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Joaquín Bérchez – Proposiciones arquitectonicas
La mostra presenta quarantacinque fotografie a colori e in bianco/nero, stampate in lambda ad altissima qualità, del fotografo e storico dell’architettura spagnolo Joaquín Bérchez
Comunicato stampa
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La mostra presenta quarantacinque fotografie a colori e in bianco/nero, stampate in lambda ad altissima qualità, del fotografo e storico dell’architettura spagnolo Joaquín Bérchez. Le sue affascinanti Proposte architettoniche sono state concepite come un percorso attraverso alcune fra le architetture più famose di tutti i tempi, sulle quali l’autore proietta una particolare esperienza visiva nata da e per la fotografia.
Il progetto espositivo, in collaborazione con la Conselleria de Cultura, Educació i Esport della Generalitat Valenciana, è frutto dei rapporti che il Centro di studi palladiani da sempre intrattiene con la comunità scientifica internazionale. Dopo il primo, felice incontro con Joaquín Bérchez in veste di studioso – in occasione del seminario internazionale sull’architettura di Guarino Guarini (2002) – ne abbiamo scoperto il talento di fotografo, affidandogli le recenti copertine della rivista “Annali di architettura”. Dopo il successo della prima tappa espositiva al Centre del Carme di València (aprile-giugno 2006), a Vicenza la mostra Proposiciones arquitectonicas si arricchisce di scatti inediti e di grande suggestione dei capolavori veneti di Andrea Palladio.
Bérchez è un fotografo per il quale un rivestimento, l’incidenza della luce su una modanatura, un dettaglio, non si esauriscono in un fatto formale ma offrono dell’architettura rappresentata una lettura in quattro dimensioni, spaziali e temporale, come forse solo uno storico della disciplina può dare. Affascinato dalle potenzialità dello strumento fotografico – trasferimento di significati, compressione bidimensionale degli spazi, protagonismo delle ombre o enfasi del particolare –, egli propone un dialogo complesso con la storia dell’architettura, rivelando uno sguardo inedito su ciò che è noto.
Come ha scritto Jaime Siles a proposito della sua fotografia “quel nuovo modo di guardare ci faceva vedere anche altre cose, obbligandoci a scoprire non ciò che, per inerzia del nostro occhio, ci sembrava, bensì ciò che, grazie alla capacità visiva del suo, ora eravamo in grado di cogliere e che si traduceva all’improvviso in qualcos’altro: in quella cosa che, per effetto dell’arte si trasforma la realtà, ovvero, in sé stessa”.
Nelle fotografie di Bérchez appaiono opere d’architettura celeberrime, come la Rotonda alla Vilette di Parigi di Ledoux, il Panthéon parigino di Soufflot, piazza San Pietro a Roma di Bernini, le facciate barocche delle cattedrali di Granada o Valencia o Murcia, la Lonja di Valencia, la Plaza Mayor di Salamanca, la chiesa del Carmen di Valencia, la Salute di Venezia, la Basilica palladiana di Vicenza, il Teatro Marcello di Roma, il tempio di Segesta in Sicilia, Santa Maria sopra Minerva a Roma, la scala della Biblioteca Laurenziana di Michelangelo, il collegio di Propaganda Fidae o la chiesa di San Filippo Neri di Borromini, l’ospizio di San Fernando di Pedro de Ribera, la cappella di San Isidro a Madrid, la casa Mercader di Barcellona, la Collegiata di Xàtiva di Joan Aparisi, il convento delle Capuchinas a La Antigua in Gautemala o il palazzo Vázquez de Molina a Úbeda di Vandelvira, tra gli altri.
Il catalogo della mostra, edito dalla Generalitat Valenciana, accoglie testi di Antonio Bonet Correa e Italo Zannier. Di fronte a tali monumenti – scrive Zannier – Bérchez “è capace di emozionarsi e di far capire, non soltanto la sua emozione, ma il suo giudizio critico”. Le fotografie di Joaquín Bérchez – come ha scritto Bonet Correa – “sono veri e propri documenti della materialità e dell’anima degli edifici. Ed è qui e in questo senso quando ci accorgiamo che solo uno storico dell’arte o qualcuno che conosce a fondo la vita e morte di un monumento può fare delle fotografie così”.
Joaquín Bérchez
Nato nel 1950, vive a Valencia. La sua attività fotografica – come possibile strumento di riflessione e allo stesso tempo di creazione visiva attorno all’architettura e al paesaggio – è legata ai suoi interessi storico-artistici, incentrati soprattutto sulla cultura architettonica di area spagnola a sudamericana nell’età moderna. Fotografie di Bérchez appaiono in pubblicazioni sul patrimonio architettonico di Valencia o sul barocco messicano, e sulle copertine di libri e riviste specializzate d’architettura, fra cui la rivista del CISA Andrea Palladio, “Annali di architettura”. Nel 2002 ottiene il primo premio internazionale di fotografia Paradores Nacionales. Recentemente ha realizzato le fotografie per il volume La Plaza Mayor de Salamanca di Alfonso Rodríguez G. de Ceballos (Caja Duero, Salamanca 2005).
Dal 2003 ha allestito diverse mostre personali: “Espacios comprimidos” (Universidad Politécnica de Valencia, 2003), “Casualidades geográficas” (Universitat de València, Facultad de Geografía e Historia, 2004), “Joaquín Bérchez fotografías” (Galería Argenta, Valencia, 2004; Sala Coll Alas, Ayuntamiento de Gandía, 2005; Sala Luis Garay, Universidad de Murcia, 2005), “Otro barroco” (Università degli Studi di Palermo, 2005; Carmen de la Victoria, Granada, 2005), “Desde la Plaza” (Salamanca, Casa del Japón, 2005) e “Historiejas americanas” (Guatemala, Castellón, Galeria d’Art, Universitat Jaume I, 2005). Ha recentemente partecipato all’esposizione collettiva “20 años de Railowsky”, Valencia 2005.
Il progetto espositivo, in collaborazione con la Conselleria de Cultura, Educació i Esport della Generalitat Valenciana, è frutto dei rapporti che il Centro di studi palladiani da sempre intrattiene con la comunità scientifica internazionale. Dopo il primo, felice incontro con Joaquín Bérchez in veste di studioso – in occasione del seminario internazionale sull’architettura di Guarino Guarini (2002) – ne abbiamo scoperto il talento di fotografo, affidandogli le recenti copertine della rivista “Annali di architettura”. Dopo il successo della prima tappa espositiva al Centre del Carme di València (aprile-giugno 2006), a Vicenza la mostra Proposiciones arquitectonicas si arricchisce di scatti inediti e di grande suggestione dei capolavori veneti di Andrea Palladio.
Bérchez è un fotografo per il quale un rivestimento, l’incidenza della luce su una modanatura, un dettaglio, non si esauriscono in un fatto formale ma offrono dell’architettura rappresentata una lettura in quattro dimensioni, spaziali e temporale, come forse solo uno storico della disciplina può dare. Affascinato dalle potenzialità dello strumento fotografico – trasferimento di significati, compressione bidimensionale degli spazi, protagonismo delle ombre o enfasi del particolare –, egli propone un dialogo complesso con la storia dell’architettura, rivelando uno sguardo inedito su ciò che è noto.
Come ha scritto Jaime Siles a proposito della sua fotografia “quel nuovo modo di guardare ci faceva vedere anche altre cose, obbligandoci a scoprire non ciò che, per inerzia del nostro occhio, ci sembrava, bensì ciò che, grazie alla capacità visiva del suo, ora eravamo in grado di cogliere e che si traduceva all’improvviso in qualcos’altro: in quella cosa che, per effetto dell’arte si trasforma la realtà, ovvero, in sé stessa”.
Nelle fotografie di Bérchez appaiono opere d’architettura celeberrime, come la Rotonda alla Vilette di Parigi di Ledoux, il Panthéon parigino di Soufflot, piazza San Pietro a Roma di Bernini, le facciate barocche delle cattedrali di Granada o Valencia o Murcia, la Lonja di Valencia, la Plaza Mayor di Salamanca, la chiesa del Carmen di Valencia, la Salute di Venezia, la Basilica palladiana di Vicenza, il Teatro Marcello di Roma, il tempio di Segesta in Sicilia, Santa Maria sopra Minerva a Roma, la scala della Biblioteca Laurenziana di Michelangelo, il collegio di Propaganda Fidae o la chiesa di San Filippo Neri di Borromini, l’ospizio di San Fernando di Pedro de Ribera, la cappella di San Isidro a Madrid, la casa Mercader di Barcellona, la Collegiata di Xàtiva di Joan Aparisi, il convento delle Capuchinas a La Antigua in Gautemala o il palazzo Vázquez de Molina a Úbeda di Vandelvira, tra gli altri.
Il catalogo della mostra, edito dalla Generalitat Valenciana, accoglie testi di Antonio Bonet Correa e Italo Zannier. Di fronte a tali monumenti – scrive Zannier – Bérchez “è capace di emozionarsi e di far capire, non soltanto la sua emozione, ma il suo giudizio critico”. Le fotografie di Joaquín Bérchez – come ha scritto Bonet Correa – “sono veri e propri documenti della materialità e dell’anima degli edifici. Ed è qui e in questo senso quando ci accorgiamo che solo uno storico dell’arte o qualcuno che conosce a fondo la vita e morte di un monumento può fare delle fotografie così”.
Joaquín Bérchez
Nato nel 1950, vive a Valencia. La sua attività fotografica – come possibile strumento di riflessione e allo stesso tempo di creazione visiva attorno all’architettura e al paesaggio – è legata ai suoi interessi storico-artistici, incentrati soprattutto sulla cultura architettonica di area spagnola a sudamericana nell’età moderna. Fotografie di Bérchez appaiono in pubblicazioni sul patrimonio architettonico di Valencia o sul barocco messicano, e sulle copertine di libri e riviste specializzate d’architettura, fra cui la rivista del CISA Andrea Palladio, “Annali di architettura”. Nel 2002 ottiene il primo premio internazionale di fotografia Paradores Nacionales. Recentemente ha realizzato le fotografie per il volume La Plaza Mayor de Salamanca di Alfonso Rodríguez G. de Ceballos (Caja Duero, Salamanca 2005).
Dal 2003 ha allestito diverse mostre personali: “Espacios comprimidos” (Universidad Politécnica de Valencia, 2003), “Casualidades geográficas” (Universitat de València, Facultad de Geografía e Historia, 2004), “Joaquín Bérchez fotografías” (Galería Argenta, Valencia, 2004; Sala Coll Alas, Ayuntamiento de Gandía, 2005; Sala Luis Garay, Universidad de Murcia, 2005), “Otro barroco” (Università degli Studi di Palermo, 2005; Carmen de la Victoria, Granada, 2005), “Desde la Plaza” (Salamanca, Casa del Japón, 2005) e “Historiejas americanas” (Guatemala, Castellón, Galeria d’Art, Universitat Jaume I, 2005). Ha recentemente partecipato all’esposizione collettiva “20 años de Railowsky”, Valencia 2005.
26
ottobre 2006
Joaquín Bérchez – Proposiciones arquitectonicas
Dal 26 ottobre 2006 al 28 gennaio 2007
fotografia
Location
MUSEO PALLADIO – PALAZZO BARBARAN DA PORTO
Vicenza, Contrà Porti, 11, (Vicenza)
Vicenza, Contrà Porti, 11, (Vicenza)
Biglietti
a palazzo Barbaran da Porto, compresa visita a mostra Michelangelo e a mostra Bérchez: intero 5 euro, ridotto 3, gruppi e scuole 2
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-18 (chiusa lunedì)
Vernissage
26 Ottobre 2006, ore 18,30
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore