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John Armleder – Plus ça change, plus c’est la même chose
Museion rinnova la collaborazione con quello che è considerato l’artista svizzero più influente della sua generazione.
Comunicato stampa
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Museion apre la nuova stagione espositiva con la personale di John Armleder Plus ça change, plus c'est la
même chose (più le cose cambiano, più rimangono le stesse). Dopo il video Endless per la facciata mediale nel
2016 e la sua partecipazione a diverse esposizioni tra il 2005 d il 2007, il museo di Bolzano rinnova così la
collaborazione con quello che è considerato l’artista svizzero più influente della sua generazione.
In oltre cinquant’anni di carriera, John Armleder (1948, Ginevra, Svizzera) ha sviluppato un’opera che va oltre i
codici della critica e il sistema dell’arte per superare le barriere tra arte e architettura, arte e design, arte e
oggetti d’uso quotidiano. La sua pratica multiforme si articola fra pittura, scultura, installazione ambientale,
performance, video, testi critici e progetti editoriali e curatoriali. Unendo casualità e progetto, cultura alta ed
entertainment, ironia straniante e analisi concettuale, Armleder ha messo in discussione, in tutto il suo
percorso, il concetto di autore e l’idea di originalità e unicità dell’opera d’arte. Nonostante abbia creato un
corpus estremamente eterogeneo di lavori, tutte le sue opere risultano frammenti, prospettive differenti di
un’unica, grande opera: plus ça change, plus c’est la même chose!
In questa strategia, anche la mostra a Museion diventa un grande, imprevedibile lavoro composto a sua volta
da diversi lavori e concepito per rinnovarsi ogni volta che viene “utilizzato” dal pubblico. Al centro dello
spazio espositivo si trovano tre grandi impalcature (scaffoldings): due sono calpestabili dal pubblico e
dunque “performabili” e una funge da struttura di presentazione. L’impalcatura è elemento ripetuto nell’arte
di Armleder, che gli permette non solo di riflettere sul display (allestimento) degli oggetti, ma anche di creare
uno spazio naturalmente inclusivo e interattivo. L’impalcatura con piante vere e finte e animali impagliati è, tra
l’altro, una citazione da una mostra dell’artista tenutasi al MAMCO di Ginevra nel 2005. L’opera rispecchia la
giustapposizione tra falso e reale che attraversa il suo lavoro. Uno degli scaffolding calpestabili dal titolo
Mondo Tiki 1 (Scaffodling) risale al 1999 ed è stato esposto per la prima volta presso la ACE Gallery di New
York. Sono parte integrante di questo lavoro elementi luminosi come, per esempio, dei tubi fluorescenti, ma
anche una selezione di b-movie degli anni cinquanta e sessanta presentati su monitor e una compilation
sonora. Questa contiene, tra l’altro, della musica hawaiiana.
Attorno agli scaffoldings sono realizzati dei dipinti a parete (wall painting) di grande formato, con motivi che
attingono a un vasto repertorio - dalla cultura popolare alla street culture, dal misticismo New Age fino
alla storia dell’arte e, appunto, i b-movie hollywoodiani. Emerge così la poetica di Armleder, incentrata sulla
costante migrazione dei simboli e il loro complesso e mutevole intrecciarsi con le tradizioni culturali di
diversi contesti.
L’artista interviene anche sulle pareti dello spazio espositivo, su cui sono applicate ampie superfici specchianti
argentate e dorate. Esse riflettono e rifrangono le installazioni e le pitture e il paesaggio alpino che
traspare dalle vetrate di Museion. Ne risulta una scenografia caleidoscopica e spiazzante, che infrange e
decostruisce il rigore dell’architettura museale. L’utilizzo di elementi scenografici ed elementi lucidi,
provenienti dall’estetica dell’ornamento, è un’altra costante dell’arte di Armleder, che si interroga sui cliché di
un’opera d’arte che dovrebbe “decorare”. Nello stesso concetto di decorazione rientrano le accumulazioni di
piante finte e vere, animali impagliati e oggetti trovati, che completano la mostra. Queste accumulazioni sono
perfetti indicatori del ruolo che il caso gioca nella strategia compositiva di Armleder e della nonchalance e
leggerezza con cui egli crea “tragedie estetiche”.
La mostra troverà una sua espansione sulla facciata mediale con il video Endless. Proiettato per la prima
volta nel dicembre 2016, il lavoro riflette l’ossessiva passione dell’artista per l’immaginario e la
costruzione culturale del Natale: un pulsare esplosivo di luci, colori e fuochi di artificio illumina la grande
superficie di Museion in un ritmo instancabile e infinito, Endless.
“Da tempo Museion presenta, all’interno della sua programmazione, mostre sulla tematica della scultura in
campo allargato per portare l’attenzione sullo spazio culturale in cui ogni opera si trova, e cogliere la
profonda relazione di reciprocità che lega l’opera d’arte contemporanea agli artisti e al pubblico.
Nell’anno in cui celebriamo i 10 anni, il filo rosso degli eterogenei linguaggi della scultura trova un proprio
“culmine” nel progetto di John Armleder, che ha costantemente messo al centro del suo percorso il contesto
in cui l’opera è presentata” - così Letizia Ragaglia, direttrice di Museion.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo monografico, in collaborazione con il museo
MADRE – Museo d’arte contemporanea Donnaregina – Napoli.
John Armleder (1948, Ginevra, Svizzera). Dopo le prime mostre personali in varie istituzioni europee –
Kunstmuseum Basel (1980); Musée d’Art et d’Histoire, Friburgo (1982); Künstlerhaus Stuttgart (1984); Ecole
Nationale d’Art Decoratif Limoges e Musée d’Art et d’Histoire Ginevra (1986) – nel 1986 John Armleder partecipa
alla Biennale di Venezia (Padiglione Svizzero). Tra le mostre personali successive: Musée de Peinture et de
Sculpture de Grenoble, Nationalgalerie Berlin, Kunstmuseum Winterthur, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris,
Kunstverein Düsseldorf (1987); Le Consortium, Digione (1989, 1996, 2014); Centraal Museum Utrecht (1992); Villa
Arson, Nizza (1993, 2007); Wiener sezession, Vienna (1993); Fondazione Ratti, Como (1996, dove è anche visiting
professor del Corso Superiore di Arti Visive); Staatliche Kunsthalle Baden Baden, Casino Luxembourg (1998);
MoMa, New York (2000); Kunstraum Innsbruck, Magasin Grenoble (2001); Kunstraum Braunschweig, Kunstveein
Ruhr, Essen, GAMec Bergamo (2004). Nel 2004 la Kunsthalle Zürich e l‘ICA di Philadelphia ospitano una
retrospettiva delle sue opere su carta e nel 2005 il MAMCO di Ginevra gli dedica un’ampia retrospettiva, a cui
seguono le mostre personali presso: Tate Liverpool (2007), Contemporary Art Museum Saint Louis (con Oliver
Mosset), Institute of Modern Art/Queensland Art Gallery, Brisbane, Carte Blanche al Palais de Tokyo di Parigi e
Away alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia (2011); Warwick Arts Centre, Coventry e Swiss Institute, New
York (2012); Musée National Fernand Leger, Biot (2014); Istituto Svizzero di Roma (2017). La più recente personale
in un’istituzione pubblica si è tenuta al Madre di Napoli (2018).
Con il supporto di Pro Helvetia
même chose (più le cose cambiano, più rimangono le stesse). Dopo il video Endless per la facciata mediale nel
2016 e la sua partecipazione a diverse esposizioni tra il 2005 d il 2007, il museo di Bolzano rinnova così la
collaborazione con quello che è considerato l’artista svizzero più influente della sua generazione.
In oltre cinquant’anni di carriera, John Armleder (1948, Ginevra, Svizzera) ha sviluppato un’opera che va oltre i
codici della critica e il sistema dell’arte per superare le barriere tra arte e architettura, arte e design, arte e
oggetti d’uso quotidiano. La sua pratica multiforme si articola fra pittura, scultura, installazione ambientale,
performance, video, testi critici e progetti editoriali e curatoriali. Unendo casualità e progetto, cultura alta ed
entertainment, ironia straniante e analisi concettuale, Armleder ha messo in discussione, in tutto il suo
percorso, il concetto di autore e l’idea di originalità e unicità dell’opera d’arte. Nonostante abbia creato un
corpus estremamente eterogeneo di lavori, tutte le sue opere risultano frammenti, prospettive differenti di
un’unica, grande opera: plus ça change, plus c’est la même chose!
In questa strategia, anche la mostra a Museion diventa un grande, imprevedibile lavoro composto a sua volta
da diversi lavori e concepito per rinnovarsi ogni volta che viene “utilizzato” dal pubblico. Al centro dello
spazio espositivo si trovano tre grandi impalcature (scaffoldings): due sono calpestabili dal pubblico e
dunque “performabili” e una funge da struttura di presentazione. L’impalcatura è elemento ripetuto nell’arte
di Armleder, che gli permette non solo di riflettere sul display (allestimento) degli oggetti, ma anche di creare
uno spazio naturalmente inclusivo e interattivo. L’impalcatura con piante vere e finte e animali impagliati è, tra
l’altro, una citazione da una mostra dell’artista tenutasi al MAMCO di Ginevra nel 2005. L’opera rispecchia la
giustapposizione tra falso e reale che attraversa il suo lavoro. Uno degli scaffolding calpestabili dal titolo
Mondo Tiki 1 (Scaffodling) risale al 1999 ed è stato esposto per la prima volta presso la ACE Gallery di New
York. Sono parte integrante di questo lavoro elementi luminosi come, per esempio, dei tubi fluorescenti, ma
anche una selezione di b-movie degli anni cinquanta e sessanta presentati su monitor e una compilation
sonora. Questa contiene, tra l’altro, della musica hawaiiana.
Attorno agli scaffoldings sono realizzati dei dipinti a parete (wall painting) di grande formato, con motivi che
attingono a un vasto repertorio - dalla cultura popolare alla street culture, dal misticismo New Age fino
alla storia dell’arte e, appunto, i b-movie hollywoodiani. Emerge così la poetica di Armleder, incentrata sulla
costante migrazione dei simboli e il loro complesso e mutevole intrecciarsi con le tradizioni culturali di
diversi contesti.
L’artista interviene anche sulle pareti dello spazio espositivo, su cui sono applicate ampie superfici specchianti
argentate e dorate. Esse riflettono e rifrangono le installazioni e le pitture e il paesaggio alpino che
traspare dalle vetrate di Museion. Ne risulta una scenografia caleidoscopica e spiazzante, che infrange e
decostruisce il rigore dell’architettura museale. L’utilizzo di elementi scenografici ed elementi lucidi,
provenienti dall’estetica dell’ornamento, è un’altra costante dell’arte di Armleder, che si interroga sui cliché di
un’opera d’arte che dovrebbe “decorare”. Nello stesso concetto di decorazione rientrano le accumulazioni di
piante finte e vere, animali impagliati e oggetti trovati, che completano la mostra. Queste accumulazioni sono
perfetti indicatori del ruolo che il caso gioca nella strategia compositiva di Armleder e della nonchalance e
leggerezza con cui egli crea “tragedie estetiche”.
La mostra troverà una sua espansione sulla facciata mediale con il video Endless. Proiettato per la prima
volta nel dicembre 2016, il lavoro riflette l’ossessiva passione dell’artista per l’immaginario e la
costruzione culturale del Natale: un pulsare esplosivo di luci, colori e fuochi di artificio illumina la grande
superficie di Museion in un ritmo instancabile e infinito, Endless.
“Da tempo Museion presenta, all’interno della sua programmazione, mostre sulla tematica della scultura in
campo allargato per portare l’attenzione sullo spazio culturale in cui ogni opera si trova, e cogliere la
profonda relazione di reciprocità che lega l’opera d’arte contemporanea agli artisti e al pubblico.
Nell’anno in cui celebriamo i 10 anni, il filo rosso degli eterogenei linguaggi della scultura trova un proprio
“culmine” nel progetto di John Armleder, che ha costantemente messo al centro del suo percorso il contesto
in cui l’opera è presentata” - così Letizia Ragaglia, direttrice di Museion.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo monografico, in collaborazione con il museo
MADRE – Museo d’arte contemporanea Donnaregina – Napoli.
John Armleder (1948, Ginevra, Svizzera). Dopo le prime mostre personali in varie istituzioni europee –
Kunstmuseum Basel (1980); Musée d’Art et d’Histoire, Friburgo (1982); Künstlerhaus Stuttgart (1984); Ecole
Nationale d’Art Decoratif Limoges e Musée d’Art et d’Histoire Ginevra (1986) – nel 1986 John Armleder partecipa
alla Biennale di Venezia (Padiglione Svizzero). Tra le mostre personali successive: Musée de Peinture et de
Sculpture de Grenoble, Nationalgalerie Berlin, Kunstmuseum Winterthur, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris,
Kunstverein Düsseldorf (1987); Le Consortium, Digione (1989, 1996, 2014); Centraal Museum Utrecht (1992); Villa
Arson, Nizza (1993, 2007); Wiener sezession, Vienna (1993); Fondazione Ratti, Como (1996, dove è anche visiting
professor del Corso Superiore di Arti Visive); Staatliche Kunsthalle Baden Baden, Casino Luxembourg (1998);
MoMa, New York (2000); Kunstraum Innsbruck, Magasin Grenoble (2001); Kunstraum Braunschweig, Kunstveein
Ruhr, Essen, GAMec Bergamo (2004). Nel 2004 la Kunsthalle Zürich e l‘ICA di Philadelphia ospitano una
retrospettiva delle sue opere su carta e nel 2005 il MAMCO di Ginevra gli dedica un’ampia retrospettiva, a cui
seguono le mostre personali presso: Tate Liverpool (2007), Contemporary Art Museum Saint Louis (con Oliver
Mosset), Institute of Modern Art/Queensland Art Gallery, Brisbane, Carte Blanche al Palais de Tokyo di Parigi e
Away alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia (2011); Warwick Arts Centre, Coventry e Swiss Institute, New
York (2012); Musée National Fernand Leger, Biot (2014); Istituto Svizzero di Roma (2017). La più recente personale
in un’istituzione pubblica si è tenuta al Madre di Napoli (2018).
Con il supporto di Pro Helvetia
21
settembre 2018
John Armleder – Plus ça change, plus c’est la même chose
Dal 21 settembre 2018 al 13 gennaio 2019
arte contemporanea
Location
MUSEION
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Bolzano, Via Dante, 6, (Bolzano)
Biglietti
7 Euro, ridotto 3,50 Euro.
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10.00 – 18.00. Giovedì ore 10.00 – 22.00, con ingresso gratuito
dalle ore 18.00 e visita guidata gratuita alle ore 19.00. Lunedì chiuso. Ogni sabato e domenica, ore 14.00-18.00
dialoghi dell’arte, con mediatori e mediatrici in mostra.
Vernissage
21 Settembre 2018, h 19
Autore
Curatore