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Jörg Immendorff – Late Paintings
Cardi Black Box inaugura la stagione espositiva 2010 con una mostra personale dedicata a Jörg Immendorff, grande artista tedesco che ha segnato la storia della pittura contemporanea e che dagli anni Settanta è stato una figura chiave dell’arte europea.
Comunicato stampa
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Cardi Black Box inaugura la stagione espositiva 2010 con una mostra personale dedicata a Jörg Immendorff, grande artista tedesco che ha segnato la storia della pittura contemporanea e che dagli anni Settanta è stato una figura chiave dell’arte europea.
Cardi Black Box prosegue il proprio percorso nella convinzione che un programma espositivo significativo e stimolante debba dare spazio ai giovani ma anche portare all’attenzione del pubblico l’opera di chi ha rappresentato un’imprescindibile influenza e ispirazione per le generazioni future.
Jörg Immendorff ha contribuito in modo unico alla storia dell’arte, entrando nei musei, nei libri di storia dell’arte, nell’immaginario visivo ma sopratutto nella coscienza dell’uomo contemporaneo.
Questa mostra rappresenta una sorta di sfida perché non vuole raccontare il percorso di Immendorff attraverso le sue opere più note, i grandi cicli narrativi degli anni Settanta e Ottanta, ma sceglie un punto di osservazione particolare, presentando le ultime opere realizzate prima della sua morte. Tra il 2006 e il 2007 – l’anno della sua morte – Immendorff produce infatti una serie di capolavori di grandissima forza emotiva che coniugano il linguaggio espressionista ad una nuova costruzione dell’immagine e ricerca formale.
Lungo tutto il suo percorso artistico Immendorff ha utilizzato la pittura come riflessione sulla realtà sociale ed economica della Germania postbellica. Politico militante nelle fila dell’estrema sinistra, nella sua formazione artistica Immendorff, allievo di Joseph Beuys, assume su di sé tracce indelebili di movimenti come Espressionismo, Nuova Oggettività, Neo-Dada. Ne scaturisce un universo pittorico marcatamente segnato dalla storia contemporanea e dalle sue problematiche. I dipinti di Immendorff fino agli anni Novanta sono ricchi di simboli che rimandano alla storia tedesca degli ultimi cinquant’anni (il muro, la svastica, la bandiera ecc.) e quindi metafore della condizione sociale e politica della Germania divisa.
Dalla fine degli anni Novanta, l’approccio di Immendorff muta gradualmente per arrivare ad una figurazione molto più controllata e rigorosa, diversa dal segno ribelle e reazionario che lo aveva caratterizzato fino a quel momento. Fondamentale causa di questo cambiamento è anche lo stato di salute dell’artista che, colpito da una malattia nervosa, vede progressivamente ridurre le proprie capacità fisiche. E’ così che negli ultimi anni per realizzare le proprie opere si fa aiutare da assistenti che fanno da tramite tra la sua visione e la superficie del quadro, componendo le immagini secondo le precise istruzioni che l’artista impartisce loro. In questi dipinti del 2006 e 2007 Immendorff fonde immagini dalla storia dell’arte, dalla pittura rinascimentale tedesca, dal manierismo, da foto tratte dai media, da figure allegoriche che nei dipinti si intrecciano e sovrappongono, anche attraverso l’elaborazione digitale. Alla limitazione fisica causata dalla malattia, l’artista risponde con una rinnovata coscienza di sé ed esplorazione del mondo e si confronta con una nuova esperienza della forma.
Rimane evidente, in questi ultimi lavori, la critica alla collettività bilanciata dal desiderio di cambiamento dell’individuo, ma rispetto a prima l’interpretazione del reale acquisisce una dimensione più frammentaria. Scompare l’elemento narrativo costituito da figure indipendenti e si sostituisce una fusione di tanti elementi in forme ambigue che contengono domande esistenziali e rappresentano costanti fonti di dubbio. L’aspetto autobiografico rimane fondamentale ma, se un tempo era legato all’esperienza e all’ideologia, negli ultimi lavori appare la conseguenza di uno sguardo interiore, lo sguardo di un uomo sulla vita attraverso la sua nuova coscienza.
Cenni Biografici
Nato nel 1945 a Bleckede in Germania, Jörg Immendorff studia con Joseph Beuys all’Accademia di Dusseldorf. Più tardi viene espulso dall’accademia a causa delle sue attività politiche di estrema sinistra e delle sue azioni neo-dada (LIDL) di protesta contro il sistema. In questo periodo è anche coinvolto politicamente come membro di gruppi socialisti filo-Maoisti. Dal 1969 al 1980 viene assunto come insegnante d’arte in una scuola superiore pubblica di Düsseldorf. Solo più tardi, artista affermato, inizia a viaggiare e a tenere seminari nelle più importanti università europee per arrivare puoi, dal 1989, ad insegnare alla rinomata accademia Städelschule di Francoforte. Nel 1996 approda con il ruolo di professore all’Accademia d’Arte di Düsseldorf, la scuola che lo aveva espulso da studente e dove rimarrà ad insegnare fino alla sua morte.
Fin dagli anni Settanta Immendorff dipinge opere contenenti messaggi socio-politici. D’impronta surrealista - visto il forte simbolismo e l’ironia che lo caratterizza - Hört auf zu malen! (Basta dipingere!) del 1966 è uno dei suoi primi celebrati lavori. Dal 1970 Immendorff inizia un importante amicizia con il pittore A.R. Penk di Dresda ed è vicino al movimento tedesco Neue Wilde. Nel 1972 l’artista partecipa a Documenta 5 e nel 1976 presenta il suo lavoro alla Biennale di Venezia.
Immendorff è conosciuto in particolare per Cafe Deutschland (1977-1984), la famosa serie di sedici dipinti di grandi dimensioni ispirati a Caffè Greco di Renato Guttuso, nei quali confronta la divisione della Germania Est e Ovest e i paradossi della società contemporanea. Nel 1982 l’artista partecipa alla famosa rassegna Zeitgeist e con la scultura Brandenburger Tor è presente nel 1984 a Documenta 7.
Immendorff lavora anche in teatro creando diverse scenografie, tra le quali quella per il Festival di Salisburgo. Nel 1984 apre assieme ad alcuni amici in un quartiere di Amburgo il locale La Paloma. Nel 1987 contribuisce anche a disegnare il parco dei divertimenti d’avanguardia "Luna, Luna" pensato da André Heller. Un’altra importante scultura creata da Immendorff è l’opera in ferro, alta 25 metri, a forma di grande tronco d’albero, presentato a Rieza nel 1999.
Nel 1997 all’artista viene assegnato l’importante premio MARCO del Museo d’Arte Contemporanea di Monterrey, Messico e, l’anno successivo, riceve la medaglia al merito Bundesverdienstkreuz della Repubblica Federale di Germania. Immendorff è amico e pittore preferito dell’ex Cancelliere tedesco Gerhard Schröder di cui dipinge il ritratto ufficiale presentato nel 2007.
Alla sua morte, nel maggio 2007 a causa della malattia degenerativa del sistema nervoso SLA, Immendorff lascia la sua giovane moglie Oda Jaune - artista bulgara e sua studentessa - la figlia da lei avuta nel 2001 e un figlio della sua precedente relazione.
Cardi Black Box prosegue il proprio percorso nella convinzione che un programma espositivo significativo e stimolante debba dare spazio ai giovani ma anche portare all’attenzione del pubblico l’opera di chi ha rappresentato un’imprescindibile influenza e ispirazione per le generazioni future.
Jörg Immendorff ha contribuito in modo unico alla storia dell’arte, entrando nei musei, nei libri di storia dell’arte, nell’immaginario visivo ma sopratutto nella coscienza dell’uomo contemporaneo.
Questa mostra rappresenta una sorta di sfida perché non vuole raccontare il percorso di Immendorff attraverso le sue opere più note, i grandi cicli narrativi degli anni Settanta e Ottanta, ma sceglie un punto di osservazione particolare, presentando le ultime opere realizzate prima della sua morte. Tra il 2006 e il 2007 – l’anno della sua morte – Immendorff produce infatti una serie di capolavori di grandissima forza emotiva che coniugano il linguaggio espressionista ad una nuova costruzione dell’immagine e ricerca formale.
Lungo tutto il suo percorso artistico Immendorff ha utilizzato la pittura come riflessione sulla realtà sociale ed economica della Germania postbellica. Politico militante nelle fila dell’estrema sinistra, nella sua formazione artistica Immendorff, allievo di Joseph Beuys, assume su di sé tracce indelebili di movimenti come Espressionismo, Nuova Oggettività, Neo-Dada. Ne scaturisce un universo pittorico marcatamente segnato dalla storia contemporanea e dalle sue problematiche. I dipinti di Immendorff fino agli anni Novanta sono ricchi di simboli che rimandano alla storia tedesca degli ultimi cinquant’anni (il muro, la svastica, la bandiera ecc.) e quindi metafore della condizione sociale e politica della Germania divisa.
Dalla fine degli anni Novanta, l’approccio di Immendorff muta gradualmente per arrivare ad una figurazione molto più controllata e rigorosa, diversa dal segno ribelle e reazionario che lo aveva caratterizzato fino a quel momento. Fondamentale causa di questo cambiamento è anche lo stato di salute dell’artista che, colpito da una malattia nervosa, vede progressivamente ridurre le proprie capacità fisiche. E’ così che negli ultimi anni per realizzare le proprie opere si fa aiutare da assistenti che fanno da tramite tra la sua visione e la superficie del quadro, componendo le immagini secondo le precise istruzioni che l’artista impartisce loro. In questi dipinti del 2006 e 2007 Immendorff fonde immagini dalla storia dell’arte, dalla pittura rinascimentale tedesca, dal manierismo, da foto tratte dai media, da figure allegoriche che nei dipinti si intrecciano e sovrappongono, anche attraverso l’elaborazione digitale. Alla limitazione fisica causata dalla malattia, l’artista risponde con una rinnovata coscienza di sé ed esplorazione del mondo e si confronta con una nuova esperienza della forma.
Rimane evidente, in questi ultimi lavori, la critica alla collettività bilanciata dal desiderio di cambiamento dell’individuo, ma rispetto a prima l’interpretazione del reale acquisisce una dimensione più frammentaria. Scompare l’elemento narrativo costituito da figure indipendenti e si sostituisce una fusione di tanti elementi in forme ambigue che contengono domande esistenziali e rappresentano costanti fonti di dubbio. L’aspetto autobiografico rimane fondamentale ma, se un tempo era legato all’esperienza e all’ideologia, negli ultimi lavori appare la conseguenza di uno sguardo interiore, lo sguardo di un uomo sulla vita attraverso la sua nuova coscienza.
Cenni Biografici
Nato nel 1945 a Bleckede in Germania, Jörg Immendorff studia con Joseph Beuys all’Accademia di Dusseldorf. Più tardi viene espulso dall’accademia a causa delle sue attività politiche di estrema sinistra e delle sue azioni neo-dada (LIDL) di protesta contro il sistema. In questo periodo è anche coinvolto politicamente come membro di gruppi socialisti filo-Maoisti. Dal 1969 al 1980 viene assunto come insegnante d’arte in una scuola superiore pubblica di Düsseldorf. Solo più tardi, artista affermato, inizia a viaggiare e a tenere seminari nelle più importanti università europee per arrivare puoi, dal 1989, ad insegnare alla rinomata accademia Städelschule di Francoforte. Nel 1996 approda con il ruolo di professore all’Accademia d’Arte di Düsseldorf, la scuola che lo aveva espulso da studente e dove rimarrà ad insegnare fino alla sua morte.
Fin dagli anni Settanta Immendorff dipinge opere contenenti messaggi socio-politici. D’impronta surrealista - visto il forte simbolismo e l’ironia che lo caratterizza - Hört auf zu malen! (Basta dipingere!) del 1966 è uno dei suoi primi celebrati lavori. Dal 1970 Immendorff inizia un importante amicizia con il pittore A.R. Penk di Dresda ed è vicino al movimento tedesco Neue Wilde. Nel 1972 l’artista partecipa a Documenta 5 e nel 1976 presenta il suo lavoro alla Biennale di Venezia.
Immendorff è conosciuto in particolare per Cafe Deutschland (1977-1984), la famosa serie di sedici dipinti di grandi dimensioni ispirati a Caffè Greco di Renato Guttuso, nei quali confronta la divisione della Germania Est e Ovest e i paradossi della società contemporanea. Nel 1982 l’artista partecipa alla famosa rassegna Zeitgeist e con la scultura Brandenburger Tor è presente nel 1984 a Documenta 7.
Immendorff lavora anche in teatro creando diverse scenografie, tra le quali quella per il Festival di Salisburgo. Nel 1984 apre assieme ad alcuni amici in un quartiere di Amburgo il locale La Paloma. Nel 1987 contribuisce anche a disegnare il parco dei divertimenti d’avanguardia "Luna, Luna" pensato da André Heller. Un’altra importante scultura creata da Immendorff è l’opera in ferro, alta 25 metri, a forma di grande tronco d’albero, presentato a Rieza nel 1999.
Nel 1997 all’artista viene assegnato l’importante premio MARCO del Museo d’Arte Contemporanea di Monterrey, Messico e, l’anno successivo, riceve la medaglia al merito Bundesverdienstkreuz della Repubblica Federale di Germania. Immendorff è amico e pittore preferito dell’ex Cancelliere tedesco Gerhard Schröder di cui dipinge il ritratto ufficiale presentato nel 2007.
Alla sua morte, nel maggio 2007 a causa della malattia degenerativa del sistema nervoso SLA, Immendorff lascia la sua giovane moglie Oda Jaune - artista bulgara e sua studentessa - la figlia da lei avuta nel 2001 e un figlio della sua precedente relazione.
21
gennaio 2010
Jörg Immendorff – Late Paintings
Dal 21 gennaio al 13 marzo 2010
arte contemporanea
Location
CARDI GALLERY
Milano, Corso Di Porta Nuova, 38, (Milano)
Milano, Corso Di Porta Nuova, 38, (Milano)
Orario di apertura
Da martedì a sabato 10-19. Lunedì chiuso
Vernissage
21 Gennaio 2010, ore 19
Ufficio stampa
PAOLA MANFREDI
Autore
Curatore