codificazione di elementi strutturali, astrazione e reinterpretazione di lavori iconici, l’artista invita ad un dialogo che considera l’interattività dell’interpretazione, dell’esperienza e delle associazioni. La sua abilità nell’integrare i visitatori e gli spettatori come componenti integrali della sua prassi artistica definisce l’unicità del suo lavoro in un’ottica che prescinde dai generi.
Gyonata Bonvicini
Nato a Copenhagen (1974), Jeppe Hein vive tra Berlino e Copenhagen. Ha partecipato a mostre in istituzioni europee ed americane. Nel 2005 è stato invitato alla prima edizione della Triennale di Torino; suoi lavori sono stati esposti al Centre Pompidou di Parigi ed alla Biennale di Venezia (2003). Prossime mostre al Barbican Centre e alla Tate Modern di Londra e allo Sculpture Center di New York.
22
settembre 2006
Jeppe Hein – Fontane
Dal 22 settembre al 20 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
ZERO…
Milano, Via Alessandro Tadino, 20, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 20, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 12–19.30
Vernissage
22 Settembre 2006, ore 12-21
Autore