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Jessica Pintaldi
Espressioni D’Arte presenta la seconda mostra di un ciclo di personali curate da Tiziana Di Bartolomeo e Francesca Romana Afflitto, dedicate ad artisti con un unico filo comune ed originario l’Arte Figutativa, che avrà come sottotitolo figurativArte
Comunicato stampa
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“Pittura come natura”, potrebbe essere la frase chiave per interpretare il lavoro di Jessica Pintaldi. Il pregiudizio moderno verso la mimesi, intesa come rincorsa un po’ frustrante dell’apparenza naturale va superata intendendo questo rapporto fra artista e mondo circostante come uno sposalizio, un reciproco dono di coscienza e realtà.
In parole più semplici, non si tratta di “imitare la natura” nella sua scorza esteriore ma di essere creativi “allo stesso modo della natura”.
Jessica sembra maneggiare il pennello con la leggerezza, anzi, l’arrendevolezza che hanno le creature marine verso l’acqua (o ciò che vola rispetto al vento): accoglienza di quella forza “altra” da noi ma, allo stesso tempo, l’appropriazione della sua segreta regola e, quindi, fare di ciò che è estraneo il nostro elemento.
"Il paesaggio è il polo d’attrazione attorno a cui ruota la ricerca di Jessica Pintaldi; l’acquerello è la tecnica prediletta, la carta bianca il supporto. L’artista abbraccia con lo sguardo quel che ha di fronte e vi si immerge: i palazzi e le strade, gli elementi che compongono l’immagine reale, vengono destrutturati e ricomposti in moduli al cui interno appaiono figure-segni che rimandano a ciò che ha colpito l’occhio dell’artista, che si è impresso nella sua memoria e nella sua sensazione. Il bianco del foglio non è concepito come vuoto, o come spazio da riempire completamente con la figurazione: non è assenza, è parte integrante dell’immagine, e come essa è significante. La trasparenza dell’acquerello non lo ricopre, al pari delle zone di colore si dilata e si contrae, arretra ed avanza in un movimento quasi musicale. Gli stacchi tonali creano ritmo, il modo in cui viene steso il pigmento guida l’occhio all’interno dello spazio pittorico: entrambi rimandano allo svolgersi nel tempo del fare pittorico. Il processo di formazione dell’immagine, nell’artista, della sua raffigurazione, nella tela, della sua percezione, nel fruitore, vengono quindi posti in risalto, e si giunge ad un sapiente equilibrio tra un processo razionale, in cui la forma è sfrondata di tutti i particolari accessori e quasi ridotta alla sua essenzialità, ma mai geometrizzata e conclusa in una formula
matematica riproducibile, ed uno emotivo, in cui la sensazione guida il pennello, sceglie il colore, dilata le forme e le fa rispondere tra di loro, alla ricerca di equilibrio compositivo. Le opere dialogano fortemente con lo spazio circostante, sia perché l’acquerello e la carta si lasciano attraversare dalla luce, sia perché il ritmo con cui sono disposti gli elementi della figurazione quasi continua al di fuori del campo della pittura e crea rispondenze con lo spazio espositivo, andando incontro al fruitore. Le immagini di Jessica Pintaldi non s’impongono
prepotentemente, non sono informate da un movimento convulso, ciò che le caratterizza è la leggerezza, la grazia, l’estrema eleganza del segno e della stesura del colore: evocano o accennano alla realtà oggettiva, a volte tendono a rappresentarla, sempre ricomponendo le asimmetrie, stemperando gli effetti troppo drammatici o enfatici. Il percorso dell’artista è orientato verso la ricerca dell’iconicità e dell’assolutezza figurale, perché il dato oggettivo subisce un processo di decantazione profondamente meditato: quel che rimane è un segno che è nello stesso tempo struttura e sensazione. Le immagini appaiono come fissate nell’attimo, sospese tra quel che non c’è più e quel che sarà, indicano un orizzonte altro, sono tappe di un cammino esperienziale in cui l’armonia raggiunta appiana i contrasti in una simpatia oltre il tempo e lo spazio."
Alessandro Agresti
In parole più semplici, non si tratta di “imitare la natura” nella sua scorza esteriore ma di essere creativi “allo stesso modo della natura”.
Jessica sembra maneggiare il pennello con la leggerezza, anzi, l’arrendevolezza che hanno le creature marine verso l’acqua (o ciò che vola rispetto al vento): accoglienza di quella forza “altra” da noi ma, allo stesso tempo, l’appropriazione della sua segreta regola e, quindi, fare di ciò che è estraneo il nostro elemento.
"Il paesaggio è il polo d’attrazione attorno a cui ruota la ricerca di Jessica Pintaldi; l’acquerello è la tecnica prediletta, la carta bianca il supporto. L’artista abbraccia con lo sguardo quel che ha di fronte e vi si immerge: i palazzi e le strade, gli elementi che compongono l’immagine reale, vengono destrutturati e ricomposti in moduli al cui interno appaiono figure-segni che rimandano a ciò che ha colpito l’occhio dell’artista, che si è impresso nella sua memoria e nella sua sensazione. Il bianco del foglio non è concepito come vuoto, o come spazio da riempire completamente con la figurazione: non è assenza, è parte integrante dell’immagine, e come essa è significante. La trasparenza dell’acquerello non lo ricopre, al pari delle zone di colore si dilata e si contrae, arretra ed avanza in un movimento quasi musicale. Gli stacchi tonali creano ritmo, il modo in cui viene steso il pigmento guida l’occhio all’interno dello spazio pittorico: entrambi rimandano allo svolgersi nel tempo del fare pittorico. Il processo di formazione dell’immagine, nell’artista, della sua raffigurazione, nella tela, della sua percezione, nel fruitore, vengono quindi posti in risalto, e si giunge ad un sapiente equilibrio tra un processo razionale, in cui la forma è sfrondata di tutti i particolari accessori e quasi ridotta alla sua essenzialità, ma mai geometrizzata e conclusa in una formula
matematica riproducibile, ed uno emotivo, in cui la sensazione guida il pennello, sceglie il colore, dilata le forme e le fa rispondere tra di loro, alla ricerca di equilibrio compositivo. Le opere dialogano fortemente con lo spazio circostante, sia perché l’acquerello e la carta si lasciano attraversare dalla luce, sia perché il ritmo con cui sono disposti gli elementi della figurazione quasi continua al di fuori del campo della pittura e crea rispondenze con lo spazio espositivo, andando incontro al fruitore. Le immagini di Jessica Pintaldi non s’impongono
prepotentemente, non sono informate da un movimento convulso, ciò che le caratterizza è la leggerezza, la grazia, l’estrema eleganza del segno e della stesura del colore: evocano o accennano alla realtà oggettiva, a volte tendono a rappresentarla, sempre ricomponendo le asimmetrie, stemperando gli effetti troppo drammatici o enfatici. Il percorso dell’artista è orientato verso la ricerca dell’iconicità e dell’assolutezza figurale, perché il dato oggettivo subisce un processo di decantazione profondamente meditato: quel che rimane è un segno che è nello stesso tempo struttura e sensazione. Le immagini appaiono come fissate nell’attimo, sospese tra quel che non c’è più e quel che sarà, indicano un orizzonte altro, sono tappe di un cammino esperienziale in cui l’armonia raggiunta appiana i contrasti in una simpatia oltre il tempo e lo spazio."
Alessandro Agresti
06
ottobre 2009
Jessica Pintaldi
Dal 06 al 31 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
CAFFE’ EMPORIO
Roma, Piazza Dell'emporio, 2, (Roma)
Roma, Piazza Dell'emporio, 2, (Roma)
Vernissage
6 Ottobre 2009, ore 19
Sito web
www.sevenpmeventi.it
Autore
Curatore