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Jirí Kolár – Velo d’Amore
più di 30 opere di Jirí Kolár a tema sacro
Comunicato stampa
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Jiří Kolář (Protìvin 1914 - Praga 2002) poeta e artista visuale, ha saputo fare del collage un mezzo espressivo duttile capace di esprimere le più diverse idee formali, dalla tavola bidimensionale alla scultura, dalla fotografia all’objet trouvé.
La mostra organizzata da Sabina Melesi, direttore della Galleria Melesi e responsabile dell’Archivio Jiří Kolář, a cura di Maria Laura Gelmini, accoglie più di 30 opere di Jiří Kolář a tema sacro. Per l’occasione è dato alle stampe un catalogo di 48 pagine con 30 immagini a colori.
Kolář ha ritagliato e ricomposto innumerevoli immagini nella sua opera, fotografie di persone, di capolavori d’arte antica e moderna, foto pubblicitarie o d’architettura, e inoltre testi a stampa dalle diverse grafie, compresi gli spartiti musicali. Nell’approfondire le possibilità linguistiche del collage (la prima esposizione, al Mozarteum di Praga, è del 1937) Kolář ha sperimentato anche la terza dimensione, sia inglobando oggetti nell’opera, sia creando teatrini a rilievo. Più spesso opera nella ricomposizione delle immagini accuratamente ritagliate, seguendo le varie tecniche bidimensionali - confrontage, rapportage, rollage, cuborollage et alia - da lui stesso definite nel Dictionnaire des Methodes del 1991. Se talora, come in Velo d’amore, opera simbolo della mostra, il capolavoro prescelto è protagonista assoluto della tavola, in altre opere invece vediamo il dipinto prendere risalto grazie alla sovrapposizione al centro dei suoi noti sfondi a minuti ritagli giustapposti di carta stampata che dona all’insieme l’effetto di un delicato ricamo. Così in virtù dell’accostamento a questi grafismi e a dispetto del taglio subito, l’opera d’arte antica prende un risalto del tutto nuovo.
«Benché non si trovino nei suoi scritti parole che descrivano un esplicito sentimento del sacro, non possiamo fare a meno di riconoscerlo a partire dall’opera, è un’attenzione che emerge da più elementi. Dal senso di profonda dedizione al lavoro, una “religione” del lavoro che lo ha visto prestarsi a diverse occupazioni da giovane: panettiere, fabbro, cameriere. L’opera d’arte rivela una caparbietà che è di per sé un atto d’amore per la vita. E poiché si tratta dell’opera d’arte di un poeta ecco che il titolo, quando c’è, ha un ruolo come parte integrante del lavoro. Così quando intitola le opere sacre mostra una sensibilità molto profonda del tema preso in esame, un rispetto che va al di là di ogni formalismo, per penetrare le pieghe più profonde dell’elemento trascendente.» (dal testo di M. L. Gelmini in catalogo)
La mostra organizzata da Sabina Melesi, direttore della Galleria Melesi e responsabile dell’Archivio Jiří Kolář, a cura di Maria Laura Gelmini, accoglie più di 30 opere di Jiří Kolář a tema sacro. Per l’occasione è dato alle stampe un catalogo di 48 pagine con 30 immagini a colori.
Kolář ha ritagliato e ricomposto innumerevoli immagini nella sua opera, fotografie di persone, di capolavori d’arte antica e moderna, foto pubblicitarie o d’architettura, e inoltre testi a stampa dalle diverse grafie, compresi gli spartiti musicali. Nell’approfondire le possibilità linguistiche del collage (la prima esposizione, al Mozarteum di Praga, è del 1937) Kolář ha sperimentato anche la terza dimensione, sia inglobando oggetti nell’opera, sia creando teatrini a rilievo. Più spesso opera nella ricomposizione delle immagini accuratamente ritagliate, seguendo le varie tecniche bidimensionali - confrontage, rapportage, rollage, cuborollage et alia - da lui stesso definite nel Dictionnaire des Methodes del 1991. Se talora, come in Velo d’amore, opera simbolo della mostra, il capolavoro prescelto è protagonista assoluto della tavola, in altre opere invece vediamo il dipinto prendere risalto grazie alla sovrapposizione al centro dei suoi noti sfondi a minuti ritagli giustapposti di carta stampata che dona all’insieme l’effetto di un delicato ricamo. Così in virtù dell’accostamento a questi grafismi e a dispetto del taglio subito, l’opera d’arte antica prende un risalto del tutto nuovo.
«Benché non si trovino nei suoi scritti parole che descrivano un esplicito sentimento del sacro, non possiamo fare a meno di riconoscerlo a partire dall’opera, è un’attenzione che emerge da più elementi. Dal senso di profonda dedizione al lavoro, una “religione” del lavoro che lo ha visto prestarsi a diverse occupazioni da giovane: panettiere, fabbro, cameriere. L’opera d’arte rivela una caparbietà che è di per sé un atto d’amore per la vita. E poiché si tratta dell’opera d’arte di un poeta ecco che il titolo, quando c’è, ha un ruolo come parte integrante del lavoro. Così quando intitola le opere sacre mostra una sensibilità molto profonda del tema preso in esame, un rispetto che va al di là di ogni formalismo, per penetrare le pieghe più profonde dell’elemento trascendente.» (dal testo di M. L. Gelmini in catalogo)
19
novembre 2005
Jirí Kolár – Velo d’Amore
Dal 19 novembre al 19 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA MELESI
Lecco, Via Antonio Mascari, 54, (Lecco)
Lecco, Via Antonio Mascari, 54, (Lecco)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16-19.30
Vernissage
19 Novembre 2005, ore 18
Autore
Curatore