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Jorunn Monrad
Jorunn Monrad ha saputo sviluppare dai primi anni novanta a oggi, un’idea di arte come segno oltre che come mondo a parte, come genesi autonoma e spontanea. Il suo simbolo, che Tommaso Trini ha intelligentemente avvicinato al “radiant baby” di Keith Haring, è una creatura ubiqua.
Comunicato stampa
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Jorunn Monrad ha esplorato certi immaginari tipicamente scandinavi interpretandoli in forme scultoree che sembrano tratte da un bestiario antico. La stessa ispirazione zoomorfa è alla base del motivo che caratterizza i dipinti degli ultimi anni.
Il campo pittorico è gremito senza soluzione di continuità di animali delineati nella forma più elementare; si tratta di un piccolo essere vivente, ripetuto con una tecnica pittorica razionale e accurata, che si genera e rigenera movendosi sinuosamente sulla superficie del quadro.
Autori come Huxley, Watts e soprattutto Walter Benjamin analizzano, con grande lucidità e sensibilità artistica, immaginari molto simili alle visioni pittoriche di Monrad: “E’ noto che se si chiudono gli occhi e si esercita su di essi una leggera pressione, sorgono delle fi gure ornamentali sulla cui forma non si ha alcuna influenza. (...) Quando e sotto quale forma esse compaiono, in un primo momento è del tutto indipendente dalla volontà, giacché esse prendono forma fulmineamente e senza preavviso. Poi, una volta che ci sono, entra in gioco la fantasia che opera più coscientemente, per prendersi certe libertà con esse”. (W. Benjamin, 1934)
“Jorunn Monrad ha saputo sviluppare dai primi anni novanta a oggi, un'idea di arte come segno oltre che come mondo a parte, come genesi autonoma e spontanea. Il suo simbolo, che Tommaso Trini ha intelligentemente avvicinato al “radiant baby” di Keith Haring, è una creatura ubiqua e in eterna proliferazione. La grande intuizione dell'artista norvegese probabilmente consiste nell'aver saputo trasformare il simbolo in un segno, e quindi di aver saputo unire una creatura vivente al linguaggio. Scrittura e pittura diventano autenticamente la stessa cosa ed entrambe costituiscono una possibilità di espansione infinita attraverso le potenzialità di una monadologia visiva. All'interno di un modo di dipingere tonale e colto, la Monrad ha saputo superare certe istanze maturate negli anni ottanta con grande carattere e personalità, non rinunciando alla ricerca di un'estrema sintesi che spiazzi il giudizio critico sempre alla ricerca di semplificazioni classificatorie. Nella sua arte confluiscono le esigenze di una pittura pura, pittura-pittura come si diceva negli anni sessanta, e nello stesso tempo l'apertura verso una figurazione ricorsiva e astratta, verso un concetto di segno ampio anche nella sua accezione linguistico-verbale”.
Valerio Dehò, presentazione del della mostra “Living Paintings”, Villa Lagarina, 2007.
Jorunn Monrad è nata in Norvegia nel 1961, figlia d’arte, cresce in stretto contatto con la natura, i miti e la letteratura nordica. Si trasferisce in Italia per studiare a Brera diplomandosi in scultura nel 1987. Sin dall’inizio esplora certi immagini tipicamente scandinavi, interpretandoli in forme scultoree, e poi pittoriche, caratterizzate dalla ripetizione di un “modulo” o “monade” zoomorfo che si ripeta all’infinito. All’artista è riconosciuta la grande intuizione di aver superato trasformare il simbolo in segno, e quindi di aver saputo unire una creatura vivente al linguaggio, superando certe istanze maturate negli anni Ottanta. L’artista è invitata sin dagli esordi a prestigiose collettive tra cui si ricordano “Lucidamente” a Porto Venere a cura di Giorgio Bonomi” nel 2004, “Abstraction ordine e immaginazione”, Serra San Quirico, a cura di Valerio Dehò nel 2004, “Segni di Memoria”, Carces, Francia a cura di Cynthia Penna. A partire dal 1988 espone in Italia, Norvegia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Francia e Messico, e le sue opere sono state presentate alle fiere d’arte di Bologna, Milano, Verona, Bolzano (con la galleria Il Chiostro di Saronno) e Zurigo (con Billing Bild di Zug). La sua ultima personale è stata presentata a Cardiff nel Galles nel 2009.
Il campo pittorico è gremito senza soluzione di continuità di animali delineati nella forma più elementare; si tratta di un piccolo essere vivente, ripetuto con una tecnica pittorica razionale e accurata, che si genera e rigenera movendosi sinuosamente sulla superficie del quadro.
Autori come Huxley, Watts e soprattutto Walter Benjamin analizzano, con grande lucidità e sensibilità artistica, immaginari molto simili alle visioni pittoriche di Monrad: “E’ noto che se si chiudono gli occhi e si esercita su di essi una leggera pressione, sorgono delle fi gure ornamentali sulla cui forma non si ha alcuna influenza. (...) Quando e sotto quale forma esse compaiono, in un primo momento è del tutto indipendente dalla volontà, giacché esse prendono forma fulmineamente e senza preavviso. Poi, una volta che ci sono, entra in gioco la fantasia che opera più coscientemente, per prendersi certe libertà con esse”. (W. Benjamin, 1934)
“Jorunn Monrad ha saputo sviluppare dai primi anni novanta a oggi, un'idea di arte come segno oltre che come mondo a parte, come genesi autonoma e spontanea. Il suo simbolo, che Tommaso Trini ha intelligentemente avvicinato al “radiant baby” di Keith Haring, è una creatura ubiqua e in eterna proliferazione. La grande intuizione dell'artista norvegese probabilmente consiste nell'aver saputo trasformare il simbolo in un segno, e quindi di aver saputo unire una creatura vivente al linguaggio. Scrittura e pittura diventano autenticamente la stessa cosa ed entrambe costituiscono una possibilità di espansione infinita attraverso le potenzialità di una monadologia visiva. All'interno di un modo di dipingere tonale e colto, la Monrad ha saputo superare certe istanze maturate negli anni ottanta con grande carattere e personalità, non rinunciando alla ricerca di un'estrema sintesi che spiazzi il giudizio critico sempre alla ricerca di semplificazioni classificatorie. Nella sua arte confluiscono le esigenze di una pittura pura, pittura-pittura come si diceva negli anni sessanta, e nello stesso tempo l'apertura verso una figurazione ricorsiva e astratta, verso un concetto di segno ampio anche nella sua accezione linguistico-verbale”.
Valerio Dehò, presentazione del della mostra “Living Paintings”, Villa Lagarina, 2007.
Jorunn Monrad è nata in Norvegia nel 1961, figlia d’arte, cresce in stretto contatto con la natura, i miti e la letteratura nordica. Si trasferisce in Italia per studiare a Brera diplomandosi in scultura nel 1987. Sin dall’inizio esplora certi immagini tipicamente scandinavi, interpretandoli in forme scultoree, e poi pittoriche, caratterizzate dalla ripetizione di un “modulo” o “monade” zoomorfo che si ripeta all’infinito. All’artista è riconosciuta la grande intuizione di aver superato trasformare il simbolo in segno, e quindi di aver saputo unire una creatura vivente al linguaggio, superando certe istanze maturate negli anni Ottanta. L’artista è invitata sin dagli esordi a prestigiose collettive tra cui si ricordano “Lucidamente” a Porto Venere a cura di Giorgio Bonomi” nel 2004, “Abstraction ordine e immaginazione”, Serra San Quirico, a cura di Valerio Dehò nel 2004, “Segni di Memoria”, Carces, Francia a cura di Cynthia Penna. A partire dal 1988 espone in Italia, Norvegia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Francia e Messico, e le sue opere sono state presentate alle fiere d’arte di Bologna, Milano, Verona, Bolzano (con la galleria Il Chiostro di Saronno) e Zurigo (con Billing Bild di Zug). La sua ultima personale è stata presentata a Cardiff nel Galles nel 2009.
12
dicembre 2009
Jorunn Monrad
Dal 12 dicembre 2009 al 23 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
ELLENI GALLERIA D’ARTE
Bergamo, Via Broseta, 41, (Bergamo)
Bergamo, Via Broseta, 41, (Bergamo)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 e 15-20
Vernissage
12 Dicembre 2009, ore 18
Autore
Curatore