Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Johan Creten – I peccati
Inizialmente prevista nella primavera scorsa, “I Peccati” di Johan Creten a cura di Noëlle Tissier sarà presentata dal 15 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021 all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mostra organizzata dall’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici curata da Noëlle Tissier
con il sostegno delle Gallerie Almine Rech e Perrotin
Inizialmente prevista nella primavera scorsa, “I Peccati” di Johan Creten a cura di Noëlle Tissier sarà presentata dal 15 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021 all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici.
Precursore inclassificabile e controcorrente Johan Creten (nato nel 1963) è un artista che si è distinto nel panorama artistico internazionale degli ultimi anni in quanto figura forte ed enigmatica. Dotato di una visione estremamente attuale della nostra società, ha saputo ritagliarsi uno spazio specifico all’interno della scena internazionale della creazione contemporanea. Johan Creten di è distinto fin dagli anni Ottanta per l’uso innovativo della ceramica. Oggi è considerato una figura di spicco del suo rilancio nel campo dell’arte contemporanea. Un ulteriore aspetto della sua opera è l’uso virtuoso del bronzo nella realizzazione di sculture monumentali di cui un importante esempio – “De Vleermuis - Il pipistrello” - sarà presentato nei giardini di Villa Medici.
La mostra “I Peccati” raccoglie per la prima volta in Italia e su tale scala un insieme di cinquantacinque opere in bronzo, ceramica e resina affiancate ad alcune opere storiche di Lucas Van Leyden (1494-1533), Hans Baldung (1484-1545), Jacques Callot (1592-1635), Barthel Beham (1502-1540) e Paul van Vianen (1570-1614).
La prima sala si apre con una serie di creazioni e ri-creazioni di opere concettuali del 1986. Accanto a “The Garden” (realizzato nel 1996/97 durante la residenza dell’artista a Villa Medici) e a opere più significative come “Présentoir d’Orange” (1989-2017) e “Plantstok” (1989/2012), questa sala mette in discussione il nostro rapporto con l’introspezione e la consapevolezza di noi stessi evocando il concetto di paradiso perduto e di tentazione.
Nella seconda sala una nuova monumentale opera in resina “Muses et Méduses”, iniziata nel 2005 e completata nel 2019, dialoga con brani della famosa serie metonimica “Odore di Femmina” (iniziata nel 1998) sulla seduzione, l’ambiguità dei sentimenti e le relazioni umane.
Una terza sezione riunisce opere altamente politiche tra cui il bronzo “Il prezzo della libertà” (2015), “Couch Potatoes” (1997) e una nuova serie di ceramiche “Wargames” (2019).
Lungo la scalinata si affaccia un gruppo di enigmatici bronzi a sollevare la questione della coscienza morale in una società coinvolta in un continuo movimento e in profonda mutazione. La scultura monumentale “The Herring” presentata al pubblico per la prima volta domina l’ultima sezione della mostra con i suoi 5 metri di altezza.
Una nuova scultura, realizzata in collaborazione con gli storici laboratori della Porzellanmanufaktur Augarten, rivisita una porcellana di Doccia e sarà presentata al pubblico per la prima volta.
Diffusa in tutto lo spazio una nuova serie di “Bolders” in gres smaltato invita il pubblico a sedersi, prendere tempo, osservare le opere per scoprirne le connessioni e immergersi in magnifici dettagli: superfici di vetro scintillanti, significati nascosti e metafore.
Johan Creten parla di “Slow art” e della necessità di un ritorno all’introspezione. Un movimento che va dalla miniatura alle figure monumentali e che ci permette di appropriarci del nostro tempo e di immergerci in un’esplorazione del mondo con i suoi tormenti individuali e sociali, per un viaggio pieno di sorprese ed emozioni.
Le sculture di Johan Creten - realizzate appositamente per la mostra di Villa Medici tra il 2019 e il 2020 - si aggiungono alle opere che scandiscono la sua carriera dagli anni Ottanta a oggi e sono nell’ambito della mostra abbinate a stampe, arazzi e bassorilievi del XVI e XVII secolo appartenenti alla collezione personale dell’artista. Queste opere storiche scelte dall’artista sono veri e propri riferimenti del suo processo creativo e rivelano le sue riflessioni dal punto di vista artistico, storico, politico e filosofico. L’intreccio di queste opere all’interno dell’esposizione stravolge la nostra percezione da molteplici punti di vista, che dal passato mettono in discussione il futuro della nostra umanità.
« Con Johan Creten, i peccati non sono sette di numero. Sette, questa cifra implacabile, pari al numero dei sacramenti nella Bibbia e dei colli di Roma. Qui, i peccati sono infiniti e illimitati, inesauribili. Non sono numerabili, ma solo designabili. I peccati non sono tutti capitali, essi possono essere imperiali, imperiosi, periferici, insidiosi, insignificanti, invisibili. Sono sempre al disotto del calcolo e del linguaggio. I sette peccati capitali valgono poco a confronto della bassezza, la barbarie, la noia, la mutilazione, il rimpianto, la melanconia ed il terrore, in breve, la vita. Così, le sculture di Johan Creten non hanno nulla a che vedere con la morale o la sanzione, la ghigliottina o la censura. Esse parlano dei peccati, parlano della vita che infonde desiderio e dolore, speranza e pena, lussuria e collera, amore e morte, Eros e Thanatos. Parlano della vita anfibia, tra Stige e Paradiso. Parlano della vita pulsionale, quando i cuori battono, quando i serpenti si attorcigliano, quando si spiegano le ali, quando si aprono le vulve, quando si sposta la tenda ed appare infine la verità nuda, quella Medusa ipnotica. Il peccato non sarà poi in fondo la forma stanca della purezza? Non indica forse la nostra condizione di uomini estremamente fallibili? Il peccato non è forse, per riprendere le parole di Victor Hugo, una meravigliosa “gravitazione”? »
Colin Lemoine
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi di Colin Lemoine e Nicolas Bourriaud, un’introduzione di Noëlle Tissier e fotografie di Gerrit Schreurs.
Accademia di Francia a Roma - Villa Medici
viale Trinità dei Monti, 1 - 00187 Roma
T +39 06 67611
Ufficio stampa Accademia di Francia a Roma - Villa Medici | per la stampa italiana
Francesca Martinotti
T +39 348 7460312
martinotti@lagenziarisorse.it
Comunicazione Accademia di Francia a Roma - Villa Medici
Aurélie Padovan
aurelie.padovan@villamedici.it
con il sostegno delle Gallerie Almine Rech e Perrotin
Inizialmente prevista nella primavera scorsa, “I Peccati” di Johan Creten a cura di Noëlle Tissier sarà presentata dal 15 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021 all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici.
Precursore inclassificabile e controcorrente Johan Creten (nato nel 1963) è un artista che si è distinto nel panorama artistico internazionale degli ultimi anni in quanto figura forte ed enigmatica. Dotato di una visione estremamente attuale della nostra società, ha saputo ritagliarsi uno spazio specifico all’interno della scena internazionale della creazione contemporanea. Johan Creten di è distinto fin dagli anni Ottanta per l’uso innovativo della ceramica. Oggi è considerato una figura di spicco del suo rilancio nel campo dell’arte contemporanea. Un ulteriore aspetto della sua opera è l’uso virtuoso del bronzo nella realizzazione di sculture monumentali di cui un importante esempio – “De Vleermuis - Il pipistrello” - sarà presentato nei giardini di Villa Medici.
La mostra “I Peccati” raccoglie per la prima volta in Italia e su tale scala un insieme di cinquantacinque opere in bronzo, ceramica e resina affiancate ad alcune opere storiche di Lucas Van Leyden (1494-1533), Hans Baldung (1484-1545), Jacques Callot (1592-1635), Barthel Beham (1502-1540) e Paul van Vianen (1570-1614).
La prima sala si apre con una serie di creazioni e ri-creazioni di opere concettuali del 1986. Accanto a “The Garden” (realizzato nel 1996/97 durante la residenza dell’artista a Villa Medici) e a opere più significative come “Présentoir d’Orange” (1989-2017) e “Plantstok” (1989/2012), questa sala mette in discussione il nostro rapporto con l’introspezione e la consapevolezza di noi stessi evocando il concetto di paradiso perduto e di tentazione.
Nella seconda sala una nuova monumentale opera in resina “Muses et Méduses”, iniziata nel 2005 e completata nel 2019, dialoga con brani della famosa serie metonimica “Odore di Femmina” (iniziata nel 1998) sulla seduzione, l’ambiguità dei sentimenti e le relazioni umane.
Una terza sezione riunisce opere altamente politiche tra cui il bronzo “Il prezzo della libertà” (2015), “Couch Potatoes” (1997) e una nuova serie di ceramiche “Wargames” (2019).
Lungo la scalinata si affaccia un gruppo di enigmatici bronzi a sollevare la questione della coscienza morale in una società coinvolta in un continuo movimento e in profonda mutazione. La scultura monumentale “The Herring” presentata al pubblico per la prima volta domina l’ultima sezione della mostra con i suoi 5 metri di altezza.
Una nuova scultura, realizzata in collaborazione con gli storici laboratori della Porzellanmanufaktur Augarten, rivisita una porcellana di Doccia e sarà presentata al pubblico per la prima volta.
Diffusa in tutto lo spazio una nuova serie di “Bolders” in gres smaltato invita il pubblico a sedersi, prendere tempo, osservare le opere per scoprirne le connessioni e immergersi in magnifici dettagli: superfici di vetro scintillanti, significati nascosti e metafore.
Johan Creten parla di “Slow art” e della necessità di un ritorno all’introspezione. Un movimento che va dalla miniatura alle figure monumentali e che ci permette di appropriarci del nostro tempo e di immergerci in un’esplorazione del mondo con i suoi tormenti individuali e sociali, per un viaggio pieno di sorprese ed emozioni.
Le sculture di Johan Creten - realizzate appositamente per la mostra di Villa Medici tra il 2019 e il 2020 - si aggiungono alle opere che scandiscono la sua carriera dagli anni Ottanta a oggi e sono nell’ambito della mostra abbinate a stampe, arazzi e bassorilievi del XVI e XVII secolo appartenenti alla collezione personale dell’artista. Queste opere storiche scelte dall’artista sono veri e propri riferimenti del suo processo creativo e rivelano le sue riflessioni dal punto di vista artistico, storico, politico e filosofico. L’intreccio di queste opere all’interno dell’esposizione stravolge la nostra percezione da molteplici punti di vista, che dal passato mettono in discussione il futuro della nostra umanità.
« Con Johan Creten, i peccati non sono sette di numero. Sette, questa cifra implacabile, pari al numero dei sacramenti nella Bibbia e dei colli di Roma. Qui, i peccati sono infiniti e illimitati, inesauribili. Non sono numerabili, ma solo designabili. I peccati non sono tutti capitali, essi possono essere imperiali, imperiosi, periferici, insidiosi, insignificanti, invisibili. Sono sempre al disotto del calcolo e del linguaggio. I sette peccati capitali valgono poco a confronto della bassezza, la barbarie, la noia, la mutilazione, il rimpianto, la melanconia ed il terrore, in breve, la vita. Così, le sculture di Johan Creten non hanno nulla a che vedere con la morale o la sanzione, la ghigliottina o la censura. Esse parlano dei peccati, parlano della vita che infonde desiderio e dolore, speranza e pena, lussuria e collera, amore e morte, Eros e Thanatos. Parlano della vita anfibia, tra Stige e Paradiso. Parlano della vita pulsionale, quando i cuori battono, quando i serpenti si attorcigliano, quando si spiegano le ali, quando si aprono le vulve, quando si sposta la tenda ed appare infine la verità nuda, quella Medusa ipnotica. Il peccato non sarà poi in fondo la forma stanca della purezza? Non indica forse la nostra condizione di uomini estremamente fallibili? Il peccato non è forse, per riprendere le parole di Victor Hugo, una meravigliosa “gravitazione”? »
Colin Lemoine
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi di Colin Lemoine e Nicolas Bourriaud, un’introduzione di Noëlle Tissier e fotografie di Gerrit Schreurs.
Accademia di Francia a Roma - Villa Medici
viale Trinità dei Monti, 1 - 00187 Roma
T +39 06 67611
Ufficio stampa Accademia di Francia a Roma - Villa Medici | per la stampa italiana
Francesca Martinotti
T +39 348 7460312
martinotti@lagenziarisorse.it
Comunicazione Accademia di Francia a Roma - Villa Medici
Aurélie Padovan
aurelie.padovan@villamedici.it
15
ottobre 2020
Johan Creten – I peccati
Dal 15 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021
arte contemporanea
Location
VILLA MEDICI – ACCADEMIA DI FRANCIA
Roma, Viale Della Trinità Dei Monti, 1, (Roma)
Roma, Viale Della Trinità Dei Monti, 1, (Roma)
Biglietti
Biglietto doppio per la mostra e la visita guidata di Villa Medici e dei giardini: 12 € / 6 € (prezzo ridotto).
Biglietto solo per la mostra: 6 €, accesso gratuito per persone sotto i 18 anni.
Orario di apertura
Da lunedì a domenica (chiuso il martedì)
Sito web
Ufficio stampa
Francesca Martinotti
Autore
Curatore