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Jorunn Monrad – Visions
Jorunn Monrad, norvegese di nascita, dopo essersi diplomata a Brera ha esplorato certi immaginari tipicamente scandinavi interpretandoli in forme scultoree che sembrano tratte da un bestiario antico. La stessa ispirazione zoomorfa è alla base del motivo che caratterizza i dipinti degli ultimi anni.
Comunicato stampa
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Il campo pittorico è gremito senza soluzione di continuità di animali delineati nella forma più elementare; si tratta di un piccolo essere vivente, ripetuto con una tecnica pittorica razionale e accurata, che si genera e rigenera movendosi sinuosamente sulla superficie del quadro.
L’indagine di fenomeni scientifici e di testi letterari ha condotto Monrad ad inserire nella visione pittorica frasi o simboli che sono rappresentativi dei concetti presenti negli studi da cui l’opera stessa ha trovato spunto. Leggendo De Quincey mi sono resa conto - spiega Jorunn Monrad - che i miei quadri parevano illustrare le sue allucinazioni: “la testa abominevole del coccodrillo e i suoi occhi maligni mi guardavano, ripetuti in mille aspetti diversi: e io restavo a fissarli affascinato e nauseato”. (Thomas De Quincey, 1821)
Altri autori come Huxley, Watts e soprattutto Walter Benjamin analizzano, con grande lucidità e sensibilità artistica, immaginari molto simili alle visioni pittoriche di Monrad: “Le serie infinite in cui gli appaiono (o appaiono al soggetto) sempre di nuovo i medesimi utensili, animaletti o forme vegetali, rappresentano in certo qual senso progetti appena strutturati, a mala pena formati di un ornamento primitivo” (Benjamin, 1934).
Nelle opere in mostra al Chiostro l’artista ha inserito dei testi di Benjamin: le frasi rimangono nascoste dall’intreccio di forme animali, e allo stesso tempo rappresentano una specie di didascalia o titolo per i quadri tra i quali:
IMAGES APPEAR AND DISAPPEAR WITH TREMENDOUS RAPIDITY
SURFACE PATTERN – LINEAR CONFIGURATION
LITTLE ANIMALS SUDDENLY SURFACE OVER AND OVER AGAIN
IMAGES DESIRE ONLY THEIR FLUX, EVERYTHING IS THE SAME TO THEM
Benjamin stesso fornisce una spiegazione molto chiara di questi fenomeni: “E’ noto che se si chiudono gli occhi e si esercita su di essi una leggera pressione, sorgono delle figure ornamentali sulla cui forma non si ha alcuna influenza. (...) Quando e sotto quale forma esse compaiono, in un primo momento è del tutto indipendente dalla volontà, giacché esse prendono forma fulmineamente e senza preavviso. Poi, una volta che ci sono, entra in gioco la fantasia che opera più coscientemente, per prendersi certe libertà con esse”. Il quadro di Monrad diviene, quindi, una specie di scatola cinese, una superficie che non rivela mai tutto in una volta, ma soltanto una parte: sta all’osservatore scoprire il messaggio. Il minuto organismo che fluttua sulla superficie dipinta, generando una sorta di groviglio formicolante è un forma primaria e archetipica, dal potere magico e taumaturgico. Interpreta Valerio Dehò: “ Questi lavori se da un lato procedono nell’esibire l’evidenza di una viralità insita nell’arte (tutto brulica, si divora, si accresce, si riproduce), dall’altro introducono il paradigma del linguaggio come frontiera non invalicabile e come limite che le arti figurative possono conquistare, anche se attraverso questi rettili invadenti e ossessivi, simpaticamente perversi.”
O ancora ci chiarisce Tommaso Trini “E’ probabile che questo arcipelago iconografico di “quasi-immagine”, ancora da esplorare, equivalga, nelle sue funzioni, al novero delle “quasi-specie” in cui la biologia comprende virus e batteri, cioè gli stadi di vita intermedi tra la materia inanimata e la vita che ha coscienza di se stessa. L’arte affabulatrice di Jorunn Monrad è uno dei nidi più generosi e robusti.”
Jorunn Monrad è nata in Norvegia nel 1961 in una famiglia di artisti ed intellettuali, Vive da molti anni a Milano, dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera con Alik Cavaliere. La sua ricerca è da sempre focalizzata sulle forme zoomorfe. A partire dal 1988 ha presentato mostre in Italia, Svizzera, Germania e Norvegia
L’indagine di fenomeni scientifici e di testi letterari ha condotto Monrad ad inserire nella visione pittorica frasi o simboli che sono rappresentativi dei concetti presenti negli studi da cui l’opera stessa ha trovato spunto. Leggendo De Quincey mi sono resa conto - spiega Jorunn Monrad - che i miei quadri parevano illustrare le sue allucinazioni: “la testa abominevole del coccodrillo e i suoi occhi maligni mi guardavano, ripetuti in mille aspetti diversi: e io restavo a fissarli affascinato e nauseato”. (Thomas De Quincey, 1821)
Altri autori come Huxley, Watts e soprattutto Walter Benjamin analizzano, con grande lucidità e sensibilità artistica, immaginari molto simili alle visioni pittoriche di Monrad: “Le serie infinite in cui gli appaiono (o appaiono al soggetto) sempre di nuovo i medesimi utensili, animaletti o forme vegetali, rappresentano in certo qual senso progetti appena strutturati, a mala pena formati di un ornamento primitivo” (Benjamin, 1934).
Nelle opere in mostra al Chiostro l’artista ha inserito dei testi di Benjamin: le frasi rimangono nascoste dall’intreccio di forme animali, e allo stesso tempo rappresentano una specie di didascalia o titolo per i quadri tra i quali:
IMAGES APPEAR AND DISAPPEAR WITH TREMENDOUS RAPIDITY
SURFACE PATTERN – LINEAR CONFIGURATION
LITTLE ANIMALS SUDDENLY SURFACE OVER AND OVER AGAIN
IMAGES DESIRE ONLY THEIR FLUX, EVERYTHING IS THE SAME TO THEM
Benjamin stesso fornisce una spiegazione molto chiara di questi fenomeni: “E’ noto che se si chiudono gli occhi e si esercita su di essi una leggera pressione, sorgono delle figure ornamentali sulla cui forma non si ha alcuna influenza. (...) Quando e sotto quale forma esse compaiono, in un primo momento è del tutto indipendente dalla volontà, giacché esse prendono forma fulmineamente e senza preavviso. Poi, una volta che ci sono, entra in gioco la fantasia che opera più coscientemente, per prendersi certe libertà con esse”. Il quadro di Monrad diviene, quindi, una specie di scatola cinese, una superficie che non rivela mai tutto in una volta, ma soltanto una parte: sta all’osservatore scoprire il messaggio. Il minuto organismo che fluttua sulla superficie dipinta, generando una sorta di groviglio formicolante è un forma primaria e archetipica, dal potere magico e taumaturgico. Interpreta Valerio Dehò: “ Questi lavori se da un lato procedono nell’esibire l’evidenza di una viralità insita nell’arte (tutto brulica, si divora, si accresce, si riproduce), dall’altro introducono il paradigma del linguaggio come frontiera non invalicabile e come limite che le arti figurative possono conquistare, anche se attraverso questi rettili invadenti e ossessivi, simpaticamente perversi.”
O ancora ci chiarisce Tommaso Trini “E’ probabile che questo arcipelago iconografico di “quasi-immagine”, ancora da esplorare, equivalga, nelle sue funzioni, al novero delle “quasi-specie” in cui la biologia comprende virus e batteri, cioè gli stadi di vita intermedi tra la materia inanimata e la vita che ha coscienza di se stessa. L’arte affabulatrice di Jorunn Monrad è uno dei nidi più generosi e robusti.”
Jorunn Monrad è nata in Norvegia nel 1961 in una famiglia di artisti ed intellettuali, Vive da molti anni a Milano, dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera con Alik Cavaliere. La sua ricerca è da sempre focalizzata sulle forme zoomorfe. A partire dal 1988 ha presentato mostre in Italia, Svizzera, Germania e Norvegia
24
aprile 2004
Jorunn Monrad – Visions
Dal 24 aprile al 06 giugno 2004
arte contemporanea
Location
IL CHIOSTRO ARTECONTEMPORANEA
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10/12.30 – 16/ 19. Domenica 16/19
Vernissage
24 Aprile 2004, ore 18