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John Henry Newton – Trust me, I’m firing on all cylinders
Personale di John Henry Newton
Comunicato stampa
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C’era una crepa che appariva spesso in galleria ed era sempre compito mio ripararla; una mansione che consideravo una sorta di riposo da più pesanti incarichi, quali impacchettare le opere o spostare le casse per i trasporti.
Apparentemente la crepa correva dal soffitto al pavimento: passavo le dita lungo tutta la sua frastagliata lunghezza in modo da rimuovere ogni residuo di vernice, prima di riempirla con troppo stucco, che avrei poi scartavetrato e dipinto nuovamente. Era più stretta dopo e poteva essere coperta con una sola pennellata. Una volta invece, si fece molto più larga e dovetti staccare tutti i precedenti strati di stucco e vernice da ogni lato della fessura, prima di scartavetrare, riempire, scartavetrare e verniciare. Un’altra volta era più corta, e, in modo curioso, non cominciava o finiva dal pavimento al soffitto, ma levitava al centro della parete: in questa circostanza decisi semplicemente di coprirla con un dipinto, lasciandone sporgere un paio di centimetri dalla parte inferiore della tela.
Attraverso la ripetizione di questa operazione, cominciai a comprendere le differenti nuances della crepa; nonostante questa variasse costantemente, c’erano angoli familiari, diramazioni, pieghe e curve che permanevano. Arrivai a sapere quale punto aveva più probabilità di sfaldarsi, quale meandro si sarebbe diviso in un altro se avessi manovrato la lama delicatamente, quali protuberanze avrei dovuto erodere più leggermente di altre; capii quali condizioni climatiche avrebbero peggiorato la crepa, tanto che, ogni giorno, prima di arrivare in galleria, sapevo già se la crepa sarebbe stata lì o meno. Ogni volta che svolgevo le mie riparazioni, mi tornavano alla mente memorie legate alle stesse circostanze: non ricordi legati al lavoro in sé, piuttosto pensavo a ciò che passava nella mia mente durante le precedenti riparazioni. La crepa divenne così una sorta di mappa astratta di un personale ricordo di pensieri ed emozioni, proprio come una mixtape che ho fatto una volta, e che in qualche modo incarnava l’autunno del mio sedicesimo anno.
Per John Henry Newton l’atto di camminare ha una grande importanza nello sviluppo delle proprie idee. I went for a walk and came back with no soles è infatti una mappa astratta della sua produzione, quindi, tutto il resto della mostra dal titolo Trust me, I’m firing on all cylinders, può essere vista come una mixtape composta per accompagnare le attività deambulatorie di Newton nel corso degli ultimi quattro anni, dal momento i cui esce da casa sua ogni giorno. I lavori esposti hanno in questo modo la funzione di segni nei diversi viaggi di Newton, così come la biforcazione all’interno della crepa sul muro della galleria, che si frantumava ogni volta che la riparavo e che mi ricordava una canzona nella mia mixtape, la quale a sua volta mi ricordava una panchina sulla quale mi fermavo a fumare e riflettere ogni giorno, lungo la strada di ritorno da scuola verso casa: ognuno un segno nell’accumulo di memorie invocate da un’azione ripetuta.
Barnie Page
* Sarà simultaneamente inaugurata nel nostro project space, Hadrian, Economists are Watching di Stefano Calligaro.
Apparentemente la crepa correva dal soffitto al pavimento: passavo le dita lungo tutta la sua frastagliata lunghezza in modo da rimuovere ogni residuo di vernice, prima di riempirla con troppo stucco, che avrei poi scartavetrato e dipinto nuovamente. Era più stretta dopo e poteva essere coperta con una sola pennellata. Una volta invece, si fece molto più larga e dovetti staccare tutti i precedenti strati di stucco e vernice da ogni lato della fessura, prima di scartavetrare, riempire, scartavetrare e verniciare. Un’altra volta era più corta, e, in modo curioso, non cominciava o finiva dal pavimento al soffitto, ma levitava al centro della parete: in questa circostanza decisi semplicemente di coprirla con un dipinto, lasciandone sporgere un paio di centimetri dalla parte inferiore della tela.
Attraverso la ripetizione di questa operazione, cominciai a comprendere le differenti nuances della crepa; nonostante questa variasse costantemente, c’erano angoli familiari, diramazioni, pieghe e curve che permanevano. Arrivai a sapere quale punto aveva più probabilità di sfaldarsi, quale meandro si sarebbe diviso in un altro se avessi manovrato la lama delicatamente, quali protuberanze avrei dovuto erodere più leggermente di altre; capii quali condizioni climatiche avrebbero peggiorato la crepa, tanto che, ogni giorno, prima di arrivare in galleria, sapevo già se la crepa sarebbe stata lì o meno. Ogni volta che svolgevo le mie riparazioni, mi tornavano alla mente memorie legate alle stesse circostanze: non ricordi legati al lavoro in sé, piuttosto pensavo a ciò che passava nella mia mente durante le precedenti riparazioni. La crepa divenne così una sorta di mappa astratta di un personale ricordo di pensieri ed emozioni, proprio come una mixtape che ho fatto una volta, e che in qualche modo incarnava l’autunno del mio sedicesimo anno.
Per John Henry Newton l’atto di camminare ha una grande importanza nello sviluppo delle proprie idee. I went for a walk and came back with no soles è infatti una mappa astratta della sua produzione, quindi, tutto il resto della mostra dal titolo Trust me, I’m firing on all cylinders, può essere vista come una mixtape composta per accompagnare le attività deambulatorie di Newton nel corso degli ultimi quattro anni, dal momento i cui esce da casa sua ogni giorno. I lavori esposti hanno in questo modo la funzione di segni nei diversi viaggi di Newton, così come la biforcazione all’interno della crepa sul muro della galleria, che si frantumava ogni volta che la riparavo e che mi ricordava una canzona nella mia mixtape, la quale a sua volta mi ricordava una panchina sulla quale mi fermavo a fumare e riflettere ogni giorno, lungo la strada di ritorno da scuola verso casa: ognuno un segno nell’accumulo di memorie invocate da un’azione ripetuta.
Barnie Page
* Sarà simultaneamente inaugurata nel nostro project space, Hadrian, Economists are Watching di Stefano Calligaro.
06
febbraio 2015
John Henry Newton – Trust me, I’m firing on all cylinders
Dal 06 febbraio al 14 marzo 2015
arte contemporanea
Location
FRUTTA GALLERY
Roma, Via Dei Salumi, 53, (Roma)
Roma, Via Dei Salumi, 53, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 13-19
Vernissage
6 Febbraio 2015, ore 19
Autore