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John Kleckner – My Building Disappeared
Nel progetto inedito per Bad New Business, Kleckner aggiunge alla sua ricerca un ulteriore riflessione sulla necessità di autosufficienza linguistica delle opere, contaminandone non solo il senso ma anche la forma, che diventa rotonda, ciclica, aperta. Nella serie di collage su vinile, è evidente quanto il cambiamento formale stabilisca un diaframma tra narrazione e percezione, privando l’opera del valore temporale e affidandola piuttosto alla pura bellezza dell’espressione visiva
Comunicato stampa
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My Building Disappeared
My Building Disappeared “il mio edificio scomparso” è sintesi dell’identità indefinita e ipertestuale della nostra cultura contemporanea, per la quale ogni informazione appare ora tangibile ora vaga, persino a tratti remota.
È la ricognizione meticolosa di immagini recuperate, ciascuna delle quali pur avendo un significato proprio, contribuisce nell’insieme a disperdere il senso unitario, quasi fosse “scomparso” o semplicemente marginale.
Ogni singolo frammento nella narrazione di Kleckner è una struttura semantica che richiama un pensiero, è come se da un immenso archivio venissero estratti dei brani poi ricomposti tra loro, mescolati. Dettagli privi di un legame apparente ma accomunati dalla costante ricerca di equilibrio. Uno sforzo per andare oltre la sovraesposizione mediatica che accumula una quantità tale d’informazioni fino a perdere gradualmente il significato originario.
Nel progetto inedito per Bad New Business, Kleckner aggiunge alla sua ricerca un ulteriore riflessione sulla necessità di autosufficienza linguistica delle opere, contaminandone non solo il senso ma anche la forma, che diventa rotonda, ciclica, aperta. Nella serie di collage su vinile, è evidente quanto il cambiamento formale stabilisca un diaframma tra narrazione e percezione, privando l’opera del valore temporale e affidandola piuttosto alla pura bellezza dell’espressione visiva.
Kleckner dissemina delle tracce, le sovrappone fino a creare un senso di spaesamento, di meraviglia o sorpresa di fronte all’indefinitezza dell’immagine, che però proprio in virtù di questa sua apparente inconsapevolezza diventa estremamente affascinante e magnetica.
La serie di pitture compie invece una “mimesi” del collage attraverso l’uso di forme astratte che si scompongono in campiture di colore, che Kleckner invade con inserti figurativi tratti dall’immaginario legato alle scienze e alla biologia. Tratteggia in esse un dialogo surreale tra la leggerezza dell’arte e la concretezza della speculazione scientifica attivando un’intrigante ricerca cognitiva sul reale, dove il riferimento è dilatato e ingigantito, paragonabile ad un urlo che attrae a sé l’attenzione.
La ricerca di John Kleckner è concentrata da lungo tempo sullo studio del dettaglio come elemento compositivo ma anche formale, ovvero nucleo del pensiero fondato sulla memoria percettiva, visiva e sensoriale. Kleckner lavora sul recupero di tale percezione insistendo sull’eleganza dell’immagine ma soprattutto del tratto; pone l’accento sul particolare che diventa così “centrale” ed espressivo, capace di risvegliare una suggestione.
John Kleckner con lieve romanticismo accosta alle immagini il disegno, sempre virtuoso e netto, per rappresentare l’intervento autentico e partecipativo dell’artista, il collegamento tra reale e artificiale, una sentinella per affermare che l’intelletto umano, imprevedibile e sacro, sovrasta le sovrastrutture prodotte dall’inarrestabile e incontrollata globalizzazione mediatica, che talora annulla, stupidamente, la specialità.
sconosciuto.png
PLANETA e GALLERIA FRANCESCO PANTALEONE un connubio d'arte!
Planeta sostiene Bad New Business, spazio off di Milano della Galleria Francesco Pantaleone arte contemporanea, in occasione della mostra "My Building Disappeared " di John Kleckner,
Planeta, grande azienda siciliana produttrice di vini da sempre attenta alla valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze. Un connubio tutto siciliano alla ricerca di orizzonti di bellezza e di affermazione culturale di una delle terre più belle al mondo.
http://www.planeta.it/
My Building Disappeared
Translated by Gabriella Gerbino
My Building Disappeared is a summary of indefinite and hyperlinked identity of contemporary culture, for which all information seems to be tangible and vague, at times even remote. It is the meticulous reconnaissance of recovered images, which together disperse the sense of one, even if each one has its own meaning, as if it “disappeared” or simply became insignificant.
Every single fragment in Kleckner’s story is a semantic structure that recalls a thought, as if some excerpts were taken from an immense archive and then were put together but mixed. The details lack a clear connection, they are linked by a constant research of balance: an effort to overcome the media overexposure that accumulates such an incredible amount of information until gradually losing its original meaning.
In the unpublished project for Bad News Business, Kleckner adds to his research another reflection on the need of linguistic independence of his works, contaminating not only the sense but also the shape, becoming round, cyclical and open. In the collage series on vinyl records, it is evident how much the change of the shape establishes a diaphragm between narration and perception, depriving the work of its temporal value and leaving it to its pure beauty of visual expression.
Kleckner disseminates some traces, overlapping them in order to create a sense of disorientation, marvel or surprise in front of the undefined image that, because of its apparent unawareness, becomes extremely fascinating and magnetic.
The series of paintings instead realizes a “mimesis” of the collage through the use of abstract shapes that disassemble in color cross-hatching, which Kleckner invades with figurative inserts excerpted from a scientific and biological imagination, where a surreal dialogue is hatched between the lightness of art and the concreteness of scientific speculation. Therefore, he is able to activate an intriguing cognitive research on reality, where the reference is dilated and magnified, comparable to a screech to grab attention.
John Kleckner’s research has focused for a long time on detail analysis as a composition, but also as an element of shape, meaning the heart of reflection based on perceptive, visual and sensory memory.
Kleckner works on the recovery of such perception insisting on the elegance of the image, mainly on its line; paying attention to detail, which becomes so “central” and expressive, able to awaken a sense of grandeur.
John Kleckner, with subtle romanticism, blends design to images, always virtuously and clean, in order to represent the artist’s authentic participation.
Design is for Kleckner a sentinel to affirm that the human intellect, unpredictable and sacred, dominates the rampant media globalization, which sometimes annuls, stupidly, the specialty.
My Building Disappeared “il mio edificio scomparso” è sintesi dell’identità indefinita e ipertestuale della nostra cultura contemporanea, per la quale ogni informazione appare ora tangibile ora vaga, persino a tratti remota.
È la ricognizione meticolosa di immagini recuperate, ciascuna delle quali pur avendo un significato proprio, contribuisce nell’insieme a disperdere il senso unitario, quasi fosse “scomparso” o semplicemente marginale.
Ogni singolo frammento nella narrazione di Kleckner è una struttura semantica che richiama un pensiero, è come se da un immenso archivio venissero estratti dei brani poi ricomposti tra loro, mescolati. Dettagli privi di un legame apparente ma accomunati dalla costante ricerca di equilibrio. Uno sforzo per andare oltre la sovraesposizione mediatica che accumula una quantità tale d’informazioni fino a perdere gradualmente il significato originario.
Nel progetto inedito per Bad New Business, Kleckner aggiunge alla sua ricerca un ulteriore riflessione sulla necessità di autosufficienza linguistica delle opere, contaminandone non solo il senso ma anche la forma, che diventa rotonda, ciclica, aperta. Nella serie di collage su vinile, è evidente quanto il cambiamento formale stabilisca un diaframma tra narrazione e percezione, privando l’opera del valore temporale e affidandola piuttosto alla pura bellezza dell’espressione visiva.
Kleckner dissemina delle tracce, le sovrappone fino a creare un senso di spaesamento, di meraviglia o sorpresa di fronte all’indefinitezza dell’immagine, che però proprio in virtù di questa sua apparente inconsapevolezza diventa estremamente affascinante e magnetica.
La serie di pitture compie invece una “mimesi” del collage attraverso l’uso di forme astratte che si scompongono in campiture di colore, che Kleckner invade con inserti figurativi tratti dall’immaginario legato alle scienze e alla biologia. Tratteggia in esse un dialogo surreale tra la leggerezza dell’arte e la concretezza della speculazione scientifica attivando un’intrigante ricerca cognitiva sul reale, dove il riferimento è dilatato e ingigantito, paragonabile ad un urlo che attrae a sé l’attenzione.
La ricerca di John Kleckner è concentrata da lungo tempo sullo studio del dettaglio come elemento compositivo ma anche formale, ovvero nucleo del pensiero fondato sulla memoria percettiva, visiva e sensoriale. Kleckner lavora sul recupero di tale percezione insistendo sull’eleganza dell’immagine ma soprattutto del tratto; pone l’accento sul particolare che diventa così “centrale” ed espressivo, capace di risvegliare una suggestione.
John Kleckner con lieve romanticismo accosta alle immagini il disegno, sempre virtuoso e netto, per rappresentare l’intervento autentico e partecipativo dell’artista, il collegamento tra reale e artificiale, una sentinella per affermare che l’intelletto umano, imprevedibile e sacro, sovrasta le sovrastrutture prodotte dall’inarrestabile e incontrollata globalizzazione mediatica, che talora annulla, stupidamente, la specialità.
sconosciuto.png
PLANETA e GALLERIA FRANCESCO PANTALEONE un connubio d'arte!
Planeta sostiene Bad New Business, spazio off di Milano della Galleria Francesco Pantaleone arte contemporanea, in occasione della mostra "My Building Disappeared " di John Kleckner,
Planeta, grande azienda siciliana produttrice di vini da sempre attenta alla valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze. Un connubio tutto siciliano alla ricerca di orizzonti di bellezza e di affermazione culturale di una delle terre più belle al mondo.
http://www.planeta.it/
My Building Disappeared
Translated by Gabriella Gerbino
My Building Disappeared is a summary of indefinite and hyperlinked identity of contemporary culture, for which all information seems to be tangible and vague, at times even remote. It is the meticulous reconnaissance of recovered images, which together disperse the sense of one, even if each one has its own meaning, as if it “disappeared” or simply became insignificant.
Every single fragment in Kleckner’s story is a semantic structure that recalls a thought, as if some excerpts were taken from an immense archive and then were put together but mixed. The details lack a clear connection, they are linked by a constant research of balance: an effort to overcome the media overexposure that accumulates such an incredible amount of information until gradually losing its original meaning.
In the unpublished project for Bad News Business, Kleckner adds to his research another reflection on the need of linguistic independence of his works, contaminating not only the sense but also the shape, becoming round, cyclical and open. In the collage series on vinyl records, it is evident how much the change of the shape establishes a diaphragm between narration and perception, depriving the work of its temporal value and leaving it to its pure beauty of visual expression.
Kleckner disseminates some traces, overlapping them in order to create a sense of disorientation, marvel or surprise in front of the undefined image that, because of its apparent unawareness, becomes extremely fascinating and magnetic.
The series of paintings instead realizes a “mimesis” of the collage through the use of abstract shapes that disassemble in color cross-hatching, which Kleckner invades with figurative inserts excerpted from a scientific and biological imagination, where a surreal dialogue is hatched between the lightness of art and the concreteness of scientific speculation. Therefore, he is able to activate an intriguing cognitive research on reality, where the reference is dilated and magnified, comparable to a screech to grab attention.
John Kleckner’s research has focused for a long time on detail analysis as a composition, but also as an element of shape, meaning the heart of reflection based on perceptive, visual and sensory memory.
Kleckner works on the recovery of such perception insisting on the elegance of the image, mainly on its line; paying attention to detail, which becomes so “central” and expressive, able to awaken a sense of grandeur.
John Kleckner, with subtle romanticism, blends design to images, always virtuously and clean, in order to represent the artist’s authentic participation.
Design is for Kleckner a sentinel to affirm that the human intellect, unpredictable and sacred, dominates the rampant media globalization, which sometimes annuls, stupidly, the specialty.
15
novembre 2013
John Kleckner – My Building Disappeared
Dal 15 novembre 2013 al 13 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
BAD NEW BUSINESS
Milano, Via Marco Formentini, 4/6, (Milano)
Milano, Via Marco Formentini, 4/6, (Milano)
Orario di apertura
dal lun al ven dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00
Vernissage
15 Novembre 2013, h 18
Autore
Curatore