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Jonas Dahlberg
Terza mostra personale dell’artista svedese Jonas Dahlberg negli spazi della galleria. Dopo anni di dedizione a progetti e commissioni pubbliche l’artista ha prodotto una nuova serie di lavori dall’approccio più intimista e personale, nei quali echeggia un paesaggio interiore di memorie sonore e visive, e un fascino immersivo per la natura
Comunicato stampa
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Magazzino è lieta di annunciare la terza mostra personale dell’artista svedese Jonas Dahlberg negli spazi della galleria. Dopo anni di dedizione a progetti e commissioni pubbliche l’artista ha prodotto una nuova serie di lavori dall’approccio più intimista e personale, nei quali echeggia un paesaggio interiore di memorie sonore e visive, e un fascino immersivo per la natura.
Una serie fotografica ritrae, sia a colori che in bianco e nero, dei comuni uccellini, posati su rami d’albero nel loro ambiente naturale. Quel che ci appare come una sapiente istantanea di un incontro casuale con la natura, è invece una scenografia naturale preparata nel dettaglio dall’artista, che allestisce una sorta di diorama cinematografico e attende fino a che non si verifichi l’istante perfetto. Dahlberg esercita dunque un forte controllo sull’immagine finale, che si unisce alle micro variazioni che il caso e la natura necessariamente mettono in atto.
Nell’altro lavoro presente in mostra ci presenta con un altro genere di diorama, un microcosmo amplificato come sotto una lente d’ingrandimento. L’installazione video intitolata Music Box, segue, infatti, i movimenti della video camera all’interno di un carillon, un oggetto dalla forte risonanza personale per l’artista. Gli elementi della meccanica del carillon, ingranditi e amplificati, assumono la scala di una macchina industriale, ricordandoci il linguaggio cinematografico di Tempi Moderni di Chaplin, di Metropolis di Fritz Lang, ma anche l’austerità delle fotografie di Adolf Lazi, fotografo tedesco associato al movimento del Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività) negli anni ’30.
Nei lavori presenti in mostra il tempo è l’elemento cardine, un tempo rallentato, dilatato, sino ad arrestarsi nell’attimo dello scatto fotografico, mentre i diorama e le scenografie congelate sono al contempo metodologia e dispositivo narrativo.
Jonas Dahlberg è nato nel 1970 a Borås, Svezia. Vive e lavora a Stoccolma. Studia architettura alla Lunds Technical School dal 1993 al 1995. Successivamente frequenta la Malmö Art Academy, dove si diploma nel 2000. Da allora Dahlberg si dedica principalmente alla produzione di una serie di video che consistono fondamentalmente di movimenti lentissimi all’interno di spazi architettonici. Tali architetture sono modellini in miniatura costruiti e filmati dall’artista con metodi sperimentali.
Il lavoro di Dahlberg, sia esso video, fotografia, installazione, o scultura, si concentra sull’idea di spazio e di architettura. L’architettura diviene un luogo politico che influenza la comprensione di noi stessi, e il modo in cui il nostro corpo e la nostra mente percepisce il mondo che ci circonda.
Nel 2014 Jonas Dahlberg è stato scelto all’unanimità per realizzare un memoriale dedicato ai morti delle stragi del 22 Luglio 2011 – l’autobomba nel centro di Oslo e la sparatoria sull’isola di Utøya. Memory Wound di Dahlberg sarà inaugurata nel 2017, e consiste in un taglio largo 3 metri e mezzo nella roccia della penisola di Sørbråten, di fronte all’isola di Utøya. Su di un lato del taglio, sulla superficie di pietra levigata, sono incisi i nomi delle vittime. La cesura permanente sulla natura e sul paesaggio, come una ferita, riproduce l’esperienza di perdita e testimonia l’insostituibilità delle vite umane.
Questo mese Jonas Dahlberg si è aggiudicato l’incarico per la realizzazione della facciata di un’arena a Bristol (UK), progettata dal collettivo internazionale Populous e dai vincitori del RIBA Stirling Prize, lo studio Feilden Clegg Bradley.
Nel 2012 Dahlberg realizza le scenografie per il Macbeth di Giuseppe Verdi, andato in scena al Grand Théatre di Ginevra. La produzione sarà presentata al Gran Teatre del Liceu di Barcellona con première il 7 ottobre 2016.
Il lavoro di Dahlberg è stato esposto internazionalmente in gallerie private e istituzioni pubbliche di rilievo. Ha partecipato a manifestazioni intenazionali quali: Prospect II, Biennale di New (2011); Biennale di Architettura di Lisbona (2010), Taipei Biennal (2006); Busan Biennial (2004), 50ma Biennale di Venezia (2003), Manifesta 4 (2002), e ha rappresentato la Svezia alla Biennale di San Paolo del 2004. Tra le sue mostre personali più significative: Archizoom, Losanna (2013); Göteborgs Konsthall, Gothenburg (2012); Galeria Foksal, Varsavia (2008); Neue Kunsthalle St. Gallen (con Jan Mancuska) e Frac Bourgogne, Dijon (2006); Moderna Museet, Stoccolma; Bonner Kunstverein, Bonn (con Jan Mancuska) (2005); Kunstverein Langenhagen (2003).
Una serie fotografica ritrae, sia a colori che in bianco e nero, dei comuni uccellini, posati su rami d’albero nel loro ambiente naturale. Quel che ci appare come una sapiente istantanea di un incontro casuale con la natura, è invece una scenografia naturale preparata nel dettaglio dall’artista, che allestisce una sorta di diorama cinematografico e attende fino a che non si verifichi l’istante perfetto. Dahlberg esercita dunque un forte controllo sull’immagine finale, che si unisce alle micro variazioni che il caso e la natura necessariamente mettono in atto.
Nell’altro lavoro presente in mostra ci presenta con un altro genere di diorama, un microcosmo amplificato come sotto una lente d’ingrandimento. L’installazione video intitolata Music Box, segue, infatti, i movimenti della video camera all’interno di un carillon, un oggetto dalla forte risonanza personale per l’artista. Gli elementi della meccanica del carillon, ingranditi e amplificati, assumono la scala di una macchina industriale, ricordandoci il linguaggio cinematografico di Tempi Moderni di Chaplin, di Metropolis di Fritz Lang, ma anche l’austerità delle fotografie di Adolf Lazi, fotografo tedesco associato al movimento del Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività) negli anni ’30.
Nei lavori presenti in mostra il tempo è l’elemento cardine, un tempo rallentato, dilatato, sino ad arrestarsi nell’attimo dello scatto fotografico, mentre i diorama e le scenografie congelate sono al contempo metodologia e dispositivo narrativo.
Jonas Dahlberg è nato nel 1970 a Borås, Svezia. Vive e lavora a Stoccolma. Studia architettura alla Lunds Technical School dal 1993 al 1995. Successivamente frequenta la Malmö Art Academy, dove si diploma nel 2000. Da allora Dahlberg si dedica principalmente alla produzione di una serie di video che consistono fondamentalmente di movimenti lentissimi all’interno di spazi architettonici. Tali architetture sono modellini in miniatura costruiti e filmati dall’artista con metodi sperimentali.
Il lavoro di Dahlberg, sia esso video, fotografia, installazione, o scultura, si concentra sull’idea di spazio e di architettura. L’architettura diviene un luogo politico che influenza la comprensione di noi stessi, e il modo in cui il nostro corpo e la nostra mente percepisce il mondo che ci circonda.
Nel 2014 Jonas Dahlberg è stato scelto all’unanimità per realizzare un memoriale dedicato ai morti delle stragi del 22 Luglio 2011 – l’autobomba nel centro di Oslo e la sparatoria sull’isola di Utøya. Memory Wound di Dahlberg sarà inaugurata nel 2017, e consiste in un taglio largo 3 metri e mezzo nella roccia della penisola di Sørbråten, di fronte all’isola di Utøya. Su di un lato del taglio, sulla superficie di pietra levigata, sono incisi i nomi delle vittime. La cesura permanente sulla natura e sul paesaggio, come una ferita, riproduce l’esperienza di perdita e testimonia l’insostituibilità delle vite umane.
Questo mese Jonas Dahlberg si è aggiudicato l’incarico per la realizzazione della facciata di un’arena a Bristol (UK), progettata dal collettivo internazionale Populous e dai vincitori del RIBA Stirling Prize, lo studio Feilden Clegg Bradley.
Nel 2012 Dahlberg realizza le scenografie per il Macbeth di Giuseppe Verdi, andato in scena al Grand Théatre di Ginevra. La produzione sarà presentata al Gran Teatre del Liceu di Barcellona con première il 7 ottobre 2016.
Il lavoro di Dahlberg è stato esposto internazionalmente in gallerie private e istituzioni pubbliche di rilievo. Ha partecipato a manifestazioni intenazionali quali: Prospect II, Biennale di New (2011); Biennale di Architettura di Lisbona (2010), Taipei Biennal (2006); Busan Biennial (2004), 50ma Biennale di Venezia (2003), Manifesta 4 (2002), e ha rappresentato la Svezia alla Biennale di San Paolo del 2004. Tra le sue mostre personali più significative: Archizoom, Losanna (2013); Göteborgs Konsthall, Gothenburg (2012); Galeria Foksal, Varsavia (2008); Neue Kunsthalle St. Gallen (con Jan Mancuska) e Frac Bourgogne, Dijon (2006); Moderna Museet, Stoccolma; Bonner Kunstverein, Bonn (con Jan Mancuska) (2005); Kunstverein Langenhagen (2003).
12
febbraio 2016
Jonas Dahlberg
Dal 12 febbraio al 26 marzo 2016
arte contemporanea
Location
MAGAZZINO
Roma, Via Dei Prefetti, 17, (Roma)
Roma, Via Dei Prefetti, 17, (Roma)
Orario di apertura
Mar-Sab: 11.00-20.00, chiuso Domenica e Lunedì
Vernissage
12 Febbraio 2016, h 19
Autore