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Johan Eldrot – Astral Projection Into the Expanse
La galleria Pianissimo è lieta di presentare la pima personale italiana dell’artista Svedese Johan Eldrot.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Conversazione tra Davide Stroppa e Johan Eldrot
DS : La tua personale Astral Projection, Into the Expanse è concepita come una sorta di narrazione, potresti dirmi come nasce l'idea portante della mostra?
JE: Il punto di partenza di molti miei lavori è casuale, è il risultato di storie, coincidenze, situazioni particolari ecc.. Questa volta ho trovato un vecchio giornale in un armadio durante una mia visita ad un amico in Canada, nella regione del Quebec. Mentre sfogliavo il giornale un articolo ha catturato la mia attenzione. Si trattava solo di un trafiletto con una foto di una donna ed un paio di righe di testo. Articolo che narrava di una donna vissuta segretamente per 10 anni in uno ospedale. Ho sentito questa enorme attrazione e curiosità per la sorte della donna e quindi ho approfondito ulteriormente.
DS: Quindi come ti sei avvicinato alla studio di questo particolare caso?
JE: Ho iniziato dalla banale ricerca sul web, ma sorprendentemente ho trovato molto poco, non più di quanto avevo letto su quel vecchio giornale. Ho quindi contattato diversi giornalisti cercando ulteriori informazioni utili. Finalmente ho ottenuto alcune informazioni da Ben Miller, report a Le Journal du Quebec, e Jack Grim, reporter del Sunday Times. Tutte le informazioni ricevute sono incluse nella mostra. Entrambi i giornalisti mi hanno detto che le autorità canadesi hanno prestato poca attenzione alla notizia e conseguetemente si potevano ottenere scarse informazioni sul caso.
DS: Hai fatto un sopralluogo in ospedale negli spazi occupati dalla donna?
JE: Sfortunatamente no, quella parte del St. Joseph Provincial Hospital è stata demolita e ricostruita nel 2002.
DS: Allora tutti i lavori in mostra sono basati sulle informazioni ricevute dai due giornalisti?
JE: Sì e no, le informazioni pubblicate sono incluse di getto nelle opere. Tuttavia, Ben Miller mi ha fornito ulteriori, dettagli tramandati oralmente dal personale di pulizia, sul nascodiglio del 1993. Questa informazione è stata accuratamente selezionata e soggettivamente interpretata da me. Si è saputo che la donna aveva avuto particolari inventari all'interno del suo rifugio, cose che io vedo come vettori di senso interessanti al fine di consentire interpretazioni individuali per lo spettatore.
DS: Come hai detto, questa storia è davvero interessante; si può leggere l'opera come un ritratto di un individuo tormentato da malattia mentale.
JE: Per me categorizzare un individuo sano di mente o pazzo non è importante. Io vedo il lavoro come una sorta di ritratto sì, ma con questo ritratto voglio porre l'accento su questioni riguardanti concetti come i sogni, la rassicurazione, la proiezione mentale e la fantasia. Lavorare con il destino di questa donna è un modo, per me, di chiarire gli argomenti che mi interessano per renderli tangibili.
DS : La tua personale Astral Projection, Into the Expanse è concepita come una sorta di narrazione, potresti dirmi come nasce l'idea portante della mostra?
JE: Il punto di partenza di molti miei lavori è casuale, è il risultato di storie, coincidenze, situazioni particolari ecc.. Questa volta ho trovato un vecchio giornale in un armadio durante una mia visita ad un amico in Canada, nella regione del Quebec. Mentre sfogliavo il giornale un articolo ha catturato la mia attenzione. Si trattava solo di un trafiletto con una foto di una donna ed un paio di righe di testo. Articolo che narrava di una donna vissuta segretamente per 10 anni in uno ospedale. Ho sentito questa enorme attrazione e curiosità per la sorte della donna e quindi ho approfondito ulteriormente.
DS: Quindi come ti sei avvicinato alla studio di questo particolare caso?
JE: Ho iniziato dalla banale ricerca sul web, ma sorprendentemente ho trovato molto poco, non più di quanto avevo letto su quel vecchio giornale. Ho quindi contattato diversi giornalisti cercando ulteriori informazioni utili. Finalmente ho ottenuto alcune informazioni da Ben Miller, report a Le Journal du Quebec, e Jack Grim, reporter del Sunday Times. Tutte le informazioni ricevute sono incluse nella mostra. Entrambi i giornalisti mi hanno detto che le autorità canadesi hanno prestato poca attenzione alla notizia e conseguetemente si potevano ottenere scarse informazioni sul caso.
DS: Hai fatto un sopralluogo in ospedale negli spazi occupati dalla donna?
JE: Sfortunatamente no, quella parte del St. Joseph Provincial Hospital è stata demolita e ricostruita nel 2002.
DS: Allora tutti i lavori in mostra sono basati sulle informazioni ricevute dai due giornalisti?
JE: Sì e no, le informazioni pubblicate sono incluse di getto nelle opere. Tuttavia, Ben Miller mi ha fornito ulteriori, dettagli tramandati oralmente dal personale di pulizia, sul nascodiglio del 1993. Questa informazione è stata accuratamente selezionata e soggettivamente interpretata da me. Si è saputo che la donna aveva avuto particolari inventari all'interno del suo rifugio, cose che io vedo come vettori di senso interessanti al fine di consentire interpretazioni individuali per lo spettatore.
DS: Come hai detto, questa storia è davvero interessante; si può leggere l'opera come un ritratto di un individuo tormentato da malattia mentale.
JE: Per me categorizzare un individuo sano di mente o pazzo non è importante. Io vedo il lavoro come una sorta di ritratto sì, ma con questo ritratto voglio porre l'accento su questioni riguardanti concetti come i sogni, la rassicurazione, la proiezione mentale e la fantasia. Lavorare con il destino di questa donna è un modo, per me, di chiarire gli argomenti che mi interessano per renderli tangibili.
15
marzo 2011
Johan Eldrot – Astral Projection Into the Expanse
Dal 15 marzo al 07 aprile 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA PIANISSIMO
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 14-19
Vernissage
15 Marzo 2011, ore 19
Autore