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Joël Stein – Retrospettiva 1946–2010
Le immagini e le opere instabili di Joël Stein richiedono un occhio responsabile e partecipe che attribuisca loro una forma stabile anche se momentanea e contingente, che animi il movimento virtuale che le scuote, che attualizzi alcune delle loro infinite potenziali variazioni.
Monica Bonollo
Comunicato stampa
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Presso il LAMeC - Basilica Palladiana a Vicenza la mostra espone un numeroso corpus di opere che vanno dal 1946 al 2010 ed esplicitano la continua ricerca su “colore luce geometria movimento interattività” che ha condotto l’operato dell’artista francese.
Joël Stein, nato a Saintmartin Boulogne (Francia) nel 1926, negli anni quaranta ha studiato a Parigi alla Scuola Nazionale Superiore di Belle Arti e nel 1946 ha frequentato l’atélier di Fernand Léger, incontrando poi il gruppo “Lettriste”, il gruppo surrealista e François Morellet. Ha in seguito iniziato una ricerca che lo ha portato progressivamente all’espressione geometrica e alla realizzazione, a partire dal 1956, di opere programmate su sistemi matematici.
Nel 1960 ha partecipato alla fondazione del “Groupe Motus”, a cui seguirà il “Centre de Recherche d’Art Visuel”, che diventerà poi il “Groupe de Recherche d’Art Visuel” (GRAV, durato dal 1960 al1968 e composto da H. Garcia Rossi, J. Le Parc, F. Morellet, F. Sobrino, J. Stein, Yvaral).
Nel 1961 nel suo studio avviene la seconda presentazione del GRAV, di cui è uno dei più incisivi teorici, e l’anno successivo egli stesso realizza un film sul GRAV. Prende parte inoltre all’esposizione “Nove tendencije” che si tiene a Zagabria, a numerose mostre presso la Galleria Denise René di Parigi e a “Responsive Eye” presso il Museum of Modern Art di New York, che tracciano la storia dell’optical art.
E' stato presente alla mostra “Arte Programmata” organizzata da Bruno Munari presso lo spazio Olivetti di Milano nel 1962. Dal 1968 ha iniziato le prime ricerche sull'utilizzo del raggio laser come mezzo di espressione artistica e dal 1969 al 1992 è stato professore all'Unità Pedagogica di Architettura di Parigi. Nel 1970 ha tenuto corsi all'Università di Parigi VIII Vincennes e dal 1974 al 1992 corsi teorici e laboratori a Parigi I Sorbonne. Realizza inoltre effetti speciali per la televisione, disegni animati e scenografie.
Negli anni ’60 ha collaborato inoltre con il regista Henri George Clouzot per la realizzazione degli effetti speciali dei films La Prisonnière e L'Enfer.
Lo stesso Joël Stein dichiara come "La sovrapposizione di due toni di valore uguale crea, attraverso l'alternanza della percezione di ciascuno di essi e poi l'apparizione di un terzo tono uniforme, un'instabilità che si colloca nella visione: diventando così l'occhio il motore che anima questa superficie. Questa percezione instabile altera la forma, e i colori stessi oscillano perpetuamente senza che sia possibile collocare un tono locale. A questo punto si tratta semplicemente di moltiplicare le esperienze e non di spiegarne i risultati." Le immagini e le opere instabili di Joël Stein richiedono quindi sempre un occhio responsabile e partecipe che attribuisca loro una forma stabile anche se momentanea e contingente, che animi il movimento virtuale che le scuote, che attualizzi alcune delle loro infinite potenziali variazioni. Solo all'interno di questa relazione interattiva si costruisce l'immagine in un rimando reciproco e incessante di stabilità, giocato fra l'occhio e la realtà visiva, fra il soggetto e l'oggetto, fra l'uomo e il mondo. Ecco allora la necessità, come dice Stein, non tanto di spiegare i risultati ottenuti con la ricerca artistica ma di "moltiplicare le esperienze" affinché l'instabilità intrinseca del mondo si stabilizzi attraverso il nostro sguardo, la sua virtualità si attualizzi in una delle sue infinite forme attraverso noi.
La mostra itinerante, realizzata a Vicenza grazie al supporto di Regione Veneto, Aim e Gemmo Spa, è organizzata da Valmore studio d'arte e C.A.M.E.R.A. (Conseil Audiovisuel Mondial pour les Études et les Réalisations sur l'Art) di Parigi ed è stata esposta a Caen (Normandia – Francia) negli spazi gotici dell'Abbaye-aux-Dames e dell’Abbaye-aux-Hommes, al M.A.C.A. Museo Arte Contemporanea di Acri (CS), e al MUSINF di Senigallia.
In esposizione sarà presente una monografia dell’artista edita da Valmore studio d'arte in collaborazione con il MACA di Acri, a cura di Monica Bonollo e Alice Traforti con testi di Marco Meneguzzo, Eva Beccati e Monica Bonollo, Serge Lemoine e Henri-François Debailleux.
Joël Stein, nato a Saintmartin Boulogne (Francia) nel 1926, negli anni quaranta ha studiato a Parigi alla Scuola Nazionale Superiore di Belle Arti e nel 1946 ha frequentato l’atélier di Fernand Léger, incontrando poi il gruppo “Lettriste”, il gruppo surrealista e François Morellet. Ha in seguito iniziato una ricerca che lo ha portato progressivamente all’espressione geometrica e alla realizzazione, a partire dal 1956, di opere programmate su sistemi matematici.
Nel 1960 ha partecipato alla fondazione del “Groupe Motus”, a cui seguirà il “Centre de Recherche d’Art Visuel”, che diventerà poi il “Groupe de Recherche d’Art Visuel” (GRAV, durato dal 1960 al1968 e composto da H. Garcia Rossi, J. Le Parc, F. Morellet, F. Sobrino, J. Stein, Yvaral).
Nel 1961 nel suo studio avviene la seconda presentazione del GRAV, di cui è uno dei più incisivi teorici, e l’anno successivo egli stesso realizza un film sul GRAV. Prende parte inoltre all’esposizione “Nove tendencije” che si tiene a Zagabria, a numerose mostre presso la Galleria Denise René di Parigi e a “Responsive Eye” presso il Museum of Modern Art di New York, che tracciano la storia dell’optical art.
E' stato presente alla mostra “Arte Programmata” organizzata da Bruno Munari presso lo spazio Olivetti di Milano nel 1962. Dal 1968 ha iniziato le prime ricerche sull'utilizzo del raggio laser come mezzo di espressione artistica e dal 1969 al 1992 è stato professore all'Unità Pedagogica di Architettura di Parigi. Nel 1970 ha tenuto corsi all'Università di Parigi VIII Vincennes e dal 1974 al 1992 corsi teorici e laboratori a Parigi I Sorbonne. Realizza inoltre effetti speciali per la televisione, disegni animati e scenografie.
Negli anni ’60 ha collaborato inoltre con il regista Henri George Clouzot per la realizzazione degli effetti speciali dei films La Prisonnière e L'Enfer.
Lo stesso Joël Stein dichiara come "La sovrapposizione di due toni di valore uguale crea, attraverso l'alternanza della percezione di ciascuno di essi e poi l'apparizione di un terzo tono uniforme, un'instabilità che si colloca nella visione: diventando così l'occhio il motore che anima questa superficie. Questa percezione instabile altera la forma, e i colori stessi oscillano perpetuamente senza che sia possibile collocare un tono locale. A questo punto si tratta semplicemente di moltiplicare le esperienze e non di spiegarne i risultati." Le immagini e le opere instabili di Joël Stein richiedono quindi sempre un occhio responsabile e partecipe che attribuisca loro una forma stabile anche se momentanea e contingente, che animi il movimento virtuale che le scuote, che attualizzi alcune delle loro infinite potenziali variazioni. Solo all'interno di questa relazione interattiva si costruisce l'immagine in un rimando reciproco e incessante di stabilità, giocato fra l'occhio e la realtà visiva, fra il soggetto e l'oggetto, fra l'uomo e il mondo. Ecco allora la necessità, come dice Stein, non tanto di spiegare i risultati ottenuti con la ricerca artistica ma di "moltiplicare le esperienze" affinché l'instabilità intrinseca del mondo si stabilizzi attraverso il nostro sguardo, la sua virtualità si attualizzi in una delle sue infinite forme attraverso noi.
La mostra itinerante, realizzata a Vicenza grazie al supporto di Regione Veneto, Aim e Gemmo Spa, è organizzata da Valmore studio d'arte e C.A.M.E.R.A. (Conseil Audiovisuel Mondial pour les Études et les Réalisations sur l'Art) di Parigi ed è stata esposta a Caen (Normandia – Francia) negli spazi gotici dell'Abbaye-aux-Dames e dell’Abbaye-aux-Hommes, al M.A.C.A. Museo Arte Contemporanea di Acri (CS), e al MUSINF di Senigallia.
In esposizione sarà presente una monografia dell’artista edita da Valmore studio d'arte in collaborazione con il MACA di Acri, a cura di Monica Bonollo e Alice Traforti con testi di Marco Meneguzzo, Eva Beccati e Monica Bonollo, Serge Lemoine e Henri-François Debailleux.
11
dicembre 2010
Joël Stein – Retrospettiva 1946–2010
Dall'undici dicembre 2010 al 16 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
BASILICA PALLADIANA
Vicenza, Piazza Dei Signori, (Vicenza)
Vicenza, Piazza Dei Signori, (Vicenza)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10.30-13 e 15-19
presso LAMeC - Basilica Palladiana - Vicenza
Vernissage
11 Dicembre 2010, ore 18.00
Autore
Curatore