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John Knuth – Powerplant
prima mostra personale in Italia dell’artista americano John Knuth.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione di Powerplant, Knuth esporrà due serie di lavori: un nuovo gruppo di opere realizzate con l’aiuto di migliaia di mosche e una serie di dipinti lunghi e stretti, ottenuti distendendo coperte termiche fuse sopra a pannelli di plexiglas specchiato.
I poliedrici lavori di Knuth esplorano i temi della trascendenza attraverso la manipolazione dei materiali. Mediante un procedimento alchemico, l’artista trasforma materiali in apparenza banali in oggetti straordinari. Il suo processo di ricerca unisce le discipline dell’estetica e della chimica per rivelare nuove vie di percezione.
Per realizzare il nuovo gruppo dei suoi popolari fly painting, Knuth ha allevato 700.000 mosche dal loro stadio larvale, nutrendole con una miscela di zucchero e vernice acrilica. Le mosche digeriscono e rigurgitano questa sostanza sui dipinti, lasciando i segni di milioni di escrementi sulla superficie di ogni tela. Mentre questo è un processo basato sul caso, Knuth esercita il controllo attraverso l’uso attento del colore e la stratificazione della pittura. I lavori ottenuti risiedono in uno spazio compreso tra il minimalismo, la performance e l’arte concettuale. Per Knuth, sintetizzano anche il panorama della sua città natale, Los Angeles, catturandone sia la densità che la distesa delle infrastrutture artificiali.
Con i suoi lavori realizzati con coperte termiche, l’interesse di Knuth per il mondo naturale si estende anche ai temi della sopravvivenza selvaggia.
Le coperte termiche o d’emergenza furono originariamente concepite per proteggere le persone in ambienti estremi. Caratterizzate da un lato di colore argento metallico, che cattura il calore del corpo, e dall’altro lato di un rosso brillante, che permette di avvistare chi lo indossa da lunghe distanze. Knuth realizza dei fori su queste coperte usando razzi di segnalazione (anch’essi utilizzati in situazioni d’emergenza), rivelando così la superficie specchiata sottostante. Superfici lisce e serene contrastano con rotture violente. Quando gli spettatori camminano intorno a queste opere, devono confrontarsi con uno spostamento e un riflesso distorto di se stessi e dell’ambiente circostante.
I poliedrici lavori di Knuth esplorano i temi della trascendenza attraverso la manipolazione dei materiali. Mediante un procedimento alchemico, l’artista trasforma materiali in apparenza banali in oggetti straordinari. Il suo processo di ricerca unisce le discipline dell’estetica e della chimica per rivelare nuove vie di percezione.
Per realizzare il nuovo gruppo dei suoi popolari fly painting, Knuth ha allevato 700.000 mosche dal loro stadio larvale, nutrendole con una miscela di zucchero e vernice acrilica. Le mosche digeriscono e rigurgitano questa sostanza sui dipinti, lasciando i segni di milioni di escrementi sulla superficie di ogni tela. Mentre questo è un processo basato sul caso, Knuth esercita il controllo attraverso l’uso attento del colore e la stratificazione della pittura. I lavori ottenuti risiedono in uno spazio compreso tra il minimalismo, la performance e l’arte concettuale. Per Knuth, sintetizzano anche il panorama della sua città natale, Los Angeles, catturandone sia la densità che la distesa delle infrastrutture artificiali.
Con i suoi lavori realizzati con coperte termiche, l’interesse di Knuth per il mondo naturale si estende anche ai temi della sopravvivenza selvaggia.
Le coperte termiche o d’emergenza furono originariamente concepite per proteggere le persone in ambienti estremi. Caratterizzate da un lato di colore argento metallico, che cattura il calore del corpo, e dall’altro lato di un rosso brillante, che permette di avvistare chi lo indossa da lunghe distanze. Knuth realizza dei fori su queste coperte usando razzi di segnalazione (anch’essi utilizzati in situazioni d’emergenza), rivelando così la superficie specchiata sottostante. Superfici lisce e serene contrastano con rotture violente. Quando gli spettatori camminano intorno a queste opere, devono confrontarsi con uno spostamento e un riflesso distorto di se stessi e dell’ambiente circostante.
15
gennaio 2015
John Knuth – Powerplant
Dal 15 gennaio al 22 febbraio 2015
arte contemporanea
Location
BRAND NEW GALLERY
Milano, Via Carlo Farini, 32, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 32, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11-13 e 13.30-19
Vernissage
15 Gennaio 2015, 18.00-21.00
Autore