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Joel-Peter Witkin – Au Revoir
CAR Gallery è lieta di ospitare Au revoir, mostra personale di Joel-Peter Witkin, attraverso una selezione
di fotografie (sintesi del percorso artistico e della ricerca dal 1998 al 2017) e un disegno a matita del 2007.
Comunicato stampa
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CAR Gallery è lieta di ospitare Au revoir, mostra personale di Joel-Peter Witkin, attraverso una selezione
di fotografie (sintesi del percorso artistico e della ricerca dal 1998 al 2017) e un disegno a matita del 2007.
Joel-Peter Witkin nasce a New York nel 1939 da padre ebreo, immigrato dalla Lituania, e da madre cattolica, di origine italiana, ha un fratello gemello, Jerome-Paul Witkin, affermato pittore.
I genitori di Witkin divorziano, quando lui era ancora bambino, a causa di divergenze religiose e, dopo la scuola primaria a Brooklyn, frequenta la Grover Cleveland High School.
Durante il servizio militare gli vengono assegnati vari incarichi e segue corsi fotografici. Nonostante la guerra in Vietnam, Witkin non venne mai inviato sul campo di battaglia come reporter, gli fu chiesto invece di documentare la vita quotidiana ai campi base del reggimento in Europa, concentrandosi in particolare sul tasso di incidenti e suicidi. Dopo aver lasciato l’esercito, studia arte alla Cooper Union dove ottiene la laurea. Nel 1974 riceve una borsa di studio dall’Università della Colombia e si trasferisce ad Albuquerque (New Mexico) – dove vive ancora oggi – iscrivendosi all’Università del New Mexico e ottenendo il Master in Belle Arti. Witkin ha spesso raccontato del suo primo periodo di ricerca e del modo in cui ha iniziato a utilizzare la fotografia come “messa in scena” e i modelli non convenzionali (abnormal models), reclutati con incontri casuali o annunci e, in particolare, parla del periodo in cui frequentava le star degli spettacoli freak per farle posare come soggetti delle sue scenografie ripercorrendo in parte le orme di Diane Arbus o Lisette Model. Anche se non è un reporter, viaggia molto ed è ricettivo nei confronti delle diverse culture e delle atmosfere che permeano i luoghi che visita. Scatta fotografie in molti paesi costruendo in modo sistematico set molto dettagliati. La cultura artistica di Witkin è immensa, la conoscenza del vocabolario plastico e dei temi della grande arte classica e moderna emerge nelle scelte dei soggetti, nelle composizioni e nelle inquadrature. Talvolta reinterpreta i capolavori dei grandi maestri – Goya, Courbet, Manet – che vengono dichiarati nei titoli o come una presenza latente che è una costante nella sua opera. L’immagine è pensata in anticipo e preparata con meticolosi disegni a matita o carboncino la cui elaborazione avviene anche durante la fase di stampa utilizzando, con grande abilità, una serie di procedure molto personali (graffi, strappi, posizioni verticali del negativo, filtri e mascherine tra la carta e l’ingranditore), spesso applica manualmente sulla stampa finale elementi a effetto collage e, occupandosi lui stesso delle stampe fotografiche in poche copie, sviluppa uno stile fortemente personale e inconfondibile.
Il processo creativo in camera oscura è per Witkin un punto cruciale poichè non delega ad altri questa fase dell’opera in quanto parte fondante e vera sostanza della fotografia come soggetto di sè stessa ricollocandola nella sfera dell’arte come manufatto e non in quella del reportage come documento.
All’inizio della sua carriera venne notato da Edward Steichen, direttore della collezione di fotografia del MoMA di New York, che lo incluse nella mostra Great Photographs from the Museum Collection (1959) e, da quel momento, la sua opera è stata esposta in tutto il mondo come una delle pietre miliari del Novecento. Le sue opere sono state acquisite da numerose collezioni pubbliche e private decretandolo un maestro da cui oggi non si può prescindere.
di fotografie (sintesi del percorso artistico e della ricerca dal 1998 al 2017) e un disegno a matita del 2007.
Joel-Peter Witkin nasce a New York nel 1939 da padre ebreo, immigrato dalla Lituania, e da madre cattolica, di origine italiana, ha un fratello gemello, Jerome-Paul Witkin, affermato pittore.
I genitori di Witkin divorziano, quando lui era ancora bambino, a causa di divergenze religiose e, dopo la scuola primaria a Brooklyn, frequenta la Grover Cleveland High School.
Durante il servizio militare gli vengono assegnati vari incarichi e segue corsi fotografici. Nonostante la guerra in Vietnam, Witkin non venne mai inviato sul campo di battaglia come reporter, gli fu chiesto invece di documentare la vita quotidiana ai campi base del reggimento in Europa, concentrandosi in particolare sul tasso di incidenti e suicidi. Dopo aver lasciato l’esercito, studia arte alla Cooper Union dove ottiene la laurea. Nel 1974 riceve una borsa di studio dall’Università della Colombia e si trasferisce ad Albuquerque (New Mexico) – dove vive ancora oggi – iscrivendosi all’Università del New Mexico e ottenendo il Master in Belle Arti. Witkin ha spesso raccontato del suo primo periodo di ricerca e del modo in cui ha iniziato a utilizzare la fotografia come “messa in scena” e i modelli non convenzionali (abnormal models), reclutati con incontri casuali o annunci e, in particolare, parla del periodo in cui frequentava le star degli spettacoli freak per farle posare come soggetti delle sue scenografie ripercorrendo in parte le orme di Diane Arbus o Lisette Model. Anche se non è un reporter, viaggia molto ed è ricettivo nei confronti delle diverse culture e delle atmosfere che permeano i luoghi che visita. Scatta fotografie in molti paesi costruendo in modo sistematico set molto dettagliati. La cultura artistica di Witkin è immensa, la conoscenza del vocabolario plastico e dei temi della grande arte classica e moderna emerge nelle scelte dei soggetti, nelle composizioni e nelle inquadrature. Talvolta reinterpreta i capolavori dei grandi maestri – Goya, Courbet, Manet – che vengono dichiarati nei titoli o come una presenza latente che è una costante nella sua opera. L’immagine è pensata in anticipo e preparata con meticolosi disegni a matita o carboncino la cui elaborazione avviene anche durante la fase di stampa utilizzando, con grande abilità, una serie di procedure molto personali (graffi, strappi, posizioni verticali del negativo, filtri e mascherine tra la carta e l’ingranditore), spesso applica manualmente sulla stampa finale elementi a effetto collage e, occupandosi lui stesso delle stampe fotografiche in poche copie, sviluppa uno stile fortemente personale e inconfondibile.
Il processo creativo in camera oscura è per Witkin un punto cruciale poichè non delega ad altri questa fase dell’opera in quanto parte fondante e vera sostanza della fotografia come soggetto di sè stessa ricollocandola nella sfera dell’arte come manufatto e non in quella del reportage come documento.
All’inizio della sua carriera venne notato da Edward Steichen, direttore della collezione di fotografia del MoMA di New York, che lo incluse nella mostra Great Photographs from the Museum Collection (1959) e, da quel momento, la sua opera è stata esposta in tutto il mondo come una delle pietre miliari del Novecento. Le sue opere sono state acquisite da numerose collezioni pubbliche e private decretandolo un maestro da cui oggi non si può prescindere.
08
marzo 2025
Joel-Peter Witkin – Au Revoir
Dall'otto marzo al 19 aprile 2025
arte contemporanea
Location
CAR Gallery
Bologna, Via Azzo Gardino, 14a, (BO)
Bologna, Via Azzo Gardino, 14a, (BO)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10,30-13 e 15-19,30
Vernissage
8 Marzo 2025, ore 17-20,30
Sito web
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