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Josè Cuniori – Vuoto Danzante
Accompagnati da poesie dell’autore, vengono presentati 20 scatti in bianco e nero del Giappone odierno
Comunicato stampa
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Sulla scia del successo di pubblico avuto lo scorso dicembre, quando la mostra in questione ebbe il suo battesimo di pubblico, ritorna per tutto il mese di Marzo la seconda edizione della mostra Vuoto Danzante. Se nella prima si presentava forte del patrocinio dell’iniziativa dell’Anno dell'amicizia tra cittadini giapponesi e dell'Unione Europa e della segnalazione sul sito web del Ministero degli Affari Esteri Giapponese, questa volta è direttamente il Consolato generale del Giappone a Milano ad offrirsi come location per la realizzazione dell’allestimento, concedendo all’autore l’onore d’essere il primo italiano ad esporre nel suo interno. Si tratta di una mostra fotografica di scatti in bianco e nero, tributo alla bellezza incantevole della città di Kyoto, capitale storica e artistica del Giappone odierno. Manifestazioni shinto, giardini zen, oggetti rituali ne sono le protagoniste: radici che, mai recise, muovono la vita moderna che ammicca silenziosa dalle scene raffigurate. Le foto sono accompagnate da poesie dell’autore in italiano e in giapponese.
La fotografia è innanzitutto stata scelta in quanto linguaggio interculturale per elezione che, per la sua polimorfia, si presta ad una molteplicità di significati, mirata all’unione al di là delle differenze linguistiche e alla comunicazione oltre le divergenze culturali. La mostra, inoltre, non è dotata di un filo conduttore: non c’è da nessuna parte un inizio, una fine, un qualcosa a cui la mente del visitatore possa aggrapparsi, similmente alle stanze nipponiche tradizionali che possono trasformarsi a seconda delle esigenze abitative, grazie al loro essere, fondamentalmente, solo spazio vuoto. Anche come assenza, ma soprattutto come potenzialità. Nel nostro caso, possibilità di attribuzione di nuovi significati alla realtà, a noi stessi, in un eterno danzare tra gli opposti. Ovvero, un vuoto danzante.
L’organizzazione e il contesto culturale
In questa cornice e sotto tale patrocinio s’inserisce l’evento in questione, che ha come focus l’avvicinamento interculturale tra questi due mondi, alla ricerca di un punto di contatto al di là del, per dirlo con le parole di Fosco Maraini, “muro delle idee” che separa le civiltà. A questo medesimo obiettivo mira anche la Associazione Giapponese del nord Italia, anch’essa impegnata in molteplici attività di scambio interculturale, mosaico di diverse attività aperte a tutti coloro che vogliano parteciparvi.
L’autore
L’autore, nato a Como nel 1977, trascorre la sua infanzia a cavallo della grande diffusione di prodotti mediatici Giapponesi degli anni ’80, ricevendone una seconda educazione. Con la fine della fanciullezza, l’interesse per l’Oriente continua con l’adolescenza, tramutandosi in studio delle filosofie e delle arti marziali. Laureatosi nel 2001 con una tesi sui Sé possibili in contesti virtuali, decide di scegliere la fotografia come mezzo di comunicazione e di porla al servizio di quella che sente come la sua maggiore prerogativa: lo scambio interculturale come fondamento identitario. Si reca per tre volte in Giappone, ma solo nell’ultima, grazie ad uno studio approfondito della lingua, riesce a trascorrere un intero semestre a Kyoto. Si ritrova così in quella terra che lo accoglie e che lo sfida al tempo stesso, mettendo in discussione il suo modo di vedere le cose, invitandolo ad una diversa percezione dello spazio e del tempo, della creatività, dei rapporti umani, portandolo a diverse illuminazioni ritratte nelle foto e narrate nelle poesie.
Attualmente è membro dell’Agenzia Luce (affiliata Fiaf), agenzia fotografica di Trieste la cui aspirazione è quella di “perseguire un modo di fare fotografia che sia di alta qualità e sia capace di comunicare ciò che sta dietro all’immagine fotografica. […] La fotografia non è solo scienza e tecnica, ma anche creatività e comunicazione. La tecnica, dunque, è un mezzo fondamentale per raggiungere un altro obiettivo, quello di trasmettere un messaggio a chi guarda l’immagine fotografica”.
La fotografia è innanzitutto stata scelta in quanto linguaggio interculturale per elezione che, per la sua polimorfia, si presta ad una molteplicità di significati, mirata all’unione al di là delle differenze linguistiche e alla comunicazione oltre le divergenze culturali. La mostra, inoltre, non è dotata di un filo conduttore: non c’è da nessuna parte un inizio, una fine, un qualcosa a cui la mente del visitatore possa aggrapparsi, similmente alle stanze nipponiche tradizionali che possono trasformarsi a seconda delle esigenze abitative, grazie al loro essere, fondamentalmente, solo spazio vuoto. Anche come assenza, ma soprattutto come potenzialità. Nel nostro caso, possibilità di attribuzione di nuovi significati alla realtà, a noi stessi, in un eterno danzare tra gli opposti. Ovvero, un vuoto danzante.
L’organizzazione e il contesto culturale
In questa cornice e sotto tale patrocinio s’inserisce l’evento in questione, che ha come focus l’avvicinamento interculturale tra questi due mondi, alla ricerca di un punto di contatto al di là del, per dirlo con le parole di Fosco Maraini, “muro delle idee” che separa le civiltà. A questo medesimo obiettivo mira anche la Associazione Giapponese del nord Italia, anch’essa impegnata in molteplici attività di scambio interculturale, mosaico di diverse attività aperte a tutti coloro che vogliano parteciparvi.
L’autore
L’autore, nato a Como nel 1977, trascorre la sua infanzia a cavallo della grande diffusione di prodotti mediatici Giapponesi degli anni ’80, ricevendone una seconda educazione. Con la fine della fanciullezza, l’interesse per l’Oriente continua con l’adolescenza, tramutandosi in studio delle filosofie e delle arti marziali. Laureatosi nel 2001 con una tesi sui Sé possibili in contesti virtuali, decide di scegliere la fotografia come mezzo di comunicazione e di porla al servizio di quella che sente come la sua maggiore prerogativa: lo scambio interculturale come fondamento identitario. Si reca per tre volte in Giappone, ma solo nell’ultima, grazie ad uno studio approfondito della lingua, riesce a trascorrere un intero semestre a Kyoto. Si ritrova così in quella terra che lo accoglie e che lo sfida al tempo stesso, mettendo in discussione il suo modo di vedere le cose, invitandolo ad una diversa percezione dello spazio e del tempo, della creatività, dei rapporti umani, portandolo a diverse illuminazioni ritratte nelle foto e narrate nelle poesie.
Attualmente è membro dell’Agenzia Luce (affiliata Fiaf), agenzia fotografica di Trieste la cui aspirazione è quella di “perseguire un modo di fare fotografia che sia di alta qualità e sia capace di comunicare ciò che sta dietro all’immagine fotografica. […] La fotografia non è solo scienza e tecnica, ma anche creatività e comunicazione. La tecnica, dunque, è un mezzo fondamentale per raggiungere un altro obiettivo, quello di trasmettere un messaggio a chi guarda l’immagine fotografica”.
01
marzo 2006
Josè Cuniori – Vuoto Danzante
Dal primo al 31 marzo 2006
fotografia
Location
CONSOLATO GENERALE DEL GIAPPONE
Milano, Via Cesare Mangili, 2, (Milano)
Milano, Via Cesare Mangili, 2, (Milano)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 9.00-12.30, 13.30-19.30
Autore