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John Coplans / June Crespo – Foreign Bodies
Coplans e Crespo, attraverso rispettivamente fotografie e sculture, compiono un percorso di indagine che ha un’attenzione particolare al rapporto tra corpo e rappresentazione.
Comunicato stampa
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P420 è felice di annunciare la mostra Foreign Bodies, doppia personale degli artisti John Coplans (Londra 1920 - New York 2003) e June Crespo (Pamplona, 1982) curata da João Laia.
Coplans e Crespo, attraverso rispettivamente fotografie e sculture, compiono un percorso di indagine che ha un’attenzione particolare al rapporto tra corpo e rappresentazione. Il punto di partenza è una forma riconducibile al corpo, ma l’indagine porta in direzioni diverse, strutturando forme che alludono ad altro.
Puntando la macchina fotografica unicamente verso se stesso, John Coplans crea immagini che mettono in discussione la visione cristallizzata del corpo maschile nella cultura popolare e il suo legame con la scultura classica, producendo contro-monumenti umanistici che celebrano il decadimento e la vulnerabilità. La selezione di fotografie mostra diversi interventi in cui il corpo è tagliato e riconfigurato in particolari e visioni parziali, in un gesto che riecheggia l’attuale frammentazione di corpi e materia nel regime digitale del web.
La pratica di June Crespo è anch’essa un’analisi sensuale di modelli contemporanei di rappresentazione, focalizzata sulle dinamiche reali e simboliche che circondano il corpo femminile (visibili, per esempio, nell’inclusione di riviste rivolte a un pubblico femminile nelle sculture dell’artista). L’interesse di Crespo per le condizioni concrete e corporee dell’oggetto/corpo come pure per i contesti immateriali in cui circola e si muove – rivelato dalla presenza ricorrente di figure quali conduttori e recipienti – è riconducibile alla pratica di Coplans come fotografo e scrittore: entrambi interrogano la configurazione composita della vita contemporanea fatta di dinamiche discorsive e materiali.
In un momento in cui la cultura visiva è dominata da ritratti stilizzati e iperperfetti, le opere di Coplans e Crespo mettono in discussione gli approcci omogenei al corporeo, proponendo immagini di rottura che liberano il nostro sguardo e i nostri stessi corpi.
Oltre alla sua carriera come artista, John Coplans ha avuto un'attività prolifica come critico d'arte e curatore.
Si è trasferito negli Stati Uniti nel 1960 e ha iniziato ad insegnare all'Università della California a Berkeley. Nel 1962 è stato uno dei fondatori della rivista Artforum con cui ha continuato a collaborare per 16 anni. È stato capo curatore al Pasadena Art Museum dal 1967-1970 e direttore dell'Akron Art Museum dal 1978-1980.
Autore di numerosi libri e articoli sull’arte ha iniziato la sua carriera artistica all’età di 60 anni, fotografando in bianco e nero unicamente il proprio corpo nudo. Una produzione di soli autoritratti, senza però mai puntare la camera verso il proprio volto. La sua opera ha ricevuto grande consenso e le sue opere sono esposte e acquistate dai più stimati musei in Europa e negli Stati Uniti.
June Crespo ha conseguito il Bachelor of Fine Arts nella Universidad del País Vasco e ha recentemente partecipato ad una residenza d’artista presso il De Ateliers (Amsterdam). Le sue mostre personali più recenti includono: To be two (CarrerasMugica, Bilbao 2017); Chance Album Nº1 (etHALL, Barcellona, 2016); Kanala (MARCO, Vigo 2016) e Cosa y tú (CarrerasMugica, Bilbao, 2015). Le sue opere sono anche state esposte in mostre collettive quali: Deep State (De Ateliers, Amsterdam 2017) Generación2017 (La Casa Encendida, Madrid 2017); HYPERCONNECTED (Moscow Museum of Modern Art, Mosca 2016); fluxesfeverfuturesfiction (Azkuna zentroa, Bilbao 2016); Wild Things (The Green Parrot, Barcellona 2014); Hitting it off
(P-exclamation, New York, 2014); Pop Politics (CA2M, Madrid 2012); Antes que todo (CA2M, Madrid, 2010).
Coplans e Crespo, attraverso rispettivamente fotografie e sculture, compiono un percorso di indagine che ha un’attenzione particolare al rapporto tra corpo e rappresentazione. Il punto di partenza è una forma riconducibile al corpo, ma l’indagine porta in direzioni diverse, strutturando forme che alludono ad altro.
Puntando la macchina fotografica unicamente verso se stesso, John Coplans crea immagini che mettono in discussione la visione cristallizzata del corpo maschile nella cultura popolare e il suo legame con la scultura classica, producendo contro-monumenti umanistici che celebrano il decadimento e la vulnerabilità. La selezione di fotografie mostra diversi interventi in cui il corpo è tagliato e riconfigurato in particolari e visioni parziali, in un gesto che riecheggia l’attuale frammentazione di corpi e materia nel regime digitale del web.
La pratica di June Crespo è anch’essa un’analisi sensuale di modelli contemporanei di rappresentazione, focalizzata sulle dinamiche reali e simboliche che circondano il corpo femminile (visibili, per esempio, nell’inclusione di riviste rivolte a un pubblico femminile nelle sculture dell’artista). L’interesse di Crespo per le condizioni concrete e corporee dell’oggetto/corpo come pure per i contesti immateriali in cui circola e si muove – rivelato dalla presenza ricorrente di figure quali conduttori e recipienti – è riconducibile alla pratica di Coplans come fotografo e scrittore: entrambi interrogano la configurazione composita della vita contemporanea fatta di dinamiche discorsive e materiali.
In un momento in cui la cultura visiva è dominata da ritratti stilizzati e iperperfetti, le opere di Coplans e Crespo mettono in discussione gli approcci omogenei al corporeo, proponendo immagini di rottura che liberano il nostro sguardo e i nostri stessi corpi.
Oltre alla sua carriera come artista, John Coplans ha avuto un'attività prolifica come critico d'arte e curatore.
Si è trasferito negli Stati Uniti nel 1960 e ha iniziato ad insegnare all'Università della California a Berkeley. Nel 1962 è stato uno dei fondatori della rivista Artforum con cui ha continuato a collaborare per 16 anni. È stato capo curatore al Pasadena Art Museum dal 1967-1970 e direttore dell'Akron Art Museum dal 1978-1980.
Autore di numerosi libri e articoli sull’arte ha iniziato la sua carriera artistica all’età di 60 anni, fotografando in bianco e nero unicamente il proprio corpo nudo. Una produzione di soli autoritratti, senza però mai puntare la camera verso il proprio volto. La sua opera ha ricevuto grande consenso e le sue opere sono esposte e acquistate dai più stimati musei in Europa e negli Stati Uniti.
June Crespo ha conseguito il Bachelor of Fine Arts nella Universidad del País Vasco e ha recentemente partecipato ad una residenza d’artista presso il De Ateliers (Amsterdam). Le sue mostre personali più recenti includono: To be two (CarrerasMugica, Bilbao 2017); Chance Album Nº1 (etHALL, Barcellona, 2016); Kanala (MARCO, Vigo 2016) e Cosa y tú (CarrerasMugica, Bilbao, 2015). Le sue opere sono anche state esposte in mostre collettive quali: Deep State (De Ateliers, Amsterdam 2017) Generación2017 (La Casa Encendida, Madrid 2017); HYPERCONNECTED (Moscow Museum of Modern Art, Mosca 2016); fluxesfeverfuturesfiction (Azkuna zentroa, Bilbao 2016); Wild Things (The Green Parrot, Barcellona 2014); Hitting it off
(P-exclamation, New York, 2014); Pop Politics (CA2M, Madrid 2012); Antes que todo (CA2M, Madrid, 2010).
03
febbraio 2018
John Coplans / June Crespo – Foreign Bodies
Dal 03 febbraio al 31 marzo 2018
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
P420 ART GALLERY
Bologna, Via Azzo Gardino, 9, (Bologna)
Bologna, Via Azzo Gardino, 9, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10.30-13.30 e 15-19.30
durante Arte Fiera:
Giovedì 1: 10 - 20
Venerdì 2: 9 - 20
Sabato 3: 9 - 24
Domenica 4: 10 - 20
Vernissage
3 Febbraio 2018, ore 18.30
Autore